A Firenze accade anche questo
Gentile Cesare,
Scusi se la disturbo per così poco: stasera mi trovavo in centro a Firenze,
in via Panzani, con mia figlia di 2 anni. Eravamo presso un esercizio di
abiti per bambini, Du pareil au mème, e lei ha avuto bisogno di andare in
bagno. Ho chiesto ad entrambe le commesse, che mi hanno rifiutato l’uso del
servizio, chiudendolo a chiave per sincerarsi che la bambina non ci andasse
Sconsolata, e dopo aver fatto loro notare la scortesia incivile con cui
trattavano una bambina - per altro cliente-, pago il conto, attraverso la
strada e vado da Oviesse, per fare altri acquisti.
Anche lì stessa risposta:
il bagno ‘non esiste’, neanche per una bambina di 2 anni che lo chiedeva
personalmente e per favore.
Sono sconcertata. Come si fa a parlare di
civiltà se non siamo neanche in grado di trovarla ed offrirla negli aspetti
basilari?
Odio dirlo, e sentirlo dire, ma è vero: la nostra resta,
tristemente, la solita città di bottegai che ti passano lo scontrino con il
conto senza nemmeno guardarti in faccia, e che non concedono nemmeno ad una
bambina un servizio elementare e dovuto.
Molte grazie,
una cittadina avvilita
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Cara Signora,
la cosa non mi sorprende. Le città italiane, molte delle quali vivono di turismo, sono sprovviste quasi del tutto di servizi igienici pubblici. Per cui non resta che sperare in qualche cortese commerciante o in qualche albergatore. Ma gli uni e gli altri, i commercianti e gli albergatori, non sempre, anzi raramente, sono disposti a ospitare coloro ai quali ‘’scappa’’. E allora una passeggiata si trasforma in un martirio.
La colpa è in primo luogo delle amministrazioni comunali. Una volta, almeno per gli uomini, c’erano i vespasiani. Furono aboliti in nome della moralità e a causa dell’odore. E non furono sostituiti. Per le donne si contava sulla loro resistenza. E poi non stava bene equipararle all’uomo in fatto di necessità fisiologiche.
In secondo luogo vanno denunciate la meschinità e la grettezza di chi ha un bar o una tabaccheria. Si entra. Si ordina un caffè e si chiede di andare di là. Ma di là la porta è chiusa o c’è un bel cartello: fuori servizio. La civiltà di una città si nota anche in queste piccole cose.