L’Italia si scalda il doppio. Ma la finanziaria se ne accorgerà?

Il nostro paese, spiega il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), si scalda il doppio del resto del mondo: 1.7 gradi in 200 anni, grossomodo un grado in cento. E questo dovrebbe preoccupare, portare a scelte conseguenti. Ma i dati scientifici, specie in Italia, sono solo una delle molte variabili nelle scelte politiche. Di sicuro non la più importante.

Martedì e mercoledì a Roma ci sarà la conferenza nazionale sul clima, un appuntamento voluto dal ministro del’Ambiente per fare il punto sulla situazione per quanto riguarda il nostro paese e per avviare il processo che porterà alla definizione della strategia nazionale di adattamento. Tardi, ma anche noi ci stiamo arrivando.

La Conferenza nazionale [osteggiata da quanti nel governo come Realacci (dl) o Bersani (ds) avrebbero preferito una conferenza su energia e clima] avrà però anche un altro obiettivo, neppure troppo nascosto: serve come strumento di pressione per orientare le scelte della Finanziaria in una direzione ecocompatibile e sensibile all’emergenza climatica. Ecco perchè Pecoraro Scanio l’ha voluta ora.

Si accorgerà Tps (e con lui Romano Prodi) che l’Italia si scalda il doppio di altre parti del pianeta? Che come scrive l’Ipcc è una delle due aree più sensibili ai cambiamenti climatici? Lo sapremo presto. Il problema è che non bastano le dichiarazioni di principio, serve l’allocazione delle risorse (ad esempio un grande piano a favore dei trasporti pubblici a basso impatto) e servono le scelte in primis nel settore energetico. Se in ossequio alla pur necessaria diversificazione del mix energetico si consentirà ai produttori elettrici di scegliere il cosiddetto “carbone pulito” (che è ovviamente in controsenso in termini visto il suo contenuto di carbonio…) si andrà infatti nella direzione opposta.

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2 Commenti a “L’Italia si scalda il doppio. Ma la finanziaria se ne accorgerà?”

  1. alberto scrive:

    saranno le solite chiacchere, figuriamoci se Padoa Schioppa scuce una lira per i cambiamenti climatici. ci saranno le promesse, anche tante, ma di soldi….voglio vedè, non cìè una lira, dicono. e poi mica portano clientele, queste cose, e allora…

  2. Johnny scrive:

    Dunque, su cosa si basa la logica di chi ci governa? Semplice: sui tempi del disastro annunciato prossimo venturo.
    Da qui a cent’anni cominceremo a vedercela brutta? E con ciò? Io non ci sarò, i miei figli non ci saranno, e i miei nipoti, se ne avrò, avranno avuto modo di prepararsi al peggio. Quindi, a me , che me ne importa? Per quale motivo dovrei andare oggi (che si sta così bene) a pestare i piedi a chi inquina, o a imporre di usare la bicicletta ai miei fedeli elettori che vanno in macchina mettendo in tal modo a repentaglio il mio bel posticino a Montecitorio o a Palazzo Madama?
    Siamo sul Titanic? Sì, ma il viaggio tragico sarà il prossimo, non questo! E allora…

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