Autovelox, Spolpati dalle multe. Quando la sicurezza è un espediente per fare cassa

Per la serie: le grandi domande senza risposta. Come mai nei paesi all’avanguardia, per ridurre l’inquinamento e lavorare per la sicurezza si sostituiscono i semafori con le rotatorie e da noi, invece, si tolgono e semafori per mettere quelli di ultima generazione col fotored che fa tonnellate di multe? Sono davvero sicurezza e prevenzione le priorità dei nostri amministratori?

(di seguito i servizi dell’inchiesta Autovelox pubblicata su QN i giorni 12 e 15 settembre 2007)

Fotografie di motociclette che volano con entrambi gli pneumatici sollevati dall’asfalto: accadde in Romagna, non a Hogwarts, il castello di Henry Potter. Gialli che restano accesi minor tempo, anche solo tre miseri secondi, quando nel semaforo è attiva la fotocamera. Poi recuperano tempi normali quando la camera è spenta. Strumenti di precisione come i telelaser impugnati dai vigili urbani come le leggendarie colt 45 del Far West e non posizionati a terra sul treppiede. Autovelox piazzati su strade dove da anni non si registra un solo incidente degno di nota, mentre i tratti in cui si verificano quotidiane ecatombe non vengono mai monitorati. PENSIONATI che affittano le loro modeste utilitarie da utilizzare come auto-civetta ospitando alla bene meglio un autovelox. Contravvenzioni che rendono a cottimo, perché gestite da aziende private, o partecipate che hanno comunque scopo di lucro: il 27% nel circondario di Imola, 30 euro più Iva nel Vicentino. Vogliamo ancora parlare di prevenzione, di educazione civica, di sicurezza stradale? O piuttosto i tagli verso gli enti locali hanno scatenato di riflesso la nuova corsa all’oro delle amministrazioni comunali, che col conforto della tecnologia hanno trovato una maniera per fare cassa? GRAZIE agli autovelox e alla sterminata generazione dei fotored, i congegni che segnalano e colpiscono chi passa col rosso, il valore globale delle multe e dei verbali di contestazione per infrazione al Codice della strada ha oltrepassato di gran lunga il miliardo di euro, ha segnalato l’Unione Consulenti: poco più di un quarto di quanto lo Stato è riuscito a recuparare dall’evasione fiscale. INTENDIAMOCI: non è nostra intenzione difendere i pirati della strada, né chi vìola il codice, ma soprattutto nei Comuni medi e piccoli la multa con foto è diventata una fonte di entrata significativa, se non la principale come è emerso da un accurato studio de Il Sole 24Ore. Dal 2001 a oggi gli introiti derivati dalle multe con autovelox e fotored sono aumentati, mediamente, del 51%. Alcuni comuni incassano tre volte tanto dalle contravvenzioni rispetto alle entrate per imposte fiscali. E’ IL CASO di Santa Luce, provincia di Pisa (il rapporto multe/ imposte è del 326%), ma il fenomeno è sempre più diffuso. Emblematico il caso di Santarcangelo di Romagna: nel bilancio 2006 aveva messo a previsione 294mila euro, ne ha incassati 360.000 e quest’anno ha messo la cifra esorbitante di 1.196.905 euro. Da raccogliere in soli sette mesi, perché tre «progetti finalizzati alla sicurezza» sono a regime solo da maggio. DIFFICILE convincere la gente che questa non sia una comoda scorciatoia per fare cassa, vessando il cittadino con nuovi, surrettizi, balzelli. In molti Comuni sono nati o stanno nascendo comitati spontanei di cittadini: da Altavilla Vicentina, ribattezzata Multavilla, stanno organizzando un Vaffantour di protesta a Grilliana emulazione, da Torino a Roma ai 49 chilometri all’ora. Che bisogno aveva, è uno dei tanti esempi, il comune di Roncofreddo di piazzare ben due autovelox nei 500 metri scarsi di sua pertinenza sulla famigerata E45? C’E’ POI un aspetto che non è secondario, testimoniato dalla valanga di ricorsi ai giudici di pace (e finiti anche davanti alla Cassazione) che in tutta Italia hanno accolto le opposizioni degli automobilisti. Ricorsi per multe definite dai giudici illegali o illegittime, annullate non per subdoli cavilli giudiziari che premiano i più ‘furbi’, ma perché gli strumenti di rilevazione sono tarati male, mal posizionati o utilizzati, non vengono sottoposti a revisioni periodiche sia per l’omologazione sia per la taratura, che va eseguita da un ente terzo, certo non dal costruttore. Insomma, chi controlla il controllore? E quante amministrazioni reinvestono una quota dei proventi delle multe, come sarebbero tenuti a fare, in sicurezza, cioè in manutenzione del fondo stradale, segnaletica decente, rotonde, piste ciclabili? E’ un mistero. Che qualche procura della Repubblica, ce ne sono tante in Italia, sarebbe ora iniziasse a svelare.

LA VITTORIA DELL’ANTIPOLITICA:LE BATTAGLIE DEI COMITATI SPONTANEI CONTRO LE NUOVE GABELLE
Se un domani si venisse a scoprire che i sistemi elettronici di controllo del traffico, in larga parte dei casi, non sono soltanto una bieca riproposizione delle antiche gabelle medievali, ma una colossale truffa a danno dei cittadini, bisognerà ringraziare la gente comune. La politica, anche nella vicenda degli autovelox e simili diavolerie semaforiche, quando non rischia di finire direttamente sul banco degli imputati, o è connivente, o è rimasta a guardare. Sono infatti i comitati spontanei, sorti a macchia d’olio soprattutto al Nord e al Centro, che hanno fatto detonare la protesta. Un’altra ribellione dell’anti-politica a colpi di esposti, denunce, non solo di quei ricorsi che stanno travolgendo come una valanga le scrivanie dei giudici di pace. Il 30 settembre, a Villorba, vicino a Treviso, i comitati di cittadini si sono dati appuntamento per costituire un coordinamento nazionale: una rete per avere voce, forza. Arriveranno da Torino, Milano, Perugia, Gallianico (Biella), Egna, dal Nordest (Villorba, Altavilla, Montebelluna, Conegliano, Gorizia, Vago di Lavagno nel Veronese), Santarcangelo di Romagna e dalla Toscana, dove il Comitato No Gabelle di Riparbella, grazie a un esposto indirizzato alla Procura di Livorno, è riuscito ad innescare l’ unica inchiesta penale aperta in Italia dalla magistratura.
L’ipotesi al vaglio del sostituto Carmen Santoro è l’abuso d’ufficio, ma dal sequestro degli atti, compreesa la documentazione delle gare di appalto in 16 comuni della Toscana, potrebbero aprirsi nuovi fronti di indagine. E non solo perché nei comuni sotto esame i contratti “chiavi in mano” per l’istallazione in affitto degli autovelox e dei fotored declinati nelle molteplici varianti tecniche o di brand, sono stati sottoscritti con la stessa ditta: l’Euro 2000 Centro Servizi di Larciano, Pistoia. La stessa azienda condannata il 26 gennaio 2007 dalla seconda sezione del Tar della Toscana per turbativa d’asta insieme con il comune di Massarosa, per una gara a trattativa privata di un fotored.
Al privato che noleggia l’impianto spetta una quota della contravvenzione che oscilla tra il 20% e il 30% +Iva. Più multe fa la macchina, più il privato incassa.
«Comuni come Riparbella o Santa Luce hanno fatto circa un milione e mezzo di euro di contravvenzioni in un anno», spiega Paolo Bellini, presidente del Comitato No Gabelle, «fate i conti su quanto può aver guadagnato la società privata. Senza rischio, senza sudore, con un investimento risibile. E’ un business colossale che si sta diffondendo velocemente in tutta Italia: una volta istallato l’autovelox è una slot machine. Secondo me c’è pure il rischio che si infiltrino società con capitali poco chiari, bisognerebbe guardarci dentro. La storia della sicurezza è una foglia di fico: i velox li piazzano in posizioni seminascoste, con limiti molto bassi, mai quelli previsti dal codice della strada. Da noi, in sei mesi, sul rettilineo di una via regionale in cui il Codice della Strada prevede il limite dei 90kmh, ma abbassati a 50, sono state elevate 15.000 contravvenzioni. E solo il 6% aveva superato i 90». Uno studio prodotto dal comitato di Gallianico, che contesta l’abbassamento dei tempi di accensione del giallo, su campione di 2000 multe al fotored, evidenzia che per il 37% dei multati il rosso era scattato da non più di 5 decimi di secondo, che sale al 63% entro il secondo.
Replica Stefano Calderato, portavoce del comitato di Altavilla: «Nel nostro paese, ribattezzato Multavilla, hanno fatto 23.000 multe e siamo solo 11.000 abitanti». Nell’Italia dei piccoli comuni girano i rappresentanti delle aziende del settore con la classica valigetta: ma non offrono solo il prodotto a noleggio, volendo con possibilità di riscatto. Il sospetto che l’intera filiera della contravvenzione sia gestita da privati è forte. Il 3 agosto il Ministero dei Trasporti ha vietato il nolo, largamente diffuso sul territorio. Ma il quadro normativo è nebbioso. E affiorano situazione grottesche.
«Il 29 dicembre 2005 sono stati emessi 3603 verbali di contravvenzione firmati tutti dall’unico vigile in servizio nel comune di Riparbella. E’ credibile che una sola persona, l’unica deputata a farlo, abbia emesso e firmato un verbale ogni 8 secondi?», si chiede Bellini. Se è vero, che il povero vigile sia almeno valorizzato: ha stabilito il nuovo primato mondiale.

LA TARATURA OBBLIGATORIA DI AUTOVELOX E FOTORED RESTA UN MISTERO
Principio fondamentale del Sit, il Servizio di Taratura in Italia: uno strumento di misura non tarato è un soprammobile. La Cassazione ha precisato che, affinché gli Autovelox possano dirsi tarati, devono essere sottoposti a taratura presso i centri Sit autorizzati.
- Quanti sono e questi centri in Italia?
Lo abbiamo chiesto all’ingegner Mario Mosca, responsabile della segreteria centrale del Sit, che ha sede a Torino. E iniziano le soprese.
«In Italia abbiamo due laboratori accreditati che fanno la taratura di dispositivi misuratori della velocità: il Politecnico di Milano, che non è operativo al 100% perché è riconosciuto fino a 100 kmh e il Laboratorio 101 Tesi di Subbiano, vicino ad Arezzo, al quale invece abbiamo riconosciuto un limite fino a 180kmh. Stiamo lavorando con altre realtà che presto saranno accreditate, ma al momento questa è di fatto l’unica».
- Quando sono stati accreditati?
«Il laboratorio 101 il 12 giugno 2006, il Politecnico il 28 novembre, stesso anno».
- Tutte le contravvenzioni fatte prima sono da ritenersi illegali, senza taratura?
«Posso esprimere valutazioni tecniche, non giuridiche. E’ possibile siano stati tarati all’estero. L’accredidamento è volontario: non obblighiamo nessuno ad accreditarsi per tarare gli autovelox».
- E’ possibile tarare i sistemi che documentano le infrazioni al semaforo?
«Una macchina fotografica non è uno strumento di misura. Ma gli impianti contengono un misuratore di tempo o di intervallo di tempo e in questo caso la taratura è possibile».
- Quanti sono i centri accreditati presso il Sit per la taratura del fotored?
«A oggi, in Italia, nessuno».
Lorenzo Sani

(Riflessione a margine)

BASTA UN SOLO VIGILE PER APRIRE UNA FABBRICA DI MULTE
Per mettere su una fabbrica di multe in questo Paese è sufficiente un solo vigile urbano. Non ci vuole la Quinta Armata e nemmeno quella di Beethoven. Anche un misero Comune con un solo vigile urbano può mettere su la sua bella fabbrichetta di multe, purché dotato di un minimo di intraprendenza.
Io, Comune, mi prendo un autovelox e uno di quegli aggeggi che fanno le foto al semaforo se si passa con rosso. Anzi, non lo prendo nemmeno: me lo dà direttamente la ditta. Ci vuole una gara d’appalto, è vero, ma è una sciocchezza. E’ sufficiente una “gara ufficiosa a trattativa privata”. Le macchinette si possono affittare, come quelle nei bar. Non c’è mica bisogno di comprarle. Alla ditta va il 30 (+Iva), a me, Comune, il 70% della multa. Un rosso sono 150 euro, più dieci di notifica. Anzi, facciamo 12. Poi combino un po’ di casino coi limiti di velocità e nei quattro chilometri di mia competenza della strada regionale cambio sei volte il limite: 90, 50, 70, poi ancora 50, una botta ai 90 e li freghi di nuovo a 50.
Già che ci siamo, piazziamo anche il crono del giallo al minimo: 3 secondi. Poi io, Comune, mi metto a sedere e aspetto. Non devo fare niente. Fa tutto la ditta.
“Autovelox fisso senza contestazione immediata”: non si chiama così per caso. Il vigile urbano deve solo firmare i verbali e il conferimento dell’incarico per lo sviluppo delle fotografie a un’altra ditta, sempre esterna. Non mette nemmeno il naso fuori dall’ufficio. Anche alla spedizione dei verbali pensa la ditta: servizio completo, chiavi in mano. Una firma per la delega a una terza ditta per il trattamento dei dati personali, poi se la sbrigano loro: se dividono la spedizione dei verbali tra un altro paio di ditte, io, Comune, non lo voglio neanche sapere. La privacy è privacy. E per evitare che si intasino le buche delle lettere della terza e della quarta ditta con le ricevute di ritorno, le facciamo arrivare a una quinta ditta.
Se i due impianti che monta la ditta lavorano bene, in sette mesi si possono fare anche15.000 verbali. Diciamo che si tirano su due milioncini, due milioncini e due. Settecentomila vanno alla ditta, che poi divide con le altre ditte. Ma quelli sono affari loro. Il resto me lo cucco io, Comune.
E alla fine di tutto questo giro, invece di pagare cento persone, io, Comune, ne pago una sola.
Il vigile.
Lorenzo Sani

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11 Commenti a “Autovelox, Spolpati dalle multe. Quando la sicurezza è un espediente per fare cassa”

  1. Luciano Magro scrive:

    Gentilissimo Dott SANI
    vorrei segnalare la mia situazione riguardante la spesa di denaro pubblico in merito all’invio di verbali per multe non spettanti, PORTE TELEMATICHE, e portare a conscienza l’opinione pubblica della arroganza delle amministrazioni oltre che, appunto, allo sperpero di denaro pubblico, vanno a rinstaurare i famosi FEUDI.
    un’articolo simile era stato pubblicato sulla nazione, cronaca di firenze in data 29 Luglio 2007
    ADESSO ABBIAMO PASSATO QUOTA 5.500 VERBALI DI CUI IL 60% GIA ARCHIVIATI DAI GIUDICI DI PACE ED ORDINARI.

    IL PROBLEMA E’ CHE L’AMMINISTRAZIONE CONTINUA IMPERTERRITA NELLA SUA OPEROSITA’ DI GABELLIERI

  2. PIETRO scrive:

    Vorrei delucidazioni in merito alle multe fatte con la fotografia al semaforo e se è possibile fare ricorso e come impostarlo.
    Grazie MILLE….

    LA RISPOSTA
    Basta cercare su internet: ci sono associazioni di consumatori o siti dei comitati spontanei di cittadini (ad esempio Multavilla.org, Nogabelle, Forum, Strade Multe) che si offrono di indirizzare e guidare gli automobilisti per i ricorsi.

  3. enzo scrive:

    Effettivamente è ora di finirla con un sistema sanzionatorio medievale.
    Noi cittadini abbiamo solo due modi per difenderci: il primo, ricordare ai
    sigg. sindaci che prima o poi ci saranno le elezioni . la seconda, molto più
    cattiva , consiste nel fare tutti noi automobilisti ricorso per qualsiasi tipo di
    contravvenzione ,anche dove non dovessimo essere sicuri di vincere. In tal
    modo riverseremmo nei tribunali qualcosa come quaranta milioni di ricorsi
    all’anno
    (una multa l’anno per automobilista mi sembra realistica) e a quel punto
    qualcosa dovrà succedere.
    Un quesito: se la legge prevede che l’ottanta per cento degli incassi derivanti dalle contravvenzioni deve essere reinvestito in miglioramenti di
    ogni genere sulle strade , mi chiedo come ciò possa avvenire ,sempre pensando positivo, se alle ditte che gestiscono gli impianti automatici viene
    riconosciuta una percentuale superiore al 25 - 30%. - Enzo

    RISPOSTA
    Non è malvagia la sua idea…soprattutto se si considerano i tempi della giustizia:un’onda anomala di ricorsi paralizzerà tribunali, prefetture e uffici dei giudici di pace?
    Sulla quota destinata alla sicurezza stradale la devo correggere: è il 50%. Ma le faccio una domanda io, stavolta: secondo lei chi sottoscrive questi accordi a cottimo con le aziende private sulle multe comminate, ha davvero a cuore la sicurezza stradale?

  4. fremsoft scrive:

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    Subject: Domenica 16 dicembre SLOW DAY
    Date: Sun, 2 Dec 2007 17:47:30 +0100

    Egregi Signori,
    DOMENICA 16 DICEMBRE sarà definito «SLOW DAY». In quel giorno tutti i veicoli in circolazione sul territorio nazionale saranno condotti nel RIGOROSO RISPETTO DEI LIMITI DI VELOCITA’ imposti dal
    Codice della Strada. Sono troppi i limiti di velocità che vengono infranti quotidianamente sulle strade italiane. Non c’è un singolo veicolo che sulle rampe con limite 40km/h si attenga al rispetto di tale velocità; per non parlare dei 50km/h delle strade urbane che spesso divengono improvvisamente 30km/h a causa di qualche fantomatico “cantiere permanente” lungo la carreggiata; e ancora i limiti da 110km/h e 90km/h che si incontrano in autostrada, che in casi estremi raggiungono il valore di 60km/h; fino ad arrivare ai limiti che in progressione incontriamo approcciandoci al casello: 100, 80, 60, 30km/h. E’ inutile, d’altro canto, porre un limite di 30km/h su un ponte largo 2 metri in cui nessun veicolo supererà mai in quel punto i 10km/h.
    Sono sempre più frequenti sulle nostre strade dispositivi come autovelox e semplici indicatori di velocità, che io chiamo spaventapasseri, ma l’unico effetto che producono è la temporanea congestione del traffico in prossimità del sensore, per poi divenire una spicciolata di veicoli in brusca accelerazione. Ma chi vogliamo prendere in giro con questo comportamento? Se i limiti di velocità devono servire a qualcosa, devono essere innanzitutto CREDIBILI e PRATICABILI.
    Ormai tutti sanno, le statistiche lo dimostrano, e tutti i comunicati stampa sul traffico lo ribadiscono quitidianamente, che nella stragrande maggioranza dei casi non è l’alta velocità la causa di incidenti stradali, semmai può essere un’aggravante sui danni provocati dall’incidente stesso. Quali sono allora le cause da combattere? Al primo posto vi è l’infrazione di un importantissimo articolo del Codice della Strada che determina, in base alla velocità di percorrenza e alle condizioni climatiche e dello “stato di salute” del manto stradale, la DISTANZA DI SICUREZZA TRA VEICOLI (Art. 149 e Art. 348). In successione abbiamo tanti altri comportamenti, la maggior parte difficili da rilevare in maniera automatica, come la DISTRAZIONE, la GUIDA SPERICOLATA, l’ARROGANZA di chi vuol condurre il proprio veicolo nelle corsie di sinistra costringendo i veicoli che seguono a sorpassare da destra.
    Dunque, per quale ragione si vuole fare del 16 dicembre lo SLOW DAY? Beh, i cittadini chiedono ai governi di essere onesti e accusano i politici di stare a Roma solo per occupare le poltrone; ma cosa fanno i cittadini per contro? vivono in un regime di illegalità, come per riscattare la propria indipendenza e individualità!
    Allora lo SLOW DAY vuole essere un punto di partenza per rimettere d’accordo le due parti: i cittadini con i governanti. Noi cittadini ci mettiamo nell’ordine di idee di rispettare la legge, a patto che chi legifera ci proponga uno Stato con leggi realistiche e applicabili. A cosa servono le leggi se non è possibile farle applicare? Ma soprattutto, a cosa servirebbero le leggi se i cittadini vivessero in un regime di legalità basato sul buon senso?
    UTOPIA? Forse, ma occorre la legalità prima di tutto e la legalità la fanno i cittadini prima ancora dei politici!

    Io domenica 16 dicembre, come già faccio da tempo subendo suonate di clacson e sorpassi minacciosi, percorrerò le strade italiane a 10km/h sotto i limiti di velocità prescritti dal C.d.S.
    Lo SLOW DAY sarà anche una grande occasione per rivalutare il meraviglioso paesaggio che ci circonda e per ridurre la produzione di CO2.

    Cordiali Saluti

  5. fremsoft scrive:

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    Subject: Domenica 16 dicembre SLOW DAY
    Date: Sun, 2 Dec 2007 17:47:30 +0100

  6. NINO scrive:

    Ai solerti legislatotori vorrei far presente, anche se ovvio, che se un limite di velocità in un tratto stradale non viene rispettato dal 90% degli autobilisti e quel 10% che lo rispetta causa pericolosi rallentamenti e sorpassi anche da parte di autisti di mezzi pubblici, due sono le possibilità: o sono dei balordi quel 90% che non rispetta il segnale o sono dei balordi quelli che hanno imposto quel limite di velocità. Benchè sappiamo tutti come stanno le cose. ossia che sono calcoli fatti non da balordi ma da chi vede nelle violazioni del codice stradale una fonte inesauribile di incassi a vantaggio di enti governativi, regionali, provinciali e comunali e non una prevenzione contro gli incidenti. Un esempio: autovelox e limite di 80 Kmh su tratti autostradali a 4 corsie senza svincoli ne ostacoli presenti, nessun segnale di pericolo o di rallentamento, multe garantite per la stragrande maggioranza degli automobilisti che distrattamente non hanno visto il segnale di autovelox, i meno sprovveduti frenano in tempo per poi riprendere il normale andamento di velocità. Il motivo della sicurezza tradale, tanto presa a pretesto dai nostri governanti, viene sconfessata dall’incuria con la quale viene controllata e manutentata la segnaletica stradale, segnali di pericolo coperti dalla vegetazione, strisce pedonali cancellate dall’usura, buche pericolosissime sull’asfalto ecc. ossia massima noncuranza dove c’è da spendere e non incassare. Una mia proposta sarebbe qella di promuovere un referendum per multe no profit, sono sicuro che se gli incassi delle multe per infrazioni al codice della strada andassero ad istituti di ricerca, ad enti assistenziali ecc. si elimenerebbe tanta strumentalizzazione a tutto beneficio degli autobilisti e in primo luogo delle famiglie molto spesso messe in serie difficoltà dai salassi di mullte indecenti.

  7. valentina scrive:

    E’ possibile sapere quali sono i termini di un eventuale ricorso per multe di autovelox e se deve essere scritto qualche dicitura in particolare circa la verifica del funzionamento dello strumento?

  8. Giuseppe scrive:

    Salve, vorrei sottoporvi il mio caso più unico che raro:
    il giorno 24 Ottobre percorrevo una ss in provincia di Benevento che attraversa vari comuni. I primi giorni di Marzo mi arrivano 2 multe fatte nel giorno indicato con due minuti di differenza, in pratica ho preso la prima multa alle ore 12,34 da un comune e alle 12,36 la stessa multa da un altro comune confinante, con 10 punti tolti e 340 € da pagare . Mi sembra un abuso da parte dei comuni. Se tutti i comuni facessero controlli nello stesso momento allora addio patente e anche stipendio……..

  9. NN scrive:

    BASTA CON QUESTA IPOCRISIA!!!!!!!!!!!!!
    Sembra di essere ai tempi del fascismo, se non peggio. Moltissimi limiti sono assurdi, a dir poco. Inoltre chi supera il limite di poco più del 5% non può essere equiparato a chi corre deliberatamente mettendo in pericolo la vita degli altri.
    Per di più queste multe, con la conseguente penalizzazione dei punti patente, vengono recapitate dopo dei mesi, ciò significa che un onesto e prudente cittadino può trovarsi senza patente senza neanche rendersene conto, semplicemente perchè oltrepassa di pochissimo un limite magari assurdo che il suo buon senso non gli fa notare, o perchè si distrae un attimo e va quei 5 km/h più forte. E come ci va poi al lavoro????!!! L’auto è un diritto, non un bene di lusso. Finiamola col fare generalizzazioni ipocrite. Va punito solo chi se lo merita. Vogliamo ripristinare le camere a gas? Se portassero soldi magari qualcuno ci penserebbe. Perchè in TV nessuno parla di questa situazione assurda?

  10. pietro micca scrive:

    Salve ragazzi !! (immagino ragazzi) dato che io ho 62 anni e sono nonno.
    Ricordo a tutti voi che quando ero bambino, nel dopoguerra e c’erano la balilla, la belvedere e la topolino (che a tutto gas facevano si e no i 90 km),
    i limiti di velocità erano gli stessi di oggi.
    Si vede che il progresso è avvenuto per tutto meno che per i cartelli stradali.
    Infatti ci sono ancora quelli con pericolo di attraversamento animali, manca forse quello dei “Buoi aggiogati”…già me quelli sono in municipio.
    Saluti PIER

  11. pietro paolo scrive:

    Egr. Lorenzo Sani
    Solo per doverosa informazione, ieri il giudice togato del tribunale ha annullato le sentenze del giudice di pace di Cecina che avevano accolto i ricorsi dei “gabellati” del Comune di Riparbella.
    Evidentemente l’emotività è una cosa, la legge è un’altra.

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