Sprechi e disagi nella (mala) sanità italiana

di Maria Paiano, San Giorgio di Piano
Vi scrivo perché sconcertata da una vicenda che, a mio parere, potrebbe essere ascritta al capitolo ‘mala sanità’.
Sabato pomeriggio mio figlio, di 5 anni, è caduto dalla bicicletta attorno alle 17.45 e si è procurato un trauma facciale con un brutto taglio sulla fronte. Lo abbiamo portato al pronto soccorso pediatrico più vicino, quello dell’ospedale di Bentivoglio. Arrivati qui, con il bambino piangente e sanguinante, il pediatra di turno gli guarda la ferita sulla fronte e dice che per chiuderla ci vogliono probabilmente dei punti, ma che a Bentivoglio i chirurghi da qualche tempo “hanno deliberato” di non fare più prestazioni di pronto soccorso a bambini, ritenendo non di propria competenza operazioni di chirurgia pediatrica. Per cui ci viene rifiutato il pronto soccorso e ci viene detto di andare a Bologna. Io e mio marito insistiamo per vedere il chirurgo di turno, che gentilmente è sceso dal suo reparto per spiegarci che lui al bambino non poteva mettere punti. Di fronte alle nostre proteste il chirurgo ci concede di “valutare il bambino”: gli guarda la ferita e dice che al più lui poteva mettergli un “collante”, ma che se poi la cicatrice non veniva bene ce ne assumevamo, come genitori, la responsabilità. Consultiamo il pediatra del pronto soccorso, che sosteneva che tra il collante e i punti erano meglio i punti: per cui, realizzando di aver perso solo del tempo a dare ascolto al chirurgo, decidiamo di andare a Bologna (per fortuna le infermiere ci avevano dato un po’ di garza e del ghaccio secco per lenire il dolore del bambino che intanto piagnucolava).
Attorno alle 20 circa arriviamo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, dove finalmente (dopo due ore dall’incidente) ci vedono il bambino: gli fanno una visita accurata per verificare se avesse riportato danni cerebrali e poco dopo è arrivato un chirurgo che ha detto che i punti non erano necessari ma erano sufficienti dei cerottini a farfalla per chiudere i lembi della ferita. Hanno tenuto il bambino sotto osservazione per altre due ore e poi siamo andati via.
Tutta la vicenda ha suscitato in me e in mio marito, oltre che rabbia, anche molte perplessità e molte domande:
1) che senso ha tenere aperto un pronto soccorso pediatrico dove non c’è nessuno che possa mettere due punti a un bambino? Mantenendo in piedi una struttura che non assolve alla funzione importante cui sarebbe tenuta si procurano soltanto danni ai cittadini, che vi si recano fiduciosi di ricevere un’assistenza che viene poi rifiutata, con grave perdita di tempo (trattandosi di un pronto soccorso).
2) Possono autonomamente dei medici “deliberare” di non prestare più un servizio di pronto soccorso anche quando non possono essere sostituiti da nessun altro medico nell’ospedale in cui lavorano? E se la motivazione di ciò è un’autodichiarazione di ‘incompetenza’, i suddetti medici non dovrebbero essere licenziati? Non è assurdo che un chirurgo generale non possa (non sappia?) mettere due punti ad un bambino? Non si sta forse esagerando con le specializzazioni?
3) I chirurghi di Bentivoglio quando si sono autoridotti le prestazioni, si sono anche autoridotti lo stipendio (pagato con le tasse dei cittadini)?
4) Come si concilia questo palese disservizio con la fama che l’Ospedale di Bentivoglio ha di essere il migliore dell’Emilia Romagna tra Bologna e Ferrara?

Sono fiduciosa nella vostra comprensione e anche in vostre iniziative dirette ad evitare ulteriori disagi ai cittadini e/o sprechi di risorse che inevitabilmente si ripercuotono sui cittadini stessi.

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1 Commento a “Sprechi e disagi nella (mala) sanità italiana”

  1. DANIELA scrive:

    Tutti questi cervelloni incompetenti, che ’se la tirano’ solo perché indossano un camice bianco e si prendono delle responsabilità che non sono loro perché la decisione dell’ospedale S. Orsola è entrata in contrasto con quanto da loro asserito, meriterebbero di andare a zappare i campi, che oltretutto è un lavoro dignitoso. Se hanno figli dovrebbero porsi molte domande…
    Auguro loro di non trovarsi mai in situazioni simili!!!

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