Commenti a: La morte di David Foster Wallace. Scrittore. Conoscitore di tennis http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 16:36:06 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: andrew http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-84342 andrew Mon, 22 Sep 2008 13:46:36 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-84342 ...troppo tardi...ma grazie comunque del consiglio... sono già a pag. 95... leggo solo le figure... …troppo tardi…ma grazie comunque del consiglio…

sono già a pag. 95…

leggo solo le figure…

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Di: Giovanni da Roussillon http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83266 Giovanni da Roussillon Sat, 20 Sep 2008 08:10:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83266 Trovo bello l'invito rivolto a Andrew dall'autore del pezzo. Mi permetto aggiungere con rispetto un pensiero in ordine alla perdita. Col presupposto che decidiamo (tagliamo) ogniqualvolta si presenta una situazione con più sbocchi, le perdite sono frequenti, spesso dolorose; ma anche ci sono infierite, nel cui caso ci manca persino la facoltà di come tagliare e siamo vittime del taglio. Eppure più riusciamo a prendere le cose per quel che sono, col distacco ragionevole necessario, e senza ritenerle del tutto fisse rispetto alla prima percezione, anche la nozione di perdita perde almeno una parte della sua accezione più drammatica che le attribuiamo. Penso in particolare a quella "ogni tanto" di se. Tenendo un poco presente questa riflessione, provo a guardare alla grandezza di ciò che rimane di Wallace. Trovo bello l’invito rivolto a Andrew dall’autore del pezzo.
Mi permetto aggiungere con rispetto un pensiero in ordine alla perdita.
Col presupposto che decidiamo (tagliamo) ogniqualvolta si presenta una situazione con più sbocchi, le perdite sono frequenti, spesso dolorose; ma anche ci sono infierite, nel cui caso ci manca persino la facoltà di come tagliare e siamo vittime del taglio. Eppure più riusciamo a prendere le cose per quel che sono, col distacco ragionevole necessario, e senza ritenerle del tutto fisse rispetto alla prima percezione, anche la nozione di perdita perde almeno una parte della sua accezione più drammatica che le attribuiamo. Penso in particolare a quella “ogni tanto” di se.
Tenendo un poco presente questa riflessione, provo a guardare alla grandezza di ciò che rimane di Wallace.

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Di: Gianluca Comuniello http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83227 Gianluca Comuniello Fri, 19 Sep 2008 21:26:24 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83227 Grazie a tutti, signori. Il dibattito che si sta sviluppando sarebbe sicuramente piaciuto a DFW. Per andrew, un consiglio che dettero a suo tempo a me: comincia da "La scopa del sistema", se non lo hai letto. Se invece lo hai letto: Infinite Jest va preso con pazienza, per assaporarne la complessità: c'è la politica, c'è l'individualismo, ci sono le droghe(intese nella loro accezione più vasta)... c'è il tennis. E' un viaggio che merita fare, ma occorre avere la consapevolezza che ogni tanto ci si può perdere. Grazie a tutti, signori. Il dibattito che si sta sviluppando sarebbe sicuramente piaciuto a DFW.
Per andrew, un consiglio che dettero a suo tempo a me: comincia da “La scopa del sistema”, se non lo hai letto. Se invece lo hai letto: Infinite Jest va preso con pazienza, per assaporarne la complessità: c’è la politica, c’è l’individualismo, ci sono le droghe(intese nella loro accezione più vasta)… c’è il tennis. E’ un viaggio che merita fare, ma occorre avere la consapevolezza che ogni tanto ci si può perdere.

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Di: Thomas Yancey http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83149 Thomas Yancey Fri, 19 Sep 2008 09:43:26 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83149 David Foster Wallace ha tentato con tutte le sue forze di afferrare il “Grande Romanzo Americano”. E’ stato paragonato a scrittori con i quali aveva in realtà poco a che spartire se non la stessa ossessione. Ma Wallace non perseguiva con ferocia il suo sogno. Non era duro e smaliziato, ma sensibile e confuso, ironico e nauseato, appassionato e solo. Ha sperato di aggrapparsi alle colonne d’Ercole crollanti della generazione del dopoguerra, ai grandi visionari che prima di chiunque altro sono stati sopraffatti dall’orrido mondo che li circondava, perché ormai la poesia pura non era più in grado di sovrastare quel mondo. L’uomo non crea idee, le elabora. La proprietà di un’idea appartiene solo a chi la esprime meglio. A me pare che Wallace abbia aderito alla verità che emana dalla grande arte. Ma non ha saputo andare oltre, seppure la sua spasmodica tensione lo spingesse con disperante violenza verso l’espressione artistica. Questa è forse la ragione per la quale la sua vita è diventata una conflagrazione accelerata. La stupidità profonda a cui siamo abituati ci spinge a interessarci delle idee altrui solo quando queste lambiscono le nostre afflizioni. La cosiddetta industria della cultura ce ne presenta a bizzeffe di eroi adatti al nostro limitatissimo immaginario. E i preposti non lo fanno artatamente, come molti vogliono ritenere perché è politicamente comodo: sono semplicemente ignoranti loro per primi. Ecco perché una notizia di cronaca può rendere più famoso un artista altrimenti poco meno che oscuro per tanti. Spero che per David Foster Wallace la porzione di infinito che ora lo accoglie sia finalmente lieve. David Foster Wallace ha tentato con tutte le sue forze di afferrare il “Grande Romanzo Americano”. E’ stato paragonato a scrittori con i quali aveva in realtà poco a che spartire se non la stessa ossessione. Ma Wallace non perseguiva con ferocia il suo sogno. Non era duro e smaliziato, ma sensibile e confuso, ironico e nauseato, appassionato e solo.
Ha sperato di aggrapparsi alle colonne d’Ercole crollanti della generazione del dopoguerra, ai grandi visionari che prima di chiunque altro sono stati sopraffatti dall’orrido mondo che li circondava, perché ormai la poesia pura non era più in grado di sovrastare quel mondo.
L’uomo non crea idee, le elabora. La proprietà di un’idea appartiene solo a chi la esprime meglio. A me pare che Wallace abbia aderito alla verità che emana dalla grande arte. Ma non ha saputo andare oltre, seppure la sua spasmodica tensione lo spingesse con disperante violenza verso l’espressione artistica. Questa è forse la ragione per la quale la sua vita è diventata una conflagrazione accelerata.
La stupidità profonda a cui siamo abituati ci spinge a interessarci delle idee altrui solo quando queste lambiscono le nostre afflizioni. La cosiddetta industria della cultura ce ne presenta a bizzeffe di eroi adatti al nostro limitatissimo immaginario. E i preposti non lo fanno artatamente, come molti vogliono ritenere perché è politicamente comodo: sono semplicemente ignoranti loro per primi. Ecco perché una notizia di cronaca può rendere più famoso un artista altrimenti poco meno che oscuro per tanti.
Spero che per David Foster Wallace la porzione di infinito che ora lo accoglie sia finalmente lieve.

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Di: Nik85 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83147 Nik85 Fri, 19 Sep 2008 09:30:59 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83147 Mi permetto di aggiungere alla splendida tenzone Giovanni-Chloe una citazione tratta dalla voce "Libertè" di Voltaire: "la vostra volontà non è libera, ma le vostre azioni sì. Voi siete liberi di agire, quando avete il potere di agire". Ci sono due libertà in Voltaire. La libertà metafisica, ovvero il libero arbitrio, non esiste. Credo sia il concetto espresso da Chloe riguardo il complesso fenomeno del suicidio. Ma la libertà nella vita associata, ovvero la libertà di azione, l'abbiamo, quella sì. E credo sia ciò che intende Giovanni quando parla di buon senso e amore e sentimento verso il prossimo. Ma forse quando si parla di amore per la Vita, Giovanni, si trascende la "semplice" libertà di azione e si cade ineluttabilmente nell'assenza di libero arbitrio. La coscienza di un suicida è un'entità talmente complessa che se lo stesso potesse staccarsi dal proprio "io" (ammesso che ce ne sia uno definibile, come sostiene Chloe) e osservarsi, probabilmente non proverebbe nè un sentimento di stupore nè di pentimento, ma si troverebbe nell'assoluta incapacità di comprensione del fenomeno, utilizzando i "semplici" strumenti della ragione e del buon senso umano. Eppure - e questa è la straordinarietà dell'essere umano - quel fenomeno così complesso, indecifrabile, metafisico, non è così lontano, non necessita di essere osservato con apparecchi avanzati e solo di riflesso, come una stella a miliardi di anni luce. Forse e' troppo vicino a noi, è troppo dentro di noi per riuscire a decifrarne il messaggio, a coglierne il significato. E chissà che non avesse ragione Hegel nell'affermare che la scienza più complessa non è la fisica, non l'astrosifica, non è alcuna delle scienze naturali, ma, quasi banalmente, è lo studio dell'uomo, della sua psiche e del suo comportamento. In fondo, è lo studio di noi stessi. Mi permetto di aggiungere alla splendida tenzone Giovanni-Chloe una citazione tratta dalla voce “Libertè” di Voltaire: “la vostra volontà non è libera, ma le vostre azioni sì. Voi siete liberi di agire, quando avete il potere di agire”. Ci sono due libertà in Voltaire. La libertà metafisica, ovvero il libero arbitrio, non esiste. Credo sia il concetto espresso da Chloe riguardo il complesso fenomeno del suicidio. Ma la libertà nella vita associata, ovvero la libertà di azione, l’abbiamo, quella sì. E credo sia ciò che intende Giovanni quando parla di buon senso e amore e sentimento verso il prossimo. Ma forse quando si parla di amore per la Vita, Giovanni, si trascende la “semplice” libertà di azione e si cade ineluttabilmente nell’assenza di libero arbitrio. La coscienza di un suicida è un’entità talmente complessa che se lo stesso potesse staccarsi dal proprio “io” (ammesso che ce ne sia uno definibile, come sostiene Chloe) e osservarsi, probabilmente non proverebbe nè un sentimento di stupore nè di pentimento, ma si troverebbe nell’assoluta incapacità di comprensione del fenomeno, utilizzando i “semplici” strumenti della ragione e del buon senso umano. Eppure - e questa è la straordinarietà dell’essere umano - quel fenomeno così complesso, indecifrabile, metafisico, non è così lontano, non necessita di essere osservato con apparecchi avanzati e solo di riflesso, come una stella a miliardi di anni luce. Forse e’ troppo vicino a noi, è troppo dentro di noi per riuscire a decifrarne il messaggio, a coglierne il significato. E chissà che non avesse ragione Hegel nell’affermare che la scienza più complessa non è la fisica, non l’astrosifica, non è alcuna delle scienze naturali, ma, quasi banalmente, è lo studio dell’uomo, della sua psiche e del suo comportamento. In fondo, è lo studio di noi stessi.

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Di: Agatone http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83138 Agatone Fri, 19 Sep 2008 07:50:52 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83138 x Chloe certo, sono d'accordo: siamo molto più sovradeterminati (socialmente) e anche sottodeterminati (emotivamente e fisicamente). E il gioco del tennis è un mezzo molto interessante per capire ancora meglio questo. grazie della precisazione x Chloe
certo, sono d’accordo: siamo molto più sovradeterminati (socialmente) e anche sottodeterminati (emotivamente e fisicamente). E il gioco del tennis è un mezzo molto interessante per capire ancora meglio questo.
grazie della precisazione

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Di: flexible http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83132 flexible Fri, 19 Sep 2008 06:55:04 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83132 andrew, io adoro wallace però onestamente Infinitive Jest ho cominciato a leggerlo tre volte e tre volte l'ho abbandonato perchè è davvero troppo, davvero, ci sono pagine fulminanti, però David a mio avviso si è lasciato prendere la mano, personalmente trovo wallace inarrivabile quando spiega una cosa o quando racconta una cosa "reale" quando invece deve inventarla secondo me perde un po' il giro, e poi in infinite vuol fare vedere ad ogni riga quanto è bravo e siccome è troppo bravo dopo un po' diventa fine a se stesso. e comunque ci proverò per la quarta volta prima o poi... andrew,
io adoro wallace però onestamente Infinitive Jest ho cominciato a leggerlo tre volte e tre volte l’ho abbandonato perchè è davvero troppo, davvero, ci sono pagine fulminanti, però David a mio avviso si è lasciato prendere la mano, personalmente trovo wallace inarrivabile quando spiega una cosa o quando racconta una cosa “reale” quando invece deve inventarla secondo me perde un po’ il giro, e poi in infinite vuol fare vedere ad ogni riga quanto è bravo e siccome è troppo bravo dopo un po’ diventa fine a se stesso.
e comunque ci proverò per la quarta volta prima o poi…

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Di: zio tony http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83100 zio tony Thu, 18 Sep 2008 21:54:42 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83100 Attenta Cloeh, secondo me sto Giovanni De Rossi...edopononmiricordo e Agat"T"one, hanno scoperto I tuoi punti deboli e ci stanno provando!! ;-) sto scherzando...raga, mi arrendo e inchino di fronte a sti popo di ragionamenti (anche se ogni tanto devo bagnarmi la testa x riprendermi...forse certe volte è meglio andare a lavorare senza pensarci tanto su sul perchè lo stiamo facendo ;-) Buona notte a todoss Attenta Cloeh, secondo me sto Giovanni De Rossi…edopononmiricordo e Agat”T”one, hanno scoperto I tuoi punti deboli e ci stanno provando!! ;-) sto scherzando…raga, mi arrendo e inchino di fronte a sti popo di ragionamenti (anche se ogni tanto devo bagnarmi la testa x riprendermi…forse certe volte è meglio andare a lavorare senza pensarci tanto su sul perchè lo stiamo facendo ;-) Buona notte a todoss

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Di: andrew http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83080 andrew Thu, 18 Sep 2008 19:15:17 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83080 ...ho acquistato "Infinite Jest", che mi accompagni nel sonno durante i mesi invernali di quest'annata 2008-2009 A.D. …ho acquistato “Infinite Jest”, che mi accompagni nel sonno durante i mesi invernali di quest’annata 2008-2009 A.D.

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Di: flexible http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83060 flexible Thu, 18 Sep 2008 15:12:59 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2403#comment-83060 ok è mezzo pieno, e ti alzo un brindisi alla salute ok è mezzo pieno,
e ti alzo un brindisi
alla salute

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