Di sicuro, tra le grandi potenze tennistiche l’Inghilterra se passa peggio di tutte. Sono stati costretti (pensa te!) a riporre tutte le loro speranze in un giovanotto scozzese (la rivalità all’interno dell’isola è proverbiale), cresciuto, formatosi sotto il sole della Spagna. Non vincono il loro Wimbledon dai tempi di Churchill, e le cose sembreno andare sempre peggio.
Infatti, oggi il tennis si è compiutamente globalizzato. La top ten Atp di quest’anno vede rappresentati Paesi come Svizzera,Spagna, Serbia, Cile e Russia. Almeno, in questi ultimi 20 anni australiani, americani, persino francesi hanno tenuto il passo. Hanno avuto i loro numeri Uno e i loro Slams. Oltremanica sembra essere precipitati in terza fascia tennistica. Nonostante un budget “monstre” a disposizione della Federazione.
Un paradosso difficile da spiegare. Almeno per chi come me non è un addetto i lavori. Forse manca la determinazione, la “fame” di imporsi nelle giovani speranze, qualità che non mancano certamente ai colleghi delle cosidette nazioni “emergenti” (Est Europa e Sudamerica sotto i riflettori).
Eppure Federer è nato qui. Nella ricca Europa occidentale. Quindi il paradosso continua. In attesa della definitiva esplosione di Murray (speriamo a breve). Forse lo scozzese, con futuri successi, potrebbe creare quel circolo virtuoso che spinge all’emulazione da parte dei conterranei.
Tornando alla domanda di Ubaldo, e se fosse Goran la soluzione giusta? Un paradosso (l’Ivanisevic coach) medicina per un altro paradosso (l’Inghilterra dalla grande tradizione e dalle vittorie perse nella notte dei tempi)?
In ogni caso, con Goran di mezzo, ci sarà da divertirsi….
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