Archivio di Febbraio 2007

Un rischio per la pace

Lunedì 19 Febbraio 2007

Caro De Carlo,
ho apprezzato molto il suo articolo riguardante il presidente iraniano (credo che non meriti la “p” maiuscola, visto che somiglia anche nell’atteggiamento ad uno dei tanti lavavetri che infestano i nostri incroci). Non si possono accettare da una persona nella sua posizione minacce all’unico Stato veramente democratico della regione mediorientale e la negazione di fatti di portata storica del tutto documentati.
Credo che quell’uomo sia un vero rischio per la stabilità e la pace mondiale, soprattutto se arriverà a disporre di armi nucleari. Forse la comunità internazionale dovrebbe fare di più per isolarlo: talvolta però ho l’impressione che ci si trovi in una situazione simile a quella precedente la II guerra mondiale, quando le Nazioni volevano venire a patti con Hitler che invece cercava solo di guadagnare tempo per poter scatenare in tutta sicurezza la sua offensiva. Se di fronte a questo immobilismo Israele provvedesse autonomamente a limitare la minaccia con un attacco preventivo avrebbe il biasimo degli stessi benpensanti (compreso il nostro attuale governo) che ora non fanno niente per evitare che si arrivi a quel punto; sono in tanti coloro pronti a puntare il dito contro Israele fingendo di non vedere ciò che c’è dalla parte opposta. Del resto è un atteggiamento simile a quello antiamericano che ha portato decine di migliaia di persone in piazza a Vicenza: non vorranno mica farci credere che si è trattato di una manifestazione contro la guerra ed i suoi mezzi di offesa (ed anche di difesa)?
Quindi sul presidente iraniano fanno bene gli Americani a tenere gli occhi aperti, perché il buonismo non ha mai portato da nessuna parte, in particolare a fronte di certe mentalità che con argomentazioni religiose gettano il fumo negli occhi alle proprie masse di sudditi. Infine una domanda: ma dove assume le informazioni il suo collega Fini? Non lo sa che i bombardieri strategici B1B e B52 non possono assolutamente essere trasportati dalle portaerei per motivi di dimensione e peso? Cerchi di non dare notizie sensazionalistiche per stupire il lettore: non è così che si fa informazione.
Cordialità. Silvano Carmignani. Firenze.
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Trovo pertinente il suo richiamo a Hilter e all’appeasement delle democrazie europee – a quei tempi solo Francia e Gran Bretagna – di fronte alle sue pretese territoriali e strategiche. Il buonismo non paga mai quando si ha a che fare con i dittatori. Significa arrendevolezza. Incoraggia nuove aggressioni. La storia insegni.

Ticket e esami

Lunedì 19 Febbraio 2007

GRAZIE AL TICKET SPESA QUADRUPLA. Ecco perché.

Il medico mi ha prescritto un esame di laboratorio.
Questa la distinta della fattura:
- prelievo ematico euro 2,60; uricemia 1,25: totale 3,85.
- ticket ricetta legge 296/06: euro 10.
- Totale 13,85

Quindi, per un esame da 3,85 euro, in applicazione della Finanziaria 2007,
ho dovuto pagare il quadruplo. E’ una buona politica sanitaria?
A.N. Bologna

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No. Non lo è.

I Dico e il vero matrimonio

Lunedì 19 Febbraio 2007

Gent.mo signor DE CARLO dott. Cesare.
In Italia, ci sono due tipi di matrimonio, di pari dignità civile: quello religioso, praticato da circa il 70% degli sposi, e quello civile, dal restante circa 30%. L’uno è (meglio dovrebbe essere) indissolubile, l’altro invece no. La scelta è completamente libera.
C’è, inoltre, anche chi sceglie di non aver legami e preferisce la semplice convivenza. Anche questo in libera scelta. Il tutto fino ad adesso ….. ma domani?
Domani sembra che tutto questo non vada più bene, si vogliono dare diritti (definiti civili) a chi ha liberamente scelto di non volerli. Potrebbe anche essere una cosa giusta, però fino ad oggi non ho sentito una sola voce, che spiegasse a noi “non addetti ai lavori”, cosa hanno di negativo le regole matrimoniali, costituzionalmente stabilite e legislativamente codificate.
In pratica, perché sia giusto rifiutare il matrimonio, tanto da dover dare ai conviventi un riconoscimento giuridico, per non discriminarli. In mancanza di chiare motivazioni, sembra quasi che l’alto numero dei dissenzienti determini il diritto al cambiamento delle regole.
Non si è mai spiegato il perché, in tanti rifiutano tali regole, e perché tale rifiuto determini l’esigenza dei nuovi diritti “civili”. Mi viene quasi il dubbio, che coloro i quali propugnano con tanta forza la necessità di tale conquista sociale, alla fin fine il vero motivo non ce lo vogliano dire.
Ma allora, tale motivo, non lo ritengono proprio nobile!
Tutti pro o contro, dissertano sull’argomento PACS e/o DICO, senza porsi e/o porre il quesito se tale nuova legge serva veramente (alcuni giuristi dicono che le principali tutele già erano previste dalla legge), e senza indicare chiaramente chi effettivamente si vuol tutelare.
Chiusa la premessa, che può essere anche considerata non pertinente, e/o tendenziosa, entro nel merito:
Dopo aver letto ripetutamente il testo del decreto legge ritengo che il DICO, così come è attualmente formulato, determini nella società una nuova corsia di convivenza ufficializzata, anzi più precisamente, la vera corsia privilegiata.
Nei 14 articoli del disegno di legge, ci sono soltanto diritti per la coppia, tranne l’articolo 12 che è l’unico che il diritto, lo da solo ad uno dei due. Quindi il più “debole” è tutelato dai quattordici articoli, il più “forte” sembrerebbe solo da 13.
Dico sembrerebbe, perché anche quell’articolo di fatto, una qualche tutela gliela dà; infatti al contrario del matrimonio, per la convivenza ci sono dei limiti temporali al disotto dei quali nulla è dovuto, ed al disopra dei quali, l’impegno agli alimenti è commisurato alla durata della convivenza stessa. Ulteriore tutela, è data dalla decadenza per altra convivenza.
Uno/a sposato/a, non ha tali tutele: dopo il divorzio, deve pagare per tutta la vita. Anche nel caso di convivenza manifesta dell’ex partner.
Dalla lettura del testo di quel disegno di legge, risulta quindi che la convivenza è la condizione più vantaggiosa per vivere in compagnia, quindi la vera unione di seria A: tutti diritti, quasi nessun dovere. Nel D.L. non si parla di figli e dei doveri nei loro confronti, e di qualsiasi altro dovere che il codice, chiaramente stabilisce per le persone sposate, quindi in mancanza di veri doveri, può diventare un contenitore da usare e da gettare, prima della fine del terzo anno, per non incorrere nell’unico dovere previsto (art. 12).
Dovesse continuare la convivenza, i primi tre anni sarebbero sempre un periodo di prova, che nessun tipo matrimonio prevede.
Per il matrimonio, invece, obblighi TUTTI e da SUBITO (dal doppio si)!
Altra bazza per i praticanti tale tipo di unione, è data dall’assoluta mancanza di sanzioni nei confronti di chi utilizzerà tale futura legge a scopi fraudolenti (permessi di soggiorno, pensione di reversibilità ed altro).
Il matrimonio civile e/o religioso, se passerà tale legge, conseguentemente, diventerà un modello di famiglia di serie B, in quanto comporta a quasi parità di diritti, tutti quei doveri che i conviventi non hanno voluto addossarsi.
Io sarò anche iper critico, ma ho l’impressione che sempre che passasse tale legge, nel testo attuale, il matrimonio civile non avrà più alcuna ragione d’essere; nel giro di qualche lustro, se ne perderà il ricordo.
Ringraziando per la cortese attenzione, distintamente La saluto. Romolo Rubini
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Caro Rubini,

l’aspetto più stupefacente della legge sui Dico, destinata comunque ad essere approvata dal Parlamento (approvazione niente affatto scontata) è l’ovvietà. Voglio dire che chi non si sposa, fra gli eterosessuali, lo fa unicamente perché respinge i vincoli del matrimonio. Vincoli affettivi, economici sociali. Ma non si capisce o almeno io non capisco perché debba godere di quei diritti riconosciuti esclusivamente al legame matrimoniale. Se li vuole che si sposi, civilmente o religiosamente. Sono fatti suoi.
Quel che invece si capisce benissimo è che i Dico fra eterosessuali sono l’anticamera dei Dico fra omosessuali.

Grazie per il Faccia a Faccia

Lunedì 19 Febbraio 2007

Salve Dott. De Carlo, scrivo per ringraziarla. Onestamente non condivido spesso le sue idee ma la possibilita’ che la Domenica offre a Massimo Fini di fare contraddittorio con lei per esprimere le sue idee su “QN” - ragionamenti che mi trovano molto concorde - è meritoria di un grosso ringraziamento.
Cordialemente,
Andrea Aiazzi

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Caro Aiazzi,

mi aiuti a capire. Lei è più d’accordo con me o con Fini? Comunque grazie per l’attenzione che conferma il successo della rubrica.

Un tuffo nel passato

Lunedì 19 Febbraio 2007

Accendo la TV. C’è il tg. Ehilà, ci risiamo: ancora le Br! Dopo un’indagine durata quasi tre anni, la Digos ha arrestato quindici militanti. Le accuse sono pesanti: banda armata e associazione sovversiva. Nel frattempo il commentatore dice: “ Obiettivi: una casa di Berlusconi a Milano, la sede del quotidiano Libero, gli studi di Sky e di Mediaset a Cologno Monzese, la sede dell’Eni a San Donato Milanese, il professore universitario Pietro Ichino, il dirigente dell’Eni Vito Schirone e il dottor Luigi Roth”. Non solo: i brigatisti arrestati rifiutano di rispondere ai magistrati. Anzi: continuano a minacciare. Dopo il tg, discussioni e dibattiti su varie reti. Opinionisti e politici dicono di non sapere bene di cosa si tratti davvero e neppure l’effettivo grado di pericolo di queste ipotetiche nuove Br. Ripetono che esprimere giudizi avventati non ha alcun senso, e sbaglia chi dice di essere già in grado, oggi, di definire i contorni della nuova galassia del terrorismo di sinistra. L’unica cosa seria da fare è attendere con calma gli sviluppi delle indagini e la ricostruzione delle biografie politiche degli indagati, non fosse altro perché non sono mancati, anche in anni recenti, episodi controversi di inchieste finite in bolla di sapone. Al di là delle parole, mi rimane una certezza: l’estremismo, fino al limite massimo dell’uso delle armi, non è mai del tutto scomparso in Italia. Molte volte è stato dato per annientato, sconfitto, distrutto. Ma è ritornato sempre. Cornice ideologica: resistere al nuovo che avanza, anche con la forza e, soprattutto, con tutto l’odio politico possibile. Intanto: “Mi dichiaro prigioniero politico”, così ha detto un nuovo brigatista al magistrato che lo interrogava. Dopo anni dai primi processi alle Br. All’incirca trenta. Resta la sensazione di un assurdo tuffo nel passato. Spengo la tv. Qualsiasi altro commento è inutile. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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Tenga pure spenta questa tv. Non solo la Rai ma anche Mediaset. L’ipocrisia è direttamente proporzionale al grado di inquinamento ideologico. E questo a sua volta riflette gli orientamenti politici delle redazioni, formate in prevalenza da giornalisti di sinistra o cattocomunisti o cosiddetti liberal. I giornalisti del ‘’come dire’’,tanto incapaci di formulazioni felici quanto refrattari a fornire al largo pubblico un’informazione serena.