Supposizioni sulla strage di Bologna

Gentile De Carlo,

mi chiamo Gabriele PARADISI e mi rivolgo a Lei per segnalare una
situazione che trovo incresciosa e indegna di una libera democrazia.

Da qualche mese sta avvenendo qualcosa di molto grave che ha portato
già a due interpellanze parlamentari urgenti senza peraltro che la
stampa e i media in genere ne abbiano parlato, tranne qualche
rarissima e limitatissima eccezione.

Tutto nasce da una serie di ’’scoperte’’ operate dal mio gruppo di
lavoro sul mio blog personale (www.cielilimpidi.it), mentre ci stavamo
occupando delle vicende connesse alla strage alla stazione di Bologna
del 2 agosto 1980, anche sulla base della documentazione raccolta
dalla tanto vituperata Commissione Mitrokhin.

Finché il 1° agosto scorso è comparsa sul Manifesto, a firma Guido
AMBROSINO, un’intervista (la prima in assoluto) al terrorista tedesco
Thomas KRAM il quale, dopo 26 anni di irreperibilità e clandestinità
(di cui 20 di latitanza), si è costituito alle autorità tedesche il 4
dicembre 2006.
KRAM, esponente di spicco delle Cellule Rivoluzionarie, una formazione
terroristica legata al gruppo Separat di Ilich Ramirez Sanchez, più
noto come Carlos, risulta dal mandato di cattura della polizia tedesca
un esperto di esplosivi.

Ebbene KRAM trascorse la notte del 1° agosto 1980 in un albergo di
Bologna in pieno centro città, mentre dalla mattina successiva si
persero definitivamente le sue tracce.
Nell’intervista al Manifesto, KRAM espone il suo alibi in maniera
alquanto dettagliata, lasciando intendere che la sua presenza a
Bologna fu del tutto casuale e dovuta al fatto che, alla frontiera di
Chiasso, era stato sottoposto a perquisizione ‘’per ore’’ e questo
contrattempo aveva scombinato tutti i suoi programmi che consistevano
nell’incontrare dapprima un’amica a Milano, per poi proseguire verso
la sua meta finale e cioè Firenze.

In effetti la mattina del 1 ° agosto 1980 KRAM viene segnalato al
posto di frontiera di Chiasso, proveniente da Karlsruhe.
Esiste un telex della Polizia di Frontiera che descrive in maniera
puntuale e particolareggiata cosa avvenne quella mattina e che può
essere così sintetizzato:
1. KRAM era in possesso di un biglietto ferroviario Karlsruhe-Milano.
2. era salito sull’Espresso 201 (‘’Holland-Italien Express’’) alle 3,41
del 1° agosto a Karlsruhe.
3. Giungeva a Chiasso alle 10,30 del mattino e, poiché registrato
sulla Rubrica di Frontiera e segnalato dalle autorità tedesche, era
stato identificato e sottoposto a perquisizione ‘’sotto aspetto
doganale’’.
4. Terminati i controlli, veniva rilasciato e fatto ripartire con
treno 307 delle ore 12,08 alla volta di Milano.

Questa appunto la sequenza che può essere facilmente verificata
leggendo il telex originale compilato dal funzionario dott. Emanuele
MAROTTA.
Nell’intervista rilasciata ad AMBROSINO, curiosamente KRAM per
spiegare gli eventi di quella mattinata si riferisce ad un documento
ben preciso riprendendone le esatte parole. Il documento richiamato è
nientemeno che la Relazione Finale di Minoranza della Commissione
Mitrokhin. Fin qui nulla di male, ma ora confrontando il testo della
Commissione (pagg. 230 e 231) con il telex originale che detto testo
dice di riportare, si evidenziano discrepanze notevoli ed
’’inspiegabili’’, tanto che l’interpretazione finale che i Commissari di
minoranza esplicitamente danno è completamente diversa dalleffettiva
successione dei fatti.

Thomas KRAM infatti viene fatto ‘’arrivare’’ in Italia solo alle ore
12,08 (anziché alle 10,30), lasciando intendere che la successiva
perquisizione abbia in effetti fatto totalmente saltare i suoi
appuntamenti e programmi.
Tale versione, fatta sua dallo stesso KRAM nella citata intervista a
il Manifesto, gli permette di affermare di essere giunto a Bologna
solo in tarda serata impossibilitato a proseguire per Firenze, tanto
che viene registrato nell’Hotel Centrale di Bologna solo dopo la
mezzanotte.

Interpretando correttamente il telex e consultando gli orari
ferroviari dell’epoca è facile dimostrare viceversa che KRAM quel
giorno avrebbe avuto a disposizione un considerevole numero di
coincidenze e di opportunità per giungere in tutta tranquillità a
Firenze prima della mezzanotte.

Al di là di quelle che possono essere le argomentazioni di KRAM
(legittime dando per scontato un suo intento difensivo), quello che
appare strano è come da gennaio 2007 ad oggi ben tre risposte
governative ad altrettante interpellanze urgenti sull’argomento, hanno
continuato a sostenere interpretazioni fantasiose ed improbabili del
telex che descrive quegli eventi, al solo scopo, a nostro avviso, di
giustificare l’insoddisfacente e superficiale attenzione delle
indagini operate sul soggetto in merito ad un suo eventuale
coinvolgimento nella strage della stazione.

Il 25 gennaio, in una prima risposta all’interpellanza n. 2-00324
(primo firmatario Ignazio LA RUSSA), il sottosegretario alla Giustizia
Luigi SCOTTI, ‘’fece compiere’’ al treno 201 il tragitto Karlsruhe -
Milano in appena un ora e mezza, pur di dimostrare che l’ora da cui
far partire i calcoli erano le 12.08.
L’11 ottobre in risposta all’interpellanza n. 2-00766 (primo
firmatario Enzo RAISI), lo stesso SCOTTI, ‘’spostò’’ sul treno 307 (che
partiva da Chiasso alle 12.08) la perquisizione di KRAM.

Infine, per ora, l’8 novembre scorso Luigi LI GOTTI, omologo di
SCOTTI, rispose all’interpellanza n. 2-00830 (primo firmatario RAISI)
sostenendo che la perquisizione, mancando una specifica segnalazione,
poteva essere avvenuta indifferentemente sul treno 201 (arrivato a
Chiasso alle 10.30) o sul 307 partito da Chiasso per Milano alle
12.08, sorvolando del tutto sul fatto, ad esempio, che a KRAM vennero
fotocopiati il biglietto ferroviario, il documento d’identità e un
paio di lettere che aveva con sé. Operazione impossibile da compiere
sul treno, ma solo nei locali di un posto di Polizia.

Va ricordato che KRAM era dotato di un biglietto ferroviario Karlsruhe-Milano,
il treno 201 aveva come destinazione finale Roma, ma fermava
anche nel capoluogo lombardo, dunque KRAM non aveva alcun motivo di
cambiare treno e non si spiega la sua presenza sul treno 307 se non
immaginando una sua ‘’fermata tecnica’’ al posto di Polizia.
Lo stesso KRAM nell’intervista a il Manifesto conferma quanto appena
detto quando dice: ‘’Arrivato a Chiasso [?] mi fecero scendere dal
treno?.

Per la verità KRAM in quella stessa intervista, durante l’esposizione
del suo alibi per il giorno della strage, nel raccontare i suoi
spostamenti la mattina del 2 agosto, introduce una serie incredibile
di altri elementi oggettivamente falsi, ma non è questa la sede per
soffermarvisi, rimandando eventualmente gli approfondimenti alla
lettura degli articoli che abbiamo dedicato alla vicenda.

A noi questa situazione appare quantomeno inquietante e vorremmo che
la stampa, la libera stampa, se ne occupasse in modo adeguato, essendo
tutte queste vicende connesse con il più grave attentato che l’Italia
repubblicana ricordi.

Le indagini sulla strage di Bologna hanno già ufficialmente dei
colpevoli che però continuano a proclamarsi innocenti.
Non spetta certo a noi stabilire se la verità su quella tragedia sia
dunque già nota e indubitabile, ma riteniamo che come minimo si sia
indagato con troppa superficialità su un terrorista acclarato e
pericoloso che, per spiegare la sua presenza sul luogo e nell’ora
della strage, utilizza argomenti palesemente falsi.
Su KRAM la procura di Bologna ha aperto un procedimento e speriamo che
presto sia sentito. Per ora su di lui non v’è alcun capo
d’imputazione, ma potrebbe essere sentito semplicemente come ‘’persona
informata sui fatti’’?

Forse, se la stampa e i media cominciassero ad interessarsi seriamente
alla vicenda, non sarebbe, crediamo, una cosa inutile.

La ringrazio per l’attenzione e la invito, se lo ritiene, a
contattarmi per qualunque delucidazione ritenesse necessaria.

Con l’occasione Le invio cordiali saluti

Gabriele Paradisi
Gabriele@cielilimpidi.com

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Ignoro se gli elementi apportati costituiscano una novità e se siano meritevoli di indagine.

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