Boom delle entrate fiscali, boom della spesa, boom dell’incoerenza

COME MAI le entrate fiscali sono aumentate nei primi dieci mesi del 2007 di oltre 22 miliardi di euro e contemporaneamente crescono le tasse comunali? Si tratta di maggiori entrate pari esattamente al doppio della legge finanziaria di quest’anno. Non sarebbe ora che i politici dicessero come utilizzano i soldi pubblici? Per esempio anche nella stessa azione di contrasto all’evasione fiscale che non dovrebbe produrre contestuale aumento della spesa pubblica. Secondo indiscrezioni giornalistiche degli ultimi giorni, tira aria di scioglimento per il Secit, il Servizio centrale degli ispettori tributari, i cui risultati sono oscuri agli italiani, come la sigla che lo contraddistingue. Di fronte all’elefantiasi della macchina pubblica, cosa volete che siano 45 consulenti e 100 dipendenti assegnati a questo organismo, nato nel lontano 1980, ai tempi della lira debole? Un pool di superispettori di cui fanno parte consiglieri della Corte dei conti, funzionari del Tesoro, del Dipartimento per le politiche fiscali e della Ragioneria, giudici contabili, magistrati ordinari, ufficiali della Guardia di Finanza, professori universitari, dipendenti della Banca d’Italia e del Fondo monetario internazionale. Al viceministro Visco è stato chiesto cosa faccia effettivamente il Secit, quanto costi, come è organizzato. Il pensoso uomo di governo non risponde, essendo impegnato nel potenziamento del personale dell’Agenzia delle entrate e di quella delle dogane, prevedendo l’assunzione di circa 5.500 nuovi ispettori, per la modica somma, solo nel 2008, di circa 32 milioni di euro, che diventeranno 77 nel 2009 e 142 nel 2010. Per scegliere la gran parte di questi dipendenti pubblici, il viceministro Visco prevede non meglio specificate “forme speciali di reclutamento”. Qualcuno sperava che si potesse risparmiare magari attraverso la mobilità di un po’ di quei «fannulloni» che si vogliono recuperare all’impegno nel pubblico impiego. Ma vuoi mettere la soddisfazione di firmare un altro bel pacco di assunzioni a spese dei contribuenti?

Collegamenti sponsorizzati


2 Commenti a “Boom delle entrate fiscali, boom della spesa, boom dell’incoerenza”

  1. iagher francesco scrive:

    Caro Mario,
    Già dal titolo hai fatto la foto a questo governicchio dello “spenni e spanni”, ormai siamo alla tassazione selvaggia, balzelli ad ogni piè sospinto ; è il tabellione del “Promessors da Collodi”
    - mano rapace nella tasca altrui -. Le assunzioni del Tps e del Visco passano tra le pieghe senza far alzar un ciglio, che vuoi se non si accontentano un pò di elettori finisce male, visti i tempi di crisi.
    Risparmi, tagli, economie ; sono tutte parole prive di senso e significato, la prima grande legge inderogabile è quella di garantire una poltrona, scranno, strapuntino con le relative prebende ; poi si vedrà. Ciò che accade, ormai non è altro che altra benzina sul fuoco dell’antipolitica, lo sperpero della cosa pubblica è sotto gli occhi di tutti ; ma essendo ormai in un governo di regime il povero cittadino può solo mugugnare la classica frase : piove governo ladro !
    Sempre con viva stima e cordialità
    Francesco Iagher

  2. Antonio Del Prete scrive:

    Credo che discettare di questioni specifiche, come l’incongruenza tra aumento delle entrate fiscali ed il boom della spesa pubblica, non renda pieno “merito” ad una situazione incancrenita. Sicuramente l’elefantiaca macchina statale, nelle fattezze di una pubblica amministrazione “burrosa”, costituisce una delle maggiori voci di spesa. Ritengo che il problema risieda nella forma di governo parlamentare, fonte di partitocrazia, dunque di clientelismo, oltre che di lottizzazione. Nel sistema attuale, infatti, è improponibile una riforma tesa a ridurre gli sprechi di un’organizzazione a cui di certo non si può rimproverare il mancato rispetto del principio di sussidiarietà. Le “bocche da sfamare” sono purtroppo tante, costituendo, spesso, la prima preoccupazione di chi vince le elezioni. E’ necessaria dunque una riforma costituzionale della forma di governo, in senso presidenziale, capace di coniugare democrazia (diretta!) con decisione, agilità e responsabilità. Corollari: meno vincoli partitici, meno clientelismo, meno sprechi.

    Antonio Del Prete
    Responsabile provinciale Gioventù Italiana Bologna
    la Destra Bologna
    http://blog.libero.it/Antonius

Scrivi un commento