Le attrici della finale interrotta e mai decollata.

 
26 Gennaio 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di Ubaldo Scanagatta
26 gennaio 2006

MELBOURNE. Non era certo così che Amelie Mauresmo aveva sognato di vincere il suo primo Slam. Dopo aver preso la racchetta in mano per la prima volta a 4 anni “perchè Yannick Noah aveva trionfato al Roland Garros”, dopo aver esordito nello Slam di casa da enfant prodige, a 15 anni, dopo tante opportunità mancate nei successivi undici anni… il successo per Amelie _ ma non il trionfo _ è arrivato paradossalmente fin troppo presto.
In 17 minuti Amelie è salita sul 4-0, in 33 era già 6-1. Diciannove minuti più tardi, sul 6-2,2-0 per lei, Justine Henin, solitamente irriducibile e capace nel corso del torneo di rimontare un set sia a Davenport sia a Sharapova, si arrendeva ai problemi di stomaco “causati da troppi antidolorifici” e _ rinunciando a mostrare un minimo di fairplay _ decideva improvvisamente di ritirarsi impedendo ad Amelie di assaporare fino in fondo tutta la sua gioia.
Sì, Amelie stapperà finalmente quella bottiglia di Chateau Iquem del 1937 gelosamente custodita nella sua cantina di Ginevra (“E’ al buio e al fresco, mi ero ripromessa di aprirla quando avessi finalmente vinto uno Slam”) ma è lei la prima a rendersi conto che questa vittoria, pur meritata, è incrinata da tre vittorie ottenute con il forfait delle sue avversarie. Un record.
Contro la francese _ che ovviamente non ha nessuna responsabilità _ aveva dovuto dare forfait, sul 3-2 al terzo, anche l’altra belga, Kim Clijsters, giustificata però da una terribile storta ad una caviglia.
Prima di loro, al terzo turno, il caldo infernale aveva costretto Michaela Krajicek, sorella d’arte, a sventolare bandiera bianca alla fine del primo set
In una finale, però, un ritiro d’una protagonista fa ancora più effetto. Sulle loro seggioline, subito dopo l’inatteso epilogo, piangevano tutte e due, le attrici della finale interrotta e mai decollata. Lacrime diverse, però.
Fortunata dunque Amelie? Onestamente con il suo talento se Amelie fosse stata fortunata questo Slam avrebbe dovuto vincerlo molto prima. Invece si era fermata 13 volte nelle ultime 14 o in semifinale (6) o nei quarti. Chi non aveva dubitato della sua solidità mentale?
Insomma l’incubo di non riuscire mai a vincere un Major, dopo averne persi 32, è svanito… ma non è detto che siano svanite anche tutte le paure. Non capita tutti i giorni di vincere un torneo con tre avversarie che si ritirano.
Sette anni fa Amelie era stata, proprio qui, finalista e la rivelazione del torneo. Ma non l’avevano accolta bene, soprattutto una petulante Martina Hingis che l’aveva presa pesantemente in giro per la sua relazione gay (“Se sta con una donna è un mezzo uomo”) e per le sue spalle iper-muscolate (le Williams cominciavano ad affacciarsi allora…).
Quel torneo, insomma, non le riservò soltanto momenti piacevoli. Anzi.
E da allora Amelie ha sempre dovuto fare i conti, soprattutto al Roland Garros e davanti ai francesi che la caricavano di responsabilità, con la propria fragilità.
“Ma a Los Angeles ho vinto il Masters femminile, e lì mi sono convinta che potevo battere davvero anche le più forti”. Per la verità al Masters non c’erano tutte le più forti.
E qui c’erano invece tutte le prime venti del mondo, solo che lei non le ha incontrate fino in fondo…
Avrà sconfitto i suoi fantasmi, quelli che non si ritirano?

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1 Commento a “Le attrici della finale interrotta e mai decollata.”

  1. schmoleRoshan scrive:

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