Archivio di Giugno 2007

Il Kosovo e gli albanesi (continua)

Lunedì 25 Giugno 2007

Signor Eniel NInka,
vorrei darle ragione quando afferma che gli albanesi in Kosovo sono diventati la maggioranza però devo anche farle presente che ciò è successo in un momento ben preciso della storia, ossia nel 1946 quando Tito ha varato una legge che impediva ai Serbi di tornare in Kosovo. Quei Serbi che erano scappati dal terrore kosovaro intrecciato coi fascisti. Tito inoltre spingeva in tutti i modi gli albanesi a moltiplicarsi. E dobbiamo dire che anche molti anni dopo lo hanno proprio preso in parola…Beh Signor Ninka, non le pare fuoriluogo parlare di maggioranza albanese in questi termini?? E poi non capisco il senso dello sciopero degli immigrati in Italia: si sente forse un sottoposto dello Stato italiano che vuole esercitare il diritto di sciopero contro il datore di lavoro?? Io sono immigrata proprio come lei ma ciò che vi distingue sono come al solito la prepotenza, la maleducazione e spesso l’ignoranza con cui venite ospiti! Se il Signor De Carlo è il “peggior esempio di giornalista” lei è certamente il “miglior esempio di albanese in Italia”…
Lilly1798@yahoo.it

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Grazie per l’intervento. Non tanto nel merito quanto per la partecipazione. La sua assimilazione nella patria di adozione mi sembra a buon punto.

Energia nucleare e demagogia irresponsabile

Lunedì 25 Giugno 2007

Gentile Dottor De Carlo,
la cosa che mi sorprende di più in quest’Italia governata da una coalizione che più scassata di così si muore, è l’assoluta indifferenza ai problemi energetici. Nessuno dei nostri governanti sembra rendersi conto che il petrolio ha gli anni contati, che – come risulta dalle ultime proiezioni – l’estrazione dai giacimenti ha già superato il suo massimo potenziale e che da ora in poi diminuirà la quantità di greggio a disposizione dei mercati. Di conseguenza il suo prezzo aumenterà in misura più che proporzionale rispetto alla domanda.
Il mercato infatti sarà investito da due fattori concomitanti: la diminuzione del greggio da esportare e l’aumento delle richieste dalle cosiddette nuove tigri economiche, Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, eccetera, eccetera.
E allora cosa fare? I partiti comunisti, quelli paracomunisti, i verdi eccetera ripetono il loro no al nucleare. Hanno paura di una improbabile Cernobil. Dico improbabile perché le centrali occidentali sono costruite in maniera ben diversa da quelle che nell’ex Urss costituiscono un vero rischio.
Non li sfiora l’ipotesi che se per caso si dovesse verificare un incidente, tipo una fuga di vapori radioattivi, l’Italia sarebbe la prima ad esserne interessata. Le centrali nucleari francesi e svizzere, tanto per fare un esempio, si trovano proprio alle nostre frontiere.
Franco Giusti

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Che fare? L’ha già indicato lei. L’Italia ha una scelta obbligata: puntare sul nucleare e – nel possibile – sulle fonti energetiche alternative, dal sole al vento, all’etanolo.
L’Italia copre in gran parte il suo fabbisogno energetico comprando petrolio, che diventando più raro e caro peggiorerà più di quanto già non sia la nostra bilancia commerciale e rallenterà più di quanto già non accada la nostra crescita. Ma i promotori del disgraziato referendum di due decenni fa e i loro eredi politici fanno della poesia. E della demagogia irresponsabile.

Kosovo, Serbia, Usa e UE

Lunedì 18 Giugno 2007

Gentilissimo Signor De carlo, se da una parte è vero che noi serbi dobbiamo prendercela con noi stessi per non esserci saputi difendere dall’invasione albanese, dall’altro lato mi pare che un’altra volta stia capitando quello che è successo durante la guerra: l’EurAmerica non sa farsi i fatti propri!!! Imporre una soluzione - tra l’altro assurda - alla Serbia mi sembra oltre che ingiusto anche molto pericoloso per gli equilibri di tutto il mondo.
Lilly1708@yahoo.it
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Gent.mo sig. F.G.-Ancona,
quel sempliciotto del texano avrebbe anche detto che aiuterà il Kossovo a entrare nella UE. Qualcuno può dirgli che la UE non fa parte degli USA? Condivido la risposta datatele dal sig. De Carlo: la storia non è staticità, ma un divenire quotidiano e se oggi la situazione è quella che è occorre prenderne atto. Occorre caso mai porsi altre domande, ad es. sull’espansione (o espansionismo) dell’Islam, ad es. sul perchè la Serbia ha “agevolato” i massacri nella ex-Yugoslavia, etc etc
Saluti
Andrea
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Lei, Sig. De Carlo è il peggior esempio di giornalista. Paragonare la situazione del Kosovo con quella ipotetica di una Lombardia del futuro è un pessimo sforzo di immaginazione.
Prima di tutto, quando si parla di storia bisogna sempre citare delle fonti autorevoli ed il lettore di Ancona non mi sembra una fonte autorevole. Kosovo è stata una regione dove una moltitudine di etnie hanno sempre convissuto, nel bene o nel male. Cito Noel Malcolm, autore della forse più autorevole storia del Kosovo quando dice che i serbi, al contrario degli albanesi, non sono mai stati maggioranza nel Kosovo. Che il mito della culla della nazione serba è un mito ricostruito ad arte dal nazionalismo serbo abbastanza recente (primi del 900) e rispolverato da quello che si merito appieno il sopranome del Macellaio dei Balcani, Slobodan Milosevic. Che non c’è mai stata una emigrazione di albanesi dal sud al nord. ecc.
Poi non capisco il termine “serbi bianchi”? Forse gli albanesi sono neri? Infine volevo solo ricordarle che la Serbia occupò militarmente il Kosovo durante la 1° Guerra Balcanica, il Kosovo è stato incluso nella Jugoslavia contro ogni sua volontà (anzi la sua volontà contraria è stata repressa col sangue). Il Kosovo ha subito espulsioni di massa continue tra le due guerre mondiali e anche subito dopo la seconda per non parlare dell’ultimo pulizia etnica subita, tristemente nota, ma anche per questo fermata, grazie alle televisioni.
Mi piacerebbe che gli immigrati in Italia scioperassero tutti, ma proprio tutti, una settimana. Vorrei vedere lei cosa scriverebbe su questo blog.

Eniel Ninka
Università Politecnica delle Marche

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No. Non ne faccio una questione di scioperi e nemmeno di forza lavoro per le nostre imprese affamate di occupazione. Sono in gioco piuttosto la lealta’, i valori, le leggi, le tradizioni, la lingua del Paese che ospita i nuovi arrivati. Voglio dire che noi italiani dovremmo fare una diversa politica dell’immigrazione, simile - tanto per fare un esempio - a quella che intende perseguire in Francia il neoeletto presidente Sarkozy. Coloro che aspirano all’immigrazione dovranno non solo parlare la lingua ma anche dare assicurazioni sul rispetto delle regole che sovrintendono alla nostra convivenza civile.
L’ipotesi di una Lombardia musulmana sara’ come dice lei uno sforzo d’immaginazione, ma la storia dei popoli e’ piena di sforzi di immaginazione diventati - chi l’avrebbe mai detto! - realta’.
Riprendiamo l’esempio del Kosovo. Le sue etnie si sono intrecciate nei secoli. Il suo territorio e’ stato preso, ripreso, dominato da diversi imperi, teatro di guerre e di conquiste contrapposte. Ma la sua connotazione serba risale - stando all’unanime storicistica -al 630 dopo Cristo. Fu marcata dall’immigrazione dei serbi ‘’bianchi'’ (che non hanno alcuna connotazione razzistica ma solo storica).
Erano i serbi convertiti al cristianesimo. Nessuna sorpresa se ora considerino quella regione come parte integrante dell’identita’ nazionale e se alla sua base significativamente pongano non una vittoria ma una sconfitta. Quella del 1839 quando il principe Lazar fu annientato dai turchi. Ai suoi ordini, va notato, combatterono anche bosniaci e albanesi.

In ogni caso, arrivando ai giorni nostri, ripeto di essere stato fortemente contrario all’intervento della Nato in Kosovo: si tratto’ di una guerra di aggressione in una materia di politica interna di uno Stato sovrano. E che dall’altra parte ci fosse il comunista Milosevic non fa alcuna differenza. Nemmeno per me, che da sempre faccio dell’anticomunismo una bandiera di liberta’.

Altre due annotazioni. La prima: nella sua recente visita nei Balcani Bush non ha inteso imporre nulla a nessuno. Ha preso atto della realta’. E nemmeno ha voluto fare un discorso storico, lontano del resto dalla sua cultura. La seconda: nelle sue pulizie etniche Milosevic non ha fatto altro che applicare la lezione sovietica. L’Urss era in buona parte il risultato di genocidi e sradicamenti demografici. Che cos’altro ci si poteva aspettare dall’ultimo dittatore comunista d’Europa?

Coefficienti elettorali e Costituzione

Lunedì 18 Giugno 2007

Gent.mo dott. DE CARLO.

La matematica, si sa, dovrebbe essere una scienza esatta, ma per essere anche seria oltre che esatta, deve essere utilizzata nella giusta maniera.

Se il fine giustifica i mezzi, allora con la proposta di coefficientare i voti, si centra perfettamente lo scopo; però oltre che con la matematica, bisogna fare i conti con un mucchio di altri fattori: per esempio se il fine primo è quello di eliminare le coalizioni con i conseguenti ricatti, nell’esempio abbiamo già una prima contraddizione, ricordo che l’Ulivo non è un partito bensì una coalizione di più partiti, quindi è errato dargli il coefficiente 2. Altra osservazione, da quanto tempo i partiti devono essere costituiti per non essere considerati coalizione? Ricordo la Rosa nel pugno, od il futuro P.D.; e se i partiti che hanno usufruito dei coefficienti, si sciolgono dopo le elezioni, si rifà il conteggio? Per ultimo c’è un macigno di ordine costituzionale, il coefficientare i voti a seconda dei risultati ottenuti andrebbe contro al diritto costituzionale di parità fra tutti i cittadini, non ci può essere un cittadino che conta il doppio rispetto ad un altro nello scegliere chi rappresenta il popolo sovrano. Per poter fare questo, bisognerebbe riformare completamente l’impianto della Costituzione.
Ringraziando per la cortese attenzione, distintamente saluto. Romolo Rubini

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C’e’ anche chi non la pensa come l’Ing. Mannucci. Sono lieto che il dibattito su una eventuale, ipotetica, ragionevole e dunque improbabile riforma elettorale, continui.

Omosessualita’ e famiglia

Lunedì 18 Giugno 2007

Dott. De Carlo,
sono nauseato. La settimana scorsa ho visto in tv la carnevalata di finocchi e lesbiche a Roma.
Ma come si permettono di offendere il quella maniera le nostre famiglie, le nostre tradizioni, il nostro sentimento del pudore?
E come e’ possible che a ‘’salutare’’ le loro perversioni sessuali siano arrivati esponenti del governo italiano. Ma da chi siamo governati? Ma non si accorge questa gente che l’istituto della famiglia si sta progressivamente disgregando proprio perche’ i suoi valori vengono mortificati? Non si accorge che i matrimoni diminuiscono e aumentano le coppie di fatto? Non sa questa gente che la famiglia e’ la cellula della societa’ e che se questa cellula s’indebolisce o si ammala, l’intero corpo sociale si ammale e decade?
Ma dove andremo a finire? Diventeremo tutti froci o lesbiche?
Sa cosa ne deduco? Che hanno ragione i musulmani. Siamo una societa’ decadente e come tale meritiamo di essere sopraffatti da loro.
Amedeo Frigeri

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Caro Frigeri,
capisco bene la sua delusione, anzi la sua rabbia. Per quanto mi riguarda non ho nulla contro gli omosessuali. Vivano come vogliono, godano dei diritti garantiti a tutti dalle leggi vigenti. Ma per favore non ne chiedano di nuove che contraddicano la Costituzione. Voglio dire che – a mio parere – gli omosessuali non possono pretendere di ottenere il matrimonio civile che da che mondo e’ mondo e’ solo quello fra un uomo e una donna e tanto meno possono pretendere di adottare bambini. Altrimenti andra’ a finire come il Pierino della barzelletta che chiede ‘’Papa’ cosa mi sai dire cosa sono i Dico?’’ e che si sente rispondere ‘’Pierino, chiedilo alla mamma, lui lo sa’’.
Barzellette a parte, un omosessuale non deve certo essere discriminato per essere quello che e’, ma non puo’ sovvertire l’ordine sociale basato sulla natura e sul buon senso. Chi ci governa dovrebbe tenerlo presente e non inseguire effimere convenienze elettorali. D’accordo, anche i gays vanno a votare ma decenza e coerenza valgono piu’ di un pugno di voti.
Quanto al pericolo che l’omosessualita’ in Italia raggiunga dimensioni americane (negli Usa fra l’8 e il 10 per cento della popolazione, circa 20 milioni di uomini e donne) penso che possiamo stare tranqulli. In Italia gli ormoni mi sembrano a posto, almeno a giudicare dall’esuberanza della donna nostrana e dall’aggressivita’ del maschio.
E’ vero invece che l’ostentazione del diverso contribuisce a indebolire l’istituto familiare. Le coppie di fatto, anche quelle etero, sono sempre di piu’ e quelle regolari, cioe’ fondate sul matrimonio, sempre di meno. Se poi aggiungiamo separazioni, divorzi, seconde o terze unioni si ha la misura dello sfascio sociale.
Infine i musulmani. No. Non siamo una societa’ decadente, solo perche’ viviamo in un periodo di confusione. E certo non meritiamo di essere riportati al Medioevo come pretenderebbero coloro che ci siamo imprudentemente cacciati in casa e che rifiutano di recepire i nostri valori.