Archivio di Marzo 2007

Un Oscar all’ipocrisia

Giovedì 8 Marzo 2007

Quello dato a Al Gore a Hollywood, lo definirei un Oscar all’ipocrisia. Tutti pazzi per lui, soprattutto Italia dove il suo documentario catastrofista da Oscar viene invocato in prima serata tv. Ma negli USA gli fanno i conti in tasca: E scoprono che nel 2006 la sua lussuosa villa ha consumato 20 volte più energia di quella di un americano medio. E un centro di ricerca propone di consegnargli una statuetta d’oro all’ipocrisia.
Che ne dice?
A.N., Bologna

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Dico che quella statuetta (all’ipocrisia) gli tocca a pieno titolo. Con disappunto, suppongo, della sinistra italiana per la quale Al Gore è un punto di riferimento nella costituzione di un partito democratico all’americana.

Un partigiano della libertà

Giovedì 8 Marzo 2007

Caro De Carlo
leggere la mia mail spezzettata sul suo blog è stata una pugnalata alla
schiena. Lei sa benissimo che la lettera non era tanto lunga, ne ha
pubblicate di ben più imponenti. D’altra parte non avevo grosso interesse a
vedere il mio nome scritto sul blog, speravo solo di toccarla. Se per caso
ha avvertito toni troppo duri le chiedo scusa, anche se sinceramente non mi
era sembrato di essere stato offensivo. Lei però lo è stato,e molto.
Pubblicarmi in questa maniera, estrapolando qua e là (non capisco il senso
neppure io che l’ho scritta) è stata da parte sua una cattiveria gratuita.
Ha voluto solo poter rispondere davanti al suo pubblico da vero ultrà, come
oltretutto si definisce. Non è necessario che pubblichi questa nuova
lettera, vorrei solo dirle una cosa. Mi ricordo bene quella sera che ho
scritto, ero arrabbiato con lei. Soprattutto mi ricordo le ultime righe.

Avrebbe potuto tralasciare tutto il resto della lettera e commentare con tre
parole le ultime frasi, quando le chiedevo di abbassare i toni, quando le
dicevo che in molti, soprattutto fra noi giovani, siamo stanchi di gente
arrabbiata come lei, che non dialoga ma sbraita solo, decenni di
frustrazione politica. La destra ne ha avuto la possibilità e non ha fatto
meglio della sinistra e lei lo sa in fondo, ma non lo ammetterà. Se fossimo
tutti meno ultras e più amici questo Paese che io fuggo ma che non riesco a
lasciarmi alle spalle sarebbe sicuramente migliore. Invece lei mi conferma
che non c’è posto per gente che vuole il dialogo, si definisce impudicamente
ultrà e riesce ad esserlo anche nelle sue citazioni giornalistiche. Mi tira
fuori uno come Aron, che diceva che fra i motivi validi perchè uno Stato
ricorra alla guerra c’è la gloria nazionale. La gloria. Mi vengono i
brividi. Lo diceva negli anni sessanta.

Ma a parte certe uscite totalitarie, se proprio Aron è o è stato un suo
idolo, saprà meglio di me che ha passato buona parte della sua vita a
studiare Marx. Non avrebbe sprecato quarant’anni in questo modo se non fosse
stato un uomo aperto e curioso verso il prossimo. Non vedo l’ultrà in lui,
non come lo intende lei. Uno che diceva che le persone di destra e di
sinistra sono tutte emiplegiche non si sarebbe mai definito un ultrà,
soprattutto con l’entusiasmo che ho sentito in lei. Di questi tempi,
politici e culturali, credo che orami quasi tutti abbiano capito che
l’estremismo, che sia di idee o di fatti, non porta da nessuna parte. Lei e
i suoi amici, non siete soli al Mondo, ricordatevelo. E se il suo sogno è che
tutti un giorno capiscano che lei ha ragione, è fuori strada, chieda pure ad
Aron. E non mi dica che non è così perchè l’ultra per definizione non vede
altro che la sua idea.

Che brutto mondo, senza confronto. Spero che queste righe la facciano
pensare un po’, non c’è bisogno che mi risponda. Solo non potevo lasciare la
cosa cosi, non capisco se ha fatto finta di non capire cosa volevo dire o se
effettivamente l’annebbiamento da ultrà, parola che sto ribadendo solo
perchè da lei accettata con allegria, possa accecare fino a questo punto.

Cordialmente
Stefano

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Questa volta, come vede, la sua lettera la pubblico integralmente. Aggiungo una sola cosa: Aron divenne intransigente (io preferisco dire intollerante) nei confronti della faziosità politica e dell’imbecillità ideologica esattamente dopo avere studiato Marx. Va citato come un partigiano (io preferisco dire ultra) della libertà, valore assoluto e primario.