Un popolo di guardoni

Caro Dottore,
so che lei risiede negli Usa e allora le vorrei chiedere: gli americani ci vedono come gli inglesi? Ha letto l’articolo del ‘’Financial Times’’ sulla mortificazione commerciale della donna italiana?
Ha visto come ci giudicano gli inglesi? Un popolo di guardoni, i cui spettacoli, la cui televisione, la cui pubblicita’, la cui moda e’ aggressiva, volgare, cosparsa di donnine nude che straripano da tutti i manifesti, da tutti i teleschermi, dalle pagine dei giornali, eccetera. Il tutto alla faccia della dignita’ e delle ‘’pari opportunita’’’ (c’e’ persino un ministero) della donna.
Ma come puo’ un popolo del genere pretendere di essere preso sul serio?
Scusi lo sfogo.
Amedeo Pini

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E infatti, caro Pini, non veniamo presi sul serio. Ne’ negli States ne’ in Europa. L’alluvione di donnine, veline, aspiranti miss ammiccanti, invitanti, abbigliate in maniera provocante e sfacciata e’ considerata il simbolo della frivolezza di un’intera nazione. Una nazione, che si perde nell’effimero e non si accorge che l’esuberanza sessuale, peraltro sanissima, non e’ tutto. Ci sono priorita’ che non vengono onorate da un popolo di cicale.
Lo sfruttamento commerciale del corpo femminile, quando diventa ossessione, appare emblematico di arretratezza culturale e politica. L’Italia e’ ferma al palo. I nostri vicini, a cominciare dalla Francia di Sarkozy, si sono messi a lavorare di piu’. Noi di meno. Vanno in pensione con piu’ anzianita’. Noi con meno. Viaggiano piu’ veloci. Noi piu’ lentamente. Pagano meno tasse. Noi di piu’. Chiudono le porte all’immigrazione clandestine. Noi le apriamo. Rinnovano le fonti energetiche. Noi siamo fermi al petrolio. Insomma, crescono di piu’. Noi di meno.
E allora forse non rimane che consolarsi ammirando i seni di quell’Elisabetta Canalis citata anche dal ‘’Financial Times’’.

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