Commenti a: Tra profili tecnici e pronostici.Che 2008 sarà per i 5 top-100 italiani?Per primo Potito Starace ai raggi X.E una sua intervista http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 16:02:54 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37653 roberto commentucci Sat, 29 Dec 2007 21:57:42 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37653 Finisce in semifinale l'avventura di Miccini nella Casablanca Cup. Il quindicenne azzurro è stato sconfitto dal messicano Ramirez per 67 63 60. Giacomo ha lottato alla pari per un set e mezzo, per poi cedere alla distanza ad un avversario più grande di lui di due anni e molto più esperto, essendo già vicino alla 600a posizione nella classifica Atp. Sconfitta più che onorevole e ottimo torneo per Giacomo, che la prossima settimana sarà intorno alla 30a posizione nel ranking mondiale juniores, a soli 15 anni e 6 mesi. Finisce in semifinale l’avventura di Miccini nella Casablanca Cup. Il quindicenne azzurro è stato sconfitto dal messicano Ramirez per 67 63 60. Giacomo ha lottato alla pari per un set e mezzo, per poi cedere alla distanza ad un avversario più grande di lui di due anni e molto più esperto, essendo già vicino alla 600a posizione nella classifica Atp.
Sconfitta più che onorevole e ottimo torneo per Giacomo, che la prossima settimana sarà intorno alla 30a posizione nel ranking mondiale juniores, a soli 15 anni e 6 mesi.

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37556 roberto commentucci Sat, 29 Dec 2007 01:06:01 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37556 Ho un ricordo nitido di Raul Ramirez, Ubaldo, ero adolescente, era maggio, ed avevo addosso la febbre degli Internazionali. Avevo marinato il Liceo per andare la mattina a vedere gli allenamenti al Foro (che all'epoca erano ad ingresso libero). Lo vidi, il Raul, che palleggiava con Josè Luis Clerc. Provavano la diagonale di rovescio. Era un fantastico confronto di stili. Raul, giocatore molto classico, aveva un bellissimo back, la palla saltava pochissimo e cadeva sempre a un palmo dalla linea di fondo. Ma io all'epoca ero soprattutto affascinato dalla tecnica di Clerc... Il gaucho triste andava giù con le ginocchia come una pantera, girava la racchetta con la mano sinistra, stringeva l'impugnatura e... Bam! Su quelle palle così basse del messicano, faceva partire delle randellate, con pochissimo top spin, che all'epoca parevano eludere ogni legge fisica. Un rovescio di una bellezza magica. Rimasi a guardare ipnotizzato... Finché non ci cacciarono via, e allora mi affrettai al botteghino, per il biglietto, mentre rovistavo le tasche per cercare un gettone e avvertire a casa, con tono trionfante: "Mamma, a scuola tutto ok, ho mangiato un po' di pizza, sono al tennis, torno dopo!". Che momenti... Ho un ricordo nitido di Raul Ramirez, Ubaldo, ero adolescente, era maggio, ed avevo addosso la febbre degli Internazionali. Avevo marinato il Liceo per andare la mattina a vedere gli allenamenti al Foro (che all’epoca erano ad ingresso libero). Lo vidi, il Raul, che palleggiava con Josè Luis Clerc. Provavano la diagonale di rovescio. Era un fantastico confronto di stili. Raul, giocatore molto classico, aveva un bellissimo back, la palla saltava pochissimo e cadeva sempre a un palmo dalla linea di fondo. Ma io all’epoca ero soprattutto affascinato dalla tecnica di Clerc… Il gaucho triste andava giù con le ginocchia come una pantera, girava la racchetta con la mano sinistra, stringeva l’impugnatura e… Bam! Su quelle palle così basse del messicano, faceva partire delle randellate, con pochissimo top spin, che all’epoca parevano eludere ogni legge fisica. Un rovescio di una bellezza magica. Rimasi a guardare ipnotizzato…
Finché non ci cacciarono via, e allora mi affrettai al botteghino, per il biglietto, mentre rovistavo le tasche per cercare un gettone e avvertire a casa, con tono trionfante: “Mamma, a scuola tutto ok, ho mangiato un po’ di pizza, sono al tennis, torno dopo!”. Che momenti…

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37555 Ubaldo Scanagatta Sat, 29 Dec 2007 00:53:21 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37555 Ramirez im Messico è un nome comune coem Rossi in Italia, però chissà che non sia figlio di Raul, il vincitore di Roma nel '75 (su Orantes in tre set combattuti (dopo aver sorpreso Borg nei quarti, clamoroso!, e Nastase in semIfinale). Per un po' di tempo, dopo che lo aiutai a vincere il torneo di Firenze consigliandolo una tattica più aggressiva nella finale quando era sotto due set a uno con il tedesco Karl Meiler, Raul mi telefonava ogni giorno prima di ogni suo math per chiedermi come avrebbe dovuto giocare contro questo o quel giocatore. Arrivò nei quarti a Wimbledon, se non sbaglio, e mi chiese se ero disposto a seguirlo nei tornei (che in doppio lui vinceva regolarmente in coppia con Brian Gottfried), ma gli dissi che non era un mestiere che mi piaceva (anche perchè pensavo che sarei diventato un suo dipendente e alla prima sconfitta inattesa mi avrebbe sbattuto chissà dove...)ma siamo rimasti semrpe buoni amici e ogni vola che mi vede mi fa un sacco di feste. Piuttosto ricordo anche un'altra Ramirez (mi pare sia lei che ha sposato il campione francese Pierre Darmon), giocava il doppio femminile con la Reyes ed erano forti e simpatiche. Spero che Miccini vinca ancora. A me piace molto come gioca, dopo averlo visto all'ultimo US Open ( ne ho parlato a lungo in un post da new York...) Ramirez im Messico è un nome comune coem Rossi in Italia, però chissà che non sia figlio di Raul, il vincitore di Roma nel ‘75 (su Orantes in tre set combattuti (dopo aver sorpreso Borg nei quarti, clamoroso!, e Nastase in semIfinale). Per un po’ di tempo, dopo che lo aiutai a vincere il torneo di Firenze consigliandolo una tattica più aggressiva nella finale quando era sotto due set a uno con il tedesco Karl Meiler, Raul mi telefonava ogni giorno prima di ogni suo math per chiedermi come avrebbe dovuto giocare contro questo o quel giocatore. Arrivò nei quarti a Wimbledon, se non sbaglio, e mi chiese se ero disposto a seguirlo nei tornei (che in doppio lui vinceva regolarmente in coppia con Brian Gottfried), ma gli dissi che non era un mestiere che mi piaceva (anche perchè pensavo che sarei diventato un suo dipendente e alla prima sconfitta inattesa mi avrebbe sbattuto chissà dove…)ma siamo rimasti semrpe buoni amici e ogni vola che mi vede mi fa un sacco di feste. Piuttosto ricordo anche un’altra Ramirez (mi pare sia lei che ha sposato il campione francese Pierre Darmon), giocava il doppio femminile con la Reyes ed erano forti e simpatiche. Spero che Miccini vinca ancora. A me piace molto come gioca, dopo averlo visto all’ultimo US Open ( ne ho parlato a lungo in un post da new York…)

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37547 roberto commentucci Fri, 28 Dec 2007 23:13:55 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37547 Un grazie a Francesco per la bella intervista di Potito, che è stato molto franco nel riconoscere che il miglioramento del 2007 è stato soprattutto dovuto ad un salto di qualità sotto il profilo atletico. Per motivi... scaramantici, continuo a postare qui le notizie sulle imprese di Miccini in Messico. Giacomo è in semifinale nella Casablanca Cup, dopo aver battuto per 63 16 76 il belga Yannick Reuter, classe '91 e quindi più grande di Giacomo di un anno. Il suo prossimo avversario è il giocatore di casa Cesar Ramirez, classe '90 e attuale n. 22 delle classifiche Itf. Match molto duro. Un grazie a Francesco per la bella intervista di Potito, che è stato molto franco nel riconoscere che il miglioramento del 2007 è stato soprattutto dovuto ad un salto di qualità sotto il profilo atletico.
Per motivi… scaramantici, continuo a postare qui le notizie sulle imprese di Miccini in Messico. Giacomo è in semifinale nella Casablanca Cup, dopo aver battuto per 63 16 76 il belga Yannick Reuter, classe ‘91 e quindi più grande di Giacomo di un anno. Il suo prossimo avversario è il giocatore di casa Cesar Ramirez, classe ‘90 e attuale n. 22 delle classifiche Itf. Match molto duro.

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Di: Francesco http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37415 Francesco Thu, 27 Dec 2007 23:06:47 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37415 Sulle pagine avellinesi del Mattino di oggi, ho trovato un'intervista a Potito...(a beneficio della rubrica di Daniele Flavi) ; http://www.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20071227&ediz=AVELLINO&npag=33&file=FILM.xml ALESSANDRA MALANGA Chissà, forse se a due passi dalla casa paterna di Potito Starace non ci fosse stato un circolo sportivo dotato di campi da tennis, a quest'ora «Poto» sarebbe solo un simpatico diminutivo per chiamare tutti quegli abitanti di Cervinara battezzati col nome del santo della chiesa madre del paese. Ed invece... di Poto ce n'è uno solo. Solo, in testa alla classifica italiana dei tennisti. Solo, in Irpinia, a essere diventato campione in uno sport che, da noi, non vanta nessuna tradizione. Solo, di volta in volta, a mettercela tutta per cercare di battere l'avversario di turno, perché il tennis non è un gioco di squadra. E non è nemmeno più un gioco, quando si arriva a certi livelli. «Ho fatto tanti sacrifici - dice Potito Starace -. Ora sto raccogliendo i frutti del mio impegno, della mia caparbietà». Un vero peccato che il suo invidiabile curriculum professionale sia stato macchiato, qualche giorno fa, da una sospensione di sei settimane e 30mila dollari di multa comminategli dall'Atp (Association Tennis Professionals) per aver scommesso online sul risultato di partite di tennis. Uno stop forzato che potrebbe frenare l'inarrestabile corsa di Starace, dallo scorso mese di ottobre numero uno italiano e 31esimo al mondo. Un inizio d'anno senza racchetta per aver scommesso 90 euro e averli anche persi. Come l'ha presa? «Ho infranto una regola, è vero. Ma l'ho fatto in buona fede. L'Atp mi ha mandato il libro delle norme a Cervinara e non avevo avuto modo di leggerlo. Quando è esploso il caso Di Mauro, e ho scoperto che era vietato scommettere, ho subito smesso. Ma non è servito. Considerata la somma che ho investito e il fatto che ci abbia solo rimesso, ritengo che la pena inflittami sia spropositata. Se ho deciso di patteggiare è perché ho valutato che in questo modo avrei saltato solo il primo mese dell'anno, ma sarei stato pronto a ripartire più allenato e motivato che mai». Dove vuole arrivare? Non soffre di vertigini? «Ho iniziato il 2007 al 90esimo posto e l'ho chiuso scalando 60 posizioni. Per il 2008 vorrei cercare di raggiungere la top venti della classifica mondiale. Non bisogna mai mollare la presa, altrimenti, in un batter d'occhio, si precipita in basso. E poco importa da quale altezza». A quanti anni ha impugnato per la prima volta la racchetta? «A otto anni. Ho iniziato giocando nel circolo sotto casa, che poi è diventato della mia famiglia. Mi è piaciuto subito. D'altronde, già a quell'età seguivo le partite di tennis in televisione. La mia è una passione innata». Chi ha scoperto le potenzialità tennistiche di Starace? «Ho avuto tanti maestri nel corso degli anni, ma a darmi fiducia e a suggerirmi di praticare il tennis a livello agonistico è stato Antonio Leone. Avevo 13 anni e due o tre volte alla settimana andavo a Benevento per seguire le sue lezioni». Lei è alto 190 cm e pesa 84 chili. Alla racchetta si addicono le "taglie forti"? «Il peso e l'altezza non sono determinanti. Ci sono tanti tipi di giocatori: bassi ma rapidi, alti e potenti o che hanno altre caratteristiche atletiche». Come ogni sport praticato a livello agonistico, il tennis richiede tecnica e preparazione atletica. Quale delle due prevale in Starace? «Oggi sono abbastanza bilanciate, ma non è stato sempre così. Quando ho cominciato, avevo tecnica ma fisicamente ero un mezzo disastro. Poi, un po' alla volta, sono migliorato anche da quel punto di vista». Lei diventa professionista nel 2001. Nel giro di pochissimi anni, sulla terra battuta "batte" importanti record. Il successo più «sudato»? «Il mio primo Grande Slam, nel 2004: ho battuto il numero dieci del mondo, giocando in casa sua, a Parigi. É stata una grande impresa, seguita da un'immensa soddisfazione». Tra un torneo e l'altro, lei riuscì, a suo tempo, anche a diplomarsi in ragioneria. Le conoscenze scolastiche l'aiutano a «calcolare» meglio le mosse dell'avversario? «Magari... Indubbiamente la cultura mi serve innanzitutto per essere un uomo migliore, poi per essere anche un buon atleta. Il tennis è uno sport molto particolare: è una sfida prima contro se stessi, poi contro l'avversario che si ha di fronte. E ci vuole una grande maturità per mantenere certi ritmi». A parte la famiglia e gli amici, a cosa è dovuta la dichiarata, irrefrenabile attrazione per Cervinara? «É il paese in cui sono nato è dove ho trascorso gli anni più importanti della mia vita. Purtroppo, riesco a tornarci di rado, durante le feste comandate e nei periodi di pausa degli allenamenti. Ma mantengo continui rapporti con i miei parenti e con gli amici più cari». É noto che Starace tifa Napoli non solo nel tennis, ma anche nel calcio. E la squadra biancoverde? E l'Air? «Tifo per il Napoli da sempre. L'Avellino è la mia seconda squadra: la seguo con interesse, e, quando sono stati giocati i derby, ho sempre sperato in un pareggio. Il basket, invece, non mi piace molto». Il tennista italiano degli ultimi tempi che ammira di più. «Non saprei... Conosco bene Davide Sanguinetti e mi piace molto, sia dal punto di vista umano che come tennista. Ha avuto problemi fisici, ma resta un grande atleta». Lei ha 26 anni. Qual è l'età media per appendere la racchetta al chiodo? «Si può giocare fino a 32, 33 anni: dopo i 30 inizia la fase calante. Io sto vivendo il periodo di maturità e devo dare il massimo adesso. Spero di giocare per altri sei o sette anni». E poi? «Vorrei rimanere nell'ambito tennistico. É questo il mio mondo, fin da quando ero bambino». Sulle pagine avellinesi del Mattino di oggi, ho trovato un’intervista a Potito…(a beneficio della rubrica di Daniele Flavi) ;
http://www.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20071227&ediz=AVELLINO&npag=33&file=FILM.xml

ALESSANDRA MALANGA Chissà, forse se a due passi dalla casa paterna di Potito Starace non ci fosse stato un circolo sportivo dotato di campi da tennis, a quest’ora «Poto» sarebbe solo un simpatico diminutivo per chiamare tutti quegli abitanti di Cervinara battezzati col nome del santo della chiesa madre del paese. Ed invece… di Poto ce n’è uno solo. Solo, in testa alla classifica italiana dei tennisti. Solo, in Irpinia, a essere diventato campione in uno sport che, da noi, non vanta nessuna tradizione. Solo, di volta in volta, a mettercela tutta per cercare di battere l’avversario di turno, perché il tennis non è un gioco di squadra. E non è nemmeno più un gioco, quando si arriva a certi livelli. «Ho fatto tanti sacrifici - dice Potito Starace -. Ora sto raccogliendo i frutti del mio impegno, della mia caparbietà». Un vero peccato che il suo invidiabile curriculum professionale sia stato macchiato, qualche giorno fa, da una sospensione di sei settimane e 30mila dollari di multa comminategli dall’Atp (Association Tennis Professionals) per aver scommesso online sul risultato di partite di tennis. Uno stop forzato che potrebbe frenare l’inarrestabile corsa di Starace, dallo scorso mese di ottobre numero uno italiano e 31esimo al mondo. Un inizio d’anno senza racchetta per aver scommesso 90 euro e averli anche persi. Come l’ha presa? «Ho infranto una regola, è vero. Ma l’ho fatto in buona fede. L’Atp mi ha mandato il libro delle norme a Cervinara e non avevo avuto modo di leggerlo. Quando è esploso il caso Di Mauro, e ho scoperto che era vietato scommettere, ho subito smesso. Ma non è servito. Considerata la somma che ho investito e il fatto che ci abbia solo rimesso, ritengo che la pena inflittami sia spropositata. Se ho deciso di patteggiare è perché ho valutato che in questo modo avrei saltato solo il primo mese dell’anno, ma sarei stato pronto a ripartire più allenato e motivato che mai». Dove vuole arrivare? Non soffre di vertigini? «Ho iniziato il 2007 al 90esimo posto e l’ho chiuso scalando 60 posizioni. Per il 2008 vorrei cercare di raggiungere la top venti della classifica mondiale. Non bisogna mai mollare la presa, altrimenti, in un batter d’occhio, si precipita in basso. E poco importa da quale altezza». A quanti anni ha impugnato per la prima volta la racchetta? «A otto anni. Ho iniziato giocando nel circolo sotto casa, che poi è diventato della mia famiglia. Mi è piaciuto subito. D’altronde, già a quell’età seguivo le partite di tennis in televisione. La mia è una passione innata». Chi ha scoperto le potenzialità tennistiche di Starace? «Ho avuto tanti maestri nel corso degli anni, ma a darmi fiducia e a suggerirmi di praticare il tennis a livello agonistico è stato Antonio Leone. Avevo 13 anni e due o tre volte alla settimana andavo a Benevento per seguire le sue lezioni». Lei è alto 190 cm e pesa 84 chili. Alla racchetta si addicono le “taglie forti”? «Il peso e l’altezza non sono determinanti. Ci sono tanti tipi di giocatori: bassi ma rapidi, alti e potenti o che hanno altre caratteristiche atletiche». Come ogni sport praticato a livello agonistico, il tennis richiede tecnica e preparazione atletica. Quale delle due prevale in Starace? «Oggi sono abbastanza bilanciate, ma non è stato sempre così. Quando ho cominciato, avevo tecnica ma fisicamente ero un mezzo disastro. Poi, un po’ alla volta, sono migliorato anche da quel punto di vista». Lei diventa professionista nel 2001. Nel giro di pochissimi anni, sulla terra battuta “batte” importanti record. Il successo più «sudato»? «Il mio primo Grande Slam, nel 2004: ho battuto il numero dieci del mondo, giocando in casa sua, a Parigi. É stata una grande impresa, seguita da un’immensa soddisfazione». Tra un torneo e l’altro, lei riuscì, a suo tempo, anche a diplomarsi in ragioneria. Le conoscenze scolastiche l’aiutano a «calcolare» meglio le mosse dell’avversario? «Magari… Indubbiamente la cultura mi serve innanzitutto per essere un uomo migliore, poi per essere anche un buon atleta. Il tennis è uno sport molto particolare: è una sfida prima contro se stessi, poi contro l’avversario che si ha di fronte. E ci vuole una grande maturità per mantenere certi ritmi». A parte la famiglia e gli amici, a cosa è dovuta la dichiarata, irrefrenabile attrazione per Cervinara? «É il paese in cui sono nato è dove ho trascorso gli anni più importanti della mia vita. Purtroppo, riesco a tornarci di rado, durante le feste comandate e nei periodi di pausa degli allenamenti. Ma mantengo continui rapporti con i miei parenti e con gli amici più cari». É noto che Starace tifa Napoli non solo nel tennis, ma anche nel calcio. E la squadra biancoverde? E l’Air? «Tifo per il Napoli da sempre. L’Avellino è la mia seconda squadra: la seguo con interesse, e, quando sono stati giocati i derby, ho sempre sperato in un pareggio. Il basket, invece, non mi piace molto». Il tennista italiano degli ultimi tempi che ammira di più. «Non saprei… Conosco bene Davide Sanguinetti e mi piace molto, sia dal punto di vista umano che come tennista. Ha avuto problemi fisici, ma resta un grande atleta». Lei ha 26 anni. Qual è l’età media per appendere la racchetta al chiodo? «Si può giocare fino a 32, 33 anni: dopo i 30 inizia la fase calante. Io sto vivendo il periodo di maturità e devo dare il massimo adesso. Spero di giocare per altri sei o sette anni». E poi? «Vorrei rimanere nell’ambito tennistico. É questo il mio mondo, fin da quando ero bambino».

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37398 roberto commentucci Thu, 27 Dec 2007 20:40:46 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37398 Giacomo Miccini si è qualificato per i quarti di finale della Casablanca Cup Torneo GA ITF Junior, battendo per 76 76 il coetaneo russo Biryukov. Giacomo Miccini si è qualificato per i quarti di finale della Casablanca Cup Torneo GA ITF Junior, battendo per 76 76 il coetaneo russo Biryukov.

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Di: karlovic 80 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37391 karlovic 80 Thu, 27 Dec 2007 19:21:47 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37391 @ Michele Fimiani. Tu hai fatto(e fai)il tuo lavoro ottimamente.Non capisco la scelta dell'ATP,di elencare il Greenset di Basilea, come carpet!(il Greenset e hard!) Quindi Basilea a mio avviso,è indoor hard(come Madrid e come era nel 2007) A meno di un cambio dell'ultima ora di superficie.(ma non credo) @ Michele Fimiani.

Tu hai fatto(e fai)il tuo lavoro ottimamente.Non capisco la scelta dell’ATP,di elencare il Greenset di Basilea, come carpet!(il Greenset e hard!)
Quindi Basilea a mio avviso,è indoor hard(come Madrid e come era nel 2007)
A meno di un cambio dell’ultima ora di superficie.(ma non credo)

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Di: Michele Fimiani http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37305 Michele Fimiani Thu, 27 Dec 2007 10:23:44 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37305 Caro Karlovic 80, grazie per l'appunto su Basilea...ho prontamente corretto. Ammettio che non pensavo ci fossero lettori così attenti a certi particolari. E' un piacere sapere che certe pagine, che richiedono comunque del tempo per essere curate, sianio consultate dai nostri aficionados. Ancora grazie per la correzione. Caro Karlovic 80, grazie per l’appunto su Basilea…ho prontamente corretto.
Ammettio che non pensavo ci fossero lettori così attenti a certi particolari.
E’ un piacere sapere che certe pagine, che richiedono comunque del tempo per essere curate, sianio consultate dai nostri aficionados.
Ancora grazie per la correzione.

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Di: marcos http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37287 marcos Wed, 26 Dec 2007 23:08:32 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37287 aggiungo, al commento tecnico di roberto, che il poto ha da confermare i progressi nel rovescio: in qualche incontro, quest'anno, ho notato che ha provato a spingerlo di più. proababilmente, questo significa che sta superando i suoi acciacchi alla schiena (la rotazione del busto sembra più fluida). per migliorare sul duro (oltre al tema del servizio, già trattato nell'articolo), deve provare a seguire i passi che ha percorso roddick nel rovescio: in alcuni suoi incontri, quest'anno, non l'ha usato solo per rimandare di là la pallina. un paio di lungolinea rovesci e qualche servizio slice in centro da sinistra ogni tre games e migliora la classifica. aggiungo, al commento tecnico di roberto, che il poto ha da confermare i progressi nel rovescio: in qualche incontro, quest’anno, ho notato che ha provato a spingerlo di più. proababilmente, questo significa che sta superando i suoi acciacchi alla schiena (la rotazione del busto sembra più fluida). per migliorare sul duro (oltre al tema del servizio, già trattato nell’articolo), deve provare a seguire i passi che ha percorso roddick nel rovescio: in alcuni suoi incontri, quest’anno, non l’ha usato solo per rimandare di là la pallina. un paio di lungolinea rovesci e qualche servizio slice in centro da sinistra ogni tre games e migliora la classifica.

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Di: roberto commentucci http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37285 roberto commentucci Wed, 26 Dec 2007 21:29:39 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1211#comment-37285 OFF TOPIC: Aggiornamento dalla "Casablanca Cup". Giacomo Miccini è approdato al terzo turno dopo aver superato per 67 63 63 l'americano King. Domani, negli ottavi, se la vedrà con il russo Mikhail Biryukov, testa di serie n. 12 del torneo, anche lui nato nel '92 e già nei primi 100 Itf. OFF TOPIC:
Aggiornamento dalla “Casablanca Cup”.
Giacomo Miccini è approdato al terzo turno dopo aver superato per 67 63 63 l’americano King. Domani, negli ottavi, se la vedrà con il russo Mikhail Biryukov, testa di serie n. 12 del torneo, anche lui nato nel ‘92 e già nei primi 100 Itf.

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