Commenti a: La struttura delle rivoluzioni tennistiche Borg sì, McEnroe no. Chi più fra Federer e Nadal? Agassi un “inventore”, Roddick l’ultimo… http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 15:34:13 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Pete Remis http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-255507 Pete Remis Sat, 21 Jan 2012 12:46:19 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-255507 Credo ci sia un po' di confusione fra il talento e la capacita' di innovazione. Non necessariamente i piu' grandi talenti del tennis devono essere considerati innovatori. McEnroe, Sampras e Federer sono stati, e sono tuttora per lo svizzero, tre dei talenti piu' cristallini della storia di questo sport ma non sono stati degli innovatori. E a ben guardare questo va a loro merito perche' non hanno avuto la necessita' di cambiare le regole per eccellere. Credo che invece sia stato sottovalutato il ruolo di un altro giocatore che a mio avviso e' stato il precursore del tennis moderno: Jim Courier. Forse perche' non ha vinto tanto (relativamente alla categoria dei supertop) o forse perche' non dotato della personalita' carismatica di un Agassi, non viene sufficientemente considerato per quelli che sono i suoi meriti. Ma chi va a riguardare il suo gioco non puo' fare a meno di notare che alcune delle caratteristiche fondamentali del tennis moderno sono state introdotte da lui a cominciare dal costante spostamento sul dritto, l'anticipo del colpo e la ricerca del vincente dal fondo. Lo stesso Agassi, pur coetaneo di Courier, sfruttera' al meglio queste caratteristiche con alcuni anni di ritardo rispetto al collega. E' vero che queste tendenze erano gia' presenti nel gioco di Ivan Lendl ma probabilmente in modo piu' naturale e meno costruito; e' ovvio che se un giocatore ha un diritto esplosivo come Lendl tendera' a spostarsi su quel lato ma e' piu' una ricerca della potenza che uno sfruttamento degli angoli. Jim Courier ha vinto 4 slam su 7 finali nel periodo 91-93 e credo che gran merito di questi risultati sia dovuto al suo gioco rivoluzionario. Negli anni successivi imbocca ancor giovane la parbola discedente passando idealmente il testimone ad Andre Agassi che sapra' riprendere e ulteriormente affinare il suo stile. Credo ci sia un po’ di confusione fra il talento e la capacita’ di innovazione. Non necessariamente i piu’ grandi talenti del tennis devono essere considerati innovatori.

McEnroe, Sampras e Federer sono stati, e sono tuttora per lo svizzero, tre dei talenti piu’ cristallini della storia di questo sport ma non sono stati degli innovatori. E a ben guardare questo va a loro merito perche’ non hanno avuto la necessita’ di cambiare le regole per eccellere.

Credo che invece sia stato sottovalutato il ruolo di un altro giocatore che a mio avviso e’ stato il precursore del tennis moderno: Jim Courier.
Forse perche’ non ha vinto tanto (relativamente alla categoria dei supertop) o forse perche’ non dotato della personalita’ carismatica di un Agassi, non viene sufficientemente considerato per quelli che sono i suoi meriti.

Ma chi va a riguardare il suo gioco non puo’ fare a meno di notare che alcune delle caratteristiche fondamentali del tennis moderno sono state introdotte da lui a cominciare dal costante spostamento sul dritto, l’anticipo del colpo e la ricerca del vincente dal fondo. Lo stesso Agassi, pur coetaneo di Courier, sfruttera’ al meglio queste caratteristiche con alcuni anni di ritardo rispetto al collega.

E’ vero che queste tendenze erano gia’ presenti nel gioco di Ivan Lendl ma probabilmente in modo piu’ naturale e meno costruito; e’ ovvio che se un giocatore ha un diritto esplosivo come Lendl tendera’ a spostarsi su quel lato ma e’ piu’ una ricerca della potenza che uno sfruttamento degli angoli.

Jim Courier ha vinto 4 slam su 7 finali nel periodo 91-93 e credo che gran merito di questi risultati sia dovuto al suo gioco rivoluzionario. Negli anni successivi imbocca ancor giovane la parbola discedente passando idealmente il testimone ad Andre Agassi che sapra’ riprendere e ulteriormente affinare il suo stile.

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Di: Avec Double Cordage http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-133991 Avec Double Cordage Wed, 07 Oct 2009 13:39:05 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-133991 Ho scoperto solo ora con due mesi di ritardo questo interessantissimo pezzo, complimenti a Daniele e molto interessanti anche i vari commenti. Una cosa vorrei dire sulle racchette oversize, è vero che la prince di Chang non è più "state of the art" ma le oversize ci sono e come, Nadal usa una oversize ad esempio. Mi trovo un pò nella situazione di Stefano Grazia, anche se il morbo del tennis mi prese già nel 1985 con Becker che tronfa a wimbledon da teenager con un gioco cosi fisco ed un atteggiamento molo estroverso, ero troppo giovane per vivere cosciamente la sfida portata da McEnroe a Borg ma penso che anche loro avrebbero potuto farmi appasionare al tennis. Ad ogni modo all'inizio della mia malattia tenistica ero un feticista del serve and volley e gioco d'attacco e i miei preferiti erano Becker, McEnroe, Noah, Leconte ed Edberg (anche se Edberg essendo il principale rivale di Becker mi stava un pò sulle palle perché un pò introverso, ma lo ho apprezzato molto di più alcuni anni più tardi) e tra gli italiani mi aspettavo sempre qualcosa da Nargiso... soffrendo invano ;) poi con l'avvenot di Agassi la mia malattia entrò in una nuova fase, all'inizio ero scettico mi piaceva il personaggio ma non il gioco, poi rivoluzionai anche il mio gioco (inizialmente basato su prese eastern ad una mano e un servizio con lancio basso, molto carente da fondo campo) copiando quello di Agassi-Krickstein-Courier e specialmente la risposta di Agassi e da allora apprezzo molto di più i vari stili, il giocatore che più mi ispirava però era Ivanisevic e per anni ho provato a costruirmi un servizio decente con un lancio di palla più alto, senza grandi risultati purtroppo... da autodidatta rincallito solo con l'avvento di internet le cose sono migliorate un pò grazie a youtube e i molti siti che offrono consigli. In questo senso l'avvento di Agassi per me rappresenta una rivoluzione anche se non è lui che mi ha fatto conoscere il tennis. Ho scoperto solo ora con due mesi di ritardo questo interessantissimo pezzo, complimenti a Daniele e molto interessanti anche i vari commenti. Una cosa vorrei dire sulle racchette oversize, è vero che la prince di Chang non è più “state of the art” ma le oversize ci sono e come, Nadal usa una oversize ad esempio. Mi trovo un pò nella situazione di Stefano Grazia, anche se il morbo del tennis mi prese già nel 1985 con Becker che tronfa a wimbledon da teenager con un gioco cosi fisco ed un atteggiamento molo estroverso, ero troppo giovane per vivere cosciamente la sfida portata da McEnroe a Borg ma penso che anche loro avrebbero potuto farmi appasionare al tennis. Ad ogni modo all’inizio della mia malattia tenistica ero un feticista del serve and volley e gioco d’attacco e i miei preferiti erano Becker, McEnroe, Noah, Leconte ed Edberg (anche se Edberg essendo il principale rivale di Becker mi stava un pò sulle palle perché un pò introverso, ma lo ho apprezzato molto di più alcuni anni più tardi) e tra gli italiani mi aspettavo sempre qualcosa da Nargiso… soffrendo invano ;) poi con l’avvenot di Agassi la mia malattia entrò in una nuova fase, all’inizio ero scettico mi piaceva il personaggio ma non il gioco, poi rivoluzionai anche il mio gioco (inizialmente basato su prese eastern ad una mano e un servizio con lancio basso, molto carente da fondo campo) copiando quello di Agassi-Krickstein-Courier e specialmente la risposta di Agassi e da allora apprezzo molto di più i vari stili, il giocatore che più mi ispirava però era Ivanisevic e per anni ho provato a costruirmi un servizio decente con un lancio di palla più alto, senza grandi risultati purtroppo… da autodidatta rincallito solo con l’avvento di internet le cose sono migliorate un pò grazie a youtube e i molti siti che offrono consigli. In questo senso l’avvento di Agassi per me rappresenta una rivoluzione anche se non è lui che mi ha fatto conoscere il tennis.

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Di: TCC'75 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-128214 TCC'75 Wed, 02 Sep 2009 08:27:24 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-128214 Temo di dover citare Antoine-Laurent de Lavoisier quando diceva: "Nulla si cra, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". In effetti mi sarebbe piaciuto vedere Suzanne Langlen o Jack Kramer con una Babolat Pure Drive oppure con una Dunlop 200G. Temo di dover citare Antoine-Laurent de Lavoisier quando diceva: “Nulla si cra, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
In effetti mi sarebbe piaciuto vedere Suzanne Langlen o Jack Kramer con una Babolat Pure Drive oppure con una Dunlop 200G.

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Di: daniele malafarina http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124733 daniele malafarina Wed, 12 Aug 2009 21:21:18 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124733 @Daniela: Nella questione Agassi, io ci leggo diversi risvolti sociologici in quanto il fenomeno (non mi riferisco al tennista, sia chiaro) Agassi (a mio avviso) è stato un mezzo mediatico che rifletteva diversi cambiamenti sociali in atto negli Stati Uniti. Primo su tutti il rapporto con l'immagine e con la pubblicità (o i media più in generale). In secondo luogo l'impatto che ha avuto sui giovani, grazie soprattutto al nuovo modo di essere promosso come "prodotto". In questo senso, considerato come un fenomeno sociale riguardante diverse strutture (giovani, media, tennis), le considerazioni di Stefano Grazia e Renèe mi parevano più indicate come "sociologia del tennis" che come analisi filosofica dell'evoluzione tecnica, quale voleva essere il mio articolo. Il fatto che simili considerazioni siano applicabili anche a McEnroe è verissimo e quale dei due sia stato più "rivoluzionario" da questo punto di vista non saprei dirlo. Noterei però che Agassi è diventato fenomeno di marketing al soldo di una multinazionale non per una sua astuzia ma perchè quelli erano i tempi. Dieci anni prima la costruzione di un fenomeno globale come Agassi non era neanche pensabile e questo è, a mio avviso, il motivo principale per cui SuperMac risulta un po' diverso, ovvero, ancora una volta lo specchio dei tempi (ed infatti John non ha esitato a cavalcare l'onda della Nike in tempi successivi). Ma, ribadisco, non sono un esperto di questi aspetti pertanto sono consapevole della possibilità di aver detto scempiaggini. Per quanto riguarda Nadal invece non ne ho fatto una disamina tecnica nell'articolo, questo non significa che abbia le mie idee al riguardo. Come pure ho idee riguardo a molti altri tennisti. In questo caso però, volendo parlare di quei quattro che considero "rivoluzionari" nel senso spiegato all'inizio, gli altri li ho lasciati fuori o citati come "nemesi" di ciascuno dei quattro. Ho parlato anche di Sampras, non lo considero un "rivoluzionario" e non ne ho spiegato le ragioni. Nessuno si stupisce perchè Sampras si è ritirato da sei anni e abbiamo avuto modo di vedere l'evolversi del tennis. Per quanto riguarda Nadal invece chissà. Magari le ragioni per cui non ritengo che Nadal rappresenterà il modello del tennista del futuro potrebbero dare corpo ad un altro articolo. E poi magari tra due anni ci troviamo con un esercito di cloni di Nadal sui campi da tennis e io mi sarò sbagliato clamorosamente. Capita... @Daniela: Nella questione Agassi, io ci leggo diversi risvolti sociologici in quanto il fenomeno (non mi riferisco al tennista, sia chiaro) Agassi (a mio avviso) è stato un mezzo mediatico che rifletteva diversi cambiamenti sociali in atto negli Stati Uniti. Primo su tutti il rapporto con l’immagine e con la pubblicità (o i media più in generale). In secondo luogo l’impatto che ha avuto sui giovani, grazie soprattutto al nuovo modo di essere promosso come “prodotto”. In questo senso, considerato come un fenomeno sociale riguardante diverse strutture (giovani, media, tennis), le considerazioni di Stefano Grazia e Renèe mi parevano più indicate come “sociologia del tennis” che come analisi filosofica dell’evoluzione tecnica, quale voleva essere il mio articolo. Il fatto che simili considerazioni siano applicabili anche a McEnroe è verissimo e quale dei due sia stato più “rivoluzionario” da questo punto di vista non saprei dirlo. Noterei però che Agassi è diventato fenomeno di marketing al soldo di una multinazionale non per una sua astuzia ma perchè quelli erano i tempi. Dieci anni prima la costruzione di un fenomeno globale come Agassi non era neanche pensabile e questo è, a mio avviso, il motivo principale per cui SuperMac risulta un po’ diverso, ovvero, ancora una volta lo specchio dei tempi (ed infatti John non ha esitato a cavalcare l’onda della Nike in tempi successivi). Ma, ribadisco, non sono un esperto di questi aspetti pertanto sono consapevole della possibilità di aver detto scempiaggini.
Per quanto riguarda Nadal invece non ne ho fatto una disamina tecnica nell’articolo, questo non significa che abbia le mie idee al riguardo. Come pure ho idee riguardo a molti altri tennisti. In questo caso però, volendo parlare di quei quattro che considero “rivoluzionari” nel senso spiegato all’inizio, gli altri li ho lasciati fuori o citati come “nemesi” di ciascuno dei quattro. Ho parlato anche di Sampras, non lo considero un “rivoluzionario” e non ne ho spiegato le ragioni. Nessuno si stupisce perchè Sampras si è ritirato da sei anni e abbiamo avuto modo di vedere l’evolversi del tennis. Per quanto riguarda Nadal invece chissà. Magari le ragioni per cui non ritengo che Nadal rappresenterà il modello del tennista del futuro potrebbero dare corpo ad un altro articolo. E poi magari tra due anni ci troviamo con un esercito di cloni di Nadal sui campi da tennis e io mi sarò sbagliato clamorosamente. Capita…

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Di: chloe de lissier http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124564 chloe de lissier Tue, 11 Aug 2009 19:29:59 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124564 per ubaldo scanagatta. rispondo con notevole ritardo non per trascuratezza verso la cortese domanda, ma solo perché sono in vacanza e mi collego assai raramente. questa è la prima volta che entro in internet da una decina di giorni. ad ogni buon conto, intendevo sostenere che ray sugar robinson e mike tyson fondavano la loro boxe su una perfetta conoscenza dei movimenti difensivi e atti a schivare gli attacchi avversari. la cosa non pare evidente a coloro che non si intendono molto di pugilato semplicemente perché la difesa di questi due eccezionali pugili si fondava su una tecnica che faceva della massima rapidità il suo punto di forza; ed anche perchè tanto robinson quanto tyson erano dotati di così grande potenza nell'esecuzione dei colpi da farli apparire attaccanti più che pugili abili nella difesa. ma se si esaminano i rari incontri di entrambi contro pugili che rifuggivano il combattimento a viso aperto si nota la frustrazione di entrambi e la difficoltà nel proseguire il combattimento. per daniele malafarina. il riferimento a lavoisier vuol significare che nessuno inventa nulla, ma ognuno aggiunge semplicemente qualcosa a ciò che già esiste. in fondo, gli artisti o gli scienziati non inventano nulla, ma accrescono la nostra conoscenza mostrandoci strade che non potremmo "vedere" se non fossero già potenzialmente nelle nostre corde intellettive. in sostanza, non credo che esistano gli "inventori". per ubaldo scanagatta. rispondo con notevole ritardo non per trascuratezza verso la cortese domanda, ma solo perché sono in vacanza e mi collego assai raramente. questa è la prima volta che entro in internet da una decina di giorni.
ad ogni buon conto, intendevo sostenere che ray sugar robinson e mike tyson fondavano la loro boxe su una perfetta conoscenza dei movimenti difensivi e atti a schivare gli attacchi avversari. la cosa non pare evidente a coloro che non si intendono molto di pugilato semplicemente perché la difesa di questi due eccezionali pugili si fondava su una tecnica che faceva della massima rapidità il suo punto di forza; ed anche perchè tanto robinson quanto tyson erano dotati di così grande potenza nell’esecuzione dei colpi da farli apparire attaccanti più che pugili abili nella difesa. ma se si esaminano i rari incontri di entrambi contro pugili che rifuggivano il combattimento a viso aperto si nota la frustrazione di entrambi e la difficoltà nel proseguire il combattimento.
per daniele malafarina. il riferimento a lavoisier vuol significare che nessuno inventa nulla, ma ognuno aggiunge semplicemente qualcosa a ciò che già esiste. in fondo, gli artisti o gli scienziati non inventano nulla, ma accrescono la nostra conoscenza mostrandoci strade che non potremmo “vedere” se non fossero già potenzialmente nelle nostre corde intellettive. in sostanza, non credo che esistano gli “inventori”.

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Di: zio tony http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124549 zio tony Tue, 11 Aug 2009 17:51:59 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124549 attenzione ai naviganti, scontro fra danieli/e! ...e anche i nadaliani hanno la loro tigre ;-) attenzione ai naviganti, scontro fra danieli/e!
…e anche i nadaliani hanno la loro tigre ;-)

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Di: daniela http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124503 daniela Tue, 11 Aug 2009 09:55:40 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124503 In quanto a Nadal, Daniele, tu scrivi che non hai fatto una disamina tecnica altrimenti saresti andato fuori tema. E credi che difficilmente il suo gioco sarà replicabile da altri. Ma se non ne fai una disamina tecnica, come puoi affermare questo? Anche tu lo riduci a pura espressione di forza muscolare? Non ti sembra un po' semplicistico? In quanto a Nadal, Daniele, tu scrivi che non hai fatto una disamina tecnica altrimenti saresti andato fuori tema. E credi che difficilmente il suo gioco sarà replicabile da altri. Ma se non ne fai una disamina tecnica, come puoi affermare questo? Anche tu lo riduci a pura espressione di forza muscolare? Non ti sembra un po’ semplicistico?

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Di: daniela http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124457 daniela Mon, 10 Aug 2009 22:19:00 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124457 Mi rimandi a qualcosa che non è propriamente sociologico, a mio parere: non vedo nessun inquadramento della figura di Agassi come specchio della società, per esempio. Quello che Renèe e Grazia scrivono di Agassi, Corrado Erba lo attribuisce come personaggio dirompente a MacEnroe, e concordo con lui, ovviamente è una scelta soggettiva. Dal punto di vista del personaggio John Mac mi è sempre parso più genuino nei suoi gesti, nelle sue manifestazioni ecc. Agassi più uno che abbia saputo ben fiutare il marketing. Vedo invece la rivoluzione di Agassi dal punto di vista tecnico, per il senso dell'anticipo, per il corri e tira ecc. In questo senso mi chiedo chi sia oggi il suo erede: come gioco chi me lo ricorda di più è Davydenko, che però non ha la sua personalità. Mi rimandi a qualcosa che non è propriamente sociologico, a mio parere: non vedo nessun inquadramento della figura di Agassi come specchio della società, per esempio. Quello che Renèe e Grazia scrivono di Agassi, Corrado Erba lo attribuisce come personaggio dirompente a MacEnroe, e concordo con lui, ovviamente è una scelta soggettiva. Dal punto di vista del personaggio John Mac mi è sempre parso più genuino nei suoi gesti, nelle sue manifestazioni ecc. Agassi più uno che abbia saputo ben fiutare il marketing. Vedo invece la rivoluzione di Agassi dal punto di vista tecnico, per il senso dell’anticipo, per il corri e tira ecc. In questo senso mi chiedo chi sia oggi il suo erede: come gioco chi me lo ricorda di più è Davydenko, che però non ha la sua personalità.

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Di: daniele malafarina http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124427 daniele malafarina Mon, 10 Aug 2009 09:36:29 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124427 @daniela: Grazie per l'intervento. Cercherò di rispondere per quanto posso chiarendo meglio quanto già detto nell'articolo. Nente da dire su Laver ed infatti (anche per questioni anagrafiche) non mi sono avventurato più indietro degli anni ottanta. Stesso discorso su Emerson, professo ignoranza e mi documeterò di più. Quanto a Nadal non mi pare di aver fatto alcuna disamina tecnica sullo spagnolo. Ho letto anch'io l'articolo di sports illustrated ma nel contesto della chiave di lettura che volevo proporre Nadal non si inserisce in quanto a mio avviso difficilmente il suo gioco sarà replicabile da molti altri (in attesa di essere smentito). Quindi non ho scritto qualcosa di più approfondito per non 'anadare fuori tema'. Infine su McEnroe (premesso che non ho inserito Supermac nella rosa degli innovatori, anzi, l'ho citato proprio in qualità di esempio contrario, cioè tennista di genio ma unico e non replicabile) ti rimando ai commenti sociologici di Stefano Grazia e Renèe. @daniela: Grazie per l’intervento. Cercherò di rispondere per quanto posso chiarendo meglio quanto già detto nell’articolo. Nente da dire su Laver ed infatti (anche per questioni anagrafiche) non mi sono avventurato più indietro degli anni ottanta. Stesso discorso su Emerson, professo ignoranza e mi documeterò di più. Quanto a Nadal non mi pare di aver fatto alcuna disamina tecnica sullo spagnolo. Ho letto anch’io l’articolo di sports illustrated ma nel contesto della chiave di lettura che volevo proporre Nadal non si inserisce in quanto a mio avviso difficilmente il suo gioco sarà replicabile da molti altri (in attesa di essere smentito). Quindi non ho scritto qualcosa di più approfondito per non ‘anadare fuori tema’. Infine su McEnroe (premesso che non ho inserito Supermac nella rosa degli innovatori, anzi, l’ho citato proprio in qualità di esempio contrario, cioè tennista di genio ma unico e non replicabile) ti rimando ai commenti sociologici di Stefano Grazia e Renèe.

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Di: daniela http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124410 daniela Mon, 10 Aug 2009 05:37:52 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2561#comment-124410 ."..l’aver unito la completezza tecnica all’incredibile gioco di gambe ha fatto fare a Federer un passo avanti (aiutato dall’immenso talento) che ha lasciato al palo i tennisti della sua generazione ed ha costretto i nuovi arrivati a giocare sullo stesso livello"...Mah, questa definizione calza a pennello per definire il gioco di Laver. nei miei ricordi c'è questa estrema coordinazione nei gesti, la velocità con cui si nuoveva a rete con passettini rapidi che quasi però dava l'idea di stare fermo pur avendone il pieno controllo, e questa sensazione me la continuava a dare anche nelle esibizioni giocate quando era più anziano. Una mobilità e una coordinazione, un'elasticità che lo facevano poi quasi arrampicare e camminare nell'aria quando smashava: sì, non ho mai visto nessuno più vario e coordinato di Laver:pareva un ragno che si arrampicasse su una ragnatela invisibile agli altri. Chissà perchè quando si parla di grandi servitori nel passato si fa solo il nome di Tanner, forse per lo squilibrio fra la battuta e gli altri colpi, ma io ricordo che ai tempi in cui era Emerson colui che faceva i record di slam, si parlava di lui come quello che aveva rivoluzionato il tennis con la sua battuta superiore e più veloce. In quanto a Nadal, mi sembra che non si faccia nessuno sforzo per spiegare il suo gioco; l'unico che ha cercato di farlo, John Wertheim su Sport illuistrated, con il riportare il numero di rotazioni impresse alla palla, mi pare 3700 al minuto, cifra non raggiunta da nessun'altra...Se ne continua a dare sempre l'immagine del regolarista nerboruto, una specie di Alberto Martin con più braccia e polmoni, mi sembra proprio che si dovrebbe, per chi abbia più conoscenze tecniche sul tennis di quante ne abbia io, scrivere qualcosa di più approfondito. Su McEnroe innovatore, invece, più che con Malafarina, concordo con quanto scritto da Corrado Erba sulla rivista 0-15 di questo mese:- " La rivoluzione fu portata dal suo comportamento,dasi colpi di testa,dalla sua attitudine a stupire. Portò un'onda di genuina faccia tosta mischiata ad urlacci che atterrirono i benpensanti, ma non mancarono di affascinare pubblico e e riviste scandalistiche.Fu come se, attraverso il veicolo Johnny Mac esplodesse una nouvelle vague tennistica che attendeva solo di essere scoperta. Bjorn, Vitas,Jimmy, Guillermo, John, il nuovo magnifico brat pack del jet tennis sarebbe stato in grado di fare un torneo dello slam con soli cinque attori. Per la prima volta l'immagine del tennista non era più quella di un candido, etereo, attore di teatro,...ora i new comers entravano allo Shea stadium come rock star, fra gridolini della folla, lo strapparsi delle camicette...Gli argini erano rotti, il gioco sdoganato verso un pubblico nuovo, bramoso non solo di diritti e rovesci ma di pettegolezzi, risse, musica a palla, occhi neri e spintoni ai fotografi. E Johnny Mac ne fu pienamente consapevole" .”..l’aver unito la completezza tecnica all’incredibile gioco di gambe ha fatto fare a Federer un passo avanti (aiutato dall’immenso talento) che ha lasciato al palo i tennisti della sua generazione ed ha costretto i nuovi arrivati a giocare sullo stesso livello”…Mah, questa definizione calza a pennello per definire il gioco di Laver. nei miei ricordi c’è questa estrema coordinazione nei gesti, la velocità con cui si nuoveva a rete con passettini rapidi che quasi però dava l’idea di stare fermo pur avendone il pieno controllo, e questa sensazione me la continuava a dare anche nelle esibizioni giocate quando era più anziano. Una mobilità e una coordinazione, un’elasticità che lo facevano poi quasi arrampicare e camminare nell’aria quando smashava: sì, non ho mai visto nessuno più vario e coordinato di Laver:pareva un ragno che si arrampicasse su una ragnatela invisibile agli altri.
Chissà perchè quando si parla di grandi servitori nel passato si fa solo il nome di Tanner, forse per lo squilibrio fra la battuta e gli altri colpi, ma io ricordo che ai tempi in cui era Emerson colui che faceva i record di slam, si parlava di lui come quello che aveva rivoluzionato il tennis con la sua battuta superiore e più veloce.
In quanto a Nadal, mi sembra che non si faccia nessuno sforzo per spiegare il suo gioco; l’unico che ha cercato di farlo, John Wertheim su Sport illuistrated, con il riportare il numero di rotazioni impresse alla palla, mi pare 3700 al minuto, cifra non raggiunta da nessun’altra…Se ne continua a dare sempre l’immagine del regolarista nerboruto, una specie di Alberto Martin con più braccia e polmoni, mi sembra proprio che si dovrebbe, per chi abbia più conoscenze tecniche sul tennis di quante ne abbia io, scrivere qualcosa di più approfondito.
Su McEnroe innovatore, invece, più che con Malafarina, concordo con quanto scritto da Corrado Erba sulla rivista 0-15 di questo mese:- ” La rivoluzione fu portata dal suo comportamento,dasi colpi di testa,dalla sua attitudine a stupire. Portò un’onda di genuina faccia tosta mischiata ad urlacci che atterrirono i benpensanti, ma non mancarono di affascinare pubblico e e riviste scandalistiche.Fu come se, attraverso il veicolo Johnny Mac esplodesse una nouvelle vague tennistica che attendeva solo di essere scoperta. Bjorn, Vitas,Jimmy, Guillermo, John, il nuovo magnifico brat pack del jet tennis sarebbe stato in grado di fare un torneo dello slam con soli cinque attori. Per la prima volta l’immagine del tennista non era più quella di un candido, etereo, attore di teatro,…ora i new comers entravano allo Shea stadium come rock star, fra gridolini della folla, lo strapparsi delle camicette…Gli argini erano rotti, il gioco sdoganato verso un pubblico nuovo, bramoso non solo di diritti e rovesci ma di pettegolezzi, risse, musica a palla, occhi neri e spintoni ai fotografi. E Johnny Mac ne fu pienamente consapevole”

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