I terroristi urbani di Catania e di Genova

Caro Dottor De Carlo,
Le scrivo perché sono molto indignato dai fatti accaduti a Catania e non solo. Non Le sembra che l’Italia, come Paese, sia su una brutta china? Ho letto i “ commenti “ di quanto è successo a Catania, sui muri di Livorno ( guarda caso ) e Piacenza e francamente devo dire che mi ha dato veramente fastidio! Mi sembra ( a occhio ) sia opera dei cosiddetti “ no global “ oppure ad appartenenti ai centri sociali che, tra l’altro, sono ben rappresentati nel “nostro” Parlamento. Lo so che non è “politically correct’’ fare certe affermazioni, ma visto che nessuno osa dire qualcosa lo faccio io .
Lei come definirebbe un tipo come il Giuliani, sì il “martire genovese”, ? Non Le sembra che i suoi eroismi siano da assimilare con ciò che è successo a Catania? A me sì. Mi è sembrato, vedendo le immagini degli scontri, di tornare a Genova qualche anno fa, solo che allora morì il Giuliani (che se l’era andata a cercare) adesso è morto un poliziotto nello svolgimento del suo dovere per qualche euro in più.
Ma sa quali sono le cose che più mi fanno indignare?… sapere che la mamma del Giuliani siede in Parlamento (che c’azzecca???) e per di più che il Presidente della Camera il comunista Bertinotti ( che come la maggior parte del “popolo” si fa operare in cliniche private a pagamento, e che pagamento!) sta “lottando” per ottenere l’autorizzazione onde dedicare un’aula del Parlamento all’eroico Giuliani. Non ho parole. Ma cosa dobbiamo allora dedicare al povero Raciti?
Un fortissimo abbraccio alla signora Raciti e ai suoi due figli.
Francesco , Occhiobello (RO)
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Caro Francesco,
sono convinto anch’io che fra i terroristi urbani di Catania ci fossero elementi che nulla hanno a che fare con il calcio. Ma ritengo che la maggiore responsabilità vada comunque e sempre ricercata fra quei club che si presentano negli stadi con striscioni incendiari e spesso sgrammaticati, lanciano petardi, fumogeni, bottigliette e carta igienica, sono raggruppati sotto ‘’ragioni sociali’’ che già nelle denominazioni si richiamano al radicalismo, alla violenza, all’intolleranza. Gli ‘’ultras’’, le ‘’brigate’’, i ‘’gruppi combattenti’’ possono trovare una qualche giustificazione militare in una guerra partigiana o costituiscono movimenti di ribellione sociale, ma trasferiti al gioco del calcio fanno ridere o piangere se poi sono all’origine di aggressioni mortali. Come a Catania appunto.

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