“La strada per arrivare a Pete è ancora lunga, sono appena a metà!” Fed-Express.

 
29 Gennaio 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
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di Ubaldo Scanagatta
29 gennaio 2006

MELBOURNE. Il più grosso rischio per il tennis, adesso, è che le vittorie di Roger Federer, la sua disarmante superiorità sul resto del mondo con racchetta, possano venire a noia.
Sette finali di Slam ha disputato e sette ne ha vinte, inclusa quella di ieri che l’ha visto in difficoltà con Marcos Baghdatis soltanto per la prima ora e mezzo, prima di dominare terzo e quarto set.
Non che gli altri si siano rassegnati, però alle spalle di Federer un vero n.2 non c’è.
Tutt’al più ci sono… dei numeri quattro.
Per la verità il cipriota rivelazione del torneo, come al solito sostenutissimo dalla claque greca _ in mezzo alla quale si distingueva anche uno strano tipo che pareva Zorba (o anche Vilas per via dei capelloni), in costume cipriota con gonna e calzettoni bianconeri, tal Tony Spanos, 52 anni, nativo di Sydney e instancabile ballerino _ non si è fatto condizionare dal suo ranking, n.54 Atp (oggi salirà a n.28), rifiutando il ruolo di agnello sacrificale. “Vinto il primo set ho sperato nel miracolo. Ho avuto le mie chances, due palle per il 3-0 pesante (con doppio break) nel secondo. Poi però ho cominciato a pensare troppo, ho perso campo e l’ho aiutato a rientrare in partita. Contro Federer non te lo puoi permettere…”.
Il ragazzo cipriota ha vinto il primo set, è stato in partita anche nel secondo fin quasi al tiebreak, ma poi Roger Federer, fin lì sotto tono e in giornata pessima al servizio, si è svegliato, gli ha strappato il servizio sul 6-5 (ed era sotto 40-0) e da lì in poi non c’è più stata gara.
Undici games di fila per Fed-Express dal 5 pari del secondo set, il solito 6-0 (già inflitto ai tre tedeschi Mayer, Haas e Kiefer) anche per Baghdatis e un 6-2 finale per conquistare il terzo slam consecutivo.
E’ il settimo della carriera e, commosso fino alle lacrime (non è riuscito a parlare) Roger ha ricevuto il trofeo e un milione 200.000 dollari australiani (750.000 euro) dalle mani del suo idolo Rod Laver.
A 24 anni lo svizzero ha vinto lo stesso numero di Slam di Pete Sampras alla sua stessa età. Ma Sampras doveva vedersela con Agassi, Becker, Ivanisevic, Rafter, Kafelnikov, campioni con le stimmate _ trascurando torme di specialisti ispano-sudamericani della terra rossa _ mentre oggi alle spalle di Federer manca un vero numero due (salvo Nadal, più che il discontinuo Safin).
I suoi rivali sono, in realtà, dei… numero quattro, da Roddick (battuto 7 volte di fila) a Hewitt (9 di fila), agli altri.
Se la salute non lo tradisce, e se non spunta un nuovo fenomeno, oggi Federer sembra avere davanti a sé una strada in discesa, rispetto a quella irta di ostacoli che ebbe Sampras.
A Roger ne mancano altri sette per eguagliare il record di Pete e ci sono anche i 12 Slam di Emerson, gli 11 di Borg e Laver, i 10 di Tilden mentre sono ormai a tiro gli 8 di Agassi, Connors, Lendl, Perry e Rosewall e ha raggiunto i 7 di Cochet, La coste, Larned, Newcombe, McEnroe, Renshaw, Sears e Wilander.
“La strada per arrivare a Pete è ancora lunga, sono appena a metà! _ ha detto il campione svizzero _ E’ vero che, oltre ad essere nati a 10 anni esatti di distanza ma entrambi ad agosto, io l’8 del 1981 e lui il 12 del 1971, ci sono davvero molte analogie: tre Wimbledon vinti di fila per lui e per me; il Roland Garros l’unico Slam che manca a me e a lui; l’accoppiata di tornei come Indian Wells e Key Biscayne; ora questi tre Slam consecutivi vinti come _ dopo Laver _ è capitato solo a Pete e a me.
Ma resta una grande differenza: lui i 14 Slam li ha già vinti e io no”.
N.1 anche fuori dal campo, Fed-Express.

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