il vuoto lasciato da Benazir

E’ difficile riempire il grande vuoto lasciato da Benazir. Formalmente il suo partito ha già ricoperto il suo ruolo affidandolo al marito Asif Alì Zardari e all’acerbo figlio Bilawal, che ha appena 19 anni, è una freschissima matricola di Oxford e si è lasciato scappare un significativo: < Mio padre si occuperà del partito finché sono all’università, anche se sono intenzionato a tornare…>. Asif Alì lo ha interrotto subito. Il vedovo vorrebbe votare alla data prevista, l’8 gennaio, come voleva Benazir. Padre e figlio sono stati nominati copresidenti del Ppp (Pakistan People Party), il partito che assomiglia molto a una proprietà privata dei Bhutto da sempre. La commissione elettorale si riunirà domani. Zardari conta sull’ondata di commozione popolare che ha provocato già 47 morti. Ahsan Iqbal, un portavoce del partito di Nawaz Sharif, si è esibito in una repentina marcia indietro. Ora gli sta bene la data già fissata, mentre subito dopo l’attentato a Benazir e al suo capo (un kamikaze ha ucciso cinque persone, ma Sharif si è salvato) aveva sollecitato un rinvio. Le resistenze ora vengono dal terzo incomodo, la compagine politica del presidente Pervez Musharraf. La sua popolarità è crollata. Un portavoce ritiene più che probabile un rinvio delle elezioni.
Zardari si rende perfettamente conto del fatto che la sua immagine è stata deturpata dalla condanna per corruzione e ha fatto un opportuno passo indietro. Non correrà in prima persona per la carica di premier. Il candidato in pectore potrebbe essere il suo vice Makhdoom Amin Fahim. Il vedovo più famoso del Pakistan contesta la minimizzazione della morte di Benazir tentata dal governo (per conto di Musharraf?). L’esecutivo sostiene che si è ferita mortalmente alla nuca con la levetta del tettuccio della sua vettura blindata. Il PPP la vuole martire raggiunta da una pallottola di un kamikaze di Al Qaeda. Una tv ha trasmesso immagini che sembrano confermare questa versione. Zardari non si fida dell’esecutivo e chiede un’inchiesta delle Nazioni Unite del tutto simile a quella che è stata fatta per capire come è stato ucciso il premier libanese Rafiq Hariri.
Resta il fatto che la potenza nucleare Pakistan è nel caos. Benazir Bhutto sfidava apertamente gli integralisti. Musharraf è sempre stato più ambiguo e gode dell’appoggio di un partito religioso. Prima di venire a capo della resistenza dei fondamentalisti trincerati nella Moschea rossa di Islamabad ha tergiversato fino a quando è diventata un bubbone intollerabile. Il suo passato era stato coerente con questa amletica indecisione .

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1 Commento a “il vuoto lasciato da Benazir”

  1. Romano Tosaioni scrive:

    Grazie del contributo.
    Lei ci mancava.
    Buon anno
    Romano Tosaioni

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