Gp S.Marino: Michael il Grande, alla faccia del pensionato

Resistendo all’assedio del gladiatore Alonso, l’intramontabile tedescone ha dato una risposta, speriamo definitiva, a chi si ostina a metterne in discussione le motivazioni, la voglia di essere protagonista. Se Schumi è un candidato alla pensione, allora smettiamo di parlare di Formula Uno e dedichiamoci ad altre riflessioni.
Ma il delirio di una folla innamorata è un messaggio forte e chiaro: l’alleanza italo-tedesca continua. Tutto ciò premesso, la vittoria spaccacuore, attesa da più di un anno, non fuga i sospetti della vigilia: nonostante i progressi della ‘248’, la Renault resta la macchina migliore.

Il drammatico calo di prestazioni accusato dalle Rosse dopo il primo pit stop (anche Massa ha rallentato di brutto) segnala un deficit di consistenza che è un grosso handicap, soprattutto in prospettiva. Questione di gomme, probabilmente: ma su piste diverse da Imola lo scatenato Alonso avrebbe vinto a mani basse. Però, come insegna Romano Prodi, alla fine della fiera conta l’ordine d’arrivo.

E la Ferrari aspettava da troppo tempo (dall’autunno del 2004, valendo solo per la statistica il primo posto di Schumi nella Indianapolis disertata dai concorrenti) un successo così prezioso. Prezioso e stimolante: ora si tratta di capire se i nostri eroi di Maranello, che sono stati bravissimi a reagire ai disastri di Malesia e Australia, riusciranno a dare al vecchietto di Germania una vettura competitiva in ogni situazione e in ogni condizione, dal primo all’ultimo giro.

Per sperare di strappare ad Alonso il titolo iridato, serve insomma una Rossa senza apnee, senza sbalzi di pressione, senza angosce improvvise. E’ una scommessa affascinante, da giocare per intero. Michelone c’è ancora e il rovesciamento delle parti rispetto ad Imola 2005, quando fu Fernando ad imporsi al volante di una macchina meno veloce, è un indizio incoraggiante. Il resto dipende dalla Ferrari spaccacuore.

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