Parlare le lingue è un fatto di cultura

Ho letto con imperdonabile ritardo ne IL GIORNO del 20 novembre u.s. il Suo commento sulla scarsa propensione da parte degli immigrati di apprendere la lingua italiana.

In realtà il fenomeno è più ampio di quanto si creda e riguarda anche gli Italiani all’estero. Essi considerano la lingua del Paese che li ospita come una non-cultura. La maggior parte degli Italiani nati nei Paesi di lingua tedesca, tranne rare eccezioni, non conosce affatto il tedesco! Nessuno ha tuttavia fatto notare finora questo fatto, anzi.

Ricordo una conversazione recentemente udita in treno. Un responsabile di un noto Istituto Italiano di Cultura si vantava di non avere imparato una sola parola di tedesco, nonostante la sua pluriennale permanenza in un Paese germanofono. E dire che “cultura” significa confronto della propria con l’altrui mentalità, appunto.

Cordiali saluti.

Nerio De Carlo
http://nerio.decarlo.blogspot.com

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Non parlare la lingua del Paese ospitante perchè non se ne ha la possibilità è una cosa. Non parlarne per un’obiezione di coscienza o per riluttanza culturale o per non perdere la propria identità è idiozia. Conosco la Germania per averci abitato 12 anni. Non l’avrei capita se non avessi imparato a parlarne la lingua. Lo stesso vale per gli Stati Uniti, dove mi trovo tuttora. Le mie due figlie sono perfette trilingue e ne sono fiere.

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