Troppi debiti, va all’asta l’intero paese con i suoi abitanti. Questo è il progresso?

(ANSA) - BUENOS AIRES, 20NOV - Il destino degli abitanti di Olivares de San Nicolas, un paesino verdeggiante della provincia argentina di Cordoba, e’ appeso a un filo: fra un mese, se non si trovera’ una soluzione dell’ultima ora, sara’ in vendita con gli abitanti che la’ vivono e lavorano.
Il giudice di Buenos Aires Carlos Molina Portela ha sentenziato infatti che il 18 dicembre le terre di proprieta’
dell’impresa Olivares y Vinedos di San Nicolas, su cui appunto sorge il paesino, saranno vendute all’asta a
causa della montagna di debiti da essa contratti con il Banco Frances. Questa vicenda ha fatto scalpore in Argentina, per la memoria ancora fresca fra l’altro dell’asta lo scorso anno per il villaggio di Los Amores (provincia di Santa Fe) dove 44 famiglie hanno rischiato di perdere le loro case. Per la verita’, le vendite all’incanto di piccoli centri abitati, non sono una novita’, in particolare negli Stati Uniti, dove sul portale e-Bay sono stati venduti, nel 2002 e nel 2006, Bridgeville in California (1,7 milioni di dollari) e Warren in Connecticut (cinque milioni di dollari). Inutile dire che fra gli abitanti di Olivares de San Nicolas, per lo piu’ poverissimi discendenti di emigrati
spagnoli ed italiani che sopravvivono con l’indotto dell’oleificio, l’allarme e’ grande: se la vendita sara’ conclusa,
almeno 500 persone (delle 800 che costituiscono la popolazione totale) potrebbero dover fare le valigie e
abbandonare le proprie case. I nuovi proprietari, sottolinea oggi la stampa argentina, potrebbero perfino esigere la totale disponibilita’ di numerosi edifici pubblici che sono stati costruiti sulle terre messe all’asta: chiesa, scuola, mensa, commissariato di polizia, sede del giudice di pace e pronto soccorso, nonche’ vari negozi di generi di prima necessita’. Sui 1.200 ettari di terreno di proprieta’ dell’impresa sull’orlo del fallimento, oltre ad essere coltivati piu’ di 100.000 ulivi, vi e’ un oleificio, sorto negli anni ‘30, in cui sono impiegati la maggior parte degli abitanti del villaggio (100 nell’organico fisso e molte centinaia come stagionali) e che secondo i suoi responsabili e’ il piu’ grande del mondo per il trattamento di olive frutto di agricoltura organica. La vendita all’asta, fissata in un primo tempo per il 30 maggio, era stata differita a dicembre per l’intervento del governo della regione. Nella sua sentenza, il giudice Molina Portela non ha accolto ne’ la richiesta degli abitanti di escludere dalla vendita l’area (20 ettari) su cui e’ costruito il centro abitato, ne’ la richiesta dell’impresa di saldare il debito di un milione di dollari con il provento del prossimo raccolto previsto per marzo. L’avvocato degli abitanti, Eduardo De Luca, ha affermato che la sentenza, oltre a disporre illecitamente di beni pubblici all’interno della proprieta’, viola distinti trattati internazionali sui diritti umani, tra cui la Convenzione sui diritti del fanciullo. Il sindaco, Antonio Carmen Heredia, ha precisato al riguardo che sono 65 le case incluse nella venditaall’incanto, per cui e’ naturale la ‘’grande preoccupazione'’ degli abitanti, molti dei quali vivono la’ da piu’ di 60 anni.

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