Vietare le scommesse è una favola.
Più facile accomodare tennisti che cavalli.
Ci provano i giocatori di secondo piano.

 
31 Agosto 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Rino Tommasi

Non volendo confondere le idee agli appassionati di tennis che vorrebbero soprattutto sapere se Roger Federer vincerà anche questo torneo oppure se Rafael Nadal o Novak Djokovic riusciranno a smentire i pronostici, sfrutto questa rubrica ed il suo titolo per affrontare un argomento che nelle ultime settimane ha messo a rumore l’ambiente del tennis.
Fair Play vuol dire, letteralmente, gioco pulito ed onesto ed è fin troppo evidente che questi requisiti possono essere messi a rischio se il mondo delle scommesse si inserisce in uno sport fino ad impadronirsene o a controllarlo.
Cominciamo con il chiarire un aspetto. Vietare ai giocatori di calcio o ai protagonisti di qualsiasi altro evento sportivo di scommettere è una favola alla quale non credono nemmeno i bambini. Chiunque ha un cugino, un amico che può agire per suo conto e se qualcuno è rimasto coinvolto è perché non ha preso le giuste precauzioni.
Venendo al tennis la questione diventa importante per due motivi. Il primo è che il tennis è lo sport sul quale, a parte calcio ed ippica, si scommette di più. I cavalli, per la verità, sono un discorso a parte perché se non ci fossero le scommesse questo sport sparirebbe , mentre il calcio, il tennis, il pugilato e tutte le altre discipline sportive vivrebbero benissimo anche senza gioco, legale o clandestino che sia.
Per rendere il gioco più vasto, più divertente e quindi più redditizio, i bookmaker si sono inventati la possibilità di variare le quote ad ogni punto. Poiché si può giocare via internet, alcuni scommettitori hanno preso l’abitudine di andare al tennis con un computer in modo da poter cogliere il momento favorevole e sfruttare, oltre ad informazioni di prima mano che si possono cogliere sui campi o negli spogliatoi, i pochi secondi di vantaggio garantiti dall’anticipo con il quale si può seguire il punteggio.
Questa situazione ha determinato il divieto agli spettatori di entrare in uno stadio tennistico con il computer ma è un provvedimento difficile da difendere o da applicare.Tuttavia il controllo del volume delle giocate ha già fatto scoprire che qualche risultato potrebbe essere sospetto. In particolare la sconfitta di Nikolay Davydenko, numero 4 nella classifica mondiale, che si è ritirato contro l’italo argentino Vassallo al torneo di Sopot, pare abbia giustificato un’inchiesta da parte dell’ATP, il sindacato dei giocatori, giustamente preoccupato di difendere le credibilità del gioco.
L’ATP ha anche affidato ad uno specialista del gioco clandestino, con solidi legami con la malavita, il compito di spiegare ai giocatori i pericoli che potrebbero correre accettando di intrattenere rapporti con ambienti sospetti.
Il problema è che accomodare una partita di calcio o una corsa di cavalli e più complicato che accomodare una partita di tennis, che è una corsa con due cavalli con i quali si può parlare e si possono fare accordi (questo è il secondo motivo per il quale il tennis è a rischio).
A propria difesa il tennis ha un meccanismo nel quale i guadagni sono molto legati ai risultati ma non si può escludere che qualche giocatore di secondo piano possa cercare di arrotondare combinando qualche incontro.
Di questo ha dovuto parlare a malincuore Etienne De Villiers, il capo dell’ATP che si è guadagnato il soprannome di Mickey Mouse, per certi suoi precedenti lavorativi a Disneyland ed anche per certi suoi clamorosi errori (l’idea dei round robin, fortunatamente naufragata). In una conferenza stampa che doveva anticipare i cambiamenti di calendario del circuito pro dei prossimi anni (Madrid sostituirà Amburgo tra i Masters Series), De Villiers si è limitato a dire di essere a conoscenza del problema delle scommesse ad ha assicurato molta attenzione ma anche qui, come nel caso ancora più grave del doping, il timore è che i disonesti siano in perenne vantaggio su coloro che si comportano bene.
Rino Tommasi

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2 Commenti a “Vietare le scommesse è una favola.
Più facile accomodare tennisti che cavalli.
Ci provano i giocatori di secondo piano.”

  1. FEDERICO scrive:

    IL SIGNOR TOMMASI è COME SEMPRE LAPALISSIANO.HA SICURAMENTE RAGIONE.DOMANDA?COME FARE.FORSE LUI CHE è IN QUESTO SPORT DA UNA VITA POTREBBE AIUTERE?
    SECONDO ME NON PUò LUI NE NESSUN ALTRO.
    A ME PIACE CREDERE NELLO SPORT PULITO.UTOPIA?FORSE Sì.COME DISSE SEAN CONNRY SE VUOI COGLIERE UNA MELA CHE NON SIA BACATA DEVI COGLIERLA DALL’ALBERO.PER CUI IL DISCORSO VA FATTO AI RAGAZZINI NON AI PROFESSIONISTI.
    DAI DAI DITEMI LA VOSTRA.

  2. alessandro scrive:

    il caso davydenko è scoppiatoa livello mondiale xchè betfair ha sospeso le scommesse,senno nessuno dei non “addetti ai lavori” se ne sarebbe accorto..betfair ha appunto preso questa decisione xche consapevole che già alcune partite erano state accomodate,quest’anno e negli anni scorsi, soprattutto sfruttando il live,cioè le scommesse durante il corso del match

    betfair essendo un exchange ,cioè un intermediatore fra gli scommettitori che si limita a fornire lo strumento x giocare e non vince o perde nulla,incassando solo la percentuale dagli scommettitori vincenti,ha interesse che il gioco sia “pulito” xche ripetuti casi di scommesse”dolose” potrebbe allontanare una fetta di scommettitori ..ma anche loro sanno x esperienza e dati oggettivi che una x fortuna minima parte di matches non sono stati regolari

    io sono appassionato di tennis e pure decente giocatore da max classifica 4.1 ma anche abituale scommettitore,cosa che mi ha permesso di osservare movimenti veramente poco chiari durante alcune partite

    elencare quali siano non si puo x motivi ovvi ma i giocatori”protagonisti” nell’ambiente delle scommesse si sanno.

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