USA, CINA, RUSSIA E ARABIA SAUDITA “ADDOMESTICANO” IL RAPPORTO IPCC
di ALESSANDRO FARRUGGIA
_ BRUXELLES _
E’ successo senza neppure troppo clamore. Dopo un duro confronto che si è protratto per tutta la notte e per metà mattinata, l’assemblea dell’IPCC ha approvato il rapporto del secondo gruppo di lavoro (WG2), che si occupa degli impatti del cambiamento climatico. Il problema è il come.
Gli scienziati e i delegati nazionali hanno infatti combattuto parola per parola, con le delegazioni americana, cinese e saudita tra le più impegnate a “limare” le parti più esplicite del testo. In particolare i cinesi hanno insistito affinchè laddove si affermava che il cambiamento climatico già oggi interessa i sistemi naturali invece che la formula “very high confidence” (certezza oltre il 90%) si usasse la più moderata “high confidence” (certezza oltre il’80%). Gli Stati Uniti hanno invece fatto pressioni perchè non si indicasse il livello di certezza e per i riferimenti agli effetti del cambiamenbto cliamtico sul Nord Anerica. E nonostante le vive proteste di molti scienziati le pressioni del primo (gli Usa) e del secondo paese (la Cina) emettitore di Co2 e di due dei maggiori paesi produttori di petrolio (Arabia Saudita e Russia) hanno prodotto i loro effetti, annacquando alcune delle affermazioni contenute nel “sommario per i poltici” quello destinato alla diffusione più ampia.
E’ vero che nel rapporto tecnico le affermazioni restano quelle originali, ma quanti lo leggeranno? Probabilmente solo gli addetti ai lavori che l’hanno scritto. E così l’operazione annacquamento avrà i suoi effetti nella stesura del rapporto di sintesi finale del quarto rapporto Ipcc, previsto a novembre, e nelle future negoziazioni climatiche. Del resto era da prevedere che vista la posta in gioco i politici di certi paesi entrassero a gamba tesa anche nel campo degli scienziati. Che, tranne pochi come l’americana Rosenzweig che hanno protestato con vigore e hanno lasciato la sala, non hanno avuto il coraggio alzarsi e andarsene lasciando clamorosamente il cerino nelle mani di chi pretendeva una verità addomesticata alla ragion d stato. Sarebbe stata la risposta adeguata a chi invade il campo altrui. Ma se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare….
11 Aprile 2007 alle 18:26
mentre gli allarmi si susseguono uno dopo l’altro mi pare che la politica stia usando un passo troppo lento. chiaccherano molto ma quando si trata di stringere e prendere nuovi impegni parlano di 2012 o 2013: ma che è? vogliamo perdere altri cinque o sei anni? la verità è che loro hanno paura di prendere misure impopolari e noi rischiamo di dover pagare il conto della loro inazione.
11 Aprile 2007 alle 22:18
è l’11 aprile. cerco il documento ufficiale su internet e gli atti. da 3 ore. non gli ho ancora trovati. questa è una critica, perchè un documento del genere dovrebbe essere offerto a tutti. perchè la Terra è di tutti.
12 Aprile 2007 alle 10:24
da ALESSANDRO FARRUGGIA a Fatina Verde:
Ha perfettamente ragione, certi documenti dovrebbero essere offerti a tutti, e non solo nelle versioni finali ma anche nelle bozze, in modo che il processo di approvazione sia assolutamente trasparente.
ecco perchè ho scelto di pubblicare _ nella sezione LINK, sulla destra dello schermo _ i documneti in questione. Sia il sommario per i politici sia il sommario tecnico. Purtroppo sono solo in inglese.
buona lettura
12 Aprile 2007 alle 12:49
Salve. Ho trovato il link al suo blog nella Home del “Quotidiano.net” de “la Nazione”. Sto preparando una tesi sperimentale sul fenomeno “Citizen Journalism”. Volevo chiederle se è disponibile ad essere usato come “campione” di questa mia ricerca sperimentale. Nulla di che: controllerò periodicamente i suoi post e commenti. La osserverò solo. Lei continui pure a scrivere!
16 Aprile 2007 alle 11:01
Per Caterina: ovviamente mi fa molto piacere. Buona tesi!