Appello disperato dalla scuola italiana
Sono una docente che vorrebbe lamentarsi dell ‘odierna invadenza dei genitori nella scuola dell’obbligo.
Oggi la disciplina degli alunni è quasi inesistente. E i prof vengono più o meno (vedi le materie) massacrati dagli alunni con il loro comportamento . Se poi un giorno
alzi la voce un attimo o ti scappa una parola di storto un po’ colorita , ecco che esce subito la mammina di turno a fare rimostranze verso il preside o direttamente al prof stesso. Cioè siamo passati da una scuola di 35 anni fa,dove c’era per legge la punizione corporale, ad una scuola dove gli insegnanti debbono subire tutte le vessazioni e angherie degli alunni e stare zitti. Zitti, perchè i presidi non vogliono problemi e poi le mammine arrivano subito a brontolare che il prof non sa insegnare,etc……se uno alza la voce…..dopo un po’ !!!
Oggi se fai un rapporto i ragazzi ti ridono dietro un mese; poi vedi i fatti recenti sui telefoni , handicappati malmenati , prof picchiati, …. entri in classe ,chi salta,chi ride,chi canta,chi tira la roba, chi urla,…hoè!!!
Al tempo del Duce ,da video visti, appena entrava il prof. in classe, gli alunni stavano sui banchi con le ginocchia in fila strette e allineate !!!
Potete fare un appello al ministro dell’Istruzione anche voi, e sensibilizzare in favore di una disciplina un po’ più
Seria. E’ ora o no che un rapporto o una sgridata di un prof abbia un peso ?
Grazie .
Prof. Ivana, Firenze
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Gentile Signora,
la sua testimonianza non ci rivela purtroppo nulla di nuovo. La scuola italiana, soprattutto quella elementare e media, è in gran parte politicizzata. A comandare sono spesso i sindacati, i quali nei decenni hanno lasciato che lassismo, permissivismo, faziosità di programmi (in particolare nella storia), appiattimento di valori, mortificazione del merito avessero il sopravvento sul vecchio concetto delle valutazioni individuali basate sugli studi, sul rendimento,sui voti.
Questi ora sono i frutti. I giovani che escono dalle nostre scuole sono sempre più ignoranti e dunque impreparati a misurarsi sul palcoscenico internazionale con i loro coetanei di Francia, Germania, Gran Bretagna, eccetera.
Come meravigliarsi della fuga dei cervelli? Coloro che raggiungono l’età della ragione e non si rassegnano, appena possono se ne vanno: emigrano in Paesi in cui la competition assicura ai meritevoli i primati e i riconoscimenti, anche economici, cui aspirano e che in Italia non potrebbero mai avere.