Silenzi da sinistra sull’Iraq
Lunedì 15 Ottobre 2007Caro Dott. De Carlo,
ma come? Proprio lei? Mi aspettavo un suo commento sulla ‘’Surge’’, la nuova strategia del presidente Bush in Iraq. E invece silenzio. Peccato, perchè la ‘’Surge’’ sta funzionando. E come! Non lo apprendo dalla stampa italiana, che nel suo appiattimento a sinistra è di una banalità sconcertante, ma dall’edizione online del ‘’Washington Post’’. Ecco le cifre: dal Settembre dell’anno scorso al Settembre di quest’anno i civili iracheni morti per attentati terroristici sono diminuiti del 77 per cento. I soldati americani caduti del 43 per cento, meno 64 se ci riferiamo al Maggio dell’anno scorso.
Ma la cosa più importante è che grazie al generale Petraeus i sunniti hanno rotto la loro alleanza con Al Qaeda e anzi ora collaborano con il governo e con gli americani nel denunciarne i covi. Risultato: i santuari del terrorismo islamico sono stati neutralizzati fra il 60 e il 70 per cento.
Che ne dice? Il ‘’Washington Post’’ non è certo filogovernativo. E’ da sempre un critico feroce del presidente Bush soprattutto sull’Iraq. Ma evidentemente negli Usa i giornali, anche quelli d’opposizione, si arrendono alle statistiche.
Lei passa per essere un filoamericano. Io preferisco definirla un opinionista non condizionato dal politically correct che spinge molti suoi colleghi a non sbilanciarsi troppo. Perchè allora non ci scrive sopra?
Luisa P., Pesaro
*** *** ***
Ci ho scritto. E non una sola volta. Quattro mesi fa, per esempio, sui nostri giornali è uscito un mio commento che cominciava con queste parole: e se dopo tutto in Iraq si vincesse?
Ebbene, ora toglierei l’interrogativo. In Iraq gli americani stanno vincendo. E noi con loro. Stanno vincendo, non hanno vinto. Ma la svolta è ormai marcata.
Lo fanno credere non tanto le statistiche, quanto i silenzi della sinistra italiana antiamericana. Silenzi carichi di imbarazzo e di disappunto.