Archivio di Marzo 2007

Un altro appello dalla scuola

Giovedì 8 Marzo 2007

Sono un insegnante che vi supplica di fare qualcosa in presenza della invasione barbara dei genitori nella scuola e della mancanza di disciplina da parte degli alunni. Dalla scuola di Gentile o cmq degli anni 60 dove si davano le bacchettate sulle dita (legali) agli alunni siamo arrivati all’opposto, oggi gli alunni o i genitori possono bastonare e umiliare i docenti a loro gusto e piacimento.
A parte il caso unico e irripetibile della maestra della lingua la situazione è questa . Oggi non si puo più rimproverare un alunno o un’alunna, non si possono dare insufficienze e non si può più bocciare nessuno perchè dopo si viene umiliati nel peggiore dei modi fino ad arrivare alla bastonatura come in questi giorni si è visto . Occorre riportare un pizzico di ” fascismo” nella scuola , più rispetto per i docenti e prendere le distanze necessarie dai genitori verso i docenti e scuola in genere , cioè i genitori devono essere al servizio della scuola e agli ordini della scuola e non i padroni di essa .
Gli alunni fino alle medie dovrebbero avere tutti il grembiule e le ginocchia allineate quando entra il prof .!!

Salve e grazie se sensibilizzate tutti.

Ivanella@alice.it

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Non c’è bisogno di essere fascisti per pretendere un po’ di disciplina. Una buona scuola è una scuola nella quale gli insegnanti insegnano e gli studenti studiano, i voti definiscono una graduatoria di merito e il merito serve a fissare una selezione. Una buona scuola è quella dalla quale i migliori escono con prospettive di affermazione nella prosecuzione degli studi o nell’inizio di un’attività lavorativa, mentre i peggiori sono costretti a rimediare alle loro lacune. Una buona scuola è quella dalla quale la politica è esclusa sia nella conduzione amministrativa sia nella scelta dei programmi e dei testi.
Ma tutto questo non è possibile se chi insegna non ha autorità e se questa autorità non è protetta. I recenti episodi di professori insultati, aggrediti, percossi, il sistematico appiattimento dei metodi di insegnamento e di valutazione, le intrusioni dei sindacati dimostrano quanto drammatica sia la situazione. E quanto drammatici siano gli appelli come il suo. Non il primo che giunge a questo blog.

Giovedì 8 Marzo 2007

Giovedì 8 Marzo 2007

Una lettera dal Canada

Giovedì 8 Marzo 2007

L’ASSOCIAZIONISMO, FATTORE DI VITALITÀ

La vitalità delle comunità d’italiani, in Canada, deve molto alla miriade di
associazioni che uniscono gente proveniente dallo stesso angolo di terra. E per
angolo di terra s’intende il paesello di origine, la cittadina o qualche volta
la regione.
Sarebbe facile per un italiano, in visita frettolosa in questo paese, sorridere
di fronte a questo tenace attaccamento alla radice paesana di cui facciamo prova
noi emigrati transoceanici…
… Il fenomeno di aggregazione in associazioni mette
in valore diversi fattori positivi: la solidarietà innanzitutto, la salvaguardia
dell’identità, il “peso politico” nei confronti dei vari interlocutori
istituzionali in Canada (e il peso morale nei confronti delle regioni, in
Italia), il senso di dignità, la socialità, lo svago…
La struttura associativa permette agli individui
d’essere attivi socialmente. Ne fanno fede le
numerose cause di volontariato e di beneficenza di cui le associazioni si fanno
periodicamente promotrici. E questa generosità investe tutto il Québec e il
Canada…
È doveroso quindi rivolgere uno sguardo più da vicino a questa cellula base
della comunità italiana…
Claudio Antonelli (Canada)

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La sua testimonianza, caro Antonelli, conferma i sentimenti misti che animano le comunità di italiani all’estero. Il loro attaccamento affettivo è al paese, al campanile, al dialetto, alle tradizioni, ai costumi, molto meno all’idea stessa di identità nazionale. A un secolo e mezzo dall’unità d’Italia, gli italiani sono ancora da fare. Povero D’Azeglio!

Vacanze e scintille

Giovedì 8 Marzo 2007

Non riesco più a leggerti.
Prenditi una vacanza !

Bruno Stortoni , assiduo del Carlino da più di trent’anni.

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Una vacanza? Magari! Seguirò il suo consiglio, caro Stortoni, solo quando mi annuncerà di essere finalmente d’accordo con me. Dunque, coraggio, continui a leggermi. Chissà che non scatti la scintilla.