Commenti a: Sondaggio. Pro o contro de Villiers?Round robin, finali due su tre, Roma… E poi calendari 2009, la minaccia Tiriac http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 18:21:57 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Fabrizio Gamberini http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1705 Fabrizio Gamberini Sat, 24 Feb 2007 11:22:37 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1705 Nonsotante tutto quello che è successo nel RR del torneo di Buenos Aires, il tour manager André Silva e Miguel Nido, presidente della società proprietaria della data, difendono il sistema. Felici per aver fatto per la prima volta il tutto esaurito di mercoledì, accusano i giocatori di scarso rispetto per il pubblico. 22 de Febrero del 2007 André Silva - Tour Manager Miguel Nido - Presidente Altenis “Para el torneo, el round robin es bueno. El miércoles permitió que el estadio esté lleno con Nalbandián- Cañas”. “Algunos jugadores deberían ser más respetuosos del público. Estamos experimentando con este sistema, y sabemos que es un cambio radical, así como el mundo tambiénestá cambiando. Es el primer miércoles que se vende a full”. “Todos los grupos –jugadores, ATP, prensa, televisión, sponsors y público- tienen que estar a favor del sistema. Tenemos que saber que si hay un grupo que está en contra, no lo vamos a cambiar”. “Los jugadores en general están en contra de que se introduzcan cambios, y esto ya ha pasado con los cambios que se hicieron en el dobles. Sin embargo, hoy nadie se queja. Escuchamos a los jugadores más que a cualquier otro grupo”. “Federer ha dicho que no le gusta, pero que si el público y los patrocinadores lo quieren, así deberá ser”. “El tema es que al final del día haya la menor cantidad de cuestionamientos posibles. Si esto no pasa, el sistema no funciona. Hay puntos positivos y negativos. La discusión está en ajustarlos”. Copa Telmex Nonsotante tutto quello che è successo nel RR del torneo di Buenos Aires, il tour manager André Silva e Miguel Nido, presidente della società proprietaria della data, difendono il sistema. Felici per aver fatto per la prima volta il tutto esaurito di mercoledì, accusano i giocatori di scarso rispetto per il pubblico.

22 de Febrero del 2007
André Silva - Tour Manager
Miguel Nido - Presidente Altenis

“Para el torneo, el round robin es bueno. El miércoles permitió que el estadio esté lleno con Nalbandián- Cañas”.

“Algunos jugadores deberían ser más respetuosos del público. Estamos experimentando con este sistema, y sabemos que es un cambio radical, así como el mundo tambiénestá cambiando. Es el primer miércoles que se vende a full”.

“Todos los grupos –jugadores, ATP, prensa, televisión, sponsors y público- tienen que estar a favor del sistema. Tenemos que saber que si hay un grupo que está en contra, no lo vamos a cambiar”.

“Los jugadores en general están en contra de que se introduzcan cambios, y esto ya ha pasado con los cambios que se hicieron en el dobles. Sin embargo, hoy nadie se queja.
Escuchamos a los jugadores más que a cualquier otro grupo”.

“Federer ha dicho que no le gusta, pero que si el público y los patrocinadores lo quieren, así deberá ser”.

“El tema es que al final del día haya la menor cantidad de cuestionamientos posibles. Si esto no pasa, el sistema no funciona. Hay puntos positivos y negativos. La discusión está en ajustarlos”.

Copa Telmex

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Di: Michele http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1541 Michele Thu, 22 Feb 2007 13:42:51 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1541 Caro Ubaldo, per dimostrare l'assurdità e la negazione dello spettacolo che sta portando l'introduzione del Round Robin ti porto l'esempio di Buenos Aires: Gaudio perde la prima partita da Ramirez Hidalgo 6-1 6-1 (tra l'altro è in una valle, dopo il match ha addirittura affermato che sta meditando al ritiro...) e si rifiuta di giocare la seconda: a questo punto Di Mauro che si giocava la qualificazione ai quarti nella partita con Gaudio si ritroverà ad affrontare il ripescato Berloq il quale non ha alcuna possibilità di passare il turno (o ne avrà una su 100!): con quale stato d'animo affronterà il match l'argentino? che senso ha entrare in un torneo il giovedì dopo essere stato eliminato nelle quali? fossi in Ramirez mi girerebbero non poco..... Poi ho anche letto una dichiarazione di Ferrero il quale dice di non essersi fatto un'idea precisa riguardo il Round Robin e di essere contento di avere un'altra possibilità di passare il turno dopo aver perso la prima partita... ok può tornare utile ogni tanto ma è una buffonata che poi ti si ritorce contro come a Ramirez il quale ne esce svantaggiato. Caro Ubaldo,
per dimostrare l’assurdità e la negazione dello spettacolo che sta portando l’introduzione del Round Robin ti porto l’esempio di Buenos Aires:
Gaudio perde la prima partita da Ramirez Hidalgo 6-1 6-1 (tra l’altro è in una valle, dopo il match ha addirittura affermato che sta meditando al ritiro…) e si rifiuta di giocare la seconda: a questo punto Di Mauro che si giocava la qualificazione ai quarti nella partita con Gaudio si ritroverà ad affrontare il ripescato Berloq il quale non ha alcuna possibilità di passare il turno (o ne avrà una su 100!): con quale stato d’animo affronterà il match l’argentino? che senso ha entrare in un torneo il giovedì dopo essere stato eliminato nelle quali? fossi in Ramirez mi girerebbero non poco…..
Poi ho anche letto una dichiarazione di Ferrero il quale dice di non essersi fatto un’idea precisa riguardo il Round Robin e di essere contento di avere un’altra possibilità di passare il turno dopo aver perso la prima partita… ok può tornare utile ogni tanto ma è una buffonata che poi ti si ritorce contro come a Ramirez il quale ne esce svantaggiato.

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Di: Stefano Grazia http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1074 Stefano Grazia Fri, 16 Feb 2007 10:34:09 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1074 Vieri Peroncini dice due cose giustissime: il RR é giustificato solo nella Categoria Primi Passi/Tornei Promozionali o fra Amici (Tornei Tristonazzi, li chiamo io) e nel MASTERS finale, come splendida e unica anomalia anche perché ci sono solo 8 giocatori e in fin dei conti l'orgoglio vale (anche se Lendl si prese del coniglio e del vigliacco dall'infuriato Connors perché non s'impegnó preferendo arrivare secondo per evitare non mi ricordo chi in semifinale): ma i tempi son cambiati, c'é la televisione,i media,etc etc E credo che Malisse (a proposito, che underachiever é stato ed é costui!) con la sua onestá ha crocefisso definitivamente la Formula. Il fatto che non mi torna é: se tutti i giocatori (federer in testa) e i tifosi sono contrari, dov'é l'inghippo? Non é che invece noi si sia un po' cechi e/o elitari e si dimentichi tutti quei tifosi che come molti tifosi di calcio che vanno allo stadio, del loro sport capiscono poco o niente, e in fondo vogliono solo vedere piú volte il proprio beniamino.... Io comunque credo che ci voglia un Commissioner come David Stern nell'NBA,per intenderci, che rivolti il calzino, metta fine ai conflitti ATP e ITF, accorci la stagione (con gli Aussie Open a marzo e la Davis Cup in 2-3 sett concentrate a Novembre ogni 2 o 4 anni (tipo Ryder Cup o Mondiali di calcio/Rugby che sono i due avvenimenti,nell'ordine, piú seguiti nel mondo sportivo globale). Un nominativo utopistico? Andre Agassi. Ha carisma,non é uno stupido e sembra aver dimostrato di amare questo sport. Vieri Peroncini dice due cose giustissime: il RR é giustificato solo nella Categoria Primi Passi/Tornei Promozionali o fra Amici (Tornei Tristonazzi, li chiamo io) e nel MASTERS finale, come splendida e unica anomalia anche perché ci sono solo 8 giocatori e in fin dei conti l’orgoglio vale (anche se Lendl si prese del coniglio e del vigliacco dall’infuriato Connors perché non s’impegnó preferendo arrivare secondo per evitare non mi ricordo chi in semifinale): ma i tempi son cambiati, c’é la televisione,i media,etc etc
E credo che Malisse (a proposito, che underachiever é stato ed é costui!) con la sua onestá ha crocefisso definitivamente la Formula.
Il fatto che non mi torna é: se tutti i giocatori (federer in testa) e i tifosi sono contrari, dov’é l’inghippo? Non é che invece noi si sia un po’ cechi e/o elitari e si dimentichi tutti quei tifosi che come molti tifosi di calcio che vanno allo stadio, del loro sport capiscono poco o niente, e in fondo vogliono solo vedere piú volte il proprio beniamino….
Io comunque credo che ci voglia un Commissioner come David Stern nell’NBA,per intenderci, che rivolti il calzino, metta fine ai conflitti ATP e ITF, accorci la stagione (con gli Aussie Open a marzo e la Davis Cup in 2-3 sett concentrate a Novembre ogni 2 o 4 anni (tipo Ryder Cup o Mondiali di calcio/Rugby che sono i due avvenimenti,nell’ordine, piú seguiti nel mondo sportivo globale). Un nominativo utopistico? Andre Agassi. Ha carisma,non é uno stupido e sembra aver dimostrato di amare questo sport.

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Di: Maurizio60 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1028 Maurizio60 Wed, 14 Feb 2007 16:31:59 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-1028 Sono contrario a tutte le proposte di De Villiers. Aggiungo la mia voce alla vostra, ma non aggiungo altro perché avete già detto tutto voi! Anzi vi dico che se lo lasciano fare il prossimo passo sarà quello di proporre una finale a tre, con tanto di round robin ! Sono contrario a tutte le proposte di De Villiers. Aggiungo la mia voce alla vostra, ma non aggiungo altro perché avete già detto tutto voi! Anzi vi dico che se lo lasciano fare il prossimo passo sarà quello di proporre una finale a tre, con tanto di round robin !

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Di: gigi pinelli http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-946 gigi pinelli Sun, 11 Feb 2007 17:40:10 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-946 Anzitutto mi sembra che noi italiani dovremmo preoccuparci MOLTO di due tornei che son gli unici importanti visibili(uno al nord-ovest e l'altro al centro-sud):Roma e Montecarlo.Tornei che,oggi,han sicuramente il loro fascino e la loro importanza.E comunque:il convento non passa altro. Round Robin :NO! Finali in tre set:mah...mi pare che,effettivamente,il 3 su 5 sia migliore,come dice Ubaldo,però nutro perplessità sul fatto che il resto del torneo si giochi 2su3.Io giocherei tutti i Master 3 su 5;sorgon problemi,va bene,ma non sono irrisolvibili. Penso che si dovrebbe riqualificare di molto la Coppa Davis,magari assegnandole molti punti per il rancking ATP,si da fare in modo che anche i top vi partecipino. Dioventerebbe più credibile specie se poi si cambiasse la formula : troppo spesso un solo giocatore forte in una Nazionale è bastato per far la differenza. Fondamentale per uno sport è la sua visibilità IN CHIARO in TV;Su questo dovrebbero lavorare tutti:ITF,ATP,WTA,Federtennis. La gestione del calendario dovrebbe esser di assoluta competenza di una Federazione "indipendente",come l'ITF,e non dell'Associazione giocatori,come avviene in altri sport. D'accordo sull'assurdità del casino musicale o altro durante gli intervalli di gioco. Credo però che,alla base di tutto,ci sia la mancanza di coraggio, di tutti,di dire:basta col denaro come unico obiettivo;non posso dilungarmi,ma chiedo solo :siete proprio sicuri che questi baldi ragazzotti(tennisti,calciatori,golfisti ecc.)ed il loro entourage,se invece di guadagnare 2 o5 o 10 o 20 milioni di € l'anno ne guadagnassero "soltanto"la metà,ci priverebbero delle loro esibizioni' ? E dove andrebbero?a vender sottaceti?Guadagnassero meno,molti si impegnerebbero di più,semmai.L'escalation dei loro guadagni,è ASSURDA!altro che sport-business! Grazie e saluti cordiali. Anzitutto mi sembra che noi italiani dovremmo preoccuparci MOLTO di due tornei che son gli unici importanti visibili(uno al nord-ovest e l’altro al centro-sud):Roma e Montecarlo.Tornei che,oggi,han sicuramente il loro fascino e la loro importanza.E comunque:il convento non passa altro.
Round Robin :NO!
Finali in tre set:mah…mi pare che,effettivamente,il 3 su 5 sia migliore,come dice Ubaldo,però nutro perplessità sul fatto che il resto del torneo si giochi 2su3.Io giocherei tutti i Master 3 su 5;sorgon problemi,va bene,ma non sono irrisolvibili.
Penso che si dovrebbe riqualificare di molto la Coppa Davis,magari assegnandole molti punti per il rancking ATP,si da fare in modo che anche i top vi partecipino. Dioventerebbe più credibile specie se poi si cambiasse la formula : troppo spesso un solo giocatore forte in una Nazionale è bastato per far la differenza.
Fondamentale per uno sport è la sua visibilità IN CHIARO in TV;Su questo dovrebbero lavorare tutti:ITF,ATP,WTA,Federtennis.
La gestione del calendario dovrebbe esser di assoluta competenza di una Federazione “indipendente”,come l’ITF,e non dell’Associazione giocatori,come avviene in altri sport.
D’accordo sull’assurdità del casino musicale o altro durante gli intervalli di gioco.
Credo però che,alla base di tutto,ci sia la mancanza di coraggio, di tutti,di dire:basta col denaro come unico obiettivo;non posso dilungarmi,ma chiedo solo :siete proprio sicuri che questi baldi ragazzotti(tennisti,calciatori,golfisti ecc.)ed il loro entourage,se invece di guadagnare 2 o5 o 10 o 20 milioni di € l’anno ne guadagnassero “soltanto”la metà,ci priverebbero delle loro esibizioni’ ? E dove andrebbero?a vender sottaceti?Guadagnassero meno,molti si impegnerebbero di più,semmai.L’escalation dei loro guadagni,è ASSURDA!altro che sport-business!
Grazie e saluti cordiali.

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Di: marcos http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-819 marcos Tue, 06 Feb 2007 14:10:40 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-819 mi pare che il pensiero di malisse riassuma perfettamente tutte le nostre preoccupazioni: de villiers, un pò come matarrese (perdonatemi la metafora calcistica), se ne stracatafotte (perdonatemi ancora per l'abbassamento) del tennis e dei suoi valori: egli predilige la cura degli interessi suoi e dei suoi più cari amici, con la scusa che senza questo businness, in fondo, manco il più diseredato degli appassionati potrebbe godere delle immagini, dei gadgets e dei resoconti di tutto lo spettacolo che gira intorno al tennis. ma il tennis, egli non sa, non è solo spettacolo: è competizione che si basa sul pacifico accordo del dentro o fuori. tolto questo accordo, rimangono le gesta...ma queste, senza motivazioni, sono come una riproduzione virtuale del sorriso della gioconda, cioè nulla. urge un volontario in grado di proporre ai due sopracitati il miglior ritiro possibile a vita privta. state bene! marcos mi pare che il pensiero di malisse riassuma perfettamente tutte le nostre preoccupazioni: de villiers, un pò come matarrese (perdonatemi la metafora calcistica), se ne stracatafotte (perdonatemi ancora per l’abbassamento) del tennis e dei suoi valori: egli predilige la cura degli interessi suoi e dei suoi più cari amici, con la scusa che senza questo businness, in fondo, manco il più diseredato degli appassionati potrebbe godere delle immagini, dei gadgets e dei resoconti di tutto lo spettacolo che gira intorno al tennis.
ma il tennis, egli non sa, non è solo spettacolo: è competizione che si basa sul pacifico accordo del dentro o fuori. tolto questo accordo, rimangono le gesta…ma queste, senza motivazioni, sono come una riproduzione virtuale del sorriso della gioconda, cioè nulla.

urge un volontario in grado di proporre ai due sopracitati il miglior ritiro possibile a vita privta.

state bene!

marcos

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-814 Ubaldo Scanagatta Tue, 06 Feb 2007 11:01:44 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-814 Vieri Peroncini mi ha scritto questo commento sul tema e io lo propongo qui, non potendo al momento collocare altrove. Ma mi pare degno di lettura. saluti ubs La prima considerazione che sorge spontanea, un vero e proprio moto dell’animo derivante dall’amore che si può provare per il tennis è che, per un nefasto sillogismo, pur essendo il presidente dell’ATP Etienne De Villiers non ama il tennis. Infatti, è evidente che chiunque ami il tennis non avrebbe potuto escogitare una rivoluzione tecnica tanto scellerata quanto quella che sta mettendo in atto lo scellerato francese, col biasimo di tutti gli addetti ai lavori e con la stessa alterigia e noncuranza che in passato hanno contraddistinto l’operato (tanto per fare un esempio illustre) Bernie Ecclestone nella Formula 1. Molto è stato già detto, su queste riforme, e ciò comporta il rischio di ripetitività: alcune considerazioni, però, restano in sospeso e meritano un approfondimento per punti Innanzitutto, la formula del Round Robin. A quanto già detto da più parti, va aggiunto che questa formula, osteggiata dai più, va benissimo se applicata ad eventi particolari quale il Master di fine stagione, che per la sua singolarità merita anche una formula a sé stante. In tale circostanza, la deviazione dalla consueta regola o-dentro-o-fuori è più che lecita, anzi, serve a ribadire l’unicità della struttura di un torneo di tennis. Non capire questo (caro De Villiers …) significa non avere idea della natura precisa di questo sport, le cui competizioni non a caso di definiscono, appunto, tornei: come il torneo medievale, che in ogni sua fase era costituito da singolar tenzoni, da duelli, scontro di forze e personalità dove per legge di natura il pareggio non è contemplato. E le prove di appello neppure: il bello dell’uscire vincitore da un torneo di tennis è – anche – che è assodato che il vincitore si è aggiudicato tutti gli incontri disputati. Nessun dubbio, nessuna sconfitta nella fase a gironi, nessun punteggio da riportare nelle fasi successive come imbellamente accade in sport alla disperata ricerca di una propria identità e di motivi di attrazione per sponsor. Per chiudere, sul Round Robin: l’unica altra situazione tennistica in cui è accettata, ed anzi è più che auspicabile, è nelle categorie di promozione e avviamento al tennis. I circuiti che in Italia vanno sotto il nome di Primi Passi e Saranno Famosi si disputano il più delle volte con la formula del Master ATP: ma in questo caso lo scopo è quello ovvio di garantire a tutti i bambini che si accingono ad una competizione un minimo di gioco e con avversari diversi, per garantirgli interesse e assicurarsene, possibilmente, l’affezione alla racchetta. E crediamo che neppure De Villiers oserebbe argomentare in questo modo riferendosi ai professionisti ATP, o almeno speriamo… Quanto alla progettata sparizione dei “5 set”, poche parole: è persino puerile dire che non sempre “più veloce” equivale a dire “migliore”. Chi segue tennis conosce anche i tempi, e li apprezza, perché è uno sport che consente sempre la speranza ultima dea e nel contempo attesta pressoché sempre la vittoria del migliore attraverso uno scambio di punti considerevole. I 5 set, poi, sono la prova di maturità: non sono cosa da tutti, non bastano da soli né il talento né la preparazione atletica, ed una vittoria in un “5 set” è sempre e comunque un fiore all’occhiello per il tennista professionista. Purtroppo, è tristemente palese che l’unica pulsione che muove l’operato di De Villiers sia una ricerca di tornaconti economici. Il rischio è enorme: quello di ritrovarsi ad un circuito trasformato in un baraccone da circo. Giocatori sempre più etichettati, tabelloni pubblicitari ovunque, logo aziendali sulla rete, sul fondo del campo di gioco, pause di gioco riempite da spot sonori e magari da ragazze pon-pon o uomini sandwich: se pensate che questo sia esagerato, basti guardare alla pallavolo. Dalle formule dei tornei (punti attribuiti per le vittorie, per i set vinti, vittorie riportate nei gironi successivi) alle divise zeppe di inserti spot, fino all’assurda necessità di riempire ogni pausa di gioco con brani musicali, lo sport è agonizzante e come in una vergognosa invasione degli Ultracorpi sostituito dallo showbusiness. Nella per noi fortunata finale di Fed Cup col Belgio abbiamo già avuto il segnale della musica a tutto volume nelle pause di gioco: cosa potrà fermare l’escalation? E che ne sarà, che senso avrà allora il tennistico silence, please, che non è fine a se stesso né indice di snobismo, ma comprensione della necessità di concentrazione per gli atleti dello sport più cerebrale e stressante del mondo? In questi appena trascorsi Australian Open 2007, sulla rete è comparso un logo: certo, all’altezza del corridoio, dove non dà fastidio: oppure ne dà? L’occhio, non cade forse lì, invece che sul gioco, magari per brevi istanti? La risposta è ovvia, altrimenti che azienda pagherebbe per porre il proprio nome in quella posizione. Ancora nella pallavolo, e anche nel basket, ormai la pubblicità ha invaso anche il parquet, la superficie stessa dei rettangoli di gioco: quindi lo spettatore osserva i giocatori correre letteralmente sopra la pubblicità, che essendo colorata e altamente percettiva “nasconde”, palla, gioco, giocatori stessi per brevi ma significativi e fastidiosi istanti. Ve l’immaginate, un campo da tennis in cui i rettangoli di servizio sono riempiti da immagini pubblicitarie? Sia chiaro, nessuno vuole demonizzare il danaro, che ha consentito e consente una diffusione capillare e mondiale del tennis e la realizzazione di un livello di professionismo esemplare e spettacolare. Semplicemente, riteniamo che lo status quo raggiunto dopo l’altrettanto assurdo perseguimento del dilettantismo a tutti i costi sia tale da non rischiare di valicare un limite assoluto: cioè quello oltrepassato il quale il denaro, quindi la pubblicità, gli sponsor e gli spot siano preminenti rispetto all’evento sportivo e agli atleti. Purtroppo, la rivoluzione messa in atto da De Villiers, unitamente ad altri tanti piccoli sintomi quali gli intermezzi musicali allo Spiroudome e le ellissi della Kia sulla rete di Sidney ci fanno temere il peggio, il piombare di uno sport unico e meraviglioso nei giorni infernali dello showbusiness, che con lo sport non ha quasi nulla a che fare. De Villiers, d’altronde, prima che dell’ATP era manager di Disneyworld, e si vede: sta affrontando la riforma del tennis, non sentita da alcuno come necessaria, con un piglio da animale da cartone animato, metà avvoltoio e metà somaro. Il problema è che ha in mano un giocattolo estremamente delicato: sarà il caso di toglierglielo, prima che lo rompa. Vieri Peroncini mi ha scritto questo commento sul tema e io lo propongo qui, non potendo al momento collocare altrove. Ma mi pare degno di lettura. saluti ubs

La prima considerazione che sorge spontanea, un vero e proprio moto dell’animo derivante dall’amore che si può provare per il tennis è che, per un nefasto sillogismo, pur essendo il presidente dell’ATP Etienne De Villiers non ama il tennis. Infatti, è evidente che chiunque ami il tennis non avrebbe potuto escogitare una rivoluzione tecnica tanto scellerata quanto quella che sta mettendo in atto lo scellerato francese, col biasimo di tutti gli addetti ai lavori e con la stessa alterigia e noncuranza che in passato hanno contraddistinto l’operato (tanto per fare un esempio illustre) Bernie Ecclestone nella Formula 1.
Molto è stato già detto, su queste riforme, e ciò comporta il rischio di ripetitività: alcune considerazioni, però, restano in sospeso e meritano un approfondimento per punti Innanzitutto, la formula del Round Robin. A quanto già detto da più parti, va aggiunto che questa formula, osteggiata dai più, va benissimo se applicata ad eventi particolari quale il Master di fine stagione, che per la sua singolarità merita anche una formula a sé stante. In tale circostanza, la deviazione dalla consueta regola o-dentro-o-fuori è più che lecita, anzi, serve a ribadire l’unicità della struttura di un torneo di tennis. Non capire questo (caro De Villiers …) significa non avere idea della natura precisa di questo sport, le cui competizioni non a caso di definiscono, appunto, tornei: come il torneo medievale, che in ogni sua fase era costituito da singolar tenzoni, da duelli, scontro di forze e personalità dove per legge di natura il pareggio non è contemplato. E le prove di appello neppure: il bello dell’uscire vincitore da un torneo di tennis è – anche – che è assodato che il vincitore si è aggiudicato tutti gli incontri disputati. Nessun dubbio, nessuna sconfitta nella fase a gironi, nessun punteggio da riportare nelle fasi successive come imbellamente accade in sport alla disperata ricerca di una propria identità e di motivi di attrazione per sponsor.
Per chiudere, sul Round Robin: l’unica altra situazione tennistica in cui è accettata, ed anzi è più che auspicabile, è nelle categorie di promozione e avviamento al tennis. I circuiti che in Italia vanno sotto il nome di Primi Passi e Saranno Famosi si disputano il più delle volte con la formula del Master ATP: ma in questo caso lo scopo è quello ovvio di garantire a tutti i bambini che si accingono ad una competizione un minimo di gioco e con avversari diversi, per garantirgli interesse e assicurarsene, possibilmente, l’affezione alla racchetta. E crediamo che neppure De Villiers oserebbe argomentare in questo modo riferendosi ai professionisti ATP, o almeno speriamo…
Quanto alla progettata sparizione dei “5 set”, poche parole: è persino puerile dire che non sempre “più veloce” equivale a dire “migliore”. Chi segue tennis conosce anche i tempi, e li apprezza, perché è uno sport che consente sempre la speranza ultima dea e nel contempo attesta pressoché sempre la vittoria del migliore attraverso uno scambio di punti considerevole. I 5 set, poi, sono la prova di maturità: non sono cosa da tutti, non bastano da soli né il talento né la preparazione atletica, ed una vittoria in un “5 set” è sempre e comunque un fiore all’occhiello per il tennista professionista.
Purtroppo, è tristemente palese che l’unica pulsione che muove l’operato di De Villiers sia una ricerca di tornaconti economici. Il rischio è enorme: quello di ritrovarsi ad un circuito trasformato in un baraccone da circo. Giocatori sempre più etichettati, tabelloni pubblicitari ovunque, logo aziendali sulla rete, sul fondo del campo di gioco, pause di gioco riempite da spot sonori e magari da ragazze pon-pon o uomini sandwich: se pensate che questo sia esagerato, basti guardare alla pallavolo.
Dalle formule dei tornei (punti attribuiti per le vittorie, per i set vinti, vittorie riportate nei gironi successivi) alle divise zeppe di inserti spot, fino all’assurda necessità di riempire ogni pausa di gioco con brani musicali, lo sport è agonizzante e come in una vergognosa invasione degli Ultracorpi sostituito dallo showbusiness.
Nella per noi fortunata finale di Fed Cup col Belgio abbiamo già avuto il segnale della musica a tutto volume nelle pause di gioco: cosa potrà fermare l’escalation? E che ne sarà, che senso avrà allora il tennistico silence, please, che non è fine a se stesso né indice di snobismo, ma comprensione della necessità di concentrazione per gli atleti dello sport più cerebrale e stressante del mondo? In questi appena trascorsi Australian Open 2007, sulla rete è comparso un logo: certo, all’altezza del corridoio, dove non dà fastidio: oppure ne dà? L’occhio, non cade forse lì, invece che sul gioco, magari per brevi istanti? La risposta è ovvia, altrimenti che azienda pagherebbe per porre il proprio nome in quella posizione. Ancora nella pallavolo, e anche nel basket, ormai la pubblicità ha invaso anche il parquet, la superficie stessa dei rettangoli di gioco: quindi lo spettatore osserva i giocatori correre letteralmente sopra la pubblicità, che essendo colorata e altamente percettiva “nasconde”, palla, gioco, giocatori stessi per brevi ma significativi e fastidiosi istanti. Ve l’immaginate, un campo da tennis in cui i rettangoli di servizio sono riempiti da immagini pubblicitarie?
Sia chiaro, nessuno vuole demonizzare il danaro, che ha consentito e consente una diffusione capillare e mondiale del tennis e la realizzazione di un livello di professionismo esemplare e spettacolare. Semplicemente, riteniamo che lo status quo raggiunto dopo l’altrettanto assurdo perseguimento del dilettantismo a tutti i costi sia tale da non rischiare di valicare un limite assoluto: cioè quello oltrepassato il quale il denaro, quindi la pubblicità, gli sponsor e gli spot siano preminenti rispetto all’evento sportivo e agli atleti.
Purtroppo, la rivoluzione messa in atto da De Villiers, unitamente ad altri tanti piccoli sintomi quali gli intermezzi musicali allo Spiroudome e le ellissi della Kia sulla rete di Sidney ci fanno temere il peggio, il piombare di uno sport unico e meraviglioso nei giorni infernali dello showbusiness, che con lo sport non ha quasi nulla a che fare.
De Villiers, d’altronde, prima che dell’ATP era manager di Disneyworld, e si vede: sta affrontando la riforma del tennis, non sentita da alcuno come necessaria, con un piglio da animale da cartone animato, metà avvoltoio e metà somaro. Il problema è che ha in mano un giocattolo estremamente delicato: sarà il caso di toglierglielo, prima che lo rompa.

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Di: Giovanni Rossi http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-747 Giovanni Rossi Sat, 03 Feb 2007 00:41:14 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-747 Malisse criticizes the round-robin format after after advancing to the quarterfinals despite losing to Rainer Schuttler 6-7(4), 7-6(1), 6-3 at Delray Beach. Malisse needed to win one set during the match to progress. "'It's just I knew I had to win one set, and I won the first set and there was no motivation anymore," he said. "It's a different mentality. You win a set and what are you playing for, there's nothing to it anymore." Questo il commento di Melisse: penso che ci sia poco da aggiungere, il round-robin e' patetico perche' limitera' l'impegno agonistico dei giocatori, i quali faranno i loro conti. Malisse criticizes the round-robin format after after advancing to the quarterfinals despite losing to Rainer Schuttler 6-7(4), 7-6(1), 6-3 at Delray Beach. Malisse needed to win one set during the match to progress. “‘It’s just I knew I had to win one set, and I won the first set and there was no motivation anymore,” he said. “It’s a different mentality. You win a set and what are you playing for, there’s nothing to it anymore.”

Questo il commento di Melisse: penso che ci sia poco da aggiungere, il round-robin e’ patetico perche’ limitera’ l’impegno agonistico dei giocatori, i quali faranno i loro conti.

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Di: Gamberini Fabrizio http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-439 Gamberini Fabrizio Tue, 16 Jan 2007 18:17:12 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-439 Di primo impatto ero stato contrario all'idea del round robin. Era però un esperimento talmente innovativo, Masters escluso ma solo con 8 giocatori, che ho aspettato a dare giudizi. Ma quando ho visto il tabellone completo di Adelaide con il "Main Draw Elimination Round" , gli 8 mini gironi da 3 giocatori, Martin-Vassallo che sostituisce Tipsarevic infortunato nell'ultima partita del girone 6.............. bhaaaaaaaaaaa buuuuuuuuuu non credo di poter scrivere quello che ho pensato dell'idea e di De Villers. Adesso ho il terrore di quali altre "trovate da circo" potrebbe applicare al Tennis....... Mr. De Villers è un autentico pericolo per il nostro sport. Di primo impatto ero stato contrario all’idea del round robin. Era però un esperimento talmente innovativo, Masters escluso ma solo con 8 giocatori, che ho aspettato a dare giudizi. Ma quando ho visto il tabellone completo di Adelaide con il “Main Draw Elimination Round” , gli 8 mini gironi da 3 giocatori, Martin-Vassallo che sostituisce Tipsarevic infortunato nell’ultima partita del girone 6………….. bhaaaaaaaaaaa buuuuuuuuuu non credo di poter scrivere quello che ho pensato dell’idea e di De Villers.
Adesso ho il terrore di quali altre “trovate da circo” potrebbe applicare al Tennis……. Mr. De Villers è un autentico pericolo per il nostro sport.

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Di: Ivan http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-395 Ivan Thu, 11 Jan 2007 21:07:00 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=128#comment-395 Ubaldo, non ti preoccupare. quella che per molti è una minoranza di contestatori, riottosi ai cambiamenti, per me è semplicemente una minoranza profetica: quella capace di prevedere gli effetti negativi di certi cambiamenti e di sollecitarne, invece, altri più opportuni. Ubaldo, non ti preoccupare. quella che per molti è una minoranza di contestatori, riottosi ai cambiamenti, per me è semplicemente una minoranza profetica: quella capace di prevedere gli effetti negativi di certi cambiamenti e di sollecitarne, invece, altri più opportuni.

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