Basta alle wild card date dalla… Mafia
Il sistema va regolamentato o no?
Le proteste di El Ayanoui hanno senso?

 
8 Marzo 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

N.B. di UBS: Segnalo un interessante post di Francesco Elia, marito di Silvia Farina e uno dei migliori coach italiani e internazionali (a mio avviso…) sul post “Fino a che punto contano i coach?”. Nel ringraziare lui,e tutte le voci autorevoli del tennis che mi fanno la cortesia di intervenire sul mio blog, mi auguro che Francesco voglia prender parte anche al dibattito sul post “Bambini prodigio con racchetta” perchè sono sicuro che un suo autorevole intervento sarebbe gradito a tutti quanti,e sono più di 100, hanno scritto i loro commenti sull’argomento inserito nella categoria Genitori-Figli-scuola

di UBALDO SCANAGATTA

Uno dei giocatori più intelligenti, e apprezzati, del circuito, il marocchino Youness El Aynaoui, ha messo recentemente il dito su una piaga (una delle tante) del tennis contemporaneo. Quella delle wild card e dell’uso indiscriminato che ne viene fatto. Chi ne riceve tantissime, chi nessuna, chi se le merita, chi proprio no.
Nessun tennista arabo è stato più in classifica di lui, il suo match perduto con Roddick 21-19 al quinto all’open d’Australia di qualche anno fa è entrato nella storia del tennis, e a El Ayanoui, che parla correntemente 7 lingue e che da ragazzino guidava il bus alla Tennis Academy di Bollettieri per potersi permettere di restare lì e giocare a tennis (ha cominiciato a giocare sul serio a 22 anni…), a Marrakesh è stato intestato addirittura il tennis club più importante come avemmo occasione di scoprire quando andammo in Marocco per la Coppa Davis.
“Quando ero al massimo del mio ranking gli organizzatori mi trattavano così bene…._ ha polemizzato con la sua solita aria benevolmente ironica Youness a Dubai _ Ma ora, quando avrei più bisogno, non mi offrono una wild card nel tabellone”. Youness aveva appena perso da Nikolay Davydenko (n.3 del mondo allora) in tre set. Per affrontarlo aveva dovuto vincere le qualificazioni. “Ho i miei alti e bassi, oa che ho35 anni e ho avuto anche tanti infortuni…ma non trovo giusto che qualcuno che perderà sicuramente al primo turno debba ottenere la wild card. Queste andrebbero date sulla base dei meriti dei giocatori…”
Gli organizzatori del torneo di Dubai avevano dato le wild card a Amelie Mauresmo (e vabbè…ci mancherebbe!), a Selima Sfar (n.174 ma una delle più forti tenniste di un Paese musulmano) e alla rumena Monica Niculescu (n.205) per motivi meno comprensibili (almeno a me…), mentre nel “maschile” erano state assegnate, oltre a Radek stepanek, al giocatore locale Omar Behroozian e a un altro sconosciuto tennista del Kuwait Mohammad Al Gareeb.
“E’ una prerogativa degli organizzatori assegnare le wildcard- ma che le diano a chi ha più chances di vincere..” è il parere di El Aynaoui che l’anno scorso si sentì rifiutare una wild card perfino al torneo di Casablanca (quello poi vinto dal nostro Bracciali) “perchè troppo vecchio”. El Aynaoui, un tempo idolo locale in Marocco, perchè contribuì a trascinarlo nel World Group insieme a Hicham Arazi, ma oggi lasciato fuori di squadra (sebbene non è che in Marocco siano spuntati grandi campioni) osserva con amaro disappunto che “ormai, abbastanza improvvisamente, gli organizzatori non mi vogliono più vedere ai loro tornei. Avevo chiesto all’open d’Australia una wild card per le qualificazioni e non me l’hanno data…non troppa gratitudine eh, dopo quel match storico…”. Qui a Dubai avrebbero potuto aiutare ocn una wild card questo promettente tennista indiano Rohan Bopanna (suo compagno di doppio…) e non gliela hanno data. Mah…”.
Sempre a proposito di wild card nei tornei dello Slam è entrato in uso il sistema un po’ mafioso, a mio avviso, di scambiarsi le wild-card fra Paesi organizzatori: i francesi ne danno una agli australiani, gli australiani ne restituiscono una ai francesi. Figurarsi se gli americani vogliono restare indietro…. Gli organizzatori dei tornei hanno sempre aiutato i giocatori locali (a Wimbledon altrimenti come entrerebbero in tabellone la maggior parte degli inglesi?), ma è vero che talvolta se ne abusa. Quando in Italia Franco Bartoni dette due wild card a due giovani promettenti, Mark Philippoussis e Marcelo Rios, anziché a due italiani, molti si scandalizzarono. Ora le wild card italiane a Roma sono diventate frutto di patti para-contrattuali, per cui chi accetta certe regole, risponde a certe convocazioni, ha più chances di chi i programma autonomamente. D’altra parte, qualcuno dice, il padrone di casa a casa sua invita chi vuole. Ergo non necessariamente i più meritevoli. Anche il discorso meritocratico, peraltro, si presta a ragionamenti soggettivi: si danno wild-card per meriti di carriera (io da direttore del torneo di Firenze ne detti una volta una a Jan Kodes che era omai sul finire della carriera, a 33 anni mi pare, ma era pur sempre un ex campione di Wimbledon 1973), si danno per scopi di…botteghino (un McEnroe che gioca il doppio a San Josè con Bjorkman fa vendere più biglietti di Erlich-Ram…sebbene la comunità israelita anche in California sia ben presente e rappresentata), oppure per incoraggiare una giovane speranza …per cui,magari, sarà più facile che ottenga una wild card Bolelli piuttosto che il trentenne Di Mauro anche se questi una settimana a era il secondo italiano in classifica Atp. Che cosa è giusto, che cosa non è giusto, come la pensate? Sareste per lasciare pieno e libero arbitrio ai direttori dei tornei, o per regolamentarlo un tantino? O ritenete che sia impossibile regolamentarlo senza creare comunque ingiustizie, critiche e lamentele? Ci sono poi mille camarille dietro l’assegnazione di una wild card, in certi tornei in qualche modo “amministrati” dalle società di management (che quindi danno spazio ai loro clienti esistenti o…agganciabili a breve proprio grazie ai favori elargiti), oppure sponsorizzati (come main sponsor o collateral sponsor) da un’azienda che sponsorizza anche un giocatore.
Sapete che un tennista che ottenga wild-card in quattro tornei di un certo peso economico può con i soldi del primo turno finanziare la propria attività agonistica per qualche mese? Insomma El Aynaoui ha probabilmente fatto il cicero pro domo sua, e in fondo è uno che con il tennis ha ormai guadagnato tanto che se ha detto quel che ha detto è più per una questione di principio che per altro, ma certamente c’è una grande anarchia nel modo di gestire le wild-card e forse il sistema potrebbe essere migliorabile. La discussione è aperta. E in questa si innesta anche il discorso tante volte accennato in passato: è bene che i giovani si meritino l’accesso ai tabelloni sul campo, cioè con il ranking, o vanno aiutati? Se li si aiuta troppo, non gli si toglie loro qualche stimolo, non si corre il rischio di viziarli? I Paesi che organizzano più tornei (una volta c’era anche l’Italia nel circuito Atp, ne avevamo ben sette…oggi siamo forti nei Challenger, nei Futures etc) offrono più opportunità ai giocatori di casa, ed è normale che sia così. Ma alla fine, è un bene oppure un male? Perchè ad esempio i tennisti argentini devono venire a conquistarsi i loro punti e i loro posti in tabellone compiendo grossi sacrifici (economici e non), lavorando davvero duramente, mentre magari giocatori di Paesi più fortunati economicamente hanno il torneo sotto casa e non imparano a soffrire abbastanza. Quando perdono non è un dramma, non c’è il problema di restare cinque giorni sulle spese _ mica devono tornare in Argentina o restare in Europa per 3 mesi _ ma nel peggiore dei casi prendono la macchina a tornano a casa. E dopo il weekend si presentano ad un altro torneo. Ma la sensazione di morire di fame non ce l’hanno quasi mai. A voi i commenti…

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11 Commenti a “Basta alle wild card date dalla… Mafia
Il sistema va regolamentato o no?
Le proteste di El Ayanoui hanno senso?”

  1. marcos scrive:

    i direttori dei tornei danno le wildcard in base a tre principi:

    - al giocatore di casa
    - al giocatore che fa più audience, magari un vecchio eroe.
    - al giocatore, il cui entourage paga di più.

    il terzo principio andrebbe regolamentato: che si paghi in chiaro, così, almeno, si pagano le tasse…e se ne dia solo una a pagamento.
    (un controllo più serrato nei challenger, in questo senso, sarebbe auspicabile)

    si potrebbe, poi, decidere che più di un numero stabilito di wildcard non si possano dare a giocatori locali: in questo caso, però, sarebbero promossi i giocatori, i cui manager siano disposti a pagare di più.

    non definirei mafioso l’accordo tra varie nazioni, vòlto allo scambio (alla luce del sole e senza pudori) di wildcard. è una pratica accettabile, direi.

    al gareeb è un mito per il tennis arabo: l’anno scorso portò al tie roger e quest’anno ha strappato un set a berdych…impossibile non dargli l’occasione di giocare il primo turno a dubai.

    ribadisco che, a parte il pagamento sottobanco, credo che il sistema delle wildcard sia poco regolamentabile…forse solo mettere un tetto per i tennisti di casa o poco più.

    non credo, però, che sia uno tra i più grandi problemi del tennis attuale: il primo è de villiers…quando sarà andato via lui, allora, magari ne riparleremo!

    seguo le risposte degli altri, io, confesso, ho poche idee in questo momento. mi piace, però, partecipare.

    ciao!

    marcos

  2. Riccardo B. scrive:

    Beh, sai, secondo me non si può fare un “discorso wild card” generalizzato.
    Farei almeno una distinzione tra tornei grandi (Slam, Masters Series e ATP più importanti) e torni più piccoli (ATP di basso montepremi, challenger, futures e satelliti).
    Nei tornei più grandi, dove è garantito un buon parco-giocatori, ritengo giusto dare le WC a giocatori locali, che garantiscono qualche spettatore in più, specie se la nazione del torneo ospitante non ha molti tennisti direttamente ammessi nel draw.
    Ovviamente vanno sempre bene quelle date ad ex-campioni,che spesso portano anche un certo interesse mediatico. (Questo vale anche -e soprattutto- per i tornei piccoli, vedi per esempio le WC a Kuerten in Sudamerica).

    Nei tornei piccoli, in genere c’è la caccia al giocatore di alta classifica che inizialmente non è iscritto. Per il resto, invece, effettivamente si privilegiano troppo i giocatori locali, che spesso li porta (è il caso di molti italiani, specie giovani) a una mentalità provinciale, poco competitiva e non ne sviluppa la spirito di sacrificio.

    Va comunque detto che spesso le WC vengono gestite dagli organizzatori secondo i loro interessi, e questo è perfettamente legittimo. Addirittura circola voce che in alcuni challenger italiani queste siano vendute (non mi spingo oltre perchè non ho riscontri, magari qualcuno ne sa di più).
    Come fare per evitare certi scempi? Io un’idea l’avrei: abolire le wild card. allunghiamo l’entry list o, ancor meglio, diamo più spazio per i qualificati.
    Non succederà mai, ma io la penso così…

  3. Giovanni Di Natale scrive:

    Analizziamo i singoli casi.

    Roma ha stabilito il criterio di assegnazione delle WC: i primi quattro azzurri che sono fuori dal tabellone.
    E personalmente la trovo una decisione giusta, finchè il giocattolo non si romperà. Dà stimoli ai nostri giocatori e garantisce una presenza azzurra in un torneo che sarebbe povero di italiani.

    Altri tornei fanno diversamente. Ma sono più piccoli, non hanno i primi 50 giocatori al mondo presenti in massa. Così devono fare un discorso di botteghino. E ritengo non sia possibile controllare o regolamentare questo tipo di scelta. Perchè ognuno ha una propria idea del tennis.

    Di contro troverei vergognoso assegnare wild-card per soldi. Sarebbe tragico per il tennis, anche se non escludo che in certe parti del mondo questo avvenga.

    Posso dirvi che ho visto assegnare WC semplicemente perchè un procuratore minacciava di non portare al torneo il suo “big” e così otteneva un invito per un suo assistito di secondo piano… ed anche questo è brutto. Perchè avere una WC accanto al proprio nome in tabellone dovrebbe essere uno stimolo, una responsabilità.

    Se dovessi essere io un direttore di torneo adotterei questo semplice principio.
    Ipotizzando di avere a disposizione tre WC:

    1 ad campione od ex campione che non si è iscritto
    2 una giovane promessa (anche straniera)
    3 un italiano

    E se dovesse cadere una delle prime due ipotesi, perchè magari non trovi un giocatore che abbia quei requisiti, allora opterei per un altro italiano.

  4. max pachora scrive:

    Gli organizzatori danno la wild card a chi vogliono. Period, come dicono gli inglesi. Sennò invece che wild card, carte selvagge, si chiamerebbero legal card. Le wild card servono proprio da eccezione alla regola. Unico caso degno di indagine è quello in cui chi svolge un incarico pubblico, o magari privato ma agendo da dipendente o da consulente, non in proprio, invece di seguire le indicazioni del suo “padrone” o comunque di perseguire il bene del torneo, sfrutta le wild card per favorire i propri interessi personali. Esempio: un manager che agli Internazionali di Vattelapesca invece di invitare un grande campione o un talento locale capace di attirare pubblico, regala la wild card ad un giocatore di minore interesse e potenzialità ma che sta nel suo “portfolio” giocatori. Augh.

  5. vincenzo torzillo scrive:

    il criterio di roma mi sembra giusto……….

  6. Manlio scrive:

    Le argomentazioni di El Aynaoui hanno sicuramente un senso, anche se dopo uno sfogo come il suo, dubito che le cose per lui potranno migliorare. Chi si rende scomodo, difficilmente può poi essere preso in seria considerazione. In ogni caso non c’è dubbio che un giocatore di talento come lui e non più giovincello è meglio che affronti Davydenko senza avere troppi matches sulle spalle, perchè se lo affronta fresco, può ancora giocare una bella partita, se è stanco, sarà improbile. Sicuramente El Aynaoui è ancora in grado di giocare delle buone partite ma non molte di fila. Questo ovviamente gli rende molto più impervio riscalare le classifiche. Non credo che gli neghino la wild-card solo perchè è arabo (gliel’hanno negata anche negli Emirati Arabi e addirittura in Marocco) e poi a un giocatore in grado di attirare più spettatori sugli spalti non si nega mai (i soldi non hanno colore). El Aynaoui è sicuramente un giocatore che può attirare spettatori sugli spalti, pertanto se gliela negano anche in patria, può significare che forse i grattacapi che lui può creare, siano forse maggiori dei vantaggi. Io non ho la minima idea di come possa essere il carattere di El Aynaoui, però a un grande campione si possono perdonare molte più cose che a un ex-campione.
    Comunque trovo sicuramente sbagliato assegnare wild-card solo a giocatori di casa, pertanto imporre a livello internazionale la regola che solo il 50% (massimo il 75%) delle wild-card sono assegnabili a giocatori non stranieri, non mi sembra sbagliato.
    Un giovane promettente va aiutato ma non troppo e per trovare la giusta via di mezzo, serve saggezza, buon senso e competenza, allo scopo di non viziarlo e neanche abbandonarlo a sé stesso. In ogni caso non c’è dubbio che deve meritarsi la wild-card e se non sta facendo risultati, è sbagliatissimo dargliela (un errore che purtroppo la nostra federazione ha fatto troppe volte)! Se un giocatore sta facendo risultati, merita la wild-card anche se non è più giovane, infatti è stato sicuramente giusto averla data a Galvani negli ultimi Internazionali d’Italia. E’ anche indubbio che molti giocatori italiani giocano troppo in Italia e troppo poco all’estero, soprattutto fuori dall’Europa, però mi sembra pure che questa mentalità provinciale stia cambiando. I giovani apprendono la mentalità dell’ambiente in cui vivono e se vivono in un ambiente provinciale, dove i dirigenti e i coaches hanno una mentalità provinciale, è inevitabile che anche loro crescano di conseguenza. Se le cose hanno cominciato a cambiare, è stato soprattutto per merito delle giocatrici, che sotto questo profilo sono sicuramente state delle pioniere.
    Un saluto a tutti e a presto.

  7. Freddo scrive:

    Confermo che le wild card in alcuni challenger minori sono vendute il prezzo è solitamente intorno ai 3000/5000 dollari. E’ una cosa abbastanza normale in tornei piccoli con pochi sponsor, capita anche in challenger italiani e spesso in challenger dell’ est europa.
    Negli altri tornei si privilegiano i giocatori locali, so per esempio che Hanescu che viene da un’infortunio ha chiesto quest’inverno qualche wc nei challenger indoor per evitare di usare la classifica protetta ma non ne ha ricevuta neanche una..con tutto che solo un’anno e mezzo fa faceva quarti a Parigi. Poi ci sono giocatori come Kuerten a cui è difficile rifiutarla perchè il pubblico lo segue ma in generale nei tornei si preferiscono i giocatori di casa. Diciamo che il torneo di Casablanca di cui parla youness è un pò un’eccezione ma sicuramente ci sarà qualcosa sotto che non sappiamo, tipo ripicche con gli organizzatori e la federazioni o altre cose simili…

  8. Freddo scrive:

    Su Roma voglio dire una cosa su la regola che cita Giovanni non è sempre valida a Roma visto che in alcuni casi in md e in quali per la wc favoriscono i giocatori piu’ giovani come Naso e Fognini in quali e Bolelli in md lo scorso anno. Questa regola si presta qualche volta ad intepretazioni un anno per esempio in quali non la diedero a Giorgini all’epoca il miglio giovane under 20 dopo Seppi per darla a Vico che era il quinto italiano fuori dalle quali. La cosa passò un pò sotto silenzio e nessuno notò che Vico all’epoca era seguito da Piatti che era lo stesso che decideva le wc.
    Quindi Giovanni regole poco chiare e qualche scappatoia anche nell’assegnazioni delle wc di Roma….

  9. Stefano Grazia scrive:

    Sono d’accordo con Max Pachora che sintetizza mirabilmente il concetto (cito:). E aggiungo che sono sicuro che se Anna Kournikova la richiedesse, qualunque Torneo gliela concederebbe. E la cosa mi darebbe un po’ di fastidio,lo confesso, perchè istintivamente mi sembrerebbe ingiusto. Ma ragionandoci su, un Torneo per sopravvivere cosa deve fare? Attirare spettatori,giusto? E quindi…
    E quindi anche nel caso del Campione che per partecipare a quel piccolo torneo richiede la WC per il proprio sparring partner, il Direttore del Torneo è giustificato…Credo invece che i Direttori dei Grandi Tornei potrebbero permettersi di volare più alto e concedere le WC solo a chi se le merita… Ovviamente anche in questo caso ogni decisione sarebbe soggettiva e quindi criticabile. per cui, si ritorna a quel che ha già detto Max Pachora. Anni fa El Ayanoui probabilmente avrà avuto anche lui le sue belle WC fregandole a chi ne aveva bisogno e quindi è una ruota che gira, dura lex sed lex.Capisco che il tennis a certi livelli possa essere anche politica…ovviamente i fuoriclasse non ne hanno bisogno…E Gasquet l’anno scorso o due anni fa si faceva le quallies e le vinceva…

  10. Francesco Rossi scrive:

    Io sono d’accordo con l’assegnazione delle wild cards ai giocatori locali, che portano pubblico e entusiasmo al torneo.
    Piuttosto ragionerei su quali giocatori locali meritino la wild card. A mio parere i meriti devono essere stati sul campo e non sul taccuino degli allenatori o sulle intuizioni dei talent-scouts.
    Se il torneo di Roma si giocasse domani (non ci sarebbe nessun italiano direttamente in main draw) le wild cards andrebbero date a Volandri, Di Mauro, Starace e Bracciali.

  11. anto scrive:

    Stra-confermo quanto detto da Freddo sulle wc vendute nei ch. Servono a coprire i costi, questa è l’amara verità. In passato dare una wc in un ch da “5000$” ad un giocatore senza ranking, permetteva a quest’ultimo anche di sconfitta al primo turno di avere un punto atp che gli permetteva di entrare in classifica mondiale e di cominciare a fare le quali nei futures. Non dimenticatevi che più di un giocatore, mi ha confidato che una delle cose più difficile per una matricola, è quella di prendere il primo punto atp. Pensate che in alcuni futures le quali sono a 128 giocatori, di conseguenza devi vincere 4 incontri per qualificarti, e poi devi vincere il primo turno di main draw in quanto se perdi al 1° turno non prendi nessun punto, di conseguenza per un punto atp devi vincere 5 incontri come se tu dovessi vincere un torneo.

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