McEnroe non finisce di stupire. A 47 anni in doppio è ancora… er mejo.

 
19 Febbraio 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
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di Ubaldo Scanagatta
19 febbraio 2006

Ha sempre fatto notizia. Nel bene e nel male. Da 30 anni a questa parte.
John McEnroe sta salvando il doppio, restituendogli l’antico interesse perduto? O lo sta affossando definitivamente, per il solo fatto che riesce a battere i migliori specialisti contemporanei nonostante i 47 anni appena compiuti?
E non li ha solo battuti. Fino alla finale del torneo di San Josè _ finita troppo tardi per darne conto _nella fantastica rentree al fianco dello svedese Jonas Bjorkman (33 anni… un pivellino a confronto) l’ex supermoccioso dalle tempie ingrigite è stato regolarmente il migliore in campo.
Quasi che 12 anni (dall’ultimo torneo) non fossero trascorsi. Non ha mai perso il servizio.
E mentre a vedere Hewitt in semifinale contro l’americano Spadea c’erano poche centinaia di spettatori, per SuperMac erano in 9.000! Chissà, forse erano venuti per assistere a una delle sue famose sceneggiate, “You cannot be serious!” seguito da qualche insulto all’arbitro. Invece hanno potuto ammirare alcune di quelle stesse magie che “The Genius” sapeva estrarre dalla fragile Dunlop di legno, quando ad inventare una traiettoria impossibile di rovescio poteva bastare anche una sola mano. Meglio se mancina….
Mentre in singolare potenza e condizione atletica sono diventati sempre più importanti, in doppio contano più talento, fantasia, tocco, senso della posizione. Ecco perchè Martina (Navratilova) e SuperMac danno ancora lezioni a doppisti vent’anni più giovani (e certo meno dotati), rendendo attuale la vecchia celebre frase di Peter Fleming che senza essere un fenomeno accanto a Mac vinse 7 Slam: “Il doppio più forte del mondo è quello composto da John McEnroe e… chiunque altro”.
Difatti Mac aveva vinto 77 tornei di doppio (e altrettanti di singolare), fra cui 9 Slam. Oltre ai 7 con Fleming uno con Woodforde, un altro con Stich.
Il ritorno di Mac è stato favorito dal fatto che i migliori singolaristi snobbano la specialità _ i primi tre, Federer, Nadal e Roddick nel 2005 hanno giocato tre tornei di doppio ciascuno _ e dall’accorciamento del gioco. Non ci sono più vantaggi, ma un punto unico sul 40 pari; non c’è più il terzo set ma un tiebreak a dieci a sbloccare la parità sul set pari. In semifinale Mac e Bjork hanno rimontato lo svedese Lindstedt e il ceco Lewinski da 5-7 nel tiebreak decisivo.
“Foreman ha vinto fra i “massimi” a 45 anni, Chelios (44) è il capitano della nostra nazionale di hockey a Torino…perché non avrei dovuto farcela anch’io?
“The old dog” (il vecchio cane…) può ancora insegnare qualche vecchio trucco ai giovani di oggi…”.
Chi potrà mai smentirlo?

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