Uranio Impoverito, l’importante è continuare a dare i numeri

Dopo l’audizione del ministro della Difesa Arturo Parisi è riesplosa in tutta la sua drammatica attualità la vicenda dei nostri militari morti o colpiti da patologie neoplastiche, probabilmente a causa dell’uranio impoverito e di altre concause. La sindrome dei Balcani è di nuovo sulle prime pagine dei giornali e tra le notizie più importanti dei tg. Personalmente è dal settembre 1999 che seguo questo caso, quando ancora non se ne parlava, esattamente dai funerali del primo militare scomparso, il caporal maggiore della Brigata Sassari Salvatore Vacca. Funerali ai quali ho partecipato, iniziando una lunga e non facile indagine che non si è ancora conclusa. Vacca morì il 9 settemnre 1999. In quell’occasione mi capitò una cosa singolare: la Brigata convocò a Sassari una conferenza stampa per smentire una notizia (la possibile correlazione tra la scomparsa di Salvatore e la sua missione a Sarajevo) che io non avevo ancora scritto. Stavo semplicemente indagando, raccogliendo tra i commilitoni di Tore informazioni, ma la pulce arrivò all’orecchio del comandante che riunì i giornalisti per stroncare sul nascere qualsiasi “illazione”. Il problema è che quell’ “illazione” non era ancora nata, ma quell’episodio rafforzò in me la convinzione che tutta questa solerzia nel negare e nell’allontanare ombre sinistre meritasse invece un serio approfondimento. Molti anni dopo, e veniamo a poche settimane fa, allo scorso settembre, un’altra “cicca” dello stesso genere, sempre legata al tema dell’Uranio impoverito: per la prima volta mi è capitato di intervistare un morto. O meglio. Un militare gravemente ammalato che nell’elenco delle 173 vittime prodotto dalla Direzione generale della Sanità militare alla Commissione parlamentare d’inchiesta figurava per errore tra i soldati deceduti. Ecco il testo dell’intervista alla quale voglio abbinare un grande ringraziamento a Marco Diana, protagonista sua malgrado dell’articolo. Il suo coraggio e la sua capacità di trovare una chiave ironica a questa vicenda paradossale testimoniano la sua grande forza interiore, non solo la sua brillante intelligenza. Ecco il pezzo.

IL MARESCIALLO ordinario Marco Diana è morto da tre anni e mezzo, ma ancora non lo sapeva. E quando gliel’abbiamo comunicato al telefono, dopo aver trovato il suo nome nel dossier che la Direzione generale della sanità militare ha prodotto per la commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, l’ha presa con sarcarsmo. «Vorrei vedere il mio certificato di morte e comunque porterò fiori di campo sulla mia tomba”.
“In effetti è vero: per lo Stato e la Difesa sono morto da un pezzo. Vabbè, sono un morto che parla ancora, un morto che spera di essere ascoltato in commissione, un morto che continua a denunciare il silenzio. A onor del vero io sarei ancora un malato terminale: vorrà dire che prenderò tutta questa fretta come un supremo atto di attenzione. Me ne hanno data così poca quando ero in vita…».

Marco Diana, sardo di Villamassargia, è l’86° nell’elenco delle 173 vittime con patologie oncologiche: nato il 7 maggio 1969, morto il 20 maggio 2004, c’è scritto. L’errore grottesco in cui è incorsa la sanità con le stellette è solo l’ultimo capitolo del caso Diana.

«LA MIA PATOLOGIA è una delle cinque forme di cancro all’intestino più rare al mondo. Vivo con quattro centimetri di fegato e mezzo rene, sto sperimentando farmaci nuovi, faccio da cavia, insomma, e i 30 che facevano parte del mio gruppo di sperimentazione col prof. Umberto Veronesi sono morti».
Il calvario di Marco, figlio di un minatore, è iniziato nel ’98 quando è arrivata la diagnosi che non gli lasciava scampo. Poi ci si è messa la burocrazia: due volte gli hanno riconosciuto la causa di servizio per la correlazione tra la missione (in Somalia) e l’insorgenza del tumore. Successivamente, dopo essere stato congedato dall’esercito (era granatiere di Sardegna), un’altra commissione gli ha revocato la pensione minacciando pure di confirscargli l’auto e un podere di famiglia per recuperare le mensilità già erogate.

DECINE di interrogazioni parlamentari e al parlamento regionale, ne hanno fatto «il vessillo dei militari malati», ma ancora oggi «sono in contenzioso col Comitato per la verifica delle pensioni privilegiate perché non mi vogliono riconoscere vittima del dovere. Nonostante ci siano le prove, i pareri favorevoli della Corte dei Conti e dell’Avvocatura dello Stato».
Diana che … «in vita» ha bussato invano a tante porte per essere ascoltato, ha un’idea precisa sull’esplosione di tumori e leucemie tra i nostri soldati.

«LA COMMISSIONE parlamentare indaghi sulle sostanze mutagene e cancerogene, non venga dirottata politicamente soltanto sul discorso uranio impoverito: cosa succede quando i proiettili esplodono ad altissime temperature, quando un missile colpisce un carro armato, su un teatro di guerra ma anche in un poligono d’addestramento? In quelle circostanze — spiega — si sprigiona una nube che contiene nano particelle di metalli pesanti, pericolose almeno quanto l’uranio impoverito. Di tutto hanno trovato nel mio organismo. Chi protegge i ragazzi che si esercitano a Capo Teulada e a Quirra, in Sardegna? O i militari che mandiamo a combattere non si sa bene perché e che crepano di cancro?».
LORENZO SANI

Di seguito le notizie di agenzia uscite dopo l’audizione del ministro Parisi

= PER 37 PERSONE LA MALATTIA HA AVUTO ESITO LETALE Roma, 9 ott. - (Adnkronos) - Sono 255 i militari italiani che hanno contratto malattie tumorali e che sono stati impiegati in missioni all’estero tra il 1996 e il 2006 nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano. Lo ha detto il ministro della Difesa Arturo Parisi intervenendo al Senato di fronte alla Commissione che indaga sulle possibili contaminazioni da uranio impoverito. «Di questi -ha precisato Parisi- 161 fanno parte dell’Esercito, 47 della Marina, 26 dell’Aeronautica militare e 21 dei Carabinieri». «Per 37 soggetti -ha proseguito- si ha avuto un esito letale della malattia: 29 dell’Esercito, 1 dell’Aeronatica militare e 7 Carabinieri». (segue)
09-OTT-07 14:54 NNN = (Adnkronos) - Oltre ai dati relativi ai militari inviati in missione all’estero, Parisi ha fornito anche le cifre riguardanti i militari che si sono ammalati tra il 1996 e il 2006 pur non avendo partecipato a operazioni internazionali. «Si tratta -ha precisato il ministro- di 1.427 militari (604 dell’Esercito, 45 della Marina, 49 dell’Aeronautica, 729 dell’Arma dei carabinieri). La direzione generale di sanità -ha rilevato Parisi- non è al momento in grado di verificare quanti di questi militari estranei alle missioni all’estero abbiano operato in poligoni di tiro nazionali».

Sull’argomento, ha poi voluto sottolineare Parisi, «non esiste alcun segreto di Stato» e la Difesa «ha la precisa volontà di giungere a una limpida e univoca verità su questi dati. Ciò che ci ha impedito sinora di raggiungere una solida base informativa sono stati vari fattori tra i quali la mancanza di un centro specialistico centralizzato che coordinasse all’interno della Difesa lo studio del fenomeno».

«A questa mancanza -ha proseguito Parisi- si è associata inoltre la normativa sulla tutela della privacy, molto restrittiva, che rende impraticabile la pubblicazione aperta di elenchi nominativi, azione che consentirebbe di ricevere immediate pubbliche conferme o smentite sulla completezza e correttezza dei dati».

(AGI) - Roma, 9 ott. - Sono 255 i militari italiani impegnati all’estero - nel Balcani, in Afghanistan, il Iraq e il Libano, dal 1996 al 2006 -, che hanno accusato malattie tumorali. Di questi 37 sono morti. Si tratta di 161 militari dell’Esercito, 47 della Marina, 26 dell’Aeronautica, 21 dei Carabinieri. È quanto ha riferito il ministro della Difesa, Arturo Parisi, alla commissione Uranio impoverito del Senato. Nello stesso periodo, ha detto Parisi, hanno riscontrato malattie tumorali 1.427 militari che non sono mai stati impiegati nelle missioni all’estero. «Sull’argomento - ha aggiunto - non esiste alcun segreto di Stato, anche perchè il rapporto tra causa e effetto non è stata dimostrata. In ogni caso la Difesa ha tutto l’interesse di giungere ad una limpida e certà verità». (AGI)
(ANSA) - ROMA, 9 OTT - Secondo i dati della Direzione di sanita’ militare, ‘’sono in totale 255 i militari che hanno contratto malattie tumorali e che risultano essere stati impegnati all’estero nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano nel periodo 1996-2006. Di questi militari, 37 sono morti'’. Lo ha detto il ministro della Difesa, Arturo Parisi, davanti alla Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato.
Nello stesso periodo i militari malati per tumore, e non impiegati all’estero, sono stati 1.427. (ANSA).

SV 09-OTT-07 14:47 NNNN

= SU MILITARI MALATI, RACCOLTA DATI NON TERMINATA E CIFRE COMUNQUE DRAMMATICHE Roma, 9 ott. -
(Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, «ha detto che farà un’indagine» sul caso dell’aereo Usa che nel 1998 avrebbe sganciato nel Lago di Garda materiali contenenti uranio impoverito.

«Così come in Adriatico si sa che è stato buttato di tutto -ha riferito Lidia Menapace, presidente della Commissione parlamentare sull’uranio impoverito, al termine dell’audizione del ministro della Difesa- così si sa che un aereo a corto di carburante ha sganciato in acqua nel Garda ciò che aveva a bordo. Siccome l’uranio impoverito è idrosolubile, non sappiamo in che misura possa avere inquinato le acque. Il ministro ha detto che farà un’indagine».

Quanto ai dati sui militari malati di tumore riferiti da Parisi, «anche se si tratta di un numero basso rispetto ad altre cifre circolate sull’argomento, è comunque una cosa drammatica. La raccolta dei dati non è terminata e i lavori della Commissione non sono finiti». Nel corso dell’audizione di oggi, che ha consentito di fare il punto sul fenomeno, «Parisi ha ricevuto considerazioni positive da parte di tutti».

URANIO IMPOVERITO/ MENAPACE: CONFRONTARE CRITERI SU RACCOLTA DATI Su militari malati cifre discrepanti ma “raccolta non è conclusa” Roma, 9 ott. (Apcom) - Gli esperti che collaborano con la Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito hanno chiesto alle autorità competenti di “confrontare i criteri” sulla raccolta dei dati sui militari che hanno contratto malattie nell’esercizio del proprio dovere. E’ quanto ha spiegato Lidia Menapace, presidente della Commissione d’inchiesta, a margine dell’audizione di oggi del ministro Arturo Parisi.

I dati a disposizione del ministro Parisi, ha ricordato la Menapace, “sono passibili di piccole variazioni” e saranno confrontati “con altri”. “I nostri stessi esperti”, ha aggiunto la senatrice, “sono preoccupati da questo divario e stanno chiedendo sia all’istituto superiore della Sanità, sia alla Sanità militare, sia al ministro, di confrontare i criteri con cui i dati sono raccolti”.

La discrepanza tra i dati forniti oggi da Parisi e quelli trapelati da fonti diverse dal dicastero, come le associazioni per la tutela dei militari malati, “si spiegano con il fatto che non è ancora terminata la raccolta dei dati stessi”. Dunque l’audizione di oggi del ministro Parisi, “non rappresenta la fine dei lavori, ma un passaggio dei lavori della commissione”.

I militari italiani che hanno contratto malattie tumorali dopo essere stati impiegati in missioni nei Balcani, in Iraq, Afghanistan e Libano negli anni 1996-2006 “risultano un totale di 255″, ha detto Parisi. Trentasette di questi militari sono deceduti. Nel decennio tra il 1996 e il 2006, ci sono stati dei militari che hanno contratto malattie tumorali “pur non avendo partecipato a missioni all’estero”. In totale, ha spiegato il ministro, si tratta di “1.427 militari. Di questi, però, non si sa quanti abbiano operato nei poligoni nazionali così come, ha aggiunto Parisi, “non è possibile avere un dato preciso sugli esiti letali”.

URANIO. MENAPACE: MENO DECESSI? RESTA CASO DRAMMATICO BENE PARISI, STABILITO RAPPORTO NON
CONFLITTUALE (DIRE) Roma, 9 ott. - “Anche se si rileva un basso numero di persone colpite, questa resta una cosa assolutamente drammatica”.Lidia Menapace, presidente della commissione di inchiesta sull’uranio impoverito, risponde cosi’ a chi gli fa notare il divario fra le cifre- relative a morti e malati tra militari italiani in missione all’estero e no- fornite dal ministro della Difesa Arturo Parisi e quelle che arrivano dalle associazioni delle vittime. A margine dell’audizione di Parisi al Senato, Menapace aggiunge che “non e’ ancora terminata la raccolta dei dati, e il ministro ha detto che sono i dati che gli constano” ad oggi. Certo, “sarei lietissima che fossero quelli definitivi- spiega- perche’ se sono dati reali sarei piu’ contento fossero bassi”. Ad ogni modo, “questa non e’
la fine dei lavori, ma un punto nel corso dei lavori”, chiosa la senatrice. Nell’audizione di oggi, comunque, il ministro della Difesa “e’ stato elogiato da tutti” e “ha ricevuto considerazioni positive da parte di tutti”, dice Menapace, perche’ “si e’ stabilito un rapporto non conflittuale, che era una delle cose che mi proponevo di
raggiungere”. La commissione, conclude la presidente, “lavora male se lavora sempre su pregiudizi”.

URANIO. E ALLA COMMISSIONE TORNA ANCHE ‘CASO’ GARDA AEREO USA SGANCIO’ MATERIALE NEL ‘98. PARISI:
INDAGHEREMO (DIRE) Roma, 9 ott. - Per quel che riguarda “l’episodio del Garda” “forniro’ le informazioni nella misura in cui sono disponibili”. Lo garantisce Arturo Parisi, ministro della Difesa, chiudendo la sua audizione alla commissione d’inchiesta del Senato sull’Uranio impoverito. Audizione per la quale “e’ stato elogiato da tutti”, dice la presidente, Lidia Menapace, e nella quale e’ pero’ riemerso un fatto accaduto nel 1998, ricordato dalla senatrice Prc Tiziana Valpiana. Un aereo militare americano, infatti, sorvolando il lago di Garda e trovandosi in difficolta’ e a corto di carburante, avrebbe sganciato materiale bellico all’uranio impoverito nel lago. “E’ una vicenda di cui la commissione si e’ occupata gia’ alcune volte- dice Menapace, a margine dell’audizione- perche’ come nell’Adriatico si sa che e’ stato buttato un po’ di tutto, come ha accertato la prefetta di Verona, si sa che nel lago di Garda un aereo di passaggio a corto di carburante ha sganciato in acqua quello che aveva a bordo, e c’era dell’uranio”. La commissione di inchiesta “ha chiesto informazioni alla prefetta di Verona- prosegue Menapace- e alcune ce le ha date, ma a un certo momento sono mancati i fondi per andare avanti con le indagini”. Quello che si sa, aggiunge l’esponente del Prc, “e’ che l’uranio e’ idrosolubile, ma non si sa se sul volume delle acque del Garda l’idrosolubilita’ abbia inquinato le acque o no”. In ogni caso “il ministro ha detto che fara’ svolgere delle indagini”.

= Roma, 9 ott. (Adnkronos) - Per quanto riguarda le possibili contaminazioni da uranio impoverito dei militari italiani inviati in missione all’estero, è «indispensabile» creare «un’organizzazione capace di sottoporre a verifica le varie ipotesi e che serva anche da interfaccia a chiunque cerchi luce su questo argomento». È il ministro della Difesa, Arturo Parisi, intervenuto al Senato di fronte alla Commissione parlamentare sull’uranio, ad annunciare che «il dicastero intende pertanto assumere un’iniziativa che raccolga anche proposte esterne, creando un ‘Centrò che operi sulla problematica e abbia la capacità di interagire e di operare nell’ambito delle conoscenze nazionali in materia».

Il Centro «opererebbe presso la Direzione generale di Sanità» e «potrebbe ricevere le direttive da un ‘comitato scientificò formato dai maggiori esperti della materia. A questo fine -ha aggiunto Parisi- ho pertanto chiesto ai miei colleghi ministri della Salute e della Ricerca di segnalarmi dei nominativi di personalità che possano e vogliano raccogliere le esperienze fin qui fatte e procedere in una linea di ricerca che ci possa far avanzare nella conoscenza».

(ANSA) - ROMA, 9 OTT - Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, fornira’ le ‘’informazioni disponibili'’ su un episodio avvenuto alla fine degli anni Novanta, quando un aereo militare americano a corto di carburante avrebbe sganciato nel Garda munizionamento all’uranio impoverito.
La questione e’ stata sollevata oggi, nel corso dell’audizione di Parisi davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. ‘’Come nell’Adriatico si sa che e’ stato buttato un po’ di tutto - ha detto la presidente della Commissione, Lidia Menapace, al termine dell’audizione - si sa anche che nel 1998, nel lago di Garda, un aereo di passaggio che era a corto di carburante ha sganciato in acqua quello che aveva a bordo e c’era anche dell’uranio, forse un missile. E poiche’ l’uranio e’ idrosolubile - ha aggiunto la Menapace - non sappiamo se le acque del Garda siano state inquinate oppure no. In ogni caso il ministro ha detto che su questo fara’ svolgere un’indagine'’. (ANSA).

URANIO. MENAPACE: VERIFICARE CRITERI DI RACCOLTA DEI DATI (DIRE) Roma, 9 ott. - “I nostri stessi esperti sono preoccupati da questo divario e stanno chiedendo sia all’Istituto superiore di sanita’, sia alla Sanita’ militare, sia al ministro, di confrontare i criteri con cui i dati sono raccolti, perche’ le variazioni possono derivare da questo”. Lidia Menapace, presidente della commissione di inchiesta sull’uranio impoverito del Senato, spiega cosi’ l’atteggiamento dell’organismo parlamentare di inchiesta rispetto alla differenza tra le stime su malati e decessi. Una diufferenza che e’ saltata all’occhio oggi, quando in audizione il titolare della Difesa Arturo Parisi ha diffuso i dati preliminari del ministero. Certo, “ancora non e’ terminata la raccolta dei dati”, aggiunge Menapace.

URANIO. DE ZULUETA (VERDI): DUBBIO CIFRE DI PARISI, NON COMPLETE (DIRE) Roma, 9 ott. - Secondo i dati
comunicati dal ministro della Difesa Arturo Parisi davanti alla commissione d’inchiesta sull’Uranio impoverito del Senato “sono in totale 255 i militari che hanno contratto malattie tumorali e che risultano essere stati impegnati all’estero nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano nel periodo 1996-2006. Di questi 37 sono morti. La cifra e’ preoccupante ma il dubbio e’ che non sia completa”. A dirlo e’ Tana de Zulueta, deputata dei Verdi, che aggiunge: “Temo, infatti, che il ministro, comunicando il numero di militari ammalati e deceduti, abbia fatto riferimento ai soli militari in servizio e che non abbia tenuto conto dei veterani e di coloro che sono stati riformati dopo aver contratto la malattia”. Credo, osserva De Zulueta, “sia opportuno fare chiarezza sui criteri utilizzati dal ministero per la raccolta dei dati vista anche l’enorme discrepanza con quelli forniti dalle associazioni dei familiari delle vittime”. Che il problema ci sia, prosegue la deputata, “risulta evidente dalle risorse stanziate, 10 milioni di euro per la ricerca e 170 milioni per le cosi’ dette cause di servizio, che vanno riconosciute anche a quei militari non piu’ in servizio attivo, ma comunque in seguito ammalatisi”.

URANIO. BULGARELLI (VERDI): ORA TRASPARENZA DA PARTE MILITARI (DIRE) Roma, 9 ott. - “Mi auguro che con
l’audizione del ministro Parisi prenda il via un’operazione trasparenza sulle vittime causate da uranio impoverito,
nanoparticelle, radiazioni ionizzanti ed elettromagnetismo”. Cosi’ il senatore dei Verdi Mauro Bulgarelli, vicepresidente della commissione di inchiesta che ha ascoltato oggi il ministro della Difesa Arturo Parisi.
Che sottolinea come “esistono significative differenze tra i dati forniti dal ministro sul numero dei militari ammalatisi e deceduti nell’ambito delle missioni all’estero nell’ultimo decennio- sottolinea Bulgarelli- e quelli forniti da esperti e associazioni che collaborano con la commissione”. Bisognera’ dunque continuare a indagare “e arrivare a un’uniformita’ dei criteri di rilevazione. Tuttavia- aggiunge il senatore del Sole che ride- e’ importante che da parte del ministero della Difesa siano giunte rassicurazioni sulla disponibilita’ a fornire d’ora in avanti dati e informazioni sull’attivita’ dei poligoni e sulle missioni militari”. Uno delle difficolta’ maggiori incontrate finora, infatti, sottolinea il parlamentare, “e’ stata costituita proprio dall’ostilita’ e dalle reticenze delle autorita’ militari
(Com/Dac/ Dire) 17:46 09-10-07 URANIO. BULGARELLI (VERDI): ORA TRASPARENZA DA PARTE MILITARI -2- (DIRE) Roma, 9 ott. - Mauro Bulgarelli, dopo l’audizione del ministro Parisi, sottolinea anche che c’e’ un altro dato sul quale e’ necessario avere informazioni: quello delle ripercussioni delle attivita’ dei poligoni sulla salute.
“Esistono numerosissime inchieste indipendenti, alcune molto documentate- evidenzia il senatore- che hanno evidenziato i rischi per la popolazione civile” che abita in prossimita’ dei poligoni di tiro ma “finora non c’e’ stata alcuna collaborazione da parte dei militari ed e’ stato impossibile arrivare a una stima delle vittime civili”. Per questo motivo, aggiunge ancora Bulgarelli, “ho gia’ chiesto la chiusura del poligono di Salto di Quirra, in Sardegna, almeno fino a quando non sara’ fatta piena luce- conclude- sul nesso tra le attivita’ che si svolgono al suo interno e l’abnorme percentuale di malattie neoplastiche che sono state riscontrate” nelle zone circostanti.

(AGI) - Roma,9 ott. - ‘Mi auguro che con l’audizione del ministro Parisi prenda il via un’operazione trasparenza sulle vittime causate da uranio impoverito, nanoparticelle, radiazioni ionizzanti ed elettromagnetismò. Così il senatore di ‘Insieme con l’Unionè Mauro Bulgarelli, vicepresidente della commissione di inchiesta che ha ascoltato oggi il ministro della difesa. ‘Certamente -continua Bulgarelli- esistono significative differenze tra i dati forniti dal ministro sul numero dei militari ammalatisi e deceduti nell’ambito delle missioni condotte all’estero nell’ultimo decennio e quelli forniti da esperti e associazioni che collaborano con la commissione. Bisognerà dunque continuare a indagare e arrivare a un’uniformità dei criteri di rilevazione.
Tuttavia, è importante che da parte del ministero della difesa siano giunte rassicurazioni sulla disponibilità a fornire d’ora in avanti dati e informazioni sull’attività dei poligoni e sulle missioni militari. Uno delle difficoltà maggiori incontrate finora, infatti -prosegue il parlamentare- è stata costituita proprio dall’ostilità e dalle reticenze delle autorità militari. Altro dato sul quale è necessario avere informazioni è quello riguardante le ripercussioni delle attività dei poligoni sulla salute pubblica. Esistono numerosissime inchieste indipendenti, alcune molto documentate, che hanno evidenziato i rischi per la popolazione civile abitante in prossimità dei poligoni di tiro ma fino ad ora non c’è stata alcuna collaborazione da parte dei militari ed è stato impossibile arrivare a una stima delle vittime civili.
Per questo -conclude Bulgarelli- ho già chiesto la chiusura del poligono di Salto di Quirra, in Sardegna, almeno fino a quando non sarà fatta piena luce sul nesso esistente tra le attività che si svolgono al suo interno e l’abnorme percentuale di malattie neoplastiche che sono state riscontrate tra la popolazione dei centri circostanti.’ (AGI) Els 091750 OTT 07 NNN

(ANSA) - ROMA, 9 OTT - ‘’Secondo i dati comunicati dal ministro Parisi davanti alla Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito sono in totale 255 i militari che hanno contratto malattie tumorali e che risultano essere stati impegnati all’estero nel periodo 1996-2006. Di questi 37 sono morti. La cifra e’ preoccupante ma il dubbio e’ che non sia completa'’. A dichiararlo e’ Tana de Zulueta, deputata dei Verdi.
‘’Temo infatti - continua de Zulueta - che il ministro, comunicando il numero di militari ammalati e deceduti, abbia fatto riferimento ai soli militari in servizio e che non abbia tenuto conto dei veterani e di coloro che sono stati riformati dopo aver contratto la malattia. Credo sia opportuno fare chiarezza sui criteri utilizzati dal ministero per la raccolta dei dati vista anche l’enorme discrepanza con quelli forniti dalle associazioni dei familiari delle vittime'’.
‘’Che il problema ci sia - prosegue de Zulueta - risulta evidente dalle risorse stanziate, 10 milioni di euro per la ricerca e 170 milioni per le cosi’ dette ’cause di servizio’, che vanno riconosciute anche a quei militari non piu’ in servizio attivo, ma comunque in seguito ammalatisi'’. (ANSA).

Roma. Sono 255 i militari italiani che hanno contratto malattie tumorali e che sono stati impiegati in missioni all’estero tra il 1996 e il 2006 nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano. Lo ha detto il ministro della Difesa Arturo Parisi intervenendo al Senato di fronte alla Commissione che indaga sulle possibili contaminazioni da uranio impoverito. «Di questi -ha precisato Parisi- 161 fanno parte dell’Esercito, 47 della Marina, 26 dell’Aeronautica militare e 21 dei Carabinieri». «Per 37 soggetti -ha proseguito- si ha avuto un esito letale della malattia: 29 dell’Esercito, 1 dell’Aeronatica militare e 7 Carabinieri». (Pab/Gs/Adnkronos) 09-OTT-07 18:44 NNN = Roma. L’Italia «non ha mai fatto uso di armamento ad uranio impoverito, nè risulta che nel nostro poligono possa essere stato utilizzato da altri, a meno di dichiarazioni mendaci degli utilizzatori stranieri, che non voglio neppure ipotizzare». Lo ha detto il ministro della Difesa Arturo Parisi intervenendo al Senato di fronte alla Commissione parlamentare che indaga sulle possibili contaminazioni da uranio impoverito. Parisi ha poi aggiunto che potrà essere utilizzato il il comma 902 della Finanziaria 2007, che stanzia 10 milioni di euro anche per una verifica delle condizioni dei poligoni. Sarà quindi possibile «avviare un monitoraggio sistematico del poligono di Salto di Quirra, che possa investire tutta l’area e che si svolga con il coinvolgimento di rappresentanti delle autorità locali, le più interessate a problemi di inquinamento ambientale. A questo proposito -ha proseguito Parisi- ritengo che i dubbi, le perplessità e le valutazioni contrastanti che si sono avuti sul poligono devono essere chiariti una volta per tutte».
(Pab/Gs/Adnkronos) 09-OTT-07 18:44 NNN = Roma. La Difesa e le Forze Armate «sono le prime a considerare la salute dei propri militari come un bene prezioso da salvaguardare». È il ministro della Difesa Arturo Parisi a sottolinearlo, intervenendo di fronte alla Commissione parlamentare sull’uranio e manifestando il «dispiacere della Difesa per il clima di diffidenza che talvolta si ingenera sull’argomento». «Al di là delle intenzioni, alcune di queste critiche appaiono ingiuste e sono motivo di disinformazione spesso grave e di allarme sociale ingiustificato. In particolare -ha proseguito- esse sembrano dare per scontato che esistano delle indiscusse certezze scientifiche sulla causa delle malattie diagnosticate, delle quali non si vorrebbe prendere atto». A giudizio di Parisi il fenomeno va affrontato «con una metodologia di ricerca fatta di fatica ed umiltà, come in tutti i settori della medicina, senza conclusioni affrettate»

(ANSA) - CAGLIARI, 9 OTT - ‘’Mi auguro che con l’audizione del ministro Parisi prenda il via un’operazione trasparenza sulle vittime causate da uranio impoverito, nanoparticelle, radiazioni ionizzanti ed elettromagnetismo'’. Lo ha dichiarato il senatore di Insieme con l’Unione, Mauro Bulgarelli, vicepresidente della commissione di inchiesta che ha ascoltato oggi il ministro della Difesa.
‘’Certamente - continua Bulgarelli - esistono significative differenze tra i dati forniti dal ministro sul numero dei militari ammalatisi e deceduti nell’ambito delle missioni condotte all’estero nell’ultimo decennio e quelli forniti da esperti e associazioni che collaborano con la commissione.
Bisognera’ dunque continuare a indagare e arrivare a un’uniformita’ dei criteri di rilevazione. Tuttavia, e’ importante che da parte del Ministero della Difesa siano giunte rassicurazioni sulla disponibilita’ a fornire d’ora in avanti dati e informazioni sull’attivita’ dei poligoni e sulle missioni militari'’.
‘’Una delle difficolta’ maggiori incontrate finora, infatti - prosegue il parlamentare - e’ stata costituita proprio dall’ostilita’ e dalle reticenze delle autorita’ militari. Altro dato sul quale e’ necessario avere informazioni e’ quello riguardante le ripercussioni delle attivita’ dei poligoni sulla salute pubblica. Esistono numerosissime inchieste indipendenti, alcune molto documentate, che hanno evidenziato i rischi per la popolazione civile abitante in prossimita’ dei poligoni di tiro ma fino ad ora non c’e’ stata alcuna collaborazione da parte dei militari ed e’ stato impossibile arrivare a una stima delle vittime civili'’.
‘’Per questo - conclude Bulgarelli - ho gia’ chiesto la chiusura del poligono di Salto di Quirra, in Sardegna, almeno fino a quando non sara’ fatta piena luce sul nesso esistente tra le attivita’ che si svolgono al suo interno e l’abnorme percentuale di malattie neoplastiche che sono state riscontrate tra la popolazione dei centri circostanti'’. (ANSA).

VA/MOA 09-OTT-07 19:02 NNNN

(AGI) - Roma, 10 ott. - «L’audizione del ministro Parisi ha fornito dati che contrastano con altri -molto più gravi- che la Commissione ha avuto dalla Direzione della Sanità militare e che sono attualmente all’esame dei suoi consulenti». Lo dice il presidente della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, Lidia Brisca Menapace. «L’incontro col ministro ha costituito -spiega la senatrice di Prc- una prima tappa che segnala una disposizione positiva da parte del ministro, e consente di avviare un percorso sulla base della esplicita dichiarazione di voler agire con la massima trasparenza. Sono convinta che questo sia il dato fondamentale, perchè la Commissione possa arrivare a concludere con successo i suoi lavori, e con risultati utili alle persone che hanno subito danni, o ai famigliari di quelli che sono deceduti, non contrapponendosi a priori con il ministero della difesa, ma stabilendo invece un confronto. Stabilire una procedura semplice e alla portata di tutti gli e le interessate per il risarcimento dei danni, le misure di riconoscimento della »causa di servizio« automatica ecc. è una prima meta.
Applicare il principio di precauzione, in che forma, con quali controlli sulla sua applicazione, e studiare misure di prevenzione per il futuro è un altro obiettivo. Per raggiungerlo il numero delle vittime, sempre irreparabile sul terreno dei valori e dei sentimenti, è secondario e quanto minore fosse, tanto meglio sarebbe: infatti la validità dei ragionamenti e la forza delle richieste non muterebbe anche se ci fosse stata una sola vittima: invero se misure precauzionali efficaci applicate e controllate e prevenzione diffusa e stabile ci fosse stata, non ci sarebbero state affatto vittime.
Se la Commissione potesse trovare forme non complicate burocraticamente da proporre al Parlamento e al Governo, al fine che gli e le aventi diritto vi possano far ricorso, per ottenere i risarcimenti ecc., e chi in futuro dovesse partecipare a missioni di pace anche in teatri di guerra sia certo di efficace prevenzione, da estendere anche alla popolazione civile che si trovi in vicinanza di situazioni di rischio e anche alle persone volontarie delle ong che operino in territori inquinati ecc., avrebbe raggiunto un grande risultato. Magari non sensazionale, ma civilissimo. Certamente -conclude- non fare guerre sarebbe la soluzione definitiva e somma. Ma non è nei poteri della Commissione deciderlo, purtroppo: mostrare comunque quanto la guerra sia dannosa in ogni senso, inutile a qualsiasi fine e portatrice solo di danni personali ed economici, umani e ambientali che lascia dietro di sè per decenni (bombe inesplose della seconda guerra mondiale si trovano ancora!) e comunque perciò sia da evitare, è però civile, costituzionale, etico». (AGI) Els 101335 OTT 07 NNN

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3 Commenti a “Uranio Impoverito, l’importante è continuare a dare i numeri”

  1. Gabriella scrive:

    Egregio Signor Sani,
    Ho avuto modo di ascoltare oggi su rai due a ricominciodaqui, la storia del Maresciallo dell’esercito Marco Diana. Questo uomo così fiero della sua divisa, così pieno, nonostante la sua malattia di un patriottismo eroico! A lui sono andate le mie preghiere, a quest’ uomo che nonostante tanti dolori continua a gridare il suo appello in un mondo di sordi!!!! Abbiamo elevato all’altare degli eroi, giustamente, i nostri soldati morti all’estero… ma ci siamo dimenticati dei nostri eroi malati…. Un abbraccio Maresciallo Diana e grazie per aver, con il tuo “dimenticato” sacrificio, dato tanto alla nostra patria!

  2. anna scrive:

    caro marco, sono una signora di napoli ieri ho visto la trasmissione di ada d’eusanio. dopo averti visto e ascoltato ho capito cosa significa amare e sacrificarsi per la propria patria. 6 stato un grande soldato ma sei e rimarrai nei cuori di tutti quelli ke ti conoscono un uomo straordinario.
    pregherò x te

  3. Roberto Pierro scrive:

    E’ uno scandolo, lo Stato deve provvedere a questi uomini con dignità e onore. Dobbiamo muovere l’opinione pubblica !
    Anche sul mio blog ho sentito il dovere di scrivere sull’argomento

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