Anche l’Italia deve fare i conti con la desertificazione

L’Italia deve imparare a fare i conti con la desertificazione. Sicilia, Sardegna, Puglia, Basilicata sono le regioni più a rischio. Ma anche in Toscana, in Abruzzo e in molte altre regioni _ anche del Nord _ il rischio è reale. La desertificazione non è un problema che riguarda solo l’agricoltura e la disponibilità di risorse idriche ma anche il turismo. Quindi un altro settore chiave dell’economia. La desertificazione è un problema che dovrebbe interessare tutti.
A fare il punto del rischio desertificazione in Italia sono stati gli scienziati intervenuti al seminario ‘’Le variazioni climatiche e i processi di desertificazione'’ organizzato ad Alghero e che dà il via al percorso dei sette appuntamenti che porteranno alla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici 2007 organizzata dal ministero dell’Ambiente e programmata a Roma, alla sede della Fao, il 12 e 13 settembre prossimo. ‘’Se continua cosi’ i vip rimarranno a secco. In Costa Smeralda c’e’ un processo di desertificazione che in Sardegna interessa soprattutto le aree costiere'’, ha detto il coordinatore della Conferenza nazionale cambiamenti climatici, Vincenzo Ferrara. ‘’Tutta la Sardegna corre un altro rischio desertificazione escluse - ha spiegato Ferrata - le zone interne più elevate come il Gennargentu. Quello che bisogna capire e’ che la desertificazione non significa che avremo anche alle nostre latitudini cammelli e deserto ma che dovremo far fronte ad una riduzione della fertilià del suolo e della biodiversità. Nel Sud in primis, ma anche in zone insospettabili come la Pianura Padana'’.
In Sardegna il rischio desertificazione riguarda il 52% del territorio regionale di cui l’11% gia’ colpito, ovvero con il fenomeno gia’ in atto. L’ emergenza riguarda tutta la fascia costiera orientale che corre dalla Costa Smeralda e arriva fino a Villasimius passando per Orosei e Cala Gonone, la casa della Foca Monaca. Altra fascia colorata di giallo e di rosso, le due tonalita’ di alta sensibilita’, va da Oristano a Cagliari ed e’ la zona considerata maggiormente esposta alla desertificazione. Altra area sotto stress la Nurra (nord-ovest della Sardegna) tra Sassari, Alghero, Porto Torres e Stintino. La mappa e’ stata realizzata dal progetto della Regione e dall’ente regionale agricolo Ersat. ‘’Gli ultimi due decenni - hanno detto i realizzatori del progetto, Andrea Motroni e Josue’ Loj - sono stati i piu’ drammatici per la Sardegna con una riduzione media delle precipitazioni del 10% e un aumento delle temperature medie nel valore massimo, con fenomeni estremi e con gli ultimi sette anni i piu’ siccitosi mai conosciuti'’. Sempre in Sardegna il Lago di Baratz, l’unico naturale della regione, registra un ‘’notevole abbassamento'’. Sotto la morsa aridita’ anche le isole a sud di San Pietro e Sant’Antioco. Ma l’emergenza aridita’ non tocca solo la Sardegna. Sotto stress anche l’Abruzzo con quasi il 40% di territorio interessato che comprende tutta la fascia costiera che verso l’interno si estende fino ai confini con la Marsica, il Fucino e l’aquilano. La Sicilia nelle zone interne della provincia di Caltanissetta, Enna e Catania e lungo la costa agrigentina e la Puglia dove solo il 7% del territorio regionale non e’ affetto dal rischio deserto mentre il 93% e’ mediamente sensibile (47,7% e molto sensibile (45,6%) con le aree dietro il Gargano, molta parte della zona costiera e la fascia che va da Otranto a Gallipoli. La “fotografia” del rischio desertificazione sarà presentata alla conferenza di settembre e dovrebbe sfociare, cisì almeno spera il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, in un piano nazionale di prevenzione da presentare il prima possibile grazie ai soldi della Finanziaria. TPS permettendo, naturalmente…

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