Iraq e partizione territoriale

Egregio Dr. Cesare De Carlo
da tempo leggo su La Nazione i suoi duelli con Massimo Fini e dunque so bene che lei è un paladino della destra americana e svisceratamente anticomunista. Ma non credevo che fosse addirittura un sostenitore delle teorie naziste.
Nel suo articolo su l’Afghanistan, pubblicato oggi su La Nazione, leggo testualmente: “La comunità scita di Bagdad ha lanciato una pulizia etnica contro i sunniti. Interi quartieri vengono fatti sgomberare con la forza. Un tale sviluppo non è necessariamente negativo. Solo una partizione
territoriale omogenea, gli sciti da una parte, i sunniti dall’altra, i curdi a nord, può favorire la fine delle stragi incrociate”.
A parte il fatto che, secondo il mio modesto parere, solo il ritiro incondizionato di tutte le forze di occupazione dall’Iraq, può ristabilire la pace nel Paese e favorire la ripresa economica e sociale nell’intera regione, le sue parole puzzano troppo di razzismo al punto che mi ricordano quelle pronunciate da Hitler sulla pulizia etnica.
Egregio De Carlo, dalle nostre parti si dice che con la forza non si fa neppure l’aceto! Lei, in perfetta linea con Bush e i militari guerrafondai, che pretendono di portare la pace e la democrazia con le armi su tutta la Terra, invece vorrebbe risolvere il complicato intrigo del Medio Oriente con la pulizia etnica, magari, se le popolazioni non gradissero, sganciando qualche bomba atomica “pulita” contro chi osa opporsi all’imposizione della democrazia USA e dei loro servi sciocchi, naturalmente per il bene degli iracheni, i quali, grazie al democratico Bush, hanno avuto per il momento appena qualche centinaio di migliaia di vittime, e degli afghani, i quali hanno avuto SOLTANTO circa 4000 morti in diversi attentati. Dei palestinesi lei ora non ne parla, ma anche in questo caso sono sicuro che lei ritenga l’occupazione israeliana, che i palestinesi stanno subendo da 60 anni, sia una cosa
buona e giusta…perchè oltre 2000 anni fa gli ebrei di Giosuè avevano occupato con la forza delle armi quei territori e dunque è normale e giusto che, essendo stati perseguitati dai nazisti (europei), si rifacciano una patria a spese delle popolazioni indigene, proprio come hanno fatto gli europei perseguitati quando hanno invaso e occupato l’America. Eppure, sempre nella mia Toscana, vi è un detto che dice: “Chi va via perde il posto all’osteria” e nessuno, nel 70, aveva imposto la pulizia etnica in Palestina, come invece vorrebbe lei per “portare la pace” in Iraq.
Al di là della critica voglia gradire i miei auguri per un 2007 con maggiore sensibilità verso le persone e i popoli più sfruttati e sottomessi.
Virgilio Barachini

*** *** ***
Quanta passione e quante cose ha voluto leggere in quella mia osservazione sull’opportunita’ di una partizione territoriale! Lei ha ritirato fuori in una sola volta e senza motivo tutte le argomentazioni del pacifismo cieco di un occhio.
Apra anche quell’altro. E allora forse vedra’ che in Bosnia, dove i gruppi etnici e religiosi si erano massacrati per diversi anni, la pace fu raggiunta solo quando intervennero gli americani. I quali durante i megoziati di Dayton (Ohio) imposero la formula della partizione territoriale. E’ l’unica che possa far cessare le stragi quando gli odii sono tanto radicati e insanabili. Ognuno viva per conto proprio.
Del resto nello stesso Iraq, i curdi che di fatto hanno creato uno Stato indipendente sono al riparo dalle carneficine incrociate di sunniti e sciiti.
Dunque, si calmi. Nessun razzismo. Lasci perdere Hitler e se le riesce piu’ congeniale si rifaccia a Stalin, che in fatto di pulizie etniche non ebbe rivali.

Collegamenti sponsorizzati


Scrivi un commento