Commenti a: Monica Seles, tra passato e futuro.Per averla la Img fece il giro del mondo.Galline e corriere sulla strada del trionfo. http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 16:47:22 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: obiee http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-93498 obiee Wed, 24 Dec 2008 12:03:34 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-93498 Ritengo - ed il mio parere è basato sull'esperienza diretta - che la IMG sia una delle peggiori aziende al mondo e che abbia dato pochissimo al tennis, al mondo dello sport in generale, per non parlare del fashion e del media. E' spiacevole dirlo ma adesso che sta fallendo, non ne sentiremo la mancanza. Ritengo - ed il mio parere è basato sull’esperienza diretta - che la IMG sia una delle peggiori aziende al mondo e che abbia dato pochissimo al tennis, al mondo dello sport in generale, per non parlare del fashion e del media. E’ spiacevole dirlo ma adesso che sta fallendo, non ne sentiremo la mancanza.

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Di: marco negri http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-65127 marco negri Wed, 11 Jun 2008 13:48:21 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-65127 Volevo ricordare a tutti quelli che l'hanno conosciuto che il "Dottore", Enrico Frachey, è mancato il 7 Aprile '07. Prima di lasciarci, ha scritto " Fila Sport: il successo dell'innovazione discontinua", edito da Guerini e Associati. Lunedì 9 Giugno ho avuto l'onore di partecipare alla presentazione del libro che si è svolta a Biella. Vi hanno partecipato più di 300 persone, prevalentemente ex-dipendenti, che mai hanno dimenticato l'uomo e l'imprenditore. Ho lavorato in Fila per 17 anni e ho condiviso con lui l'avventura delle "calzature" che ha portato l'Azienda a traguardi straordinari negli anni'90. Poco prima di completare il libro mi disse "... noi siamo stati fortunati a vivere la straordinaria esperienza di lavorare in Fila....ci sono persone di grande valore che non nella loro storia professionale non hanno mai avuto neppure una volta le grandi soddisfazioni che noi invece abbiamo provato...." Volevo ricordare a tutti quelli che l’hanno conosciuto che il “Dottore”, Enrico Frachey, è mancato il 7 Aprile ‘07. Prima di lasciarci, ha scritto ” Fila Sport: il successo dell’innovazione discontinua”, edito da Guerini e Associati.
Lunedì 9 Giugno ho avuto l’onore di partecipare alla presentazione del libro che si è svolta a Biella.
Vi hanno partecipato più di 300 persone, prevalentemente ex-dipendenti, che mai hanno dimenticato l’uomo e l’imprenditore.
Ho lavorato in Fila per 17 anni e ho condiviso con lui l’avventura delle “calzature” che ha portato l’Azienda a traguardi straordinari negli anni’90.
Poco prima di completare il libro mi disse “… noi siamo stati fortunati a vivere la straordinaria esperienza di lavorare in Fila….ci sono persone di grande valore che non nella loro storia professionale non hanno mai avuto neppure una volta le grandi soddisfazioni che noi invece abbiamo provato….”

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Di: Cino Marchese http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35958 Cino Marchese Wed, 12 Dec 2007 15:25:32 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35958 Enrico Frachey era di Ivrea e prima di entrare alla Fila lavorava alla Olivetti come la maggior parte degli Eporediensi, si questo è il nome dei cittadini di Ivrea. Enrico è stato un manager eccezionale. Intelligente e deciso garbato e dotato di un grande coraggio e di una grande immaginazione. Personalmente ho imparato da lui moltissime cose, ma soprattutto la determinazione nel perseguire gli obiettivi che di volta in volta ti ponevi. Dotato anche di una grande umanità e di grande attaccamento per le persone che hanno lavorato con lui. Grande appassionato di montagna e lui stesso arrampicatore per 5 volte sull'Everest. Viveva a Biella ed era ancora particolarmente attivo a più di 70 anni è morto alcuni mesi fa lasciando un grande vuoto a tutti coloro come me che lo hanno conosciuto ed aprezzato le sue doti non comuni. Enrico Frachey era di Ivrea e prima di entrare alla Fila lavorava alla Olivetti come la maggior parte degli Eporediensi, si questo è il nome dei cittadini di Ivrea. Enrico è stato un manager eccezionale. Intelligente e deciso garbato e dotato di un grande coraggio e di una grande immaginazione. Personalmente ho imparato da lui moltissime cose, ma soprattutto la determinazione nel perseguire gli obiettivi che di volta in volta ti ponevi. Dotato anche di una grande umanità e di grande attaccamento per le persone che hanno lavorato con lui. Grande appassionato di montagna e lui stesso arrampicatore per 5 volte sull’Everest. Viveva a Biella ed era ancora particolarmente attivo a più di 70 anni è morto alcuni mesi fa lasciando un grande vuoto a tutti coloro come me che lo hanno conosciuto ed aprezzato le sue doti non comuni.

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Di: Marcello http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35888 Marcello Tue, 11 Dec 2007 13:32:39 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35888 Molto esplicito Wertheim sul comportamento degli italici spettatori...io ricordo anche un sasso in testa a John Alexander...non ero ancora nato ma mio fratello maggiore ricorda che mio padre tornò profondamente amareggiato per quell'episodio...da vergognarsi comunque. Il Pallacorda è un bellissimo campo, nonostante tutto. Il tutto in questione sono l'incuria dei marmi, il ristorante extra-lusso per Vip nostrani che amabilmente sovrasta un lato corto del campo e copre un paio di statue e la baita-capanna di SKY che non si sa bene che perchè sia lì. Dal canto mio c'è solo uno stadio che ha un atmosfera incomparabile. Era il Louis Armstrong Stadium di Flushing prima che riducessero la capienza mutilandolo. Sembrava una bolgia infernale, una massa umana in bilico sul campo...se poi ci vedi (come mi successe) Sampras vs Corretja quarti di finale 96 con Sampras che al quinto set vomita sul campo poi serve un ace di seconda...tutto diventa più magico Molto esplicito Wertheim sul comportamento degli italici spettatori…io ricordo anche un sasso in testa a John Alexander…non ero ancora nato ma mio fratello maggiore ricorda che mio padre tornò profondamente amareggiato per quell’episodio…da vergognarsi comunque.

Il Pallacorda è un bellissimo campo, nonostante tutto. Il tutto in questione sono l’incuria dei marmi, il ristorante extra-lusso per Vip nostrani che amabilmente sovrasta un lato corto del campo e copre un paio di statue e la baita-capanna di SKY che non si sa bene che perchè sia lì.

Dal canto mio c’è solo uno stadio che ha un atmosfera incomparabile. Era il Louis Armstrong Stadium di Flushing prima che riducessero la capienza mutilandolo. Sembrava una bolgia infernale, una massa umana in bilico sul campo…se poi ci vedi (come mi successe) Sampras vs Corretja quarti di finale 96 con Sampras che al quinto set vomita sul campo poi serve un ace di seconda…tutto diventa più magico

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Di: sara http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35864 sara Tue, 11 Dec 2007 11:48:08 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35864 leggere notizie su monica è sempre piacevole quando poi si tratta di racconti inediti come questo provo ancora piu' piacere e per questo la ringrazio signor marchese; credo che monica debba molto all'img e a Mc Cormack non solo economicamente ma umanamente per l'aiuto che lui e sua moglie diedero a monica nei mesi post-accoltellamento. Non è un mistero che monica (lo racconta nel suo libro) riprese per la prima volta la racchetta in mano dopo ambugo per merito di betsy nagelsen e se abbiamo potuto rivederla (tra le altre cose) di nuovo alzare la coppa a roma è anche per merito dell'amicizia e dell'incoraggiamento incondizionato della famiglia Mc Cormack che svolse un ruolo decisivo nel rientro di monica nel circuito. Un' ultima curiosita': monica sarebbe venuta a roma dopo l'esibizione vinta con la navratilova per puro divertimento o per ragioni commerciali? ed è pensabile che si possa prima o poi organizzare in italia un'esibizione che la veda protagonista? grazie leggere notizie su monica è sempre piacevole
quando poi si tratta di racconti inediti come questo
provo ancora piu’ piacere e per questo la ringrazio signor marchese;
credo che monica debba molto all’img e a Mc Cormack non solo economicamente ma umanamente per l’aiuto che lui e sua moglie
diedero a monica nei mesi post-accoltellamento.
Non è un mistero che monica (lo racconta nel suo libro)
riprese per la prima volta la racchetta in mano dopo ambugo
per merito di betsy nagelsen e se abbiamo potuto rivederla (tra le altre cose) di nuovo alzare la coppa a roma è anche
per merito dell’amicizia e dell’incoraggiamento incondizionato della famiglia Mc Cormack che svolse un ruolo decisivo nel rientro di monica nel circuito.
Un’ ultima curiosita’: monica sarebbe venuta a roma dopo l’esibizione
vinta con la navratilova per puro divertimento o per ragioni commerciali?
ed è pensabile che si possa prima o poi organizzare in italia un’esibizione
che la veda protagonista?
grazie

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Di: luca http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35857 luca Tue, 11 Dec 2007 10:47:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35857 Concordo con marco.napo sulla possibilità conoscere il dietro le quinte tennistico offerta dai piacevolissimi articoli di Cino mrchese. Enrico Frachey era biellese, se non sbaglio Concordo con marco.napo sulla possibilità conoscere il dietro le quinte tennistico offerta dai piacevolissimi articoli di Cino mrchese.
Enrico Frachey era biellese, se non sbaglio

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Di: marco.napo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35807 marco.napo Mon, 10 Dec 2007 19:28:08 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35807 ottimo cino da tuoi articoli possiamo esplorare un po il dietro le quinte,ovvero la parte logisticsa.manageriale se non a volte quella familiare degli atleti. per quanto riguarda la seles a prescindere da un gioco non ortodosso ne particolarmente vario e spettacolare dico che non ha ricevuto dal tennis quanto meritasse(credo che l'incidente/attentato subito l'abbia distrutta nell'animo e nella psiche allontanandola dal tennis e dalo sport). le attuali sharapova e compagne sono la copia sbiadita della seles e questo denuncia le possibilita che non ha potuto esprimere questa grande atleta dalla potenza di gioco eccezionale. ottimo cino da tuoi articoli possiamo esplorare un po il dietro le quinte,ovvero la parte logisticsa.manageriale se non a volte quella familiare degli atleti.
per quanto riguarda la seles a prescindere da un gioco non ortodosso ne particolarmente vario e spettacolare dico che non ha ricevuto dal tennis quanto meritasse(credo che l’incidente/attentato subito l’abbia distrutta nell’animo e nella psiche allontanandola dal tennis e dalo sport).
le attuali sharapova e compagne sono la copia sbiadita della seles e questo denuncia le possibilita che non ha potuto esprimere questa grande atleta dalla potenza di gioco eccezionale.

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35806 roberto commentucci Mon, 10 Dec 2007 19:27:39 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35806 Beh, bravo john john, bellissimo questo pezzo di Wertheim. Effettivamente la cornice del Foro è fantastica, e piace molto anche ai giocatori. Credo che l'articolo sia di qualche anno fa, mi pare che un primo turno tra Gasquet e Srichapan sul Pallacorda (ora Pietrangeli) sia stato giocato nel 2005. Purtroppo, dopo gli entusiasmanti voli pindarici sulle ali dell'architettura razionalista, che ci riempiono di orgoglio per le opere dei nostri nonni, sono costretto a riportarvi sulla terra, alle ordinarie inefficienze di questa Italia di inizio millennio. Sono stato oggi pomeriggio a fare una passeggiata al parco del Foro Italico, e già che c'ero ho dato un'occhiata ai lavori del nuovo centrale. Ebbene, quel che ho visto non mi pare molto incoraggiante. Finora, l'unico lavoro terminato è stato la rimozione dell'anello superiore del vecchio centrale, quello costruito in legno lamellare. Viceversa, la parte inferiore, interrata, è ancora lì, intatta, dal primo all'ultimo sedile. In sostanza, a circa un anno e mezzo dalla data di consegna, a me pare che i lavori del nuovo stadio (per il quale si dovrà eseguire giocoforza uno scavo molto più profondo di quello vecchio) praticamente debbano ancora iniziare. Chissa ora gli anatemi che invierà Baccini contro questo blog, e sul capo del nostro povero Ubaldo convalescente... Beh, bravo john john, bellissimo questo pezzo di Wertheim.
Effettivamente la cornice del Foro è fantastica, e piace molto anche ai giocatori. Credo che l’articolo sia di qualche anno fa, mi pare che un primo turno tra Gasquet e Srichapan sul Pallacorda (ora Pietrangeli) sia stato giocato nel 2005.
Purtroppo, dopo gli entusiasmanti voli pindarici sulle ali dell’architettura razionalista, che ci riempiono di orgoglio per le opere dei nostri nonni, sono costretto a riportarvi sulla terra, alle ordinarie inefficienze di questa Italia di inizio millennio. Sono stato oggi pomeriggio a fare una passeggiata al parco del Foro Italico, e già che c’ero ho dato un’occhiata ai lavori del nuovo centrale.
Ebbene, quel che ho visto non mi pare molto incoraggiante.
Finora, l’unico lavoro terminato è stato la rimozione dell’anello superiore del vecchio centrale, quello costruito in legno lamellare. Viceversa, la parte inferiore, interrata, è ancora lì, intatta, dal primo all’ultimo sedile. In sostanza, a circa un anno e mezzo dalla data di consegna, a me pare che i lavori del nuovo stadio (per il quale si dovrà eseguire giocoforza uno scavo molto più profondo di quello vecchio) praticamente debbano ancora iniziare.
Chissa ora gli anatemi che invierà Baccini contro questo blog, e sul capo del nostro povero Ubaldo convalescente…

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Di: john john http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35788 john john Mon, 10 Dec 2007 15:06:54 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35788 off topic ma non troppo, leggete questo articolo e riflettete sulle cose belle che abbiamo e che non siamo in grado di promozionare adeguatamente mi spiace per tommasi ma a me lo stadio dei crampi sembra restare l'impianto più bello del mondo e sembra non sia il solo a pensarla così Molto bella Rome's Pallacorda may be the world's best court Posted: Thursday May 5, 2005 2:51PM; Updated: Thursday May 5, 2005 2:51PM The statue-encircled Pallacorda was built by the order of Mussolini in 1935. Stuart Franklin/Getty Images I mean this as no disrespect to the U.S. Open's Grandstand court, the famed "Bullring" at Roland Garros or any of the courts at the Monte Carlo club that overlook the Mediterranean. But for our euros, the mythical title of "world's best tennis court" goes to the Pallacorda, the marbled basin of Rome's Foro Italico. Like seeing an opera at La Scala or watching a Cubs game at Wrigley Field, the Pallacorda is a venue so stunning that it can render the actual event somewhat irrelevant. Sitting on the marbled "bleachers" of this underground pit, it's easy to feel someone looking over your shoulder. And I don't mean the cheap bastard trying to peek at your draw sheet. The Pallacorda is ringed by 18 massive statues of Roman gods, each representing a different sport. At 40 feet high or so, these figurines tower over the court and their presence packs a symbolic message about perspective. Those 150-mph aces are all well and good, pal. But see that dude over there? In his day, he could hurl thunderbolts. No, I'm being literal here. Credit for this masterpiece on the banks of the Tiber goes to an unlikely source. At the height of his grandiloquence, Mussolini ordered the court constructed in 1935. Mussolini was, in fact, a decent player who had his own private tennis pro on his payroll. He would only hit forehands, however, and also hated to acknowledge anything French or English in origin so he refuses to call the sport "tennis," referring to it instead as "pallacorda" -- translated roughly as "string ball." MAILBAG Jon Wertheim will answer questions from SI.com users in his mailbag every Wednesday. Your name: Your e-mail address: Your home town: Enter your question: By the time the Pallacorda was completed in 1939, Mussolini had bigger problems on his hands than silly semantics or running around his backhand. In response to Italy's fascism, an international edict prohibited the country from hosting an international event. The ban lasted until 1950. Ubaldo Scanagatta, a press-room fratello who has forgotten more about Italian tennis than anyone else ever knew, calls this Mussolini's double fault. "The first fault was the campaign in Africa and losing the War," says Scanagatta. "Then, the second fault, for whole decade of the 1940s, no one can play on Pallacorda." Eventually the Pallacorda became the show court for the Italian Open, and it has spawned plenty of tennis mythology. The Telecom Masters, as the Rome tour stop currently is called, still carries prestige on the tennis firmament. But not long ago, the Italian Open was regarded as the "fifth slam" and all the big names -- Rod Laver, Bjorn Borg, Chris Evert, Steffi Graf, Martina Navratilova, Pete Sampras, Monica Seles -- played the Pallacorda. The fans who filled the marble were often of the bread-and-circus variety. An opponent who played an Italian, or simply questioned one too many line calls, became a target for taunts, boos, one-fingered salutes and hurled coins. Playing on the Pallacorda in the 1978 Italian Open semifinals, Jose Higueras led Italy's Adrianno Panatta 6-0, 5-1 before he let the partisans, the corrupt local linesmen and the ghosts of the Pallacorda get to him. When a series of calls went against him, Higueras became increasingly frustrated and at one point flipped off the crowd. This inspired chants of "Clown" (politely translated) and change started raining from the stands. After losing the second set 7-5, Higueras retired, fearing for his safety. Nothing nearly as dramatic took place on the Pallacorda this week. A decade ago, the folks at the Italian Federation built a new stadium court -- how, after all, do you carve hospitality suites out of marble? -- which had the effect of relegating the Pallacorda to "second-court" status. So earlier this week, as Andy Roddick and Andre Agassi played the big house, the Pallacorda hosted second-tier players in front of maybe 1,500 fans. Richard Gasquet, a prodigiously gifted French teenager who finally is living up to expectations, drilled poor Paradorn Srichaphan who, playing on his least-favorite surface, was about as fleet afoot as the statues overlooking the court. Then the Swedish veteran Thomas Johansson humiliated Spain's talented-but-temperamental lefty, Feliciano Lopez, in straight sets. There was no magic on the courts, but it hardly mattered. The stately green Umbrian pines overhead, the white marble and red clay made for a breathtaking tre colore tableau. The weather was simply perfect, the sky an unremitting canvas of blue. The statues, looking down on the court as though ready to overrule the chair, were as striking as ever. There's probably some place we'd rather have killed an afternoon. It's just not coming to us right now. Choose Your Team:49 ersBearsBengalsBillsBroncosBrownsBuccaneersCardinalsChargersChiefsColtsCowboysDolphinsEaglesFalconsGiantsJaguarsJetsLionsPackersPanthersPatriotsRaidersRamsRavensRedskinsSaintsSeahawksSteelersTexansTitansVikings SI Media Kits | About Us | Add RSS headlines Copyright © 2007 Time Inc. A Time Warner Company. All Rights Reserved. Terms under which this service is provided to you. Read our privacy guidelines.SUBSCRIBE TO SI GIVE THE GIFT OF SI GIVE THE GIFT OF SI KIDS Police hunt link in Colorado shootings CNN CareerBuilder off topic ma non troppo, leggete questo articolo e riflettete sulle cose belle che abbiamo e che non siamo in grado di promozionare adeguatamente
mi spiace per tommasi ma a me lo stadio dei crampi sembra restare l’impianto più bello del mondo e sembra non sia il solo a pensarla così

Molto bella
Rome’s Pallacorda may be the world’s best court
Posted: Thursday May 5, 2005 2:51PM; Updated: Thursday May 5, 2005 2:51PM

The statue-encircled Pallacorda was built by the order of Mussolini in 1935.
Stuart Franklin/Getty Images
I mean this as no disrespect to the U.S. Open’s Grandstand court, the famed “Bullring” at Roland Garros or any of the courts at the Monte Carlo club that overlook the Mediterranean.

But for our euros, the mythical title of “world’s best tennis court” goes to the Pallacorda, the marbled basin of Rome’s Foro Italico. Like seeing an opera at La Scala or watching a Cubs game at Wrigley Field, the Pallacorda is a venue so stunning that it can render the actual event somewhat irrelevant.

Sitting on the marbled “bleachers” of this underground pit, it’s easy to feel someone looking over your shoulder. And I don’t mean the cheap bastard trying to peek at your draw sheet. The Pallacorda is ringed by 18 massive statues of Roman gods, each representing a different sport. At 40 feet high or so, these figurines tower over the court and their presence packs a symbolic message about perspective.

Those 150-mph aces are all well and good, pal. But see that dude over there? In his day, he could hurl thunderbolts. No, I’m being literal here.

Credit for this masterpiece on the banks of the Tiber goes to an unlikely source. At the height of his grandiloquence, Mussolini ordered the court constructed in 1935. Mussolini was, in fact, a decent player who had his own private tennis pro on his payroll. He would only hit forehands, however, and also hated to acknowledge anything French or English in origin so he refuses to call the sport “tennis,” referring to it instead as “pallacorda” — translated roughly as “string ball.”

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By the time the Pallacorda was completed in 1939, Mussolini had bigger problems on his hands than silly semantics or running around his backhand. In response to Italy’s fascism, an international edict prohibited the country from hosting an international event. The ban lasted until 1950. Ubaldo Scanagatta, a press-room fratello who has forgotten more about Italian tennis than anyone else ever knew, calls this Mussolini’s double fault. “The first fault was the campaign in Africa and losing the War,” says Scanagatta. “Then, the second fault, for whole decade of the 1940s, no one can play on Pallacorda.”

Eventually the Pallacorda became the show court for the Italian Open, and it has spawned plenty of tennis mythology. The Telecom Masters, as the Rome tour stop currently is called, still carries prestige on the tennis firmament. But not long ago, the Italian Open was regarded as the “fifth slam” and all the big names — Rod Laver, Bjorn Borg, Chris Evert, Steffi Graf, Martina Navratilova, Pete Sampras, Monica Seles — played the Pallacorda. The fans who filled the marble were often of the bread-and-circus variety. An opponent who played an Italian, or simply questioned one too many line calls, became a target for taunts, boos, one-fingered salutes and hurled coins.

Playing on the Pallacorda in the 1978 Italian Open semifinals, Jose Higueras led Italy’s Adrianno Panatta 6-0, 5-1 before he let the partisans, the corrupt local linesmen and the ghosts of the Pallacorda get to him. When a series of calls went against him, Higueras became increasingly frustrated and at one point flipped off the crowd. This inspired chants of “Clown” (politely translated) and change started raining from the stands. After losing the second set 7-5, Higueras retired, fearing for his safety.

Nothing nearly as dramatic took place on the Pallacorda this week. A decade ago, the folks at the Italian Federation built a new stadium court — how, after all, do you carve hospitality suites out of marble? — which had the effect of relegating the Pallacorda to “second-court” status.

So earlier this week, as Andy Roddick and Andre Agassi played the big house, the Pallacorda hosted second-tier players in front of maybe 1,500 fans. Richard Gasquet, a prodigiously gifted French teenager who finally is living up to expectations, drilled poor Paradorn Srichaphan who, playing on his least-favorite surface, was about as fleet afoot as the statues overlooking the court. Then the Swedish veteran Thomas Johansson humiliated Spain’s talented-but-temperamental lefty, Feliciano Lopez, in straight sets.

There was no magic on the courts, but it hardly mattered. The stately green Umbrian pines overhead, the white marble and red clay made for a breathtaking tre colore tableau. The weather was simply perfect, the sky an unremitting canvas of blue. The statues, looking down on the court as though ready to overrule the chair, were as striking as ever. There’s probably some place we’d rather have killed an afternoon. It’s just not coming to us right now.

Choose Your Team:49 ersBearsBengalsBillsBroncosBrownsBuccaneersCardinalsChargersChiefsColtsCowboysDolphinsEaglesFalconsGiantsJaguarsJetsLionsPackersPanthersPatriotsRaidersRamsRavensRedskinsSaintsSeahawksSteelersTexansTitansVikings

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Di: Stefano http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35775 Stefano Mon, 10 Dec 2007 13:20:52 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1177#comment-35775 Grazie per la spiegazione Cino, come sempre ricca di interessanti aneddoti. Lavorando nel settore commerciale-marketing per una piccola casa editrice credo capirai facilmente il mio stupore nel constatare l'assenza di un contratto per la gestione di cifre così rilevanti :-) Al giorno d'oggi per le piccole aziende come la nostra i contratti servono per la sopravvivenza, per giustificare gli investimenti, per pagare le tasse senza essere messi in croce e, purtroppo, anche per ottenere finanziamenti. Mi rendo conto tuttavia che le grosse aziende possano permettersi scelte differenti. Grazie per la spiegazione Cino, come sempre ricca di interessanti aneddoti. Lavorando nel settore commerciale-marketing per una piccola casa editrice credo capirai facilmente il mio stupore nel constatare l’assenza di un contratto per la gestione di cifre così rilevanti :-)
Al giorno d’oggi per le piccole aziende come la nostra i contratti servono per la sopravvivenza, per giustificare gli investimenti, per pagare le tasse senza essere messi in croce e, purtroppo, anche per ottenere finanziamenti. Mi rendo conto tuttavia che le grosse aziende possano permettersi scelte differenti.

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