Bologna, l’atollo infelice delle RC Auto

Non esiste città italiana nella quale gli automobilisti siano più vessati, tartassati, malmenati dal costo dell’automobile. Nel capoluogo emiliano un fuoristrada giapponese 2200 di cilindrata paga all’anno 1930,03 euro. Se il titolare della stessa auto abitasse ad Aosta pagherebbe 795,09 euro. Perchè questa anomalia tutta bolognese?

L’Isola del Diavolo esiste eccome, con tutti i suoi incubi, ma non si trova più nella remota Guyana francese resa immortale dalla rocambolesca evasione di Papillon.

L’atollo infelice della RC Auto è un’espressione geografica dai confini tristemente definiti: Bologna. Non esiste città in Italia in cui gli automobilisti siano più vessati, tartassati, malmenati, perché il costo dell’automobile è ormai paragonabile a quello di un figlio a carico.

Il risultato della nostra inchiesta sui premi dell’assicurazione obbligatoria porta alla luce una sperequazione macroscopica e apparentemente assurda tra quello che sborsa un residente a Bologna, proprietario di un autoveicolo, e quello che risiede in un’altra città italiana. Abbiamo fatto un esempio concreto: la stessa auto, un fuoristrada giapponese 2200 di cilindrata, assicurata con una tra le compagnie più serie sul territorio nazionale, paga all’anno 1930,03 euro (beneficiando pure di uno sconto del 20 per cento).

Se il titolare dell’auto, invece che a Bologna, fosse residente a Aosta pagherebbe 795,09 euro, quasi 1135 euro in meno. In altre città pagherebbe ugualmente molto meno: 967,93 euro ad Agrigento, 1050,66 euro a Chieti, 1018,17 a Siena, sempre con lo sconto del 20 per cento. Il premio è comprensivo delle tasse, che in Italia sono le più alte a livello europeo. Per il 2006, sulla piazza di Bologna, si prevede un calo del 6 per cento delle tariffe, conseguenza delle modifiche apportate alla legge nell’aprile 2001, ma si tratta di una previsione.

Perché, dunque, questa anomalia tutta bolognese? Gli automobilisti sotto le Due Torri guidano peggio che nelle altre città italiane? Assolutamente no. Ogni cento assicurati a Bologna, 9 hanno un incidente con la propria auto, contro i 15 di Napoli, solo per fare un esempio. A far aumentare a dismisura i premi pagati dagli assicurati è il costo delle lesioni fisiche: secondo gli ultimi dati disponibili, relativi agli anni che vanno dal 2000 al 2003, ogni 100 sinistri a Bologna il 41,375 per cento delle persone a bordo delle auto coinvolte ha subito lesioni. A Cremona, nello stesso periodo, la media è di 28,8 per cento. In Gran Bretagna, per fare un raffronto in ottica europea, la media delle lesioni fisiche è il 6 per cento.

Questa fotografia ha come conseguenza diretta la ripartizione a pioggia dei costi su tutti gli utenti. Come dire che la ‘furbata’ di alcuni è pagata da tutti. L’altra anomalia bolognese sono le agenzie di infortunistica stradale. Nel 2000 la metà delle agenzie di infortunistica presenti sul territorio nazionale era localizzata a Bologna. Ora il dato si è leggermente annacquato perché questa professione definita ‘atipica’ anche da sentenze della magistratura sta prendendo piede in tutto il Paese. Sta di fatto, però, che delle 300 (circa) agenzie di infortunistica italiane, un centinaio sono operative tra Bologna e provincia.

Se le compagnie assicurative si fossero sempre comportate correttamente nei confronti degli automobilisti non sarebbero nate le agenzie di infortunistica. Ancora oggi, infatti, non poche compagnie hanno comportamenti quantomeno discutibili: alcune di queste hanno chiuso l’ispettorato sinistri a Bologna, obbligando chi deve essere risarcito a lunghe file davanti a uno sportello aperto per un paio di ore la settimana in un’altra città.

L’obiettivo è di sfinire psicologicamente la persona che avrebbe diritto a essere liquidata, obbligandola ad accettare surretiziamente, dopo mesi di attesa vani tentativi una transazione notevolmente inferiore per chiudere il contenzioso. Poi non ci si può lamentare se l’automobilista, esasperato da certe prassi poco corrette, si rivolga all’agenzia di infortunistica stradale.

Non è nemmeno un caso che, nelle città in cui esistono importanti centri traumatologici, aumenti il numero degli automobilisti che riportano lesioni nei sinistri. A Bologna c’è uno dei centri più importanti e rinomati d’Italia, l’Istituto Rizzoli, che non intendiamo criminalizzare con questa inchiesta, ma che insieme con gli altri Pronto Soccorso rientra comunque tra gli elementi che concorrono a connotare l’atipicità del fenomeno. In altre realtà italiane la magistratura ha scoperto organizzazioni criminali specializzate nelle truffe alle assicurazioni: a Bologna è più diffusa una prassi che la rende unica nel panorama nazionale. Le agenzie di infortunistica che ‘comprano’ i sinistri dai clienti (liquidandoli anticipatamente), che offrono auto sostitutive, cure mediche gratuite o altri vantaggi per battere la concorrenza, da qualche parte poi dovranno rivalersi. Non fanno beneficienza.

Possibile che un fenomeno complessivamente così vasto e radicato, sia accolto supinamente dalla magistratura, che si accetti la bastonata chiudendo un occhio e forse tutti e due?

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