Armiamoci e partite. Non solo basi Usa in Italia, anche il Tfr finanzierà la Difesa

Sono cinque le principali basi Usa in Italia e sette quelle della Nato, anche se in tutto le strutture superano le 150 unità tra stazioni di telecomunicazione, depositi, comandi e poligoni di tiro. Al centro delle polemiche, in questi giorni, il raddoppio della base di Vicenza: Camp Ederle è quartier generale della Nato e comando Setaf Us Army (Southern European Task Force) dal 1965. In questa installazione trovano alloggio forze terrestri: tra cui un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri e compagnie del genio. Vicenza è stazione di telecomunicazioni e, completato il raddoppio al Dal Molin, riunirà la 173esima Airborne Brigade, oggi dislocata al 50% in Germania; la caserma quindi dovrebbe passare da 2mila militari a circa 5mila, con un indotto di personale che potrebbe arrivare a circa 12mila persone. In Italia, secondo i dati del Pentagono, i militari Usa sono in tutto quasi 16mila mentre i civili americani impiegati nelle strutture dello Zio Sam sono circa 4500. Sono circa 2mila gli edifici situati sul territorio italiano posseduti dalle forze armate statunitensi, mentre circa millecento sono quelli in affitto. Eccetto il nord-ovest del nostro paese, le principali basi militari, sia Usa che Nato, sono distribuite piuttosto uniformemente lungo tutto lo stivale. Come già detto a Vicenza trova posto la caserma Ederle, assieme alla quinta forza tattica Nato. Sempre in Veneto, ma a Verona, ci sono le forze alleate di terra della Nato per il sud dell’Europa. A pochi chilometri, nel vicino Friuli vi è la cittadina di Aviano (Pordenone) la cui base ospita uno squadrone di F18 dei marines statunitensi, nonchè la 16esima Air Force (caccia F16 ed F15) ed il 310 Fighetr Wing (caccia F16). Si tratta, ad oggi, della più grande base, centro di telecomunicazioni, dell’Usaf in Italia: qui operano circa tremila uomini tra militari e civili americani ma sarà superata da Vicenza, una volta completato il raddoppio. In Toscana, a Livorno, c’è Camp Darby (installato in Italia nel 1955), base dell’esercito degli stati Uniti. È, per la Setaf (Southern European Task Force), il principale snodo logistico del Mediterraneo dove ha base il 31st Munitions Squadron. La capitale, Roma, ospita invece la centrale di comando per l’area mediterranea; pochi chilometri piu a sud, la cittadina di Gaeta, a ridosso della cosiddetta ‘montagna spaccatà, sono all’ancora le forze navali americane d’istanza in Europa e poi la flotta aerea del mediterraneo nonchè i gruppi sommergibili. Sempre a Gaeta risiede la Sicurity Force dei Marines.Trovano posizionamento altri sommergibili, nel Mediterraneo, a Napoli (Nato) e presso l’isola della Maddalena, a nord ovest della Sardegna. In Puglia si segnala la base del 36esimo stormo Nato sita a Gioia del Colle, a Taranto c’è il dipartimento marittimo dello Ionio e Alto Adriatico della Nato, ad Amendola c’è un aeroporto militare, invece San Vito dei Normanni ospita una base radar, sempre Nato, ed infine, a Brindisi, vi è un altro aeroporto con relativa base logistica. La Sicilia ospita la base aerea e navale di Sigonella base dell’Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta; qui oltre ad unità della Us Navy vi sarebbero ospitati elicotteri HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111.
Di seguito vi propongo un articolo di Luciano Bertozzi pubblicato da Nigrizia sugli stanziamenti all’industria bellica nell’ultima Finanziaria.

Una legge Finanziaria 2007 positiva per l’industria militare. Saranno utilizzati anche i soldi del Tfr per finanziare la Difesa.
E’ stato costituito un apposito Fondo per le esigenze di investimento per la difesa, nell’ambito del ministero della difesa, con uno stanziamento di 1.700 milioni di euro per il 2007, di 1.550 per il 2008 e di 1.200 milioni per il 2009. Il Fondo realizzerà programmi di investimento pluriennali per la difesa nazionale, per un totale di 4.450 milioni nel triennio 2007-2009. Dal 2010 ulteriori stanziamenti saranno stabiliti dalle successive leggi finanziarie. Sempre nell’ambito del predetto Ministero è stato introdotto un Fondo per esigenze di mantenimento della difesa, con la dotazione di 350 milioni di euro nel 2007 e 450 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per un totale di 1.250 milioni nel triennio 2007-2009. In particolare il Fondo finanzierà interventi di sostituzione,ripristino, manutenzione ordinaria e straordinaria di mezzi, materiali infrastrutture ed equipaggiamenti, anche in funzione delle operazioni internazionali di pace.
E’ previsto anche il rifinanziamento di investimenti nel settore aerospaziale, elettronico e per la produzione del caccia Eurofighter, da realizzare in base ad una coproduzione fra aziende italiane, inglesi, tedesche e spagnole. Per il biennio 2007-08 lo stanziamento è pari a 520 milioni di euro e di 310 milioni per gli anni successivi.
Nel disegno di legge è contenuto anche il fondo per le missioni militari all’estero con una dotazione di un miliardo per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Inoltre, una parte del trattamento di fine rapporto (tfr) che i lavoratori dipendenti delle aziende private con più di 49 addetti non destineranno alla previdenza complementare sarà dirottato ad un nuovo fondo statale che finanzierà anche un Fondo per le spese di funzionamento della Difesa, per un ammontare di 160 milioni nel 2007, di 350 milioni nel 2008 e di 200 milioni nel 2009.
Anche lo stanziamento per le navi FREMM, non è stato toccato, nonostante si tratti di circa 2 miliardi di euro, scaglionati fra il 2007 ed il 2010 compreso. E’ previsto anche un fondo di 25 milioni di euro per bonificare i poligoni militari e le navi, per la tutela del mare e del territorio ed un altro fondo di 15 milioni per interventi sanitari a favore dei militari italiani all’estero e delle popolazioni civili dove sono presenti missioni internazionali.
A fronte a tutti questi soldi per le armi non c’è nessuno stanziamento per la riconversione produttiva dal militare al civile; gli stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo sono elevati a circa 650 milioni per ciascuno degli anni 2007,2008 e 2009, misura peraltro insufficiente ed il Fondo per lo sminamento umanitario è stato di poco ridotto rispetto alla misura 2006 (circa 2,2 milioni di euro annui, dimezzato rispetto allo stanziamento di qualche anno fa).Allo stesso modo l’Esecutivo non ha tenuto fede agli impegni presi in sede di G-8 sul Fondo globale per la lotta all’Aids, alla TBC ed alla malaria.

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