Chi si suiciderà dei nostri parlamentari?

Gentile Dott. De Carlo
Leggo sempre con piacere i Suoi editoriali che mi sembrano molto equilibrati e puntuali.
Del resto sono un affezionato lettore de La nazione da quasi quaranta anni e per la quarta generazione!
Vorrei esprimere un telegrafico commento sulle elezioni U.S.A.
Ancora una volta mi sembra che la lezione della Democrazia Americana sia forte e chiara e noi dovremmo cessare di parlare a vanvera ed imitarla. Se per una Nazione di trecento milioni di cittadini si eleggono circa 450 deputati e 100 senatori non vedo perchè qui da noi per 60 milioni di cittadini se ne debbono eleggere 1000! A ben guardare sarebbero sufficienti i 350 senatori in rapporto al numero degli abitanti. Visto che si deve risparmiare in tutti i modi, perchè non lanciare la campagna: “La metà basta e avanza”, oppure “facciamo come negli Stati Uniti”. Penso che raccoglieremmo un discreto successo.
Con Stima.
Piero Luigi Restelli

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Davvero lei pensa caro Restelli che lo scombinato e frammentato Parlamento che ci ritroviamo sia disposto un giorno a votare il proprio dimagrimento? Le due dozzine (e più) di partiti che ci ritroviamo dopo il ritrono al proporzionale (ah Berlusconi!) che perfezione la presa in giro del Mattarellum (ah Mattarella!) non voteranno mai il proprio suicidio. In un sistema bipartitico impostato sul maggioritario secco, 450 rappresentanti sono più che sufficienti. In un sistema parlamentare impostato sul proporzionale anche il più insignificante leader della più insignificante formazione politica pretende un posto al sole per sè e i suoi seguaci.

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