Chiunque ne abbia seguito la carriera, sa perfettamente che il rendimento di Lendl aumentò notevolmente a partire dall’85, quando Ivan (un giocatore che, comunque, aveva già all’attivo una cinquantina di tornei, diverse finali di Slam e un paio di Masters) raggiunse una maturità atletica e psicologica e una completezza tecnica prima sconosciute.
In generale, nel giudicare un campione è giusto valutare il bilancio complessivo della sua carriera. Vincere tutto prestissimo ed essere finiti a venticinque anni non vale più che iniziare a vincere a ventiquattro e finire a trenta.
Avevi scritto che Borg da Lendl non perdeva mai: non è vero.
Aveva cominciato a perdere, eccome, anche da un Lendl bambino. Il Lendl ventenne riusciva a mettere lo svedese in difficoltà persino sulla terra rossa coma sa chi ricorda la finale di Parigi dell’81; chissà l’Orso come se la sarebbe cavata contro il Lendl dei 26-27 anni. Non lo sapremo mai perchè l’ultimo incontro ufficiale tra i due è avvenuto quando Ivan aveva 21 anni. Poco dopo i cinque set di Parigi e la sconfitta di Wimbledon contro McEnroe, Borg si ritirò. Ebbe forse paura?
Io non sarei così sicuro che Borg fosse superiore al miglior Lendl (post 85) sul piano fisico. Se lo era, lo era di poco. Di certo gli era inferiore, e non di poco, per potenza di colpi.
Scrivi che “Lendl le buscava sonoramente da Connors finché Jimbo non cominciò ad invecchiare”: anche questo non è vero.
Connors e Lendl non si affrontarono mai quando erano entrambi al meglio delle loro possibilità: faccio notare, comunque, che il boemo vinse la maggior parte degli incontri giocati contro Jimbo già nell’82, nell’83 e nell’84 e cioè diversi anni prima del suo apice, raggiunto dopo l’85. E dire che il Connors dell’82 batteva persino Mac a Wimbledon: bollito non era di sicuro.
Dall’84 in poi, il parziale è di 17-0 per Lendl, con un Connors che non vinse più un incontro in nove anni. Tecnicamente inferiore? Credo che il rovescio di Lendl fosse assai migliore del diritto di Connors e che tra i due servizi non ci fosse gara. Lendl pativa Connors soprattutto nell’arena di Flushing Meadow.
Su McEnroe, tennista di straordinario talento, il discorso sarebbe lungo. Si arrabbiò? Ci credo. Non deve essere stato facile per lui, digerire le batoste di Parigi ‘84 e di Flushing Meadow ‘85 contro il suo acerrimo rivale. Da quel momento, e solo da quel momento, non sarebbe stato più lui.
]]>Credo che se qualcuno osasse comportarsi nella vita di tutti i giorni come alcuni giocatori fanno fra le righe di campo, be’ ci sarebbe la chiamata alla Neuro e senza passare dal Via.
E poi vorrei vedere che succede se sul lavoro vi trattasero nello stesso modo con cui certi giocatori/giocatrici oltre all’avversario trattano arbitro, giudici di linea e raccattapalle.
Diciamo la verita’ molti sono proprio viziati e vivono nel loro piccolo piccolo piccolo mondo.
Per provare a dire una piccola cosa sul discorso tecnico, credo che oltre al alle racchette debba essere citato anche il fattore atletico.
Oggi i giocatori e le giocatrici (buona parte almeno) sono piu’ forti fisicamente meglio seguiti e praparati. Questo ha incrementato velocità e intensità di gioco.
Tornando a Stefano ed alla sua Henin…(quanto mi piace stuzzicarti
ma sempre con affetto!): chiedere alla Mauresmo se da sicuramente sempre tutto…anche con il male al pancino
:P
Comunque io solitamente faccio il tifo per chi vince poco o per perdenti di talento (la mai favorita in assoluto era Mandlikova…e per chi se la ricorda ho detto tutto) insomma faccio parte della categoria di tifosi masochisti.
Per Wimbledon spero in un bel risultato della Safarova. Cosi’ tanto per cambiare, altrimenti ’sto tennis diventa un noia !!