Commenti a: La FIT punta tutto sulla classe ‘89.Ingaggiato il coach Infantino?Portò Camporese a n.18 Atp. http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 16:11:01 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: angelica http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36372 angelica Mon, 17 Dec 2007 13:50:24 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36372 Stefano, vorresti dire che adesso sei diventato anche amico di satana? Neeeh, non sono accordi che si possono fare: prima di tutto perche la Knapp in classifica ci sale anche senza questo aiuto. In ogni caso, sperando che questi ragazzi riescano presto ad ottenere grandi risultati, non mi e' mai ben chiaro perchè, spesso, i giovani tennisti italiani fino ai 18 anni siano ancora impegnati nella categoria Under. La Portoghese Michelle Larcher De Brito avrà 15 anni a gennaio ed ha vinto l'Orange Bowl Stefano, vorresti dire che adesso sei diventato anche amico di satana?
Neeeh, non sono accordi che si possono fare:
prima di tutto perche la Knapp in classifica ci sale anche senza questo aiuto.

In ogni caso, sperando che questi ragazzi riescano presto ad ottenere grandi risultati, non mi e’ mai ben chiaro perchè, spesso, i giovani tennisti italiani fino ai 18 anni siano ancora impegnati nella categoria Under.

La Portoghese Michelle Larcher De Brito avrà 15 anni a gennaio ed ha vinto l’Orange Bowl

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36357 roberto commentucci Mon, 17 Dec 2007 11:18:02 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36357 No Stefano, non ci sto. L'etica sportiva (degli atleti) e la coerenza (mia) sono valori importanti, e non si barattano con il tifo. Ma so di non rinunciare a molto. Prima di tutto perché Karin Knapp potrebbe forse entrare nelle prime 10, ma non credo proprio che possa diventare addirittura la n. 1. E poi perché, anche se lo diventasse, la sua solida educazione e cultura mitteleuropea le impedirebbero in ogni caso di gridare allez! sull'errore dell'avversaria. In sostanza, Stefano, tanto per non generalizzare, gli altoatesini sono più leali dei valloni: vuoi mettere a confronto la classe degli Asburgo con quei parvenu dei Baldovini del Belgio? Infine, nel ringraziare Vittorio per i complimenti, e nell'apprezzare la sua precisazione, volevo dire un'ultima volta la mia sulla classe '89. Non ho alcun giudizio finale su di loro, come potrei? Mica ho la palla di vetro, per dire questo sarà top 20, questo top 50, e così via... Mi sono limitato ad elencare le loro caratteristiche tecniche. L'unico giudizio di valore che ho dato è che per me Trevisan è in prospettiva il più forte dei tre, avendo un gran fisico e un gran carattere, non avendo alcuna lacuna evidente nel bagaglio tecnico e necessitando di migliorare soprattutto sull'aspetto tattico, che è quel che ci si attende da un 18enne, a meno che non si chiami Nadal. Ma se proprio devo sbilanciarmi, ti dico che per me almeno nei primi 100 ci entreranno tutti e 3. Un saluto, Vittorio. No Stefano, non ci sto. L’etica sportiva (degli atleti) e la coerenza (mia) sono valori importanti, e non si barattano con il tifo. Ma so di non rinunciare a molto. Prima di tutto perché Karin Knapp potrebbe forse entrare nelle prime 10, ma non credo proprio che possa diventare addirittura la n. 1. E poi perché, anche se lo diventasse, la sua solida educazione e cultura mitteleuropea le impedirebbero in ogni caso di gridare allez! sull’errore dell’avversaria.
In sostanza, Stefano, tanto per non generalizzare, gli altoatesini sono più leali dei valloni: vuoi mettere a confronto la classe degli Asburgo con quei parvenu dei Baldovini del Belgio?
Infine, nel ringraziare Vittorio per i complimenti, e nell’apprezzare la sua precisazione, volevo dire un’ultima volta la mia sulla classe ‘89.
Non ho alcun giudizio finale su di loro, come potrei? Mica ho la palla di vetro, per dire questo sarà top 20, questo top 50, e così via… Mi sono limitato ad elencare le loro caratteristiche tecniche. L’unico giudizio di valore che ho dato è che per me Trevisan è in prospettiva il più forte dei tre, avendo un gran fisico e un gran carattere, non avendo alcuna lacuna evidente nel bagaglio tecnico e necessitando di migliorare soprattutto sull’aspetto tattico, che è quel che ci si attende da un 18enne, a meno che non si chiami Nadal.
Ma se proprio devo sbilanciarmi, ti dico che per me almeno nei primi 100 ci entreranno tutti e 3.
Un saluto, Vittorio.

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Di: vittorio http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36346 vittorio Mon, 17 Dec 2007 10:13:22 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36346 Cari Stefano, Roberto e Nikolik mi spiace avervi punto sul vivo ( a scanso di ulteriori equivoci il "vivo" è la comune fame di campioni di tennis che da lungo tempo si patisce in Italia) e vorrei spendere due parole per ridimensionare l'accusa, bonaria, di superbia. Premetto che vi ritengo sinceramente palati sopraffini e competenti e vi sono grato per i vostri preziosi contributi. Ed appunto come someliers dal palato sopraffino e competente avete saggiato le qualità e le caratteristiche delle nostre tre giovani promesse. Lungi dal volermi trovare in disaccordo con le vostre analisi, volevo solo invitarvi ad indugiare un poco, prima di esprime il giudizio finale, sul lavoro svolto in vigna. L'impegno è stato considerevole e tutto sommato sono stati prodotti tre buoni vini, che indubbiamente si faranno strada con le proprie qualità ma che però sta anche a noi promuovere sul mercato e sostenere col nostro tifo, affinchè Mastro Furlan possa perfezionare, anche attraverso l'esperienza di enologhi stranieri (Infantino), la tecnica e prima o poi regalare grandi soddisfazioni agli aficionados italiani. Senza trascurare però che, come diceva il mitico Mario Belardinelli, "i campioni li manda il barbetta". Cari Stefano, Roberto e Nikolik mi spiace avervi punto sul vivo ( a scanso di ulteriori equivoci il “vivo” è la comune fame di campioni di tennis che da lungo tempo si patisce in Italia) e vorrei spendere due parole per ridimensionare l’accusa, bonaria, di superbia. Premetto che vi ritengo sinceramente palati sopraffini e competenti e vi sono grato per i vostri preziosi contributi. Ed appunto come someliers dal palato sopraffino e competente avete saggiato le qualità e le caratteristiche delle nostre tre giovani promesse. Lungi dal volermi trovare in disaccordo con le vostre analisi, volevo solo invitarvi ad indugiare un poco, prima di esprime il giudizio finale, sul lavoro svolto in vigna. L’impegno è stato considerevole e tutto sommato sono stati prodotti tre buoni vini, che indubbiamente si faranno strada con le proprie qualità ma che però sta anche a noi promuovere sul mercato e sostenere col nostro tifo, affinchè Mastro Furlan possa perfezionare, anche attraverso l’esperienza di enologhi stranieri (Infantino), la tecnica e prima o poi regalare grandi soddisfazioni agli aficionados italiani. Senza trascurare però che, come diceva il mitico Mario Belardinelli, “i campioni li manda il barbetta”.

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Di: Nikolik http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36344 Nikolik Mon, 17 Dec 2007 09:32:48 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36344 Altro che, Stefano, se ci sto! Anzi, una campionessa la preferirei al campione. Infatti, preferisco, di gran lunga, il tennis femminile a quello maschile, che ormai somiglia sempre di più ad un bombardamento micidiale di botte incredibili a fondo campo. Altro che, Stefano, se ci sto!
Anzi, una campionessa la preferirei al campione.
Infatti, preferisco, di gran lunga, il tennis femminile a quello maschile, che ormai somiglia sempre di più ad un bombardamento micidiale di botte incredibili a fondo campo.

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Di: Stefano Grazia detto anche L'Africano http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36298 Stefano Grazia detto anche L'Africano Sun, 16 Dec 2007 12:47:04 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36298 Grandi,grandissimi Roberto C & Nikolic!!!! Pero' la speranza di campione italiano che ha piu' possibilita' di avverarsi nel giro di 2-3 anni forse e' la Knapp...Avere una Campionessa invece di un Campione puo' andar bene lo stesso? Riuscira' a placare i vostri demoni? Guardate, vi propongo un patto con Satana: Karin diventa Numero Uno ma gridera' Allez Ka! ad ogni punto conquistatio,fosse anche un Doppio Fallo dell'avversario...Ci state? Grandi,grandissimi Roberto C & Nikolic!!!!
Pero’ la speranza di campione italiano che ha piu’ possibilita’ di avverarsi nel giro di 2-3 anni forse e’ la Knapp…Avere una Campionessa invece di un Campione puo’ andar bene lo stesso? Riuscira’ a placare i vostri demoni? Guardate, vi propongo un patto con Satana: Karin diventa Numero Uno ma gridera’ Allez Ka! ad ogni punto conquistatio,fosse anche un Doppio Fallo dell’avversario…Ci state?

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Di: Nikolik http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36194 Nikolik Fri, 14 Dec 2007 18:33:07 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36194 Come ha già fatto Stefano, anche io voglio replicare al commento di Vittorio, che apprezzo molto per i riferimenti biblico-religiosi, che, in effetti, in questo blog, finora, erano completamente mancati. Infatti, la superbia è un peccato capitale, esattamente come la gola, per cui si spiega così anche il riferimento ai palati raffinati e competenti. Solo che, più di san Kulti, ho sempre pregato san Luca, il patrono degli artisti, l'ho smpre pregato, pur vanamente, di farmi giocare come Mcenroe, ma temo che dovrebbero pregarlo anche i nostri ragazzi dell'89. Ahimé, Vittorio, in effetti io sono superbo e anche goloso (non so se lo sia anche Roberto, l'autore di questo bell'articolo, che non conosco personalmente, pur apprezzandone sempre le acute osservazioni tecniche), ma sai di cosa sono goloso, oltre che di ribollita? Di un campione di tennis. E' dai tempi di Panatta che sono goloso di potermi finalmente sfamare di un campione che riesca, con buona costanza, ad affacciarsi, anche solo per 3-4 anni, nelle semifinali degli slam. E allora non posso che soffrire quando vedo uno Young rispetto ad uno dei nostri tre moschietteri sopra citati, e mi viene voglia di affermare: altro che superbia, il buon Roberto è stato anche troppo generoso. E quando vedo Trevisan, l'unico dei tre che ho visto personalmente giocare, uno che potrebbe sfondare, andare a Tirrenia solo perché può andarci in bicicletta da casa sua, fare il circuito under 18 a 18 anni, giocare così poco i tornei open, mi viene così tanto da urlare: ora, ragazzo, diamoci una mossa, giochiamo sul serio a tennis, facciamo qualche sacrificio e, soprattutto, facciamo un po' di scelte difficili, facciamo qualche scelta non provinciale, coraggio. Ora c'è Infantino. Spero che con questi ragazzi lui sia tremendamente superbo e goloso. Come ha già fatto Stefano, anche io voglio replicare al commento di Vittorio, che apprezzo molto per i riferimenti biblico-religiosi, che, in effetti, in questo blog, finora, erano completamente mancati.
Infatti, la superbia è un peccato capitale, esattamente come la gola, per cui si spiega così anche il riferimento ai palati raffinati e competenti.
Solo che, più di san Kulti, ho sempre pregato san Luca, il patrono degli artisti, l’ho smpre pregato, pur vanamente, di farmi giocare come Mcenroe, ma temo che dovrebbero pregarlo anche i nostri ragazzi dell’89.
Ahimé, Vittorio, in effetti io sono superbo e anche goloso (non so se lo sia anche Roberto, l’autore di questo bell’articolo, che non conosco personalmente, pur apprezzandone sempre le acute osservazioni tecniche), ma sai di cosa sono goloso, oltre che di ribollita?
Di un campione di tennis. E’ dai tempi di Panatta che sono goloso di potermi finalmente sfamare di un campione che riesca, con buona costanza, ad affacciarsi, anche solo per 3-4 anni, nelle semifinali degli slam.
E allora non posso che soffrire quando vedo uno Young rispetto ad uno dei nostri tre moschietteri sopra citati, e mi viene voglia di affermare: altro che superbia, il buon Roberto è stato anche troppo generoso.
E quando vedo Trevisan, l’unico dei tre che ho visto personalmente giocare, uno che potrebbe sfondare, andare a Tirrenia solo perché può andarci in bicicletta da casa sua, fare il circuito under 18 a 18 anni, giocare così poco i tornei open, mi viene così tanto da urlare: ora, ragazzo, diamoci una mossa, giochiamo sul serio a tennis, facciamo qualche sacrificio e, soprattutto, facciamo un po’ di scelte difficili, facciamo qualche scelta non provinciale, coraggio.
Ora c’è Infantino. Spero che con questi ragazzi lui sia tremendamente superbo e goloso.

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36081 roberto commentucci Thu, 13 Dec 2007 21:25:30 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36081 Volevo rispondere a Vittorio. Io spero davvero di non apparire superbo, nel compilare le schede tecniche dei giocatori, e se sono apparso così me ne dispiace. Io ho 42 anni, e seguo e studio tennis, in particolare quello italiano, dalla fine degli anni '70. Dopo la fine dell'era Panatta, ho visto giocare da giovanissimi praticamente tutti i nostri ragazzi promettenti, li ho osservati tutti con la trepida speranza di poter riconoscere in qualcuno di loro le stimmate del campione. Nel 1983, il nome nuovo del nostro tennis era un ventenne perugino, Francesco Cancellotti. Arrivava al Foro dopo aver giocato un gran torneo a Firenze, che allora ospitava un Atp,e fu fermato solo in finale dal primo pupillo di Bollettieri, Jimmy Arias. Anche a Roma Cancellotti giocò bene, battè un altro prodotto di Bradenton, il giovanissimo Aaron Krickstein, per poi impegnare severamente, per due combattuti set, il grande gaucho Josè Luis Clerc. Tutti eravamo ammirati dal perugino, dal suo fisico scultoreo, dal suo solido servizio (tra l'altro, una eccellente seconda palla) e dal suo pesante dritto anomalo. Si pensava che potesse presto entrare fra i primi 10. In pochi, ahimé, notarono che il rovescino di Cancellotti, un tenue top spin invariabilmente corto, lo costringeva ad una fatica immane per poter girare costantemente intorno alla palla, e colpire di dritto. In pochissimi videro la ruvidezza della mano, che lo portava ad un gioco fatto di puro muscolo. Cancellotti, un ottimo atleta e un ragazzo serio, arrivò al numero 21, ottenendo risultati solo sulla terra, e fece tutto ciò che poteva. Eravamo noi, poveri ingenui, che ci sbagliavamo a ritenerlo ciò che non era. Due anni dopo, appollaiato sugli spalti di un centrale gremito, divoravo con gli occhi la figura baldanzosa di un non ancora diciottenne Claudio Pistolesi, che onorò alla grande la wild card concessagli, lui grande promessa, campione del mondo juniores. Claudio giocò un primo set strepitoso contro Henrik Sundstrom, numero 5 del mondo (!). Teneva alla grande da fondo, accelerava con il dritto, correva come un pazzo... Fu tie break, Claudio non tremò, arrivò a set point, e lo mancò sbagliando una voleé, uscita di pochissimo... Tornai a casa camminando su una nuvola (nel senso letterale del termine, era passata la mezzanotte e non c'erano più autobus...): mi ripetevo fra me e me: mamma mia, questo è un fenomeno, fra un anno farà sfracelli... Ahimé, imparai in seguito che per emegere nel tennis è necessario possedere un bagaglio tecnico molto più completo di quello che aveva il buon Pistolesi, core de Roma. Potrei continuare a lungo, Vittorio: Nargiso e Canè, Simba Colombo e Claudio Panatta, Pescosolido e Caratti, Massimo Cierro e Gianluca Pozzi, Furlan e Camporese, Gaudenzi e Galimberti, Eugenio Rossi e Navarra, Borroni e De Minicis, Santopadre e Martelli, Valeri e Mordegan, Allgauer e Sciortino...e altri ancora. Tutti li ho visti, studiati, vivisezionati, Vittorio. Per ognuno ho trepidato di speranza, e per tutti la ragione, la fredda analisi, arrivava a deludermi, con la sua crudele sentenza: questo qui, sarà quello buono? Sarà Cané? ma no, è leggero e psicolabile... Nargiso? Si buon gioco al volo, ma gli spostamenti laterali? Il rovescio? la tenuta? Sarà Camporese? Ok, gran colpitore, ma monocorde e pessimo atleta, inesistente in difesa... e via di seguito. Per ciascuno, purtroppo, passata l'iniziale euforia, puntualmente i nodi arrivavano al pettine, e i limiti si facevano evidenti. E allora Vittorio, quando scrivo di qualche giovane azzurro, io mi immedesimo in chi mi legge, chemagari spera quel che speravo io da ragazzino, con la stessa ingenua intensità e passione. E non voglio illudere e deludere nessuno. Sono tifoso, ma ho una mia onestà intellettuale. Quindi, ho imparato a guardare le cose con accuratezza, prima di emettere giudizi, a ponderare bene i pro e i contro, i punti di forza e i punti di debolezza. Credo che il mio sia un atteggiamento molto più costruttivo e utile al nostro movimento rispetto a quanto facevano, alcuni anni fa, gli adulatori incondizionati, i lacché federali dell'era Galgani, che facevano credere a dei buoni giocatori di essere dei fenomeni, finendo per corromperne il carattere e farli rendere molto meno di quanto avrebbero potuto. Pertanto, non posso in coscienza scrivere che per me Trevisan diventerà più forte di Donald Young, anche se, nell'intimo, lo spero con tutte le mie forze. Con simpatia. Volevo rispondere a Vittorio. Io spero davvero di non apparire superbo, nel compilare le schede tecniche dei giocatori, e se sono apparso così me ne dispiace. Io ho 42 anni, e seguo e studio tennis, in particolare quello italiano, dalla fine degli anni ‘70. Dopo la fine dell’era Panatta, ho visto giocare da giovanissimi praticamente tutti i nostri ragazzi promettenti, li ho osservati tutti con la trepida speranza di poter riconoscere in qualcuno di loro le stimmate del campione.
Nel 1983, il nome nuovo del nostro tennis era un ventenne perugino, Francesco Cancellotti. Arrivava al Foro dopo aver giocato un gran torneo a Firenze, che allora ospitava un Atp,e fu fermato solo in finale dal primo pupillo di Bollettieri, Jimmy Arias. Anche a Roma Cancellotti giocò bene, battè un altro prodotto di Bradenton, il giovanissimo Aaron Krickstein, per poi impegnare severamente, per due combattuti set, il grande gaucho Josè Luis Clerc. Tutti eravamo ammirati dal perugino, dal suo fisico scultoreo, dal suo solido servizio (tra l’altro, una eccellente seconda palla) e dal suo pesante dritto anomalo. Si pensava che potesse presto entrare fra i primi 10. In pochi, ahimé, notarono che il rovescino di Cancellotti, un tenue top spin invariabilmente corto, lo costringeva ad una fatica immane per poter girare costantemente intorno alla palla, e colpire di dritto. In pochissimi videro la ruvidezza della mano, che lo portava ad un gioco fatto di puro muscolo. Cancellotti, un ottimo atleta e un ragazzo serio, arrivò al numero 21, ottenendo risultati solo sulla terra, e fece tutto ciò che poteva. Eravamo noi, poveri ingenui, che ci sbagliavamo a ritenerlo ciò che non era.
Due anni dopo, appollaiato sugli spalti di un centrale gremito, divoravo con gli occhi la figura baldanzosa di un non ancora diciottenne Claudio Pistolesi, che onorò alla grande la wild card concessagli, lui grande promessa, campione del mondo juniores. Claudio giocò un primo set strepitoso contro Henrik Sundstrom, numero 5 del mondo (!). Teneva alla grande da fondo, accelerava con il dritto, correva come un pazzo… Fu tie break, Claudio non tremò, arrivò a set point, e lo mancò sbagliando una voleé, uscita di pochissimo…
Tornai a casa camminando su una nuvola (nel senso letterale del termine, era passata la mezzanotte e non c’erano più autobus…): mi ripetevo fra me e me: mamma mia, questo è un fenomeno, fra un anno farà sfracelli…
Ahimé, imparai in seguito che per emegere nel tennis è necessario possedere un bagaglio tecnico molto più completo di quello che aveva il buon Pistolesi, core de Roma.
Potrei continuare a lungo, Vittorio: Nargiso e Canè, Simba Colombo e Claudio Panatta, Pescosolido e Caratti, Massimo Cierro e Gianluca Pozzi, Furlan e Camporese, Gaudenzi e Galimberti, Eugenio Rossi e Navarra, Borroni e De Minicis, Santopadre e Martelli, Valeri e Mordegan, Allgauer e Sciortino…e altri ancora.
Tutti li ho visti, studiati, vivisezionati, Vittorio. Per ognuno ho trepidato di speranza, e per tutti la ragione, la fredda analisi, arrivava a deludermi, con la sua crudele sentenza: questo qui, sarà quello buono? Sarà Cané? ma no, è leggero e psicolabile… Nargiso? Si buon gioco al volo, ma gli spostamenti laterali? Il rovescio? la tenuta? Sarà Camporese? Ok, gran colpitore, ma monocorde e pessimo atleta, inesistente in difesa… e via di seguito. Per ciascuno, purtroppo, passata l’iniziale euforia, puntualmente i nodi arrivavano al pettine, e i limiti si facevano evidenti.
E allora Vittorio, quando scrivo di qualche giovane azzurro, io mi immedesimo in chi mi legge, chemagari spera quel che speravo io da ragazzino, con la stessa ingenua intensità e passione. E non voglio illudere e deludere nessuno. Sono tifoso, ma ho una mia onestà intellettuale. Quindi, ho imparato a guardare le cose con accuratezza, prima di emettere giudizi, a ponderare bene i pro e i contro, i punti di forza e i punti di debolezza.
Credo che il mio sia un atteggiamento molto più costruttivo e utile al nostro movimento rispetto a quanto facevano, alcuni anni fa, gli adulatori incondizionati, i lacché federali dell’era Galgani, che facevano credere a dei buoni giocatori di essere dei fenomeni, finendo per corromperne il carattere e farli rendere molto meno di quanto avrebbero potuto.
Pertanto, non posso in coscienza scrivere che per me Trevisan diventerà più forte di Donald Young, anche se, nell’intimo, lo spero con tutte le mie forze.
Con simpatia.

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Di: remo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36035 remo Thu, 13 Dec 2007 15:27:24 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36035 Per LucaGe: Agassi è stato l'unico maschio a vincere i quattro tornei dello slam su quattro diverse superfici. Ci sono riuscite, tra le femmine, pure la moglie (di Agassi) cioè Steffi Graf (non Brooke Shields, naturalmente) e Serena Williams, oltretutto entrambe aggiudicandoseli di fila (anche se Serena non nello stesso anno solare). Per vittorio: sono d'accordo con te sul fatto che ci sia la tendenza a "marchiare" con troppo anticipo le potenzialità eventuali di uno o più giocatori anche se ritengo che l'articolo di Roberto prima e i commenti di altri dopo avessero solo lo scopo di inquadrare tecnicamente e non i giovani di cui sopra. Poi, Schuettler ha fatto finale agli AusOpen e Berasategui al Roland Garros. Come dire che tutto è possibile, anche se il mio augurio è che l'Italia possa trovare (anche a livello femminile) un gruppo di giocatori intercambiabili e universali (nel senso delle superfici su cui poter fare risultato) a ridosso dei primissimi. Poi, da una base del genere, raggiungere la vetta per uno di loro sarebbe forse più facile. Per LucaGe: Agassi è stato l’unico maschio a vincere i quattro tornei dello slam su quattro diverse superfici. Ci sono riuscite, tra le femmine, pure la moglie (di Agassi) cioè Steffi Graf (non Brooke Shields, naturalmente) e Serena Williams, oltretutto entrambe aggiudicandoseli di fila (anche se Serena non nello stesso anno solare).
Per vittorio: sono d’accordo con te sul fatto che ci sia la tendenza a “marchiare” con troppo anticipo le potenzialità eventuali di uno o più giocatori anche se ritengo che l’articolo di Roberto prima e i commenti di altri dopo avessero solo lo scopo di inquadrare tecnicamente e non i giovani di cui sopra. Poi, Schuettler ha fatto finale agli AusOpen e Berasategui al Roland Garros. Come dire che tutto è possibile, anche se il mio augurio è che l’Italia possa trovare (anche a livello femminile) un gruppo di giocatori intercambiabili e universali (nel senso delle superfici su cui poter fare risultato) a ridosso dei primissimi. Poi, da una base del genere, raggiungere la vetta per uno di loro sarebbe forse più facile.

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Di: Stefano http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36032 Stefano Thu, 13 Dec 2007 15:07:37 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36032 Vorrei rispondere al post di Vittorio che francamente non riesco a comprendere appieno. Tacciare di superbia o in maniera sibiliina di incompetenza chi esprime la propria opinione relativamente a dei giovani giocatori non vedo quale apporto costruttivo possa dare ad una discussione. Evidentemente Vittorio ritiene che ogni giudizio nei confronti di un giocatore difforme dalla "lode incondizionata" possa tramutarsi in una sorta di maledizione vudu dalla quale sia impossibile riaversi. Mi pare questa una visione piuttosto limitata e senza troppo fondamento. Giusto sostenere e supportare i nostri giocatori, ma altrettanto corretto segnalarne i punti deboli che, inutile dirlo, in un giocatore junior, di qualsiasi nazione, spesso sono numerosi. Se poi si vuole pensare che i nostri Trevisan e Fabbiano (due ottimi giocatori in prospettiva, vale la pensa sottolinearlo nuovamente) valgano uno Young o un Nishikori, credo che in questo caso si pecchi di eccessivo ottimismo. Vorrei rispondere al post di Vittorio che francamente non riesco a comprendere appieno.

Tacciare di superbia o in maniera sibiliina di incompetenza chi esprime la propria opinione relativamente a dei giovani giocatori non vedo quale apporto costruttivo possa dare ad una discussione. Evidentemente Vittorio ritiene che ogni giudizio nei confronti di un giocatore difforme dalla “lode incondizionata” possa tramutarsi in una sorta di maledizione vudu dalla quale sia impossibile riaversi. Mi pare questa una visione piuttosto limitata e senza troppo fondamento.

Giusto sostenere e supportare i nostri giocatori, ma altrettanto corretto segnalarne i punti deboli che, inutile dirlo, in un giocatore junior, di qualsiasi nazione, spesso sono numerosi.
Se poi si vuole pensare che i nostri Trevisan e Fabbiano (due ottimi giocatori in prospettiva, vale la pensa sottolinearlo nuovamente) valgano uno Young o un Nishikori, credo che in questo caso si pecchi di eccessivo ottimismo.

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Di: Francesco da Lugano http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36022 Francesco da Lugano Thu, 13 Dec 2007 14:00:15 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1181#comment-36022 @marcos D'accordissimo con te quando sostieni che "bisognerà convincere i genitori ed i maestri dei nostri migliori under che tirrenia può valere quanto bollettieri (per citarne uno)". In Italia vi è la necessità di puntare, di promuovere il centro federale. Col tempo potrà sicuramente diventare un polo d'eccellenza, vera fucina di talenti per una "golden generation" tutta tricolore. Utopia? Non credo. Per citarne uno, lo stesso Federer non ha avuto bisogno di andare da un Santone tipo Bollettieri per diventare quello che è adesso. Gli è bastato andare a 14 anni (dopo aver fatto una vita da ragazzino normalissimo, non da predestinato) al centro federale della Swiss Tennis vicino Losanna (non quindi in Florida). Gli è bastato avere accanto maestri poco reclamizzati e parecchio (almeno presumo) competenti per gestire la propria crescita in età adolescenziale. Un augurio quindi alla academy di Tirrenia: di diventare un giorno quello che per il calcio rappresenta Coverciano (una scuola per allenatori, pietra miliare nel progresso tecnico del calcio italiano). @marcos

D’accordissimo con te quando sostieni che “bisognerà convincere i genitori ed i maestri dei nostri migliori under che tirrenia può valere quanto bollettieri (per citarne uno)”.

In Italia vi è la necessità di puntare, di promuovere il centro federale. Col tempo potrà sicuramente diventare un polo d’eccellenza, vera fucina di talenti per una “golden generation” tutta tricolore.

Utopia? Non credo. Per citarne uno, lo stesso Federer non ha avuto bisogno di andare da un Santone tipo Bollettieri per diventare quello che è adesso. Gli è bastato andare a 14 anni (dopo aver fatto una vita da ragazzino normalissimo, non da predestinato) al centro federale della Swiss Tennis vicino Losanna (non quindi in Florida). Gli è bastato avere accanto maestri poco reclamizzati e parecchio (almeno presumo) competenti per gestire la propria crescita in età adolescenziale.

Un augurio quindi alla academy di Tirrenia: di diventare un giorno quello che per il calcio rappresenta Coverciano (una scuola per allenatori, pietra miliare nel progresso tecnico del calcio italiano).

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