Gp Europa: E ora la Ferrari è fuori dal tunnel

Era dalla estate del 2004 che la Ferrari non si aggiudicava due gare di seguito. E se Imola poteva prestarsi all’equivoco, trattandosi di un tracciato per molte ragioni storicamente favorevole alla Signora in Rosso, il verdetto del Ring spazza via le perplessità residue. Questa è una vittoria fondamentale: l’eterno Schumi ha strabattuto Alonso. Alla fine di un duello logorante, il bilancio è chiaro: nel Gran Premio d’Europa, il Cavallino ha prevalso in tutto. Con il pilota. Nella scelta strategica. Nella competitività complessiva del ‘prodotto’: gomme, motore, aerodinamica. Insomma, ci siamo. La Ferrari è fuori dal tunnel e ben si comprende l’euforia che anima i festeggiamenti della Scuderia.

Certo, conviene prepararsi ad una stagione estenuante: alle doti di velocista, il campione in carica, che è appunto Alonso, assomma la virtù straordinaria del…ragioniere. Un anno fa, lo spagnolo vanificò la supremazia tecnologica della McLaren Mercedes di Raikkonen applicando le logiche della formica: aveva un vantaggio cospicuo, lo amministrò con la saggezza del veterano. Adesso, si replica.

Il meccanismo di assegnazione dei punti turba dannatamente i sogni di Michelone: con due vittorie consecutive, ha recuperato appena quattro lunghezze al pupillo di Briatore. Tanto per fare un esempio, se anche le prossime sei corse avessero lo stesso ordine d’arrivo di Imola e del Ring (primo Schumi, secondo Alonso), in vetta al campionato ci sarebbe ancora Fernando! Ecco perché, in prospettiva, diventa decisivo il ruolo di Massa. Ieri il piccolo Felipe ha dato una bella risposta ai detrattori, compreso chi scrive: ha guidato con il piglio del protagonista.

Semplificando: ha fatto il suo dovere. Ma, sperando che il tedesco si conservi com’è, cioè il migliore, il brasiliano avrà il compito di mettere il muso della ‘248’ davanti alla Renault dello spagnolo. Comunque, godiamoci il ritorno spettacoloso della Signora in Rosso: l’Italia può vincere limitandosi a pilotare le macchine, mica c’è bisogno di pilotare le designazioni arbitrali. Coi tempi che corrono, è una gran bella notizia.

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