Commenti a: Cultura sportiva in Italia: un miraggio? http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 15:50:01 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-121474 Ubaldo Scanagatta Fri, 10 Jul 2009 23:44:38 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-121474 Ho letto solo oggi quest'interessantissimo dibattito e me ne scuso. Mi complimento con Roberto per averlo suscitato, e dopo un'indigestione di post sul dualismo Federer-Nadal ho finalmente respirato aria buona. Non c'è dubbio che per l'approccio a certi argomenti il blog, anche per gli spazi che consente agli interventi, si presta di più che non il sito _ sul quale la lunghezza di alcuni, pur interessantissimi che ho letto qui diventerebbe insopportabile se ampliata a soggetti incapaci di scrivere cose altrettanto pensate e sensate _ ma la quadratura del cerchio non riesco a formarla. Non corro dietro al numero dei commenti _ anche se ovviamente mi fa piacere riscontrare un aumento degli accessi, perchè quando ho cominciato due anni fa non l'avrei mai immaginato per un Paese le cui riviste di tennis hanno sempre sofferto moltissimo _ ma lotto costantemente tra l'ambizione di elevare il livello di discussione tra chi partecipa (sfuggendo quindi ai discorsi sul Goat: il più forte di tutti i tempi è...e di quest'epoca è....etc) e al tempo stesso il desiderio di non abbandonarmi ad un discorso intellettual-elitaristico-snobistico che censuri l'intervento della ragazzina infatuata dei muscoli di Nadal o del tennista innamorato dell'elegante fluidità di Federer (in assenza di campioni nostrani che....come ipotizza l'acuto ed ironico flexible trasformerebbe questa palestra attivata dalla passione di volontari in un ...pozzo di petrolio per i gestori dell'ambaradan semi-cooperativistico...). Non credo che sarò mai in grado di sposare una scelta precisa, vorrei che qui si trovasse un po' di tutto, informazioni, commenti, discussioni leggere e approfondimenti meno superficiali, dando a ciascuno la possibilità di scegliere ciò che più gli aggrada, anche se spesso potrà capitare di doversi turare un po' il naso per un'eccessiva enfatizzazione di un argomento, o per lo scarso rilievo dato ad un altro che avrebbe meritato interventi di diversa caratura. Resto del parere, contro il mio interesse...divulgativo nei confronti della mia creatura Ubitennis (di cui sono comunque orgoglioso, perchè l'ho partorita quasi senza accorgermene ma mi ci sono subito dedicato anima e corpo e con qualche risultato...fuorchè economico che non sarebbe guastato di questi tempi)...che la lettura di un buon libro sia certo complessivamente più consigliabile che non la navigazione su un banale sito, di tennis. Ma tutti dobbiamo anche concederci qualche piccolo svago temporale, e questo sito-blog, quell'opportunità la dà. Se poi chi ne ha voglia mi aiuta a organizzarlo meglio, ad ampliare certi settori...scoperti, beh, ben venga, La porta è semrpe stata aperta per tutti gli uomini (e le donne) di buona volontà. saluti a tutti e...scusate il ritardo ubaldo scanagatta Ho letto solo oggi quest’interessantissimo dibattito e me ne scuso. Mi complimento con Roberto per averlo suscitato, e dopo un’indigestione di post sul dualismo Federer-Nadal ho finalmente respirato aria buona. Non c’è dubbio che per l’approccio a certi argomenti il blog, anche per gli spazi che consente agli interventi, si presta di più che non il sito _ sul quale la lunghezza di alcuni, pur interessantissimi che ho letto qui diventerebbe insopportabile se ampliata a soggetti incapaci di scrivere cose altrettanto pensate e sensate _ ma la quadratura del cerchio non riesco a formarla. Non corro dietro al numero dei commenti _ anche se ovviamente mi fa piacere riscontrare un aumento degli accessi, perchè quando ho cominciato due anni fa non l’avrei mai immaginato per un Paese le cui riviste di tennis hanno sempre sofferto moltissimo _ ma lotto costantemente tra l’ambizione di elevare il livello di discussione tra chi partecipa (sfuggendo quindi ai discorsi sul Goat: il più forte di tutti i tempi è…e di quest’epoca è….etc) e al tempo stesso il desiderio di non abbandonarmi ad un discorso intellettual-elitaristico-snobistico che censuri l’intervento della ragazzina infatuata dei muscoli di Nadal o del tennista innamorato dell’elegante fluidità di Federer (in assenza di campioni nostrani che….come ipotizza l’acuto ed ironico flexible trasformerebbe questa palestra attivata dalla passione di volontari in un …pozzo di petrolio per i gestori dell’ambaradan semi-cooperativistico…).
Non credo che sarò mai in grado di sposare una scelta precisa, vorrei che qui si trovasse un po’ di tutto, informazioni, commenti, discussioni leggere e approfondimenti meno superficiali, dando a ciascuno la possibilità di scegliere ciò che più gli aggrada, anche se spesso potrà capitare di doversi turare un po’ il naso per un’eccessiva enfatizzazione di un argomento, o per lo scarso rilievo dato ad un altro che avrebbe meritato interventi di diversa caratura. Resto del parere, contro il mio interesse…divulgativo nei confronti della mia creatura Ubitennis (di cui sono comunque orgoglioso, perchè l’ho partorita quasi senza accorgermene ma mi ci sono subito dedicato anima e corpo e con qualche risultato…fuorchè economico che non sarebbe guastato di questi tempi)…che la lettura di un buon libro sia certo complessivamente più consigliabile che non la navigazione su un banale sito, di tennis. Ma tutti dobbiamo anche concederci qualche piccolo svago temporale, e questo sito-blog, quell’opportunità la dà. Se poi chi ne ha voglia mi aiuta a organizzarlo meglio, ad ampliare certi settori…scoperti, beh, ben venga, La porta è semrpe stata aperta per tutti gli uomini (e le donne) di buona volontà.
saluti a tutti e…scusate il ritardo
ubaldo scanagatta

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Di: Francesco Davila http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118742 Francesco Davila Fri, 19 Jun 2009 07:37:03 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118742 Cara Milena, comprendo perfettamente il tuo disappunto. Eppure esso nasce, oltre che dal senso di frustrazione per una realtà spesso ingiusta e opprimente, anche da una nostra vera e propria mancanza di informazione e di conoscenza. Gli esperti di biologia sanno benissimo, per esempio, che le differenze genetiche individuali all'interno di una qualsiasi popolazione naturale sono molto maggiori delle differenze genetiche fra una popolazione e l'altra. Vale a dire che ci sono più differenze genetiche fra i lombardi considerati singolarmente che fra la popolazione complessiva della Lombardia e quella della Scozia o del Marocco. Bossi potrebbe essere molto più diverso da Maroni di quanto lo sia effettivamente da Rashid Ramzi. Eppure non riusciamo facilmente a liberarci dall'idea che esistano gruppi etnici o sociali inferiori perchè meno dotati. Alcuni italiani ritengono di appartenere a una stirpe particolarmente intelligente perchè ragionano tradizionalmente in termini di furbizia. Altri, da alcuni anni a questa parte, cadono nell'errore opposto, inclinando al pessimismo circa l'intima dotazione di capacità cognitive della nostra gente. Forse perché dal Seicento in poi siamo stati un popolo maltrattato dalla storia e oggi siamo considerati un po' dappertutto come la zavorra dell'Europa, da alcuni anni sentiamo ripetere il sospetto che gli abitanti della penisola siano collettivamente poco intelligenti. Questo sospetto, oltre ad essere di per sé abbastanza fatuo, ci permette di evitare di prendere in considerazione i fattori che contano di più, quelli relativi alla cultura prevalente e ai suoi valori. Non comprendiamo perciò facilmente che sono i nostri orientamenti culturali a determinare di fatto che in Italia dominino strutture familistiche e tribali; che nel nostro paese siano assai rari rapporti sociali e interpersonali scelti liberamente; che le contrattazioni, in molti ambiti, non si possano definire davvero libere e che la disponibilità verso gli altri sia scarsa; che i rapporti di collaborazione siano rigidi perché determinati e influenzati sovente da affiliazioni varie, da obblighi di gratitudine e talvolta anche da minacce; che non ci siano scelte di fiducia aperta verso gli altri perché i legami di qualunque tipo sono in genere precostituiti; che le azioni predatorie siano diffuse praticamente ovunque, basta pensare alla corruzione e alla mafia. L'ottimo estensore di questo articolo parla opportunamente di cultura. Tu stessa, Milena, rilevi giustamente l'importanza degli orientamenti culturali nella nostra vita e nei rapporti sociali. Occorre perciò maggiore chiarezza. Che non sarà possibile ottenere se non verrano formulati diversamente alcuni vecchi problemi. Le scoperte scientifiche del Novecento e tutte le ricerche attuali sulle caratteristiche della nostra specie appaiono accordarsi molto male con una serie di nozioni e convincimenti tradizionali a carattere spiritualistico e religioso. Come tutti sappiamo, accesi antagonismi riguardano oggi la bioetica e il significato dell'evoluzionismo darwiniano. Ne sono coinvolti temi politici e sociali, ma anche vari problemi di psicologia. Quesiti e dubbi difficili da districare riguardano una questione spinosa e irrisolta, cioé il ruolo delle religioni all'interno delle società democratiche. Viene talora ripetuto che il conflitto tra fede e scienza potrebbe essere un falso problema. Io temo che questo auspicio emerga più dalla buona volontà che dal realismo. Il contrasto, invece, è serio e profondo. E non pare destinato a risolversi con facilità. Cara Milena, comprendo perfettamente il tuo disappunto. Eppure esso nasce, oltre che dal senso di frustrazione per una realtà spesso ingiusta e opprimente, anche da una nostra vera e propria mancanza di informazione e di conoscenza. Gli esperti di biologia sanno benissimo, per esempio, che le differenze genetiche individuali all’interno di una qualsiasi popolazione naturale sono molto maggiori delle differenze genetiche fra una popolazione e l’altra. Vale a dire che ci sono più differenze genetiche fra i lombardi considerati singolarmente che fra la popolazione complessiva della Lombardia e quella della Scozia o del Marocco. Bossi potrebbe essere molto più diverso da Maroni di quanto lo sia effettivamente da Rashid Ramzi. Eppure non riusciamo facilmente a liberarci dall’idea che esistano gruppi etnici o sociali inferiori perchè meno dotati. Alcuni italiani ritengono di appartenere a una stirpe particolarmente intelligente perchè ragionano tradizionalmente in termini di furbizia. Altri, da alcuni anni a questa parte, cadono nell’errore opposto, inclinando al pessimismo circa l’intima dotazione di capacità cognitive della nostra gente. Forse perché dal Seicento in poi siamo stati un popolo maltrattato dalla storia e oggi siamo considerati un po’ dappertutto come la zavorra dell’Europa, da alcuni anni sentiamo ripetere il sospetto che gli abitanti della penisola siano collettivamente poco intelligenti. Questo sospetto, oltre ad essere di per sé abbastanza fatuo, ci permette di evitare di prendere in considerazione i fattori che contano di più, quelli relativi alla cultura prevalente e ai suoi valori. Non comprendiamo perciò facilmente che sono i nostri orientamenti culturali a determinare di fatto che in Italia dominino strutture familistiche e tribali; che nel nostro paese siano assai rari rapporti sociali e interpersonali scelti liberamente; che le contrattazioni, in molti ambiti, non si possano definire davvero libere e che la disponibilità verso gli altri sia scarsa; che i rapporti di collaborazione siano rigidi perché determinati e influenzati sovente da affiliazioni varie, da obblighi di gratitudine e talvolta anche da minacce; che non ci siano scelte di fiducia aperta verso gli altri perché i legami di qualunque tipo sono in genere precostituiti; che le azioni predatorie siano diffuse praticamente ovunque, basta pensare alla corruzione e alla mafia.
L’ottimo estensore di questo articolo parla opportunamente di cultura. Tu stessa, Milena, rilevi giustamente l’importanza degli orientamenti culturali nella nostra vita e nei rapporti sociali. Occorre perciò maggiore chiarezza. Che non sarà possibile ottenere se non verrano formulati diversamente alcuni vecchi problemi. Le scoperte scientifiche del Novecento e tutte le ricerche attuali sulle caratteristiche della nostra specie appaiono accordarsi molto male con una serie di nozioni e convincimenti tradizionali a carattere spiritualistico e religioso. Come tutti sappiamo, accesi antagonismi riguardano oggi la bioetica e il significato dell’evoluzionismo darwiniano. Ne sono coinvolti temi politici e sociali, ma anche vari problemi di psicologia. Quesiti e dubbi difficili da districare riguardano una questione spinosa e irrisolta, cioé il ruolo delle religioni all’interno delle società democratiche. Viene talora ripetuto che il conflitto tra fede e scienza potrebbe essere un falso problema. Io temo che questo auspicio emerga più dalla buona volontà che dal realismo. Il contrasto, invece, è serio e profondo. E non pare destinato a risolversi con facilità.

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Di: milena f http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118711 milena f Thu, 18 Jun 2009 20:56:03 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118711 Caro Francesco (uso il tu perchè mi piace di più!) hai ragione in tutto. Io però l'esame di coscienza me lo faccio tutti i giorni e lotto nel mio piccolo per le mie idee, cercando per quanto posso di diffondere la "Cultura". Peccato, però, che non essendo in una situazione di potere, posso fare ben poco per cambiare le cose, se non agire con l'esempio di una passione che ho grazie all'educazione ricevuta dai genitori e a qualche misteriosa magia. Per questo, rimprovero prima di tutto gli individui che detengono un reale potere di influenzare la gente (nel nostro caso direttori di giornali e presidenti di federazioni e società), poi, in secondo luogo, me stessa. Non vorrei infatti sconfinare in materia estranea a questo blog, ma proprio oggi, nel giudicare gli esami di stato di licenza media, pur facendo le mie rimostranze rispetto al modo in cui si cerca di ratificare l'ipocrisia (gente incapace per ozio, pigrizia e cattiva educazione, da promuovere comunque perchè, altrimenti, fioccano i ricorsi che gli studenti vincono grazie a tribunali compiacenti con i presidi costretti a pagare di tasca propria) di fatto, non posso far altro che rimostrare, se dall'altra parte ci sono leggi vaghe abbastanza per essere facilmente disattese (la famosa prova nazionale può essere valutata arbitrariamente all'interno della prova d'esame non valendo dunque un emerito tubo) e individui in posizione di potere poco disposti a rischiare lo stipendio- L'andazzo, insomma, è "chi te lo fa fare"? Chi te lo fa fare a dare importanza al rispetto per l'avversario e a tutto il resto quando sappiamo benissimo che c'è gente in Italia in posizioni di potere che, in passato indagata per vari reati (e sto parlando dello sport non d'altro), continua imperterrita a cavalcare posizioni dirigenziali? Ma se i dirigenti per primi sono corrotti/compiacenti/promotori dello status quo ecc. come può non esserlo il sistema che producono? Questo dico. Quindi la colpa semmai non è per prima dei tifosi facinorosi (nè dei pittoreschi frequentatori di questo blog) ma di quelli che ormai da anni li tollerano ben sapendo che prima o poi ci scappa il morto. Salvo poi versare le usuali lagnanze da coccodrillo in tv per qualche giorno, prima di riporre "il caso" nell'ormai celebre dimenticatoio. fino alla prossima volta. Caro Francesco (uso il tu perchè mi piace di più!) hai ragione in tutto. Io però l’esame di coscienza me lo faccio tutti i giorni e lotto nel mio piccolo per le mie idee, cercando per quanto posso di diffondere la “Cultura”.
Peccato, però, che non essendo in una situazione di potere, posso fare ben poco per cambiare le cose, se non agire con l’esempio di una passione che ho grazie all’educazione ricevuta dai genitori e a qualche misteriosa magia.

Per questo, rimprovero prima di tutto gli individui che detengono un reale potere di influenzare la gente (nel nostro caso direttori di giornali e presidenti di federazioni e società), poi, in secondo luogo, me stessa.

Non vorrei infatti sconfinare in materia estranea a questo blog, ma proprio oggi, nel giudicare gli esami di stato di licenza media, pur facendo le mie rimostranze rispetto al modo in cui si cerca di ratificare l’ipocrisia (gente incapace per ozio, pigrizia e cattiva educazione, da promuovere comunque perchè, altrimenti, fioccano i ricorsi che gli studenti vincono grazie a tribunali compiacenti con i presidi costretti a pagare di tasca propria) di fatto, non posso far altro che rimostrare, se dall’altra parte ci sono leggi vaghe abbastanza per essere facilmente disattese (la famosa prova nazionale può essere valutata arbitrariamente all’interno della prova d’esame non valendo dunque un emerito tubo) e individui in posizione di potere poco disposti a rischiare lo stipendio-

L’andazzo, insomma, è “chi te lo fa fare”?

Chi te lo fa fare a dare importanza al rispetto per l’avversario e a tutto il resto quando sappiamo benissimo che c’è gente in Italia in posizioni di potere che, in passato indagata per vari reati (e sto parlando dello sport non d’altro), continua imperterrita a cavalcare posizioni dirigenziali?

Ma se i dirigenti per primi sono corrotti/compiacenti/promotori dello status quo ecc. come può non esserlo il sistema che producono?

Questo dico. Quindi la colpa semmai non è per prima dei tifosi facinorosi (nè dei pittoreschi frequentatori di questo blog) ma di quelli che ormai da anni li tollerano ben sapendo che prima o poi ci scappa il morto.

Salvo poi versare le usuali lagnanze da coccodrillo in tv per qualche giorno, prima di riporre “il caso” nell’ormai celebre dimenticatoio. fino alla prossima volta.

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Di: federico di carlo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118634 federico di carlo Thu, 18 Jun 2009 11:46:38 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118634 X Milena Ferrante pagliativo. "Quandoque dormitat bonus Homerus" X Milena Ferrante
pagliativo. “Quandoque dormitat bonus Homerus”

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Di: Francesco Davila http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118574 Francesco Davila Thu, 18 Jun 2009 06:23:17 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118574 E' impossibile darle torto, signora Ferrante: ha ragione, in Italia non c'è cultura. Le molteplici ragioni sono tutte riconducibili al primato che la Chiesa Cattolica ha avuto nella vita di ciascun italiano. L'Italia ha vissuto per molti secoli in una condizione del tutto simile a quella che noi stessi oggi rimproveriamo ai paesi islamici: abbiamo dato il potere di voto alle donne soltanto dopo la seconda guerra mondiale, il nostro sistema legislativo prevedeva attenuanti di rilievo per il "delitto d'onore" fino a pochi anni fa, abbiamo introdotto il divorzio nella nostra legislazione soltanto 35 anni fa, siamo visceralmente contrari al "nuovo" e al "razionale". In buona sostanza, siamo un popolo di "sanfedisti". Detto questo, bisogna dire che, certo, qualche risposta ce la devono anche i direttori di giornali e televisioni. Ma prima di loro ce la dovrebbero dare i veri poteri istituzionali, quello politico in primis e poi quello della magistratura; poi ce la dovrebbero dare tutti quelli che sono preposti al "bene della comunità", fra cui gli educatori. E infine, signora Milena, qualche risposta dovremmo darcela anche da soli: perchè anche ciascuno di noi ha le sue responsabilità in questo stato di cose e dovrebbe una buona volta cominciare a farsene carico. Ma forse noi italiani siamo tutti buoni solo a fare chiacchiere. A cominciare da me, probabilmente. E’ impossibile darle torto, signora Ferrante: ha ragione, in Italia non c’è cultura. Le molteplici ragioni sono tutte riconducibili al primato che la Chiesa Cattolica ha avuto nella vita di ciascun italiano. L’Italia ha vissuto per molti secoli in una condizione del tutto simile a quella che noi stessi oggi rimproveriamo ai paesi islamici: abbiamo dato il potere di voto alle donne soltanto dopo la seconda guerra mondiale, il nostro sistema legislativo prevedeva attenuanti di rilievo per il “delitto d’onore” fino a pochi anni fa, abbiamo introdotto il divorzio nella nostra legislazione soltanto 35 anni fa, siamo visceralmente contrari al “nuovo” e al “razionale”. In buona sostanza, siamo un popolo di “sanfedisti”.
Detto questo, bisogna dire che, certo, qualche risposta ce la devono anche i direttori di giornali e televisioni. Ma prima di loro ce la dovrebbero dare i veri poteri istituzionali, quello politico in primis e poi quello della magistratura; poi ce la dovrebbero dare tutti quelli che sono preposti al “bene della comunità”, fra cui gli educatori. E infine, signora Milena, qualche risposta dovremmo darcela anche da soli: perchè anche ciascuno di noi ha le sue responsabilità in questo stato di cose e dovrebbe una buona volta cominciare a farsene carico.
Ma forse noi italiani siamo tutti buoni solo a fare chiacchiere. A cominciare da me, probabilmente.

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Di: milena ferrante http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118467 milena ferrante Wed, 17 Jun 2009 17:26:47 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118467 C'è poco da star lì a bearsi di egocentrismi metodologici, empirismi e pragmatismi (specialmente se poi si scrive "pagliativo"). Magari sarebbe il caso di aggiungere che le ore di educazione fisica a scuola sono tante quanto sono quelle di arte, educazione tecnica, educazione musicale e persino delle lingue quindi c'è poco da stupirsi. In Italia non solo non c'è cultura sportiva, non c'è cultura e basta. E in questo la scuola è in parte colpevole, come lo sono la famiglia, la tv gli allenatori, i giornali da noi pagati e quant'altro. Quando devo girare l'ultima pagina della gazzetta dello sport per trovare un trafiletto di tre righe su un mondiale sportivo che non sia quello di calcio e mezzo quotidiano per una notizia di danza alta un millimetro è già ampiamente detto tutto. Mi piacerebbe, però, che invece di Commentucci rispondessero i direttori di giornali e di tv che ampiamente finanziamo. Ma, naturalmente, di noi poveri mortali e dei nostri magri soldini non gliene può fregar di meno. C’è poco da star lì a bearsi di egocentrismi metodologici, empirismi e pragmatismi (specialmente se poi si scrive “pagliativo”).

Magari sarebbe il caso di aggiungere che le ore di educazione fisica a scuola sono tante quanto sono quelle di arte, educazione tecnica, educazione musicale e persino delle lingue quindi c’è poco da stupirsi.

In Italia non solo non c’è cultura sportiva, non c’è cultura e basta. E in questo la scuola è in parte colpevole, come lo sono la famiglia, la tv gli allenatori, i giornali da noi pagati e quant’altro.

Quando devo girare l’ultima pagina della gazzetta dello sport per trovare un trafiletto di tre righe su un mondiale sportivo che non sia quello di calcio e mezzo quotidiano per una notizia di danza alta un millimetro è già ampiamente detto tutto.

Mi piacerebbe, però, che invece di Commentucci rispondessero i direttori di giornali e di tv che ampiamente finanziamo. Ma, naturalmente, di noi poveri mortali e dei nostri magri soldini non gliene può fregar di meno.

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Di: Francesco Davila http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118444 Francesco Davila Wed, 17 Jun 2009 12:12:37 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118444 Sig. Di Carlo, mi fermo qui, per non trascinare una discussione con qualche valore in una sterile e futile competizione dialettica. Desidero solo precisare che il pragmatismo è una corrente di pensiero, mentre l'empirismo è una metodologia. Evidentemente perciò l'empirismo ha un suo preciso riscontro nei fatti, mentre il pragmatismo rimane un fatto teoretico, pur nella sua piena accettabilità concettuale per chi si opponga allo spiritualismo. Cordiali saluti. Sig. Di Carlo, mi fermo qui, per non trascinare una discussione con qualche valore in una sterile e futile competizione dialettica. Desidero solo precisare che il pragmatismo è una corrente di pensiero, mentre l’empirismo è una metodologia. Evidentemente perciò l’empirismo ha un suo preciso riscontro nei fatti, mentre il pragmatismo rimane un fatto teoretico, pur nella sua piena accettabilità concettuale per chi si opponga allo spiritualismo.
Cordiali saluti.

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Di: federico di carlo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118435 federico di carlo Wed, 17 Jun 2009 09:46:49 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118435 X Francescao Davila forse uno dei metodi per superare l'egocentrismo metodologico è quello di importare nell'universo culturale italiano un po di pragmatismo, (piuttosto che empirismo) anglosassone o il rigorismo slavo. Se non altro, equiparare le ore di educazione fisica a quelle di italiano, matematica etc, avrebbero un effetto lenitivo-pagliativo contro l'obesità infantile............... X Francescao Davila
forse uno dei metodi per superare l’egocentrismo metodologico è quello di importare nell’universo culturale italiano un po di pragmatismo, (piuttosto che empirismo) anglosassone o il rigorismo slavo. Se non altro, equiparare le ore di educazione fisica a quelle di italiano, matematica etc, avrebbero un effetto lenitivo-pagliativo contro l’obesità infantile……………

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Di: Francesco Davila http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118424 Francesco Davila Wed, 17 Jun 2009 07:25:16 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118424 Federico Di Carlo asserisce che "la cultura umanistica italiana ha tagliato fuori lo sport dalla scuola". Non è esattamente così. Forse perché sono carenti buoni scritti di divulgazione o forse perchè la scuola non fornisce un'adeguata formazione al metodo scientifico, è comunque evidente che gli orientamenti culturali in Italia sono più tradizionali che innovativi. La cultura umanistica non è responsabile in sé di questo. L'influenza delle filosofie idealistiche ma soprattutto la fortissima presenza dello spiritualismo cattolico contribuiscono a tenere in vita una concezione aulica e retorica dell'umanesimo che contrasta con gli orientamenti nel campo delle scienze umane, indirizzati all'empirismo, oggi prevalenti quasi ovunque all'estero e segnatamente nel mondo anglosassone e nei paesi nordici. Se scorriamo i diversi commenti di questo blog, ci accorgiamo per esempio che la massima parte di essi si fondano su proposizioni teoriche, su giudizi di valore che esulano completamente dalla spassionata analisi dei fatti e dei dati, ma si fondano su suggestioni generali, sul primato della soggettività a discapito di informazioni ben comprensibili e di chiare esposizioni del metodo. Ciò che continua a essere presente nell'universo culturale in cui siamo tutti immersi è, in pratica, un'esaltazione dell'egocentrismo metodologico. Non ci è facile rinunciare alle nostre presunzioni. Federico Di Carlo asserisce che “la cultura umanistica italiana ha tagliato fuori lo sport dalla scuola”. Non è esattamente così. Forse perché sono carenti buoni scritti di divulgazione o forse perchè la scuola non fornisce un’adeguata formazione al metodo scientifico, è comunque evidente che gli orientamenti culturali in Italia sono più tradizionali che innovativi. La cultura umanistica non è responsabile in sé di questo. L’influenza delle filosofie idealistiche ma soprattutto la fortissima presenza dello spiritualismo cattolico contribuiscono a tenere in vita una concezione aulica e retorica dell’umanesimo che contrasta con gli orientamenti nel campo delle scienze umane, indirizzati all’empirismo, oggi prevalenti quasi ovunque all’estero e segnatamente nel mondo anglosassone e nei paesi nordici.
Se scorriamo i diversi commenti di questo blog, ci accorgiamo per esempio che la massima parte di essi si fondano su proposizioni teoriche, su giudizi di valore che esulano completamente dalla spassionata analisi dei fatti e dei dati, ma si fondano su suggestioni generali, sul primato della soggettività a discapito di informazioni ben comprensibili e di chiare esposizioni del metodo.
Ciò che continua a essere presente nell’universo culturale in cui siamo tutti immersi è, in pratica, un’esaltazione dell’egocentrismo metodologico. Non ci è facile rinunciare alle nostre presunzioni.

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Di: Diego1 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118393 Diego1 Tue, 16 Jun 2009 18:52:17 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2550#comment-118393 Credo che le teste di serie al torneo dell'Avvenire siano decise da un gruppo di Tecnici italiani e stranieri che tengono conto della classifica TE ITF ed altro ancora . Questo e'dovuto al fatto che ci sono molti atleti fuori Europa e quindi la classifica TE non e' sufficiente. Con questo sistema forse si potrebbe privilegiare qualcuno , ma alla fine il campo manda avanti i piu' forti. Consideriamo che se pur importante e' comunque un torneo giovanile e dovrebbe servire per fare esperienza per quelli che in futuro diventeranno dei professionisti. Credo che le teste di serie al torneo dell’Avvenire siano decise da un gruppo di Tecnici italiani e stranieri che tengono conto della classifica TE ITF ed altro ancora .
Questo e’dovuto al fatto che ci sono molti atleti fuori Europa e quindi la classifica TE non e’ sufficiente.
Con questo sistema forse si potrebbe privilegiare qualcuno , ma alla fine il campo manda avanti i piu’ forti.
Consideriamo che se pur importante e’ comunque un torneo giovanile e dovrebbe servire per fare esperienza per quelli che in futuro diventeranno dei professionisti.

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