Putin e il messaggio islamico
Una considerazione sul caso della spia russa uccisa col polonio: se è
stato Putin, ha usato il peggior modo possibile per uccidere quella
persona.
Putin aveva interesse ad una morte discreta, magari che si
potesse confondere con una causa naturale, tale che non si potesse
risalire al possibile mandante e, soprattutto, tale che, l’eventuale
scandalo, potesse venire dimenticato nel più breve tempo possibile.
L’uso del polonio contraddice tutte queste condizioni: le caratteristiche
della morte della spia sono tali da rimandare subito all’avvelenamento
da radiazioni (basti la foto con la testa priva di capelli ), il polonio
non è una sostanza chimica che viene rapidamente metabolizzata ma rimane
tracciabile per anni, dalle sue caratteristiche si può risalire alla
centrale che l’ha prodotto, infine e più importante di tutto, è lo
strumento perfetto per scatenare una psicosi di massa destinata a durare
quanto le tracce del polonio.
Questa morte così insolita mi fa pensare ad un messaggio mandato
all’0ccidente dal terrorismo islamico (non dimentichiamo che la vittima
si era appena convertita all’islam, il che, per un russo, vuol dire essere
simpatizzante per il terrorismo ceceno ed il terrorismo internazionale
che finanzia la guerriglia cecena).
Con questa morte l’occidente è stato
informato che il terrorismo islamico ha le famose armi di distruzione di
massa. L’ironia della cosa, se è come ho appena detto, è che l’0ccidente
non potrà che avallare la pista russa per non far sapere alla gente che
gli islamici sono già in possesso di tali armi, scatenando una psicosi di
massa incontrollabile.
g.cipolla@ao-siena.toscana.it
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Il suo ragionamento non fa una piega. Spero solo che lei esageri in pessimismo.