Splende la meteora Verkerk
Ennesimo ritorno in campo
Il revival di Borg fallì, la Hingis no
Dove può arrivare “Martino”?

 
21 Marzo 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di ANGELO MANCUSO

A volte tornano. Alzi la mano chi si ricorda di Martin Verkerk, una delle più grandi meteore del tennis degli ultimi anni. Il ventottenne gigante olandese (è alto quasi due metri) nel 2003 vinse il torneo di Milano ma soprattutto in quello stesso anno fu finalista niente meno che al Roland Garros. Verkerk ci regalò forse la più grande sorpresa degli ultimi anni in campo maschile in un torneo dello Slam. Un tennista d’attacco (sovente usava il serve and volley) in finale a Parigi non lo si vedeva dal 1996 con il tedesco Michael Stich, sconfitto da russo Yevgeny Kafelnikov. L’ultimo a trionfare sulla terra rossa pargina è stato il francese Yannick Noah, correva l’anno 1983, e prima di lui il nostro Adriano Panatta (1976). Da due anni anche Roger Federer, forse il più grande di sempre, si deve arrendere ad uno specialista del rosso come Rafa Nadal: nel 2005 in semifinale, nel 2006 in finale. Bravo e fortunato in quel 2003, Verkerk fu protagonista di partite memorabili: contro Luis Horna al secondo turno era sotto due set ad uno con il peruviano che serviva per il match. Riuscì a vincere al quinto. Nei quarti eliminò uno specialista come Carlos Moya (ex campione del Roland Garros) battendo lo spagnolo 8-6 al quinto, poi in semifinale mise ko un altro “terraiolo” doc come l’argentino Guillermo Coria. Infine, letteralmente sfinito, si arrese in finale allo spagnolo Juan Carlos Ferrero, futuro numero uno anche se per poco. Dopo Parigi però “Martino” pagò il suo tributo alla buona sorte: vinse ad Amersfoort l’anno successivo (luglio 2004) battendo in finale il cileno Fernando Gonzalez. Dopo di allora il nulla: scomparso. Un infortunio alla spalla lo ha tenuto fuori per tutto il 2005. L’anno scorso ha giocato solo due challenger perdendo sempre al primo turno: con Flavio Cipolla a Napoli e con il marocchino Younes El Ayanoui a Terragona. Sprofondato oltre la millecinquecentesima posizione del ranking, Verkerk era rientrato a metà febbraio a Rotterdam arrendendosi al sudafricano De Voest. Ora, grazie alla classifica protetta, è in tabellone al secondo Masters Series della stagione a Miami, dove al primo turno sfiderà il francese Sebastien Grosjean. “La mia spalla è pienamente recuperata a livello chirurgico, ma, ovviamente, resta da verificare la sua condizione tennistica, nel senso che, ad esempio, la velocità sul campo non è ancora ottimale - racconta Verkerk - è una situazione di cui sono ben cosciente anche perché devo perdere diversi chili. So che rientrare non è facile per nessuno”. Ce la farà il buon Martino? L’esperienza in verità insegna che i ritorni nel tennis spesso si rivelano un fiasco, anche quelli dei più grandi di sempre. Ne sa qualcosa Bjorn Borg (ci perdonerà l’accostamento irriverente), ritiratosi dall’attività agonistica alla fine del 1982, ad appena 26 anni, dopo aver vinto 11 titoli del Grand Slam (6 Roland Garros e 5 Wimbledon). Lo svedese ha poi tentato il ritorno alle competizioni una prima volta nel 1984: giocò il torneo di Stoccarda dove fu eliminato al primo turno da Henri Leconte. Quindi il secondo ritorno sette anni dopo a Montecarlo, con la sconfitta al primo turno per mano di Jordi Arrese. Sempre fuori al primo turno anche negli otto tornei giocati nel 1992 e nei tre ai quali partecipò l’anno successivo. L’ultima apparizione di Borg in un torneo Atp del circuito maggiore risale all’8 novembre del 1993 a Mosca, quando fu sconfitto dal russo Alexander Volkov. L’unica capace di invertire la tendenza negativa è stata Martina Hingis, rientrata nel gennaio 2006 dopo quasi tre anni di stop e tornata nel giro di pochi mesi nelle top ten vincendo anche al Foro Italico. Nel circuito femminile, però, l’impresa è probabilmente meno dura che a livello maschile. Secondo voi ce la farà il buon Verkerk? Attendiamo interventi e pareri. Intanto bentornato Martino.

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9 Commenti a “Splende la meteora Verkerk
Ennesimo ritorno in campo
Il revival di Borg fallì, la Hingis no
Dove può arrivare “Martino”?”

  1. anto scrive:

    No Verkerk è spacciato. Signori non riesce a rientrare Guga Kuerten che non è un gatto di marmo, immaginatevi un omone di due metri che del serve and volley fà la sua arma. No l’olandesone non credo che rientrera nei 100, figuratevi nei 30. Sono cattivello, no sono pragmatico.

  2. Fabio F. scrive:

    L’uomo che fece capire i limiti di coria già prima degli psicodrammi degli anni successivi…

    no, non credo ad un ritorno significativo, onestamente. La favola è già stata vissuta.

  3. angelica scrive:

    Per un Verkerk che ritorna un Round robin che se ne va !!!
    L’ATP Board ha deciso di interrompere l’esperimento.
    Bye bye Round Robin, a mai piu’….speriamo !

  4. Giovanni Di Natale scrive:

    Per un finalista al Roland Garros deve essere difficile tornare e scoprire di essere di un’epoca passata. Un anno di assenza pesa. Soprattutto se devi confrontarti con giocatori molto fisici, ed il tennis in questo momento è deciso al 75% dalla potenza e dalla resistenza. Il talento è quasi secondario. Non consente, infatti, di fare la differenza. Quindi anche io sono molto pessimista sul ritorno di Verkerk, anche perchè la spalla è uno dei punti più delicati.

  5. marcos scrive:

    auguro a verkerk tutto il bene del mondo, ma oggi esulto per la sconfitta di un’idea idiota e, soprattutto, per un paio di risultati provenienti da miami.

    bracciali/mirnyi 76 64

    bolelli/monfils 64 62

    in israele può succedere di tutto, ma fino ad una settimana fa si faceva il calcolo del meno peggio…da oggi, e, spero, anche da domani, corrado avrà difficoltà di scelta, causata da abbondanza!

    i maggiori complimenti a bolelli, che, se non ricordo male, vince oggi il suo primo incontro atp, scegliendo una delle migliori platee del tennis internazionale. ricordando, poi, che ieri ha battuto kendrick nell’ultimo turno di quali…aumenta la soddisfazione! sentiti complimenti anche a pistolesi, suo fidatissimo coach.

    ottimo anche il braccio: il bielorusso non è in gran spolverlo, ma daniele, per battere uno che segue spesso a rete, deve aver giocato con molta testa: bravissimo!

    è primavera.

    marcos

  6. anto scrive:

    Mi piacerebbe fare i complimenti a coach Pistolesi per il bel risultato del suo ragazzo. Ubaldo non riesci a sentire Claudio e farti spiegare della sua querelle con Tommasi per quanto concerne la guida tecnica di Bolelli?Ciao grazie

  7. Stefano Scorrano scrive:

    Verkerk, il quale viene ricordato oltre che x la finale al RG ‘03 per la somiglianza a Leonardo Manera :-D, immagino avrà molte difficoltà per rientrare nelle zone della classifica che contano.
    Purtroppo la spalla è una zona molto delicata per i tennisti e la sua costituzione fisica ed il modo di giocare non favoriscono certo un rientro semplice.
    A differenza degli altri esempi, il suo diciamo “preritiro” è dovuto ad un infortunio e non a scelte di vita, anche perchè rispetto ad esempio a Borg, non è un talento puro e credo ne sia cosciente anche lui, quindi penso che avrebbe continuato a giocare facendo chissà una carriera da buon giocatore con il ricordo verso quell’exploit a Parigi.

  8. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Intanto Verkerk ha esordito…perdendo da Grosjean 6-3,6-4. Insomma non in modo indecoroso. Lo dico, però, senza aver visto la partita. Con il suo servizio,, se la spalla ha tenuto, Verkerk può difendesi bene, nel senso che 6-1,6-1 non lo prende. Però gli basta anche subire un break e poi magari non ce la fa a recuperare…Gli ci sovvrà comunque tempo per ritrovare l’abitudine alla gara. E’ un tipo intelligente, però, e questo aiuta. Per quanto riguarda Anto, Pistolesi e tommasi, mi è più facile sentire Tommasi visto che Pistolesi in questo momento sarà a Miami…Io posso solo dirti che all’epoca in cui Pistolesi è subentrato al precedente coach di Bolelli, Ronzoni, accadde qualcosa di poco simpatico. Ronzoni era lì per chiedere una wild card per bolelli al torneo di Bergamo, quando l’organizzatore gli disse: “ma guarda che la wild card per Bolelli l’ha già chiesta il suo nuovo coach, Claudio Pistolesi”.
    Come a dire, insomma, che nel mgliore dei casi c’era stato un difetto di comunicazione fra Bolelli e il giovanotto che lo allenava da anni in nome e per conto dell’ Accademia di Vavassori. All’epoca avevo sentito parlare anche di azioni legali, ma poi non so se sono stata portate avanti, se ci sono state transazioni, accordi o quant’altro.
    Bravo Fabio…c’ero a Parigi (come ci sono ormai ininterrottamente dal ‘76, l’anno magico di Panatta) ma non mi ricordavo più che Verkerk aveva sorpreso Coria. Beh, se non eri bravo non ti avrei scelto nella schiera dei collaboratori prediletti di questo blog!

  9. luca scrive:

    Non mi pare sia il caso citare come esempi di tentativi di rientro quelli di Borg. Non gliene fregava nulla nel 1984, figuriamoci nel 1991,1992,1993.
    A 25 anni,quando realmente si ritirò il 13 settembre 1981,aveva ottenuto risultati che, statistiche alla mano, lo rendono a tutt’oggi inavvicinabile per Sampras,Federer,tec.

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