L’ambigua e contestata eredita’ di Pinochet
Caro De Carlo,
e’ la prima volta che le scrivo e il motivo e’ che essendo sempre d’accordo con lei non ritengo opportuno farle perdere del tempo per farglielo sapere. Ma questa volta le chiedo un chiarimento. Ho letto il suo ‘’coccodrillo'’ (si dice cosi?) su Pinochet e sono rimasto perplesso sul suo esordio: tiranno o benefattore?
Scusi perche’ benefattore? Un dittatore che sopprime la democrazia, seppur a tempo determinato, puo’ essere un benefattore?
Cordialita’,
M. Devoto
************* **************
Si, caro Devoto, si possono provocare benefici effetti sia pure con mezzi sbagliati. Quelli di Pinochet erano chiaramente ripugnanti, ma l’avere scongiurato in Cile un regime marxleninista andato al potere - non va dimenticato - democraticamente, ha scongiurato che il piu’ europeo degli Stati latinoamericani andasse incontro a un destino cubano, cioe’ alla miseria generalizzata accompagnata dal totalitarismo istituzionale.
Fra i tanti golpisti sudamericani Pinochet si e’ distinto, se non in brutalita’, certamente per intelligenza. Non appena conquistato il potere, ha lasciato agli economisti il compito di occuparsi di economia. I quali per lumi si sono rivolti al padre del liberismo americano, quel Milton Friedman ispiratore anche di Ronald Reagan.
Gli effetti, appunto benefici, si sono prodotti. Il Cile ha segnato una crescita impetuosa e, quando il dittatore ha giudicato maturo il ritorno alla democrazia, si e’ fatto da parte. Il che conferma una vecchia regola: le dittature di destra sono reversibili, possono cioe’ terminare motu proprio. Quelle di sinistra per la loro natura ideologica sono irreversibili, possono cioe’ terminare in forza di eventi traumatici. Esempi delle prime: Argentina, Grecia, Spagna, Cile. Esempi delle seconde l’Urss e i Paesi dell’est europeo.