Italia malata

Caro De Carlo,
sono una signora americana. Vivo in Italia da quando mi sposai. Vi sono rimasta anche dopo la morte di mio marito… Qui abitano i miei figli e i miei nipoti.
Sono delusa. Profondamente delusa dall’Italia. E non da ora. Corruzione, avidità, ruberie, sfaldamento morale. In questo Paese tutto è sbagliato. Basta sfogliare i giornali…
Seguo regolarmente i suoi dibattiti con Massimo Fini, un uomo che a mio parere spesso soccombe di fronte al senso comune. Sono rimasta sbalordita quando alcuni mesi fa scrisse che i talebani non sono terroristi e che il mondo deve temere gli Stati Uniti più dell’Iran dal momento che in fin dei conti i primi e non il secondo avevano sganciato la bomba atomica. Quest’uomo mi sembra un malato di mente.
Ero lettrice della Nazione, poi sono passata al Corriere, poi al Giornale quando il Corriere sbandò a sinistra. Ora di nuovo alla Nazione. Il suo formato tabloid è più pratico. Ma la sua impaginazione assurda. Per esempio, il suo commento sull’Iraq dell’11 Agosto è comparso solo a pagina 23… Eppure quello che sta facendo il generale Petraeus è di grande importanza per noi americani e per i nostri alleati. Speriamo che abbia successo.
Il suo articolo è stato preceduto dalle notizie su Valentino Rossi, Luciano Moggi e calciopoli, Francesco Caruso e le sue stupide affermazioni, lo scandalo Mele, le pagine sulla Toscana e la Liguria. A mio parere quell’articolo meritava la prima.
Analogamente l’incontro fra Musharaff e Karzai è comparso solo a pagina 17, dopo le notizie su Cacciari, Caruso e la pagina di Valerio Staffelli. Era stato collocato sotto le tragicomiche affermazioni di Prodi su Hamas. Eppure quei due leaders si erano accordati per combattere il terrorismo…
Continuerò a leggerla Mister De Carlo e trovo la sua fotografia attraente..
La prego di non firmare questa lettera. Il mio nome e il mio cognome sono molto conosciuti a Firenze e in molte altre parti d’Italia. E non voglio attirarmi risentimenti…
(lettera firmata)

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Cara Signora,
scusi la sintesi della traduzione dall’inglese. Ma spero di non avere tradito il senso della sua lunga lettera.
Comprendo bene, da italiano che vive negli States e che l’Italia la guarda da lontano, la sua amarezza. L’Italia è senza dubbio il Paese più bello del mondo, ma ora anche il più dissestato, caotico, ingovernabile, irriformabile. Peccato!
La ringrazio per la sua attenzione e per il suo consenso. E non perchè trovi ‘’attraente’’ la foto d’annata con la quale – bontà loro! – i colleghi corredano le mie ‘’columns’’.
Tuttavia mi consenta di notare che un giornale non può essere confezionato per le élites, alle quali lei per cultura, interesse, impegno certamente appartiene. La gerarchia delle notizie, come si dice in gergo, obbedisce a considerazioni più prosaiche. E allora si può capire se in questi giorni e in questa stagione Valentino Rossi, l’erotomane deputato democristiano, il tormentone Cassano trovino spazi maggiori.
Lei ha assolutamente ragione quando afferma che dall’azione del generale Petraeus dipende l’esito dell’avventura nella quale Bush ha cacciato gli Stati Uniti. E mi unisco al suo augurio. Spero proprio che ce le faccia e che consenta agli americani di sganciarsi dall’Iraq senza consegnarlo ad Al Qaeda.
Alla stessa maniera concordo con lei nel ritenere di capitale importanza l’azione di Musharaff nel suo Pakistan. Senza la sua collaborazione non sarà possibile liquidare le ricostituite basi talebani nelle montagnose aree di frontiera con l’Afganistan.
Queste informazioni meriterebbero maggiore risalto. Comunque accontentiamoci. Meglio trattarne a pagina 23 che non trattarne affatto.
Si goda i suoi nipotini nella speranza che quando saranno grandi l’Italia sia riuscita a curare i suoi mali e a tornare quella che lei conobbe quando si sposò.

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