Commenti a: Sharapova in tutte le salse e le coverSenza tornei è tempo di gossip e scoopDokic e Hingis: chi ha seni troppi grossi e chi anelli con tanti diamanti http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 15:48:07 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Giorgio Di Palermo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-498 Giorgio Di Palermo Sat, 20 Jan 2007 11:20:30 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-498 Bello l'Australian Open, nessun dubbio. Ne vedo trenta l'anno, ma questo e' senza dubbio il migliore. Nonostante cio', restiamo con un dubbio: e' giusto adottare una procedura per sospendere gli incontri in caso di temperatura troppo elevata? Potete chiamarlo machismo, ma ti assicuro che il numero di giocatori disposti a giocare in condizione estreme e' davvero maggiore di quanto si possa immaginare. Forse si tratta di un semplice vezzo che fa bene al loro ego, o forse una voglia di differenziarsi dal tennis femminile; o forse un giusto tributo ai grandi protagonisti degli ultimi, grandissimi, cent'anni di tennis, che giocavano senza neanche le sedie al cambio di campo. Il tennis e' cambiato, diranno molti; certo, ma 50 gradi sul campo sono sempre gli stessi. Percio', mi piacerebbe sapere cosa pensa il mago Ubaldo e i lettori di questo "sccottante" (come sono spiritoso!) tema. Un saluto da Melbourne. Giorgio Di Palermo - ATP Bello l’Australian Open, nessun dubbio. Ne vedo trenta l’anno, ma questo e’ senza dubbio il migliore. Nonostante cio’, restiamo con un dubbio: e’ giusto adottare una procedura per sospendere gli incontri in caso di temperatura troppo elevata? Potete chiamarlo machismo, ma ti assicuro che il numero di giocatori disposti a giocare in condizione estreme e’ davvero maggiore di quanto si possa immaginare. Forse si tratta di un semplice vezzo che fa bene al loro ego, o forse una voglia di differenziarsi dal tennis femminile; o forse un giusto tributo ai grandi protagonisti degli ultimi, grandissimi, cent’anni di tennis, che giocavano senza neanche le sedie al cambio di campo. Il tennis e’ cambiato, diranno molti; certo, ma 50 gradi sul campo sono sempre gli stessi. Percio’, mi piacerebbe sapere cosa pensa il mago Ubaldo e i lettori di questo “sccottante” (come sono spiritoso!) tema.
Un saluto da Melbourne. Giorgio Di Palermo - ATP

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Di: Ivan http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-306 Ivan Thu, 04 Jan 2007 23:04:02 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-306 Bellissimo questo scambio di opinioni generato da uno dei pezzi più leggeri di Ubaldo. Vedete, pur condividendo quasi totalmente le vostre argomentazioni, non posso far altro che pensare, come diceva Warburg, che il buon Dio è nascosto nei dettagli. Io sono interessato all'arte, in particolare a quella contemporanea, dove sempre più si sono imposte abitudine mediatiche connesse alle dinamiche economiche; pertanto non si fa altro che parlare della grande mostra piuttosto che del monumento celebre, a scapito di tanti piccoli gioielli, eventi, nonché problemi legati alle politiche a livello nazionale o locale. Molti hanno visto con favore questo intensificarsi di informazioni, nonostante presenti un panorama piuttosto limitato, purché si parli di arte. Trovo che sia giusto: oggi più che in passato, in una cultura basata sulla fruizione di ipertesti o ipermedia che si voglia, parlare di un argomento prendendo la tangente verso argomenti più disparati e più popolari (lo so che ci piacerebbe l'integrazione dei saperi) può essere molto fruttuoso. Molti di noi sono convinti, giustamente, che i dettagli a cui mi riferivo in precedenza siano anzitutto stilistici, per cui un articolo di Brera, piuttosto che di Clerici, incoraggia la lettura perché obiettivamente ben scritto e godibile. Sono convinto che nell'epoca dell'ICT sia altrettanto importante mandare stimoli ai fruitori sotto altre e nuove forme, cioè pensando a un lettore abituato a strutturare le informazioni che riceve in un percorso più complesso o comunque più disordinato. Importante è che ci siano gli stimoli giusti: va bene il gossip, ma anche sottolineare che le ragazze per arrivare in finale di Fed cup abbiano dovuto superare l'odiata Francia, come nel pallone... questo perché gli stimoli odierni sono eccessivi, serve qualcosa che attragga, lo so, in alcuni casi anche gli istinti più "bassi" o forse primari, perché lanci l'input giusto, perché inviti il lettore all'interno di un contesto, nella speranza che usando i giusti accorgimenti si addentri in questo mondo. L'esempio migliore, anche se non ignoro le qualità dei manici in questo caso, lo state dando voi: partire dal gossip per elevare il discorso, non solo nei toni, ma nella prospettiva, nella rilevanza delle informazioni e via dicendo... in questo caso, il dio nascosto nei dettagli erano proprio quelle 2 notizie di gossip inserite dal buon Ubaldo (scusa la confidenza ma, tra alti e bassi, ti seguo da una quindicina d'anni) nel titolo. Come recita la saggezza popolare (o Jovanotti in versione asfalto & cemento), in fondo, anche un fiore può crescere tra le pietre. Infine, caro Ubaldo, mannaggia... il tuo invito per una piccola rassegna stampa sarebbe stato perfetto qualche annetto fa, quando svolgevo il servizio civile in emeroteca... Bellissimo questo scambio di opinioni generato da uno dei pezzi più leggeri di Ubaldo. Vedete, pur condividendo quasi totalmente le vostre argomentazioni, non posso far altro che pensare, come diceva Warburg, che il buon Dio è nascosto nei dettagli. Io sono interessato all’arte, in particolare a quella contemporanea, dove sempre più si sono imposte abitudine mediatiche connesse alle dinamiche economiche; pertanto non si fa altro che parlare della grande mostra piuttosto che del monumento celebre, a scapito di tanti piccoli gioielli, eventi, nonché problemi legati alle politiche a livello nazionale o locale. Molti hanno visto con favore questo intensificarsi di informazioni, nonostante presenti un panorama piuttosto limitato, purché si parli di arte. Trovo che sia giusto: oggi più che in passato, in una cultura basata sulla fruizione di ipertesti o ipermedia che si voglia, parlare di un argomento prendendo la tangente verso argomenti più disparati e più popolari (lo so che ci piacerebbe l’integrazione dei saperi) può essere molto fruttuoso. Molti di noi sono convinti, giustamente, che i dettagli a cui mi riferivo in precedenza siano anzitutto stilistici, per cui un articolo di Brera, piuttosto che di Clerici, incoraggia la lettura perché obiettivamente ben scritto e godibile. Sono convinto che nell’epoca dell’ICT sia altrettanto importante mandare stimoli ai fruitori sotto altre e nuove forme, cioè pensando a un lettore abituato a strutturare le informazioni che riceve in un percorso più complesso o comunque più disordinato. Importante è che ci siano gli stimoli giusti: va bene il gossip, ma anche sottolineare che le ragazze per arrivare in finale di Fed cup abbiano dovuto superare l’odiata Francia, come nel pallone… questo perché gli stimoli odierni sono eccessivi, serve qualcosa che attragga, lo so, in alcuni casi anche gli istinti più “bassi” o forse primari, perché lanci l’input giusto, perché inviti il lettore all’interno di un contesto, nella speranza che usando i giusti accorgimenti si addentri in questo mondo. L’esempio migliore, anche se non ignoro le qualità dei manici in questo caso, lo state dando voi: partire dal gossip per elevare il discorso, non solo nei toni, ma nella prospettiva, nella rilevanza delle informazioni e via dicendo… in questo caso, il dio nascosto nei dettagli erano proprio quelle 2 notizie di gossip inserite dal buon Ubaldo (scusa la confidenza ma, tra alti e bassi, ti seguo da una quindicina d’anni) nel titolo. Come recita la saggezza popolare (o Jovanotti in versione asfalto & cemento), in fondo, anche un fiore può crescere tra le pietre.

Infine, caro Ubaldo, mannaggia… il tuo invito per una piccola rassegna stampa sarebbe stato perfetto qualche annetto fa, quando svolgevo il servizio civile in emeroteca…

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-273 Ubaldo Scanagatta Sun, 31 Dec 2006 17:47:09 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-273 A Marcos rispondo in sintesi dovuta anche all'incombente Capodanno che quest'anno mi...eccita assai meno del solito perchè i miei due figli, Giancarlo di 16 e Ginevra di 14, per la prima volta se lo vanno a festeggiare con i loro amici ...e mi ci dovrò abituare, ma all'inizio almeno mi fa un po' (egoisticamente) tristezza_ auguri a tutti. Nessun problema se Gazzetta pubblica in prima pagina foto della Sharapova, faccia pure, anch'io _ come detto _ mi ritrovo spesso a scrivere di argomenti che non mi entusiasmano. Però mi piacerebbe che almeno loro, che lo spazio ce l'avrebbero, avessero la cultura sportiva (e ovviamente non alludo a Martucci o a Tommasi che sono, semmai., i ...terminali del lavoro) per raccontare anche _ ripeto, anche _ altre storie, e cercassero di spiegare _ ad esempio _ non tanto la crisi del tennis australiano supportandola con i numeri di rito (3 nei primi 100 fra uomini e donne) quanto i motivi più plausibili che avrebbero cagionato questa crisi in un Paese ancora non dominato dal lavoro, da ritmi frenetici tipo New York, e nemmeno esageratamente money-oriented. Un Paese in cui, anzi, allo sport si dà importanza, spazio, interesse e in cui dalle 17 in poi _ e religiosamente tutti i weekend banditi al lavoro _ tanti aussies si mettono in tuta e fanno movimento. Secondo me si potrebbero scrivere cose interessanti, anche sotto il profilo sociologico, accostando i temi delle società di un raggiunto benessere a confronto con quelle in cui invece si ha ancora fame (ma non così tanta da spingee i figli al pugilato...: ok, il tennis non è il pugilato, ma è duro, molto duro emergere siamo d'accordo? ). Insomma ci si può distaccere da un argomento troppo esclusivamente australiano _ un continente troppo lontano perchè i suoi fenomeni di costume ci riguardino...direbbe un direttore di giornale legato a criteri geopolitici _ e scrivere qualcosa piacevole. Si potrebbe toccare anche l'argomento degli sport di squadra (rugby, basket, volley) che sembrano essere socialmente più appetiti (da genitori e figli) anche nel Nuovissimo Continente...insomma, certo, ci vorrebbe un direttore della Gazzetta, come di un quotidiano extrasportivo con un'estrazione semi-letteraria, più da ...terza pagina che da Vanity Fair. Sul tennis scuola di vita, infine, sottoscrivo. Per me lo è stato. Mi ha consentito di viaggaire tanto (e non c'è cosa che mi piaccia di più), di conoscere tanti aspetti della vita, di vari Paesi, della gente, di studiare, di imparare qualche lingua, un mestiere (e quello del giornalista l'ho vissuto attraverso tutti i suoi media, giornali quotidiani e non, radio, tv, internet...esperienze incredibilmente diverse), di avere tanti amici in giro per il mondo, fondamentamente di non sentirmi mai spaesato dovunque mi trovi. Mi ha insegnato anche certi valori, la lealtà sportiva, l'impegno, un sano spirito competitivo, la disponibilità ai confronti, la grinta per rimontare situazioni difficili e compromesse, la passione e insieme il sacrificio di certi allenamenti (vedi anche 'sto blog!) che non danno necessariamente risultati straordinari ma restano un modo per sentirsi vivi e comunciare con il prossimo _ quale giornalista non ha in sè la fede...della necessitàdi comunicare? _ e tante altre cose che ora non sto ad elencare per non tediarvi. Non sono un santo, ma ringrazio lo sport per non avere mai messo in bocca una sigaretta nè avere sognato di farlo, per non essere mai stato neppure incuriosito dal desiderio di farmi uno spinello (chissà, magari è un limite...però se anche i miei figli cresceranno con questo...limite, io sono contento), per aver sempre pensato che, nello sport come nella vita, il lavoro e l'impegno alla fine pagano se si hanno sufficienti qualità di fondo. Semmai lo sport è più giusto della vita: chi non ha meriti non emerge. Non c'è raccomandazione, o privilegio sociale, o ricchezza, che possa farti vincere Wimbledon o una medaglia d'oro. Nella vita, nel lavoro, purtroppo invece le cose vanno (anche) diversamente. Sarà più facile fare buoni studi, trovare un buon lavoro (anche da giornalista) se sei nato, se vivi in certi posti (dove c'è concorrenza, ricambio...penso a Roma, a Milano) piuttosto che in altri. Anche nello sport, mi dirà il ragazzino promettente che non ha sparring-partner nella sua cittadina di provincia, però se uno riesce a farsi largo poi la provenienza non è più un handicap. Concludo, dopo essermi allungato oltre le mie intenzioni, che a proposito del'esempio fatto da Marcos sui vantaggi di marketing che si riflettono sui grandi marchi contraffatti...che anche lì c'è un limite. Sta nei numeri, nella quantità, nel rapporto fra le merci vere e quelle copiate (come, sta nel rapporto fra gli articoli giornalistici di qualità e quelli non). Se sono poche copie rivendute da qualche venditore ambulante può far gioco al marchio, se c'è un business dietro di centinaia di migliaia di merci contraffatte da imprese (cinesi e non) diventa un grosso handicap. Dopo 'sta bella pappardella tranquillizzo Riccardo sul fatto che non l'avevo male interpretato riguardo alla carne da macello (anche se i macellai _ con tutto il rispetto per la loro professione _ a volte sono...sempre giornalisti, che hanno ruoli diversi rispetto agli estensori degli articoli). A Giovanni Rossi dico solo: Welcome! Spread the rumours (about this Blog) around!. Per quanto rguarda gli articoli di Clerici (che proprio ieri mi ha chiamato per aver trovato con sua grande sorpresa (e mia), nella pagina di Google che lo riguardava, una sorta di annuncio Google che diceva, più o meno: "Se hai fame di tennis leggi il blog di Ubaldo Scanagatta" e si domandava se la libertà di Google di fare le sue associazioni ed inserzioni non fosse in fondo un'invasione della nostra privacy) spero di potere presto inserire alcuni suoi articoli nella mia tribuna d'onore. Il problema è sempre il solito: avere il tempo per curare una sorta di rassegna stampa degli articoli altrui e inserirli qui, dopo aver ottenuto l'autorizzazione dell'autore, per offrire un servizio ai lettori di questo blog. Chi mi volesse aiutare si faccia avanti... A Gianni, infine, grazie...per i tuoi grazie. Buon Anno a tutti. A riccardo A Marcos rispondo in sintesi dovuta anche all’incombente Capodanno che quest’anno mi…eccita assai meno del solito perchè i miei due figli, Giancarlo di 16 e Ginevra di 14, per la prima volta se lo vanno a festeggiare con i loro amici …e mi ci dovrò abituare, ma all’inizio almeno mi fa un po’ (egoisticamente) tristezza_ auguri a tutti.
Nessun problema se Gazzetta pubblica in prima pagina foto della Sharapova, faccia pure, anch’io _ come detto _ mi ritrovo spesso a scrivere di argomenti che non mi entusiasmano. Però mi piacerebbe che almeno loro, che lo spazio ce l’avrebbero, avessero la cultura sportiva (e ovviamente non alludo a Martucci o a Tommasi che sono, semmai., i …terminali del lavoro) per raccontare anche _ ripeto, anche _ altre storie, e cercassero di spiegare _ ad esempio _ non tanto la crisi del tennis australiano supportandola con i numeri di rito (3 nei primi 100 fra uomini e donne) quanto i motivi più plausibili che avrebbero cagionato questa crisi in un Paese ancora non dominato dal lavoro, da ritmi frenetici tipo New York, e nemmeno esageratamente money-oriented. Un Paese in cui, anzi, allo sport si dà importanza, spazio, interesse e in cui dalle 17 in poi _ e religiosamente tutti i weekend banditi al lavoro _ tanti aussies si mettono in tuta e fanno movimento. Secondo me si potrebbero scrivere cose interessanti, anche sotto il profilo sociologico, accostando i temi delle società di un raggiunto benessere a confronto con quelle in cui invece si ha ancora fame (ma non così tanta da spingee i figli al pugilato…: ok, il tennis non è il pugilato, ma è duro, molto duro emergere siamo d’accordo? ). Insomma ci si può distaccere da un argomento troppo esclusivamente australiano _ un continente troppo lontano perchè i suoi fenomeni di costume ci riguardino…direbbe un direttore di giornale legato a criteri geopolitici _ e scrivere qualcosa piacevole. Si potrebbe toccare anche l’argomento degli sport di squadra (rugby, basket, volley) che sembrano essere socialmente più appetiti (da genitori e figli) anche nel Nuovissimo Continente…insomma, certo, ci vorrebbe un direttore della Gazzetta, come di un quotidiano extrasportivo con un’estrazione semi-letteraria, più da …terza pagina che da Vanity Fair. Sul tennis scuola di vita, infine, sottoscrivo. Per me lo è stato. Mi ha consentito di viaggaire tanto (e non c’è cosa che mi piaccia di più), di conoscere tanti aspetti della vita, di vari Paesi, della gente, di studiare, di imparare qualche lingua, un mestiere (e quello del giornalista l’ho vissuto attraverso tutti i suoi media, giornali quotidiani e non, radio, tv, internet…esperienze incredibilmente diverse), di avere tanti amici in giro per il mondo, fondamentamente di non sentirmi mai spaesato dovunque mi trovi. Mi ha insegnato anche certi valori, la lealtà sportiva, l’impegno, un sano spirito competitivo, la disponibilità ai confronti, la grinta per rimontare situazioni difficili e compromesse, la passione e insieme il sacrificio di certi allenamenti (vedi anche ’sto blog!) che non danno necessariamente risultati straordinari ma restano un modo per sentirsi vivi e comunciare con il prossimo _ quale giornalista non ha in sè la fede…della necessitàdi comunicare? _ e tante altre cose che ora non sto ad elencare per non tediarvi. Non sono un santo, ma ringrazio lo sport per non avere mai messo in bocca una sigaretta nè avere sognato di farlo, per non essere mai stato neppure incuriosito dal desiderio di farmi uno spinello (chissà, magari è un limite…però se anche i miei figli cresceranno con questo…limite, io sono contento), per aver sempre pensato che, nello sport come nella vita, il lavoro e l’impegno alla fine pagano se si hanno sufficienti qualità di fondo. Semmai lo sport è più giusto della vita: chi non ha meriti non emerge. Non c’è raccomandazione, o privilegio sociale, o ricchezza, che possa farti vincere Wimbledon o una medaglia d’oro. Nella vita, nel lavoro, purtroppo invece le cose vanno (anche) diversamente. Sarà più facile fare buoni studi, trovare un buon lavoro (anche da giornalista) se sei nato, se vivi in certi posti (dove c’è concorrenza, ricambio…penso a Roma, a Milano) piuttosto che in altri. Anche nello sport, mi dirà il ragazzino promettente che non ha sparring-partner nella sua cittadina di provincia, però se uno riesce a farsi largo poi la provenienza non è più un handicap.
Concludo, dopo essermi allungato oltre le mie intenzioni, che a proposito del’esempio fatto da Marcos sui vantaggi di marketing che si riflettono sui grandi marchi contraffatti…che anche lì c’è un limite. Sta nei numeri, nella quantità, nel rapporto fra le merci vere e quelle copiate (come, sta nel rapporto fra gli articoli giornalistici di qualità e quelli non). Se sono poche copie rivendute da qualche venditore ambulante può far gioco al marchio, se c’è un business dietro di centinaia di migliaia di merci contraffatte da imprese (cinesi e non) diventa un grosso handicap.
Dopo ’sta bella pappardella tranquillizzo Riccardo sul fatto che non l’avevo male interpretato riguardo alla carne da macello (anche se i macellai _ con tutto il rispetto per la loro professione _ a volte sono…sempre giornalisti, che hanno ruoli diversi rispetto agli estensori degli articoli).
A Giovanni Rossi dico solo: Welcome! Spread the rumours (about this Blog) around!. Per quanto rguarda gli articoli di Clerici (che proprio ieri mi ha chiamato per aver trovato con sua grande sorpresa (e mia), nella pagina di Google che lo riguardava, una sorta di annuncio Google che diceva, più o meno: “Se hai fame di tennis leggi il blog di Ubaldo Scanagatta” e si domandava se la libertà di Google di fare le sue associazioni ed inserzioni non fosse in fondo un’invasione della nostra privacy) spero di potere presto inserire alcuni suoi articoli nella mia tribuna d’onore. Il problema è sempre il solito: avere il tempo per curare una sorta di rassegna stampa degli articoli altrui e inserirli qui, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’autore, per offrire un servizio ai lettori di questo blog. Chi mi volesse aiutare si faccia avanti…
A Gianni, infine, grazie…per i tuoi grazie. Buon Anno a tutti.

A riccardo

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Di: gianni http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-270 gianni Sun, 31 Dec 2006 10:57:34 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-270 Ho letto questo tuo intervento in replica a “riccardo”con molto piacere e man mano che scorrevano le righe, con crescente curiosità. Il tuo "pezzo" mi ha fatto conoscere un aspetto del tennis (ed un “dietro le quinte” del tuo lavoro) che non conoscevo. Personalmente sto apprezzando tantissimo il tuo blog proprio per la “qualità” dei contenuti che riesci a dargli e di conseguenza spero davvero che la tua “passione” per questo blog ….si rafforzi sempre più!!! Ho letto questo tuo intervento in replica a “riccardo”con molto piacere e man mano che scorrevano le righe, con crescente curiosità.
Il tuo “pezzo” mi ha fatto conoscere un aspetto del tennis (ed un “dietro le quinte” del tuo lavoro) che non conoscevo.

Personalmente sto apprezzando tantissimo il tuo blog proprio per la “qualità” dei contenuti che riesci a dargli e di conseguenza spero davvero che la tua “passione” per questo blog ….si rafforzi sempre più!!!

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Di: Riccardo B. http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-268 Riccardo B. Sun, 31 Dec 2006 01:18:02 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-268 Ciao Ubaldo, grazie per la risposta approfondita ed esauriente. La mia domanda era tendenzialmente retorica: aldilà le pregevoli eccezioni de "La Stampa" e di "Repubblica", temo possa cambiare qualcosa solo quando arriverà il benedetto campione che parla italiano. "Quello che ci cambia la vita", come dice Rino Tommasi. Tuttavia volevo fare una precisazione: quando parlavo di "fonte" mi riferivo chiaramente a chi commissiona, non certo a chi scrive. Insomma, non avevo dubbi che a partorire la "carne da macello" (termine un pò crudo, me ne scuso) non fossero le menti dei giornalisti. Anzi, senza voler cadere in sviolinate, sono d'accordo con quanto mi disse Ray Giubilo (abbastanza dentro al giro da saperne, abbastanza fuori da essere obiettivo) quando qualche anno fa ebbi l'occasione di passarci mezza giornata: "In Italia il tennis va male, ma a riviste e giornalisti siamo messi benissimo", e facemmo anche un pò di nomi. Insomma, un pò spiace che risorse umane così valide non possano esprimersi come saprebbero e potrebbero. Ma la situazione è come l'hai descritta tu, quindi c'è poco da fare. Nessun dubbio sul fatto che questo blog sia fatto solo per passione. Anche (e soprattutto) per questo lo apprezzo e lo seguo con interesse. Un salutone, e sentiti auguri di buon anno! Ciao Ubaldo,
grazie per la risposta approfondita ed esauriente.
La mia domanda era tendenzialmente retorica: aldilà le pregevoli eccezioni de “La Stampa” e di “Repubblica”, temo possa cambiare qualcosa solo quando arriverà il benedetto campione che parla italiano. “Quello che ci cambia la vita”, come dice Rino Tommasi.

Tuttavia volevo fare una precisazione: quando parlavo di “fonte” mi riferivo chiaramente a chi commissiona, non certo a chi scrive. Insomma, non avevo dubbi che a partorire la “carne da macello” (termine un pò crudo, me ne scuso) non fossero le menti dei giornalisti.
Anzi, senza voler cadere in sviolinate, sono d’accordo con quanto mi disse Ray Giubilo (abbastanza dentro al giro da saperne, abbastanza fuori da essere obiettivo) quando qualche anno fa ebbi l’occasione di passarci mezza giornata: “In Italia il tennis va male, ma a riviste e giornalisti siamo messi benissimo”, e facemmo anche un pò di nomi.

Insomma, un pò spiace che risorse umane così valide non possano esprimersi come saprebbero e potrebbero. Ma la situazione è come l’hai descritta tu, quindi c’è poco da fare.
Nessun dubbio sul fatto che questo blog sia fatto solo per passione. Anche (e soprattutto) per questo lo apprezzo e lo seguo con interesse.

Un salutone, e sentiti auguri di buon anno!

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Di: Giovanni Rossi http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-267 Giovanni Rossi Sun, 31 Dec 2006 00:30:36 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-267 Caro Ubaldo, ho scoperto il Suo blog e sono molto contento dei contenuti. Sono un fanatico del tennis e sono abbonato alla rivista Tennis: vivo negli Stati Uniti da molti anni. Leggendo un articolo di Peter Bodo ho visto che c'era un riferimento a Lei. Molto bene da ora in poi leggero' regolarmente il Suo blog. Mi mancano molto le telecronache di Gianni Clerici e Rino Tommasi. Ho cercato su google se trovavo articoli, interventi di Clerici ma senza successo. Mi sembrava che scrivesse per Repubblica, ma forse Gianni si interessera' adesso di letteratura. In ogni modo questo blog e' molto interessante, complimenti e Buon Anno da Boston. Giovanni Caro Ubaldo, ho scoperto il Suo blog e sono molto contento dei contenuti. Sono un fanatico del tennis e sono abbonato alla rivista Tennis: vivo negli Stati Uniti da molti anni. Leggendo un articolo di Peter Bodo ho visto che c’era un riferimento a Lei. Molto bene da ora in poi leggero’ regolarmente il Suo blog.
Mi mancano molto le telecronache di Gianni Clerici e Rino Tommasi.
Ho cercato su google se trovavo articoli, interventi di Clerici ma senza successo. Mi sembrava che scrivesse per Repubblica, ma forse Gianni si interessera’ adesso di letteratura.
In ogni modo questo blog e’ molto interessante, complimenti e Buon Anno da Boston.
Giovanni

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Di: marcos http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-266 marcos Sat, 30 Dec 2006 18:49:59 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-266 porto un argomento diverso, partendo dalle vostre considerazioni, da me tutte condivise. che il tennis sia uno sport di nicchia particolarmente elevata è, forse, un bene: sarei preoccupato, altrimenti...chè solo il pensiero di dover ascoltare due ore di domenica sportiva sulla bestemmia di canè (cito paolino, chè so uomo di spirito), rallentata su maxi schermo per vivisezionarne il labiale, mi fa rabbrividire. che, invece, ci sia bisogno di produrre media o bassa cultura in qualsiasi campo, per poter sbarcare il lunario...questo è male, ma, anche se decidessimo di approfondire, non riusciremmo in poche righe a spiegare quali siano le ragioni per cui è più facile vendere un episodio di armony, piuttosto che una qualsiasi edizione di se questo è un uomo. anzi, meglio non approfondire: mi si turberebbe la quiete festiva e mi si riacutizzerebbe l'influenza invernale. l'argomento, invece, che porto è quello per il quale forse conviene anche allo sport di nicchia che intorno ad esso si alzi una vorticosa centrifuga di spazzatura mediatica, costituita da tette grosse e sederi sodi, nani e ballerine, baci e tradimenti, feste danzanti, risse, interviste estreme e chi più ne ha, per cortesia, ne metta. sarà anche un argomento politicamente poco corretto, e, se volete, un tantinello egoista...ma come prada, gucci e fendi poco fanno per diminuire nelle strade i venditori ambulanti di prodotti contraffatti perchè tutto ciò che fa pubblicità ad un marchio, comunque, porta fama e danaro...così, forse, non dovremmo lamentarci se sulla gazzetta, invece di parlar di tennis, pubblicano foto della sharapova in mutande: evidentemente, in questo mondo tira più una mutanda ben calzata che una storia ben raccontata. più mutande la gazzetta mostra, più tennis, per esempio, la televisione trasmette. io mi limito a buttare un occhio alla mutanda, chè si perde il pelo ma non il vizio, ma poi mi sollazzo divanandomi davanti al tennis, quando non posso seguirlo dal vivo. lasciamo che le storie di tennis, quelle vere, siano una riserva degli appassionati, puntando molto anche sul web: da quando c'è internet, infatti, anche la soddisfazione dei palati più esigenti (quelli degli appassionati di tennis) trova maggior sfogo; e da quando c'è internet, molti giovani che, probabilmente, si sarebbero fermati alla mutanda, trovano scritti sul tennis che non solo glielo mostrano in tutta la sua straordinaria nobiltà, ma anche, spero, li aiutano a crescere individualmente. per me, infatti, lo spirito del vero tennis è scuola di vita. buon anno a tutti! marcos porto un argomento diverso, partendo dalle vostre considerazioni, da me tutte condivise.
che il tennis sia uno sport di nicchia particolarmente elevata è, forse, un bene: sarei preoccupato, altrimenti…chè solo il pensiero di dover ascoltare due ore di domenica sportiva sulla bestemmia di canè (cito paolino, chè so uomo di spirito), rallentata su maxi schermo per vivisezionarne il labiale, mi fa rabbrividire.
che, invece, ci sia bisogno di produrre media o bassa cultura in qualsiasi campo, per poter sbarcare il lunario…questo è male, ma, anche se decidessimo di approfondire, non riusciremmo in poche righe a spiegare quali siano le ragioni per cui è più facile vendere un episodio di armony, piuttosto che una qualsiasi edizione di se questo è un uomo. anzi, meglio non approfondire: mi si turberebbe la quiete festiva e mi si riacutizzerebbe l’influenza invernale.
l’argomento, invece, che porto è quello per il quale forse conviene anche allo sport di nicchia che intorno ad esso si alzi una vorticosa centrifuga di spazzatura mediatica, costituita da tette grosse e sederi sodi, nani e ballerine, baci e tradimenti, feste danzanti, risse, interviste estreme e chi più ne ha, per cortesia, ne metta. sarà anche un argomento politicamente poco corretto, e, se volete, un tantinello egoista…ma come prada, gucci e fendi poco fanno per diminuire nelle strade i venditori ambulanti di prodotti contraffatti perchè tutto ciò che fa pubblicità ad un marchio, comunque, porta fama e danaro…così, forse, non dovremmo lamentarci se sulla gazzetta, invece di parlar di tennis, pubblicano foto della sharapova in mutande: evidentemente, in questo mondo tira più una mutanda ben calzata che una storia ben raccontata. più mutande la gazzetta mostra, più tennis, per esempio, la televisione trasmette.
io mi limito a buttare un occhio alla mutanda, chè si perde il pelo ma non il vizio, ma poi mi sollazzo divanandomi davanti al tennis, quando non posso seguirlo dal vivo.
lasciamo che le storie di tennis, quelle vere, siano una riserva degli appassionati, puntando molto anche sul web: da quando c’è internet, infatti, anche la soddisfazione dei palati più esigenti (quelli degli appassionati di tennis) trova maggior sfogo; e da quando c’è internet, molti giovani che, probabilmente, si sarebbero fermati alla mutanda, trovano scritti sul tennis che non solo glielo mostrano in tutta la sua straordinaria nobiltà, ma anche, spero, li aiutano a crescere individualmente.
per me, infatti, lo spirito del vero tennis è scuola di vita.

buon anno a tutti!

marcos

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Di: Ubaldo Scanagatta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-260 Ubaldo Scanagatta Sat, 30 Dec 2006 01:14:36 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-260 Ciao Riccardo, come sempre ottimamente documentato! Interventi tipo il tuo contribuiscono ad accrescore certamente la qualità di questo blog. Comincio a risponderti dal fondo: su un grande quotidiano la storia di Sargsian (purtroppo) non la leggerai mai. A meno che lo faccia un giornalista talmente autorevole (e in Italia ce n'è uno solo, Gianni Clerici) da poter imporre per il solo fatto che lo chiede, le sue storie con le sue misure (80-100 righe) ad un qualsivoglia caporedattore dello sport senza che questo osi opporsi. In qualsiasi altro giornale la proposta di un pezzo del genere non verrebbe assolutamente presa in considerazione. Eppure, senza essere Clerici, anch'io non credo di essere l'ultimo, anche in termini di credibilità. Però ti assicuro che mi riderebbero in faccia... Sui quotidiani sportivi ci dovrebbe essere più spaziio, eppure talvolta non lo trovano nemmeno loro, perchè i loro direttori preferiscono magari dare spazio a una quotidiana rubrica di oroscopi e di lettere che sembrano stare lì _ più che per favorire una sacrosanta interattività _ per accontentare equilibri interni (di spazi e prestigio), l'ego di qualche ex direttore o ex corsivista. Le pagine dello sport, in tutti i giornali italiani "politici" sono quasi sempre dirette da colleghi espertissimi di calcio per i quali qualsiasi notizia di calcio riveste grande interesse e merita grande spazio, mentre tutti gli sport "minori" devono arrangiarsi a cavrsela con poche righe. Va dato atto a La Repubblica _ a prescindere dalla presenza di uno scrittore del valore di Clerici _ di aver provato a modificare questa prassi. Del resto quando Repubblica si affacciò nel panorama editoriale italiano Scalfari non aveva previsto nè un'edizione del lunedì nè pagine di sport, che poi furono introdotte a furor di popolo. Dopo di che, però, almeno una pagina di varie di solito c'è e viene spesso aperta da un argomento monografico cui si dà ampio spazio. Quasi tutti gli altri giornali (e devo dire che per quanto riguarda il Corsera sono diverse le pagine sportive che vede il lettore milanese e quello romano rispetto a quelli di altre regioni: questi ultimi vedono _o vedevano fino a poco tempo fa _ una pagina di varie in meno), invece, mettono di solito le varie obtorto collo, come riquadri formato francobollo, quasi vi fossero obbligati, ma senza la cura che meriterebbero. In realtà le più belle storie sportive, di vita vissuta, sono spesso legate a protagonisti e vicende extracalcistiche. Ma il calcio ammazza tutto e ad esempio se sia Collina oppure Pinco Palla a designare gli arbitri diventa un argomento di grandissima rilevanza, pagine su pagine, quando invece secondo me dovrebbe interessare il giusto. Il grande quotidiano "politiico" si rivolge a lettori non specializzati e dovrebbe privilegiare le storie interessanti per tutti, non i tifosi delle curve (che in stragrande maggioranza non leggono i giornali, ma tutt'al piùil sito internet della loro squadra), almeno a mio avviso. Ma evidentemente non tutti la pensano così. Si inseguono i grandi numeri pensando di vendere più giornali (e magari con le operazioni di mercato si raggiunge quell'obiettivo anche se poi i quotidiani politici arrivano quasi sempre, inevitabilmente, 24 ore dopo i giornlai sportivi...mentre secondo me con gli incarichi di Collina, le dimissioni di Tedeschi e le perplessità di Gussoni non si vende una copia in più) ma se alla fine i giornali sono in crisi e la gente si lamenta perchè non ci trova nulla di originale, è anche perchè _ e non solo nello sport _ non si riesce ad essere minimamente originali, si preferisce piuttosto "coprirsi" dai cosiddetti buchi perchè magari a quella notizia è stato dato risalto in tv, che fornire spunti diversi, nuovi. Il giornale, qualunque giornale, al mattino sembra già vecchio. Ma non è facile trovare un direttore, un caporedattore che rischi...soprattutto se l'editore non è tipo disposto a coprirlo sempre e comunque. Le scelte sono fatte alla fonte, dici tu. Ma la fonte, come cerco di spiegarti, non è tanto il singolo giornalista autore dell'articolo, quanto chi glielo commissiona, chi gli apporva un'idea, chi gli destina un certo spazio...perchè anche questo è spesso determinante. Per buttar giù due banalità sulla bellezza della Sharapova, corredata da una foto scelta dalla redazione, bastano anche poche righe. Per raccontare una storia ricca di aneddoti di Sargsian (ormai prescelto quale esempio, o anche di un qualsiasi routinier italiano che abbia vissuto esperienze particolari, pensiamo ad un Galvani) non bastano 20 righe perchè siano minimamente narrative, godibili. Ce ne vogliono almeno 50. Lo stesso Clerici _ glielo ho sentiot dire tante volte quando chiede spazi ai suoi "capi" _ dice: "Se mi date 60 righe posso fare una storia da 7, se me ne date 70 forse da 8, se ne ho 80 chissà,magari anche da 9". Fate dire la stessa cosa a un neo-redattore, o anche a un valido giornalista come Paolo Rossi _ che ogni tanto sostituisce un Clerici pigro in qualche trasferta _ e dall'altra parte del filo sentirete soltanto crasse risate. Devo dire che anche La Stampa, ultimamente, sta cercando di innovare e rinnovare e nel tennis, ad esempio, grazie anche all'apporto intelligente e prezioso di Stefano Semeraro, presenta soprattutto al lunedì storie godibili e diverse da chi si limita a inseguire le notizie e...i gossip della Sharapova premiata qui e là con premi "truffa", creati soltanto per favorire la notorietà di un magazine piuttosto che di un altro. C'è anche chi eccede dal lato opposto, un Feltri ad esempio che pur di andare controcorrente, spara ogni giorno titoli anticonformisti, senza rendersi contro che il farlo per principio alla fine rende poco credibili. Diventano boomerang, insomma. Anch'io trovo spunti interessanti soprattutto sulla stampa straniera. Adesso avrei lo spazio, questo blog, per riprenderli e svilupparli su questo blog...ma da solo è un lavoro enorme, perchè ogni giorno avrei almeno cinque, sei spunti da "coprire". Avessi un gruppetto di collaboratori sarebbe diverso. Ma, che tu (voi) ci creda o no, per ora lo sto facendo solo per pura passione...e la vita devo guadagnarmela altrimenti. Motivo per cui le ore che gli posso dedicare, a rispondere, a documentarmi, non sono infinite. Come dicono a Napoli...anch'io tengo famiglia e ogni tanto devo produrre...quella che chiami, non senza ragione, carne da macello. ciao, mi fermo qui perchè altrimenti Semeraro dice che scrivo troppo a lungo e non ce la fa ad arrivare fino in fondo Ciao Riccardo, come sempre ottimamente documentato! Interventi tipo il tuo contribuiscono ad accrescore certamente la qualità di questo blog. Comincio a risponderti dal fondo: su un grande quotidiano la storia di Sargsian (purtroppo) non la leggerai mai. A meno che lo faccia un giornalista talmente autorevole (e in Italia ce n’è uno solo, Gianni Clerici) da poter imporre per il solo fatto che lo chiede, le sue storie con le sue misure (80-100 righe) ad un qualsivoglia caporedattore dello sport senza che questo osi opporsi. In qualsiasi altro giornale la proposta di un pezzo del genere non verrebbe assolutamente presa in considerazione. Eppure, senza essere Clerici, anch’io non credo di essere l’ultimo, anche in termini di credibilità. Però ti assicuro che mi riderebbero in faccia…
Sui quotidiani sportivi ci dovrebbe essere più spaziio, eppure talvolta non lo trovano nemmeno loro, perchè i loro direttori preferiscono magari dare spazio a una quotidiana rubrica di oroscopi e di lettere che sembrano stare lì _ più che per favorire una sacrosanta interattività _ per accontentare equilibri interni (di spazi e prestigio), l’ego di qualche ex direttore o ex corsivista.
Le pagine dello sport, in tutti i giornali italiani “politici” sono quasi sempre dirette da colleghi espertissimi di calcio per i quali qualsiasi notizia di calcio riveste grande interesse e merita grande spazio, mentre tutti gli sport “minori” devono arrangiarsi a cavrsela con poche righe. Va dato atto a La Repubblica _ a prescindere dalla presenza di uno scrittore del valore di Clerici _ di aver provato a modificare questa prassi. Del resto quando Repubblica si affacciò nel panorama editoriale italiano Scalfari non aveva previsto nè un’edizione del lunedì nè pagine di sport, che poi furono introdotte a furor di popolo. Dopo di che, però, almeno una pagina di varie di solito c’è e viene spesso aperta da un argomento monografico cui si dà ampio spazio. Quasi tutti gli altri giornali (e devo dire che per quanto riguarda il Corsera sono diverse le pagine sportive che vede il lettore milanese e quello romano rispetto a quelli di altre regioni: questi ultimi vedono _o vedevano fino a poco tempo fa _ una pagina di varie in meno), invece, mettono di solito le varie obtorto collo, come riquadri formato francobollo, quasi vi fossero obbligati, ma senza la cura che meriterebbero. In realtà le più belle storie sportive, di vita vissuta, sono spesso legate a protagonisti e vicende extracalcistiche. Ma il calcio ammazza tutto e ad esempio se sia Collina oppure Pinco Palla a designare gli arbitri diventa un argomento di grandissima rilevanza, pagine su pagine, quando invece secondo me dovrebbe interessare il giusto.
Il grande quotidiano “politiico” si rivolge a lettori non specializzati e dovrebbe privilegiare le storie interessanti per tutti, non i tifosi delle curve (che in stragrande maggioranza non leggono i giornali, ma tutt’al piùil sito internet della loro squadra), almeno a mio avviso. Ma evidentemente non tutti la pensano così. Si inseguono i grandi numeri pensando di vendere più giornali (e magari con le operazioni di mercato si raggiunge quell’obiettivo anche se poi i quotidiani politici arrivano quasi sempre, inevitabilmente, 24 ore dopo i giornlai sportivi…mentre secondo me con gli incarichi di Collina, le dimissioni di Tedeschi e le perplessità di Gussoni non si vende una copia in più) ma se alla fine i giornali sono in crisi e la gente si lamenta perchè non ci trova nulla di originale, è anche perchè _ e non solo nello sport _ non si riesce ad essere minimamente originali, si preferisce piuttosto “coprirsi” dai cosiddetti buchi perchè magari a quella notizia è stato dato risalto in tv, che fornire spunti diversi, nuovi. Il giornale, qualunque giornale, al mattino sembra già vecchio. Ma non è facile trovare un direttore, un caporedattore che rischi…soprattutto se l’editore non è tipo disposto a coprirlo sempre e comunque.
Le scelte sono fatte alla fonte, dici tu. Ma la fonte, come cerco di spiegarti, non è tanto il singolo giornalista autore dell’articolo, quanto chi glielo commissiona, chi gli apporva un’idea, chi gli destina un certo spazio…perchè anche questo è spesso determinante. Per buttar giù due banalità sulla bellezza della Sharapova, corredata da una foto scelta dalla redazione, bastano anche poche righe. Per raccontare una storia ricca di aneddoti di Sargsian (ormai prescelto quale esempio, o anche di un qualsiasi routinier italiano che abbia vissuto esperienze particolari, pensiamo ad un Galvani) non bastano 20 righe perchè siano minimamente narrative, godibili. Ce ne vogliono almeno 50. Lo stesso Clerici _ glielo ho sentiot dire tante volte quando chiede spazi ai suoi “capi” _ dice: “Se mi date 60 righe posso fare una storia da 7, se me ne date 70 forse da 8, se ne ho 80 chissà,magari anche da 9″.
Fate dire la stessa cosa a un neo-redattore, o anche a un valido giornalista come Paolo Rossi _ che ogni tanto sostituisce un Clerici pigro in qualche trasferta _ e dall’altra parte del filo sentirete soltanto crasse risate.
Devo dire che anche La Stampa, ultimamente, sta cercando di innovare e rinnovare e nel tennis, ad esempio, grazie anche all’apporto intelligente e prezioso di Stefano Semeraro, presenta soprattutto al lunedì storie godibili e diverse da chi si limita a inseguire le notizie e…i gossip della Sharapova premiata qui e là con premi “truffa”, creati soltanto per favorire la notorietà di un magazine piuttosto che di un altro.
C’è anche chi eccede dal lato opposto, un Feltri ad esempio che pur di andare controcorrente, spara ogni giorno titoli anticonformisti, senza rendersi contro che il farlo per principio alla fine rende poco credibili. Diventano boomerang, insomma.
Anch’io trovo spunti interessanti soprattutto sulla stampa straniera. Adesso avrei lo spazio, questo blog, per riprenderli e svilupparli su questo blog…ma da solo è un lavoro enorme, perchè ogni giorno avrei almeno cinque, sei spunti da “coprire”. Avessi un gruppetto di collaboratori sarebbe diverso. Ma, che tu (voi) ci creda o no, per ora lo sto facendo solo per pura passione…e la vita devo guadagnarmela altrimenti. Motivo per cui le ore che gli posso dedicare, a rispondere, a documentarmi, non sono infinite. Come dicono a Napoli…anch’io tengo famiglia e ogni tanto devo produrre…quella che chiami, non senza ragione, carne da macello.
ciao, mi fermo qui perchè altrimenti Semeraro dice che scrivo troppo a lungo e non ce la fa ad arrivare fino in fondo

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Di: Riccardo B. http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-259 Riccardo B. Sat, 30 Dec 2006 00:09:28 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=110#comment-259 Ciao Ubaldo, è interessante la tua osservazione sul diverso appeal che può avere un servizio sulla Sharapova piuttosto che uno -ottimo esempio- sulla crisi del tennis aussie. Io mi domando: siamo sicuri che il tennis-utente preferisca essere relazionato sulle sette acconciature di Masha durante gli Us Open piuttosto che sulle disgrazie di Philippoussis? Anni addietro una rivista specializzata ("la più antica del mondo", per capirci) fece un interessante profilo, su basi statistiche, del fruitore medio del prodotto-tennis. Eccolo: -Molto giovane (14/17 anni) e giovane (18/34) -Prevalentemente maschio, ma con un elevata percentuale (40%) femminile. -Residente in grandi città, prevalentemente nord-ovest e centro. -Stati di istruzione e status molto elevati (quasi un 50% di universitari e laureati) -Stile di vita di alto profilo: lavora molto, legge, viaggia, si tiene informato e riesce bene nella professione -Ovviamente, accentuato possesso di beni e notevoli capacità d'acquisto, nonchè buona conoscenza delle lingue. Ho snocciolato questi dati per dirti che, probabilmente, chi legge Martucci sulla Gazzetta, Azzolini su Tuttosport, te su Nazione/Giorno/Resto Del Carlino ecc...Risponde a questi requisiti. Requisiti di persone cui probabilmente interessa sapere perchè Hanley non ha sfondato piuttosto che il solito pezzo sulla Sharapova, che inevitabilmente (spesso non per colpa di chi lo scrive) diventa modaiol-gossipparo. Quel genere di informazione è buono, oltre che per i voyeur incalliti, per le signore di mezza età, le ragazzine alla moda e gli adolescenti allupati (che però guardano solo la foto). Chi va a spulciare (perchè, ahinoi, di spulciare si tratta) l'articolo di tennis sui quotidiani vuole qualcosa di più. Basta fare un giro in rete e curiosare per i forum, che sono lo specchio più fedele per identificare gli appassionati: gente piena di entusiasmo, competente fino a sorprendere, informata anche su dettagli riscontrabili solo sulla stampa straniera...Molti pronti (lo trovo fantastico) a organizzarsi la giornata in base all'evento tennistico per poterlo seguire. Insomma, questa pappardella per cercare di argomentare una mia convinzione: non credo a chi dice che l'informazione è fatta in un certo modo "perchè lo vuole il pubblico". Il pubblico è instradato dalle scelte fatte alla fonte: se queste preferiscono i gonnellini della Sharapova o le boobs della Dokic diventa dura, e persino il tennis diventa carne da macello, col risultato che gli appassionati (che sono tantissimi) emigrano verso internet o, quando va bene, verso le riviste specializzate. La domanda che voglio farti, convinto che cosce e veline troneggeranno ancora, è questa: il microcosmo del tennis, forte di un pubblico davvero speciale, potrebbe provare a differenziarsi e allontanare banalità e clichè scontati? In altre parole: potremo mai vedere, su un grande quotidiano, la storia di Sargsian piuttosto che l'ultima evoluzione della Kournikova? Ciao Ubaldo,
è interessante la tua osservazione sul diverso appeal che può avere un servizio sulla Sharapova piuttosto che uno -ottimo esempio- sulla crisi del tennis aussie. Io mi domando: siamo sicuri che il tennis-utente preferisca essere relazionato sulle sette acconciature di Masha durante gli Us Open piuttosto che sulle disgrazie di Philippoussis?
Anni addietro una rivista specializzata (”la più antica del mondo”, per capirci) fece un interessante profilo, su basi statistiche, del fruitore medio del prodotto-tennis. Eccolo:
-Molto giovane (14/17 anni) e giovane (18/34)
-Prevalentemente maschio, ma con un elevata percentuale (40%) femminile.
-Residente in grandi città, prevalentemente nord-ovest e centro.
-Stati di istruzione e status molto elevati (quasi un 50% di universitari e laureati)
-Stile di vita di alto profilo: lavora molto, legge, viaggia, si tiene informato e riesce bene nella professione
-Ovviamente, accentuato possesso di beni e notevoli capacità d’acquisto, nonchè buona conoscenza delle lingue.

Ho snocciolato questi dati per dirti che, probabilmente, chi legge Martucci sulla Gazzetta, Azzolini su Tuttosport, te su Nazione/Giorno/Resto Del Carlino ecc…Risponde a questi requisiti.
Requisiti di persone cui probabilmente interessa sapere perchè Hanley non ha sfondato piuttosto che il solito pezzo sulla Sharapova, che inevitabilmente (spesso non per colpa di chi lo scrive) diventa modaiol-gossipparo.
Quel genere di informazione è buono, oltre che per i voyeur incalliti, per le signore di mezza età, le ragazzine alla moda e gli adolescenti allupati (che però guardano solo la foto).

Chi va a spulciare (perchè, ahinoi, di spulciare si tratta) l’articolo di tennis sui quotidiani vuole qualcosa di più. Basta fare un giro in rete e curiosare per i forum, che sono lo specchio più fedele per identificare gli appassionati: gente piena di entusiasmo, competente fino a sorprendere, informata anche su dettagli riscontrabili solo sulla stampa straniera…Molti pronti (lo trovo fantastico) a organizzarsi la giornata in base all’evento tennistico per poterlo seguire.

Insomma, questa pappardella per cercare di argomentare una mia convinzione: non credo a chi dice che l’informazione è fatta in un certo modo “perchè lo vuole il pubblico”. Il pubblico è instradato dalle scelte fatte alla fonte: se queste preferiscono i gonnellini della Sharapova o le boobs della Dokic diventa dura, e persino il tennis diventa carne da macello, col risultato che gli appassionati (che sono tantissimi) emigrano verso internet o, quando va bene, verso le riviste specializzate.

La domanda che voglio farti, convinto che cosce e veline troneggeranno ancora, è questa: il microcosmo del tennis, forte di un pubblico davvero speciale, potrebbe provare a differenziarsi e allontanare banalità e clichè scontati? In altre parole: potremo mai vedere, su un grande quotidiano, la storia di Sargsian piuttosto che l’ultima evoluzione della Kournikova?

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