Nishikori e un futuro da predestinato.
Tutti i segreti di “Project 45″.
Confronto con gli altri successi “speedy”.

 
9 Marzo 2008 Articolo di Giorgio Spalluto
Author mug

Il giapponese si allena a Bradenton da Bollettieri grazie al finanziamento concesso dal presidente della Sony. L’obiettivo è diventare il miglior nipponico di sempre nel ranking Atp ed i numeri sono tutti dalla sua parte. Stasera a Las Vegas, Kevin Anderson cerca di fare meglio del giapponese, andando a caccia del suo primo titolo alla terza presenza nel circuito.

Se parli di tennis in Giappone non puoi non menzionare la “Shuzo Challenge”, la famosa accademia guidata dall’ex tennista Shuzo Matsuoka, primo giapponese nella storia a vincere un titolo Atp nella vicina Seoul nel 1992, qualche mese prima di raggiungere la finale del più prestigioso torneo del Queen’s, dove sconfisse in semifinale un certo Stefan Edberg (10-8 al terzo), dopo aver battuto gente del calibro di MaliVai Washington e Goran Ivanisevic. Di Matsuoka si ricorda anche un quarto di finale a Wimbledon in cui mise in difficoltà il grande Pete Sampras, a cui strappò il primo set prima di perdere al quarto, ed un match di primo turno degli Us Open 1995, a suo modo storico, contro Petr Korda. In quel match Shuzo, dilaniato dai crampi, fu visto contorcersi per il dolore fino a che non fu costretto a ricorrere alle cure del medico; a quel tempo richiedere l’intervento del medico voleva dire ritirarsi, in quanto non era previsto il ricorso al medical time-out, introdotto proprio dopo quella partita. A Matsuoka va ascritto il merito di aver coinvolto, oltre a sponsor del calibro di Mizuno e Xerox, un grande maestro come Bob Brett, allo scopo di individuare, per il paese del Sol Levante, un campione che potesse ripercorrere i suoi successi (numero 46 del mondo, come best ranking) in campo maschile, e rinverdire i fasti della mitica Kimiko Date, arrampicatasi fino alla quarta posizione del ranking mondiale.
In questi anni i giapponesi speravano di aver trovato in Takao Suzuki un giocatore che potesse rimanere stabilmente nell’elitè mondiale, ma ben presto si resero conto che trattavasi di una meteora, più adatta al circuito challenger che a quello professionistico. Di lui si ricorderà la collaborazione con Claudio Pistolesi e, soprattutto, il secondo turno agli Australian Open 2005 in cui tenne testa per buona parte del match ad un certo Roger Federer.
Nel frattempo nella “Shuzo Challenge” iniziava a farsi largo, tra le varie promesse, un ragazzino di nome Kei Nishikori, proveniente dalla prefettura di Shimane (non molto distante da quella di Hiroshima), che svettava talmente tanto sul resto della compagnia da indurre un certo Masaaki Morita, presidente della federtennis giapponese, nonché proprietario della Sony, ad investire sul giovane talento nipponico, mandandolo a lezione nella arcinota accademia di Brandeton da Mr. Bollettieri. Una mossa a posteriori estremamente vincente per Morita, sempre poco propenso al pagamento delle tasse, ma con un grande fiuto per gli affari ed una grande passione per questo sport che lo porta a finanziare ogni anno, tramite la sua Masaaki Morita Tennis Fund, un soggiorno a Brandeton dei 4 tennisti nipponici più promettenti, presso l’accademia di Bollettieri. Proprio in Florida, dove ha maturato quel gioco che domenica 17 febbraio gli ha consentito di vincere il suo primo titolo in carriera, Kei Nishikori è noto come “Project 45“. Cos’è questo Progetto 45 di cui sia parla?
L’idea venne in mente allo staff che seguiva Kei fin da quando, 14enne, fece il suo esordio in accademia; l’obiettivo del loro lavoro doveva essere quello di superare il best ranking del più forte tennista giapponese di tutti i tempi, quello Shuzo Matsuoka, che nel luglio 92 aveva toccato quota 46.
Ebbene, pensare che il suo “goal” possa essere semplicemente quello di entrare tra i primi 45 giocatori del mondo pare oggi veramente riduttivo, visti i record di precocità che Kei ha già messo a segno in questi suoi primi vagiti nel circuito maggiore. Partiamo dallo stupefacente successo nel torneo di Delray Beach, dove il giapponesino si presentava forte della posizione numero 244, e con l’ambizione di superare il tabellone delle qualificazioni di un torneo Atp dopo aver fallito la qualificazione al Challenger di Dallas giocato due settimane prima.
Quello di Delray Beach è stato il sesto torneo in carriera per Nishikori, che dopo aver superato le qualificazioni ed aver beneficiato del ritiro di Florian Mayer nel primo turno, ha dovuto far fuori 4 tennisti di casa (salvando 4 matchpoint a Querrey in semifinale) per portare a casa il primo titolo di quella che si preannuncia una brillantissima carriera. In pochi sono riusciti ad aggiudicarsi un torneo con un’esperienza così limitata. In particolare, al sesto tentativo c’erano riusciti nell’Era Open altri 4 giocatori, che per un motivo o per l’altro, sono rimasti nella storia di questo sport. Il primo a vincere il primo titolo al sesto tentativo fu Mark Edmondson, che oltre ad essere l’ultimo australiano ad aver vinto gli Open di Australia, è assieme a Kuerten e Wilander il giocatore ad aver vinto uno slam dopo il minor numero di partecipazioni ad un major (3). Neanche Becker, vincitore di Wimbledon 1985 alla quarta partecipazione in uno slam e Chang, campione del Roland Garros 1989 alla quinta presenza, sono riusciti a fare meglio. Tornando alla classifica che considera la totalità dei tornei (non solo gli slam), oltre ad Edmondson, Nishikori eguaglia Aaron Krickstein (vincitore a Tel Aviv 1983), l’indimenticabile Jay Berger (Buenos Aires 1986) ed il mago Guillermo Coria (Vina del Mar 2001), tutti vincitori del loro primo torneo al sesto tentativo.
Ecco la lista (ordinata per numero di tornei disputati in occasione del primo torneo vinto) di coloro che hanno saputo fare meglio del giapponesino negli ultimi 20 anni, partendo dai 3 giocatori che si sono aggiudicati il loro primo titolo, all’ esordio in un tabellone di un torneo Atp.

1°)
Yahiya Doumbia (Lyon 1988)
Nicolas Lapentti (Bogota 1995)
Santiago Ventura (Casablanca 2004)
2°)
Lleyton Hewitt (Adelaide 1998)
Steve Darcis (Amersfoort 2007)
3°)
Marc Rosset (Geneva 1989)
Fernando Gonzalez (Orlando 2000)
Olivier Rochus (Palermo 2000)
Jerome Haehnel (Metz 2004)
4°)
Juan Ignacio Chela (Mexico City 2000)
David Ferrer (Bucharest 2002)
5°)
Mark Woodforde (Auckland 1986)
Richard Krajicek (Hong Kong 1991)
Dimitry Poliakov (Umag 1991)
Juan Carlos Ferrero (Mallorca 1999)

Certo, non tutti questi nomi hanno saputo dare seguito al loro brillante esordio, e questo perché non tutti hanno iniziato a calcare il palcoscenico dell’Atp in giovanissima età. Un esempio lampante è dato dai due giocatori che hanno vinto il loro primo Atp alla seconda apparizione; se il belga Steve Darcis (vincitore 7 giorni fa a Memphis del suo secondo titolo, alla nona presenza nel circuito), aveva 23 anni e 4 mesi quando si aggiudicò, da numero 297 del ranking, il Dutch Open dello scorso luglio, il più affermato Lleyton Hewitt aveva solo 16 anni quando vinse il torneo di Adelaide, malgrado in classifica fosse numero 550 del ranking.
I 2 giovani rampanti che contedono a Federer la prima posizione mondiale, Nadal e Djokovic, hanno vinto il loro primo titolo “solo” alla 25° apparizione nel circuito maggiore. Meglio di loro Andy Roddick che si aggiudicò i suoi primi 2 tornei al 10° e 11° tentativo, facendo meglio di connazionali molto più affermati come Chang (primo titolo alla 16° apparizione), Agassi (24°), Courier (33°) e Sampras (33°).
L’impresa di Nishikori assume un valore ancora maggiore se andiamo a valutare l’età di coloro che hanno vinto il loro primo torneo. Il primatista di questa speciale classifica è il sopracitato Aaron Krickstein, che vinse il torneo di Tel Aviv 1983 alla tenera età di 16 anni e 3 mesi, poco dopo aver battuto al quinto set Edberg e Gerulaitis agli Us Open. Aveva 3 mesi in più Micheal Chang quando vinse il suo primo titolo in quel di San Francisco 1998. Dieci anni dopo arrivò la terza vittoria più giovane dell’Era Open, quella di Lleyton Hewitt che a 16 anni e 10 mesi si sbarazzò in semifinale di Agassi ed in finale di Stoltenberg, prima di aggiudicarsi il torneo di Adelaide del 1998. Da allora nessuno come Nishikori era riuscito ad avvicinarsi all’impresa di Hewitt. Negli ultimi 10 anni il più precoce a vincere un torneo del circuito maggiore era stato Rafa Nadal che a Sopot nel 2004 aveva appena 18 anni, 2 mesi e 12 giorni. A Delray Beach, il giapponesino è riuscito a fare meglio vincendo il suo primo titolo alla tenera età di 18 anni, 1 mese e 19 giorni. A detta di tutti Kei è molto più maturo della sua età anagrafica, probabilmente per il fatto di essere stato catapultato a soli 14 anni in una realtà a lui totalmente estranea, di cui non conosceva neanche la lingua. Ha faticato molto ad ambientarsi nei primi anni, tanto da ammettere candidamente come nei primi 2 anni era vittima spesso e volentieri di crisi di pianto. Oggi dice di essersi ormai abituato a tutto tranne che al cibo, in particolare al sushi americano, molto più scadente, a suo dire, di quello originale. Molto più superstizioso di quello che si potrebbe supporre, Kei ha svelato alla fine del torneo di Delray Beach di non aver mai chiamato i suoi genitori durante il torneo perché nelle precedenti occasioni in cui aveva chiamato casa dopo una grande vittoria, aveva finito per perdere il giorno dopo. Poveri genitori, costretti il giorno della finale a levarsi alle 4 del mattino per seguire in streaming la finale del figlio. Eh sì, perché in Giappone non è che la copertura televisiva riservata al tennis sia molto migliore che in Italia. Come ci informa il nostro amico Yasu, in Giappone sono altri gli sport che vanno per la maggiore. A farla da padrone è il baseball, seguito a ruota dal calcio. Sono state comunque molte le manifestazioni di gioia sia sulla carta stampata che su Internet; Kenji Shimuzu, cronista di baseball per uno dei principali quotidiani nipponici “Yomiuri Shimbun”, si precipitò a Delray Beach da Fort Myers, dove stava seguendo Daisuke Matsuzaka, lo starting pitcher dei Boston Red Sox, mitica squadra della Major League di baseball, per dare conto delle gesta di Nishikori, da dicembre allenato da Glenn Weiner (fortemente voluto da Bollettieri) che si dice entusiasta dell’esplosività dei suoi colpi e della sua velocità, nonché della personalità mostrata quando si è trovato in svantaggio contro Blake e contro Querrey. Quella personalità che ha mostrato di patire anche il numero uno americano Andy Roddick, protagonista qualche settimana fa di un atteggiamento abbastanza intimidatorio nei confronti del buon Kei durante il suo match di secondo turno contro il giapponese a San Josè. In particolare Roddick, al termine di uno scambio ravvicinato a rete invitava il nipponico a tirare con più forza, come a dire “devi essere più aggressivo per pensare di impensierirmi”. Insomma, “Project 45” non è ancora entrato tra i primi 100 giocatori, ma fa già paura ai Top 10.

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13 Commenti a “Nishikori e un futuro da predestinato.
Tutti i segreti di “Project 45″.
Confronto con gli altri successi “speedy”.”

  1. Karlovic 80 scrive:

    Se non erro,stasera il Sudafricano Anderson in caso di vittoria farebbe meglio del Giapponese.Questo è solo il terzo torneo,dopo New Haven e Aus Open.Complimenti a Spalluto,questi sono argomenti interessantissimi.

  2. andrew scrive:

    mi piace questa mentalità, l’obiettivo di farsi superare dall’allievo, favorire il “nuovo”, i giovani anche a proprio sfavore…Un risvegliato senso di paternità…

    …va da sè e non posso esimermi dal sottolinearlo, che qui invece questa mentalità manca…

  3. Giorgio Spalluto scrive:

    Non sbagli karlovic 80, Kevin Anderson questa sera potrebbe portare a casa il suo primo torneo alla terza apparizione nel circuito maggiore.

    Da te, sempre attento ad una certa tipologia di giocatore, mi sarei aspettato una curiosità statistica relativa ai 2 finalisti dell’Atp di Las Vegas.
    Anderson e Sam Querrey, infatti, stasera daranno vita alla finale più “alta” della storia del tennis. Da una parte avremo i 201 cm del sudafricano e dall’altra i 198 dell’americano, per un totale di 399 cm. Battuto, quindi, il precedente primato (398 cm), stabilito nella finale di San Jose dello scorso anno un cui si affrontarono Ivo Karlovic (208) ed Andy Murray (190)

  4. Karlovic 80 scrive:

    Giorgio,sei stato poco attento………..questa curiosità l’ho postata stamattina nei commenti per la vittoria su Roddick a Dubai.

    Ti chiedo scusa. Effettivamente mi ero perso il tuo commento. Giorgio

  5. Avec Double Cordage scrive:

    articolo molto interessante, complimenti a Giorgio Spalluto, ti sei avvalso di qualche informazione di yasu per caso, se si e veramente bello avere questa collaborazione globale e complimenti anche a lui in tal caso. Magari qualcuno potrebbe raccontarci delle parallele tra Miccini e Nishikori visto che ho sentito che Giacomo viene seguito dalle stesse persone che stavano dieto Nishikori fino a poco tempo fa. Tra l’altro ho letto in commento di Commentucci che Miccini questa settimana sta giocando le quali di un future in canada, non so se è possible avere il link del draw

  6. Karlovic 80 scrive:

    @ A.D.C.
    Miccini e iscritto alle qualificazioni del Canada F2,torneo giocato a Montreal sul cemento.La wild-card Italiana ha battuto al 1° turno l’Americano Cary Rubin 6-3 6-3,al 2° turno incontrerà un altro Americano n°812 del mondo e testa di serie n°2 Matt Roberts.Almeno così dice il sito dell’Atp,nella sezione futures della settimana prossima.Il link non lo sò mettere,magari Commentucci lo sà fare.

  7. Karlovic 80 scrive:

    @ A.D.C.
    Matt Roberts e testa di serie n°6 delle qualificazioni.La partita dovrebbe essere iniziata alle ore 16 di oggi.

  8. Avec Double Cordage scrive:

    grazie Karlovic80 ma queste info erano anche quelle alle quali me riferivo, quelle date da Commentucci ;) vediamo un po’ se jack riesce a battere anche questo Matt Roberts, c’è un topic nei forum su http://www.tennisteen.it dedicato interamente a Miccini, li si dovrebbe venire a spere come è andata a finire anche se adesso non è più cosi aggiornato come quando scriveva un certo ivan che adesso mi pare abbia aperto un altro portale simile a tennisteen, non sono sicuro ma ami sembra si chiami tenniscourt

  9. Avec Double Cordage scrive:

    in effetti c’è tutto sul sito ATP questo è il draw http://www.atptennis.com/en/common/TrackIt.asp?file=http://www.atptennis.com/1/posting/2008/212/qs.pdf

    e il resto si trova su http://www.atptennis.com/3/en/tournaments/challenger/

    sotto FUTURES

    cliccare NEXT WEEK e QS del torneo CANADA F2

  10. simon scrive:

    Purtroppo Miccini ha perso 6-3 6-7(3) 6-1.

  11. simon scrive:

    Rimane ancora in tabellone nelle quali Enrico Iannuzzi che se la vedrà con il canadese Michel-Alexadnre Rioux numero 1143.

  12. Roberto Commentucci scrive:

    Allora, ADC ha ragione su Miccini. il suo coach da un paio di mesi è Ariel Gaitan, lo stesso tecnico che ha seguito Nishikori fino a portarlo nel circuito maggiore. E le similitudini non finiscono qui: anche la programmazione che sta seguendo Giacomo è sostanzialmente analoga a quella svolta 3 anni fa dal giapponese.
    Nishikori ha conquistato i suoi primi punti atp a 16 anni e tre mesi, nel marzo 2006. Giacomo ha 15 anni e 8 mesi. Ha ancora parecchio tempo per cercare di fare meglio del giapponese.
    Tra l’altro, con riferimento al match di stasera, pare che il risultato apparso sul sito Atp sia sbagliato e che Giacomo abbia perso 46 76 62. Sembra che si sia trovato anche a due punti dal match.
    Penso che presto arriverà il primo punto Atp per il ragazzo di Recanati.

  13. leonardo scrive:

    L’ho già detto molte volte… L’età è un indicatore, ma non significa niente. Se guardate la classifica dei più precoci, mancano completamente i più forti di sempre, ci sono soltanto due numeri uno precoci e precocemente scoppiati come Hewitt e Ferrero, un grande sul veloce come Krajcek e altri due o tre top ten. Guardate Federer, ha cominciato a vincere seriamente a 22 anni, e non si è più fermato.

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