Quella dedica a Facchetti
onora l’Inter campione
Martedì 24 Aprile 2007
di Xavier Jacobelli
Narrano le cronache dei festeggiamenti per lo scudetto n.15 che il primo interista a intonare il coro dei compagni per Facchetti è stato Dacourt. Un gesto significativo. Conferma come Giacinto fosse diventato un simbolo anche per chi, al pari dell’ex romanista, aveva avuto soltanto il tempo di conoscerlo. Passa, il tempo, ma non sbiadisce il ricordo di chi è stato un uomo grande e un grande uomo. Ecco perchè quella dedica di Moratti e dei Campioni d’Italia onora l’uno e gli altri e ancora commuove la famiglia di Facchetti. Ecco perchè è stato toccante leggere le parole di Gianfelice, che, intervistato ieri su queste colonne da Laura Alari, ha confidato: «Mio padre sarebbe stato felice sul pullmann con i giocatori. Questa è la sua vittoria. Un messaggio ai tifosi nerazzurri perchè lo conservino insieme a questo scudetto? La sua vita, il modo in cui l’ha affrontata e vissuta, anche nel momento della malattia, parlano da sole». Giacinto era talmente straordinario che, nell’ultima settimana di vita sorrideva con lo stesso sorriso di sempre, ha ricordato Milly Moratti. Dio solo sa quanto il nostro calcio, immerso nella melma sino al collo e assediato da troppi ominicchi, avrebbe bisogno di uno come Facchetti. Per questo, il suo esempio, la sua lezione, il suo ricordo continuano a vivere. Quest’Inter vuole essere tutto ciò che Giacinto è stato.