Grasso “La mafia si infiltra anche in comuni e province commissariate”

(DIRE) Roma, 30 gen. - I ‘commissariamenti’ di Comuni e Province per infiltrazioni mafiose non eliminano le
infiltrazioni. A rilevarlo e’ il procuratore nazionale della Direzione nazionale antimafia, Pietro Grasso, che, nel corso di un’audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera, suggerisce di rivedere la legge sullo scioglimento di giunte e consigli comunali e provinciali per Mafia. “Il quadro in alcuni territori, soprattutto del Mezzogiorno, e’ allarmante- dice Grasso- in particolare in alcune aree della Campania, della Sicilia e della Calabria, dove a rischio sono i servizi ai cittadini”. Oggi spiega il procuratore, “non ci troviamo piu’ di fronte al pagamento di tangenti, ma a casi di ‘compartecipazione occulta e mascherata’ di amministratori locali in societa’ miste. I riflessi di queste “compartecipazioni” sono: assenza di piani regolatori con conseguente crescita dell’abusivismo edilizio anche in zone demaniali, cattiva gestione delle scuole, strade dissestate, assunzioni clienterali di personale senza qualifiche, carenza nei servizi di smaltimento dei rifiuti, oltre a “condizioni paurose dei bilanci” e situazioni di “indebitamento drammatico” per Comuni e Province. Secondo Grasso, in situazioni di connivenza tra amministratori pubblici, imprenditori e mafia “la spesa pubblica, invece di essere indirizzata alle necessita’ dei cittadini, e’ diretta a favorire le imprese controllate dalle amministrazioni criminali”.
Il paradosso per il procuratore Antimafia e’ che “ci sono zone del nostro Paese dove non si interviene per difendere le amministrazioni locali da infiltrazioni mafiose, ma per infiltrare lo Stato in territori che non gli appartengono” (come, cita Grasso, nel caso del comune di Plati’ in Calabria o di Villabate in Sicilia, di Crispano in provincia di Napoli, ma anche di Anzio, Nettuno e Ardea nel Lazio).
Grasso richiede dunque l’adozione di programmi straordinari di intervento (con dispositivi di sorveglianza del territorio, rafforzamento delle attivita’ investigative, un tavolo comune tra forze di polizia ) collocati all’interno di “una strategia globale” che preveda l’impegno “sinergico” di magistratura, politica e istituzioni.

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