Commenti a: Fra 2 mesi questo blog compie un anno.Siamo cresciuti tantissimo.Un appello ai (futuri) collaboratori.Cerco anche un grafico se possibile… http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974 Il blog ufficiale di Ubaldo Scanagatta (tennis, calcio, vela e altri sport) Fri, 10 May 2013 18:27:46 +0000 http://wordpress.org/?v=2.3.3 Di: Lukaboom http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28557 Lukaboom Mon, 24 Sep 2007 15:15:05 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28557 Ho scoperto questo blog da poco, adesso non lo mollo piu'. Grazie Ubaldo! Sarebbe bellissimo incontrarci tutti a Roma ! Non dovesse venire la Sharapova, va benissimo anche la Disderi ! Ho scoperto questo blog da poco, adesso non lo mollo piu’. Grazie Ubaldo!
Sarebbe bellissimo incontrarci tutti a Roma ! Non dovesse venire la Sharapova, va benissimo anche la Disderi !

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Di: Pietro http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28553 Pietro Mon, 24 Sep 2007 13:11:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28553 Abitando vicino Roma, non posso che prenotarmi per il gran raduno dell'Ubaldo :-) Cmq, per gli auguri "ufficiali" aspettiamo questi due mesi! Abitando vicino Roma, non posso che prenotarmi per il gran raduno dell’Ubaldo :-)

Cmq, per gli auguri “ufficiali” aspettiamo questi due mesi!

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Di: francesco grigori di bene http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28540 francesco grigori di bene Mon, 24 Sep 2007 07:52:47 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28540 Caro Ubaldo, complimenti per l'ottimo blog. Come scritto via mail, sono disponibile per un supporto come grafico. Un saluto Caro Ubaldo, complimenti per l’ottimo blog. Come scritto via mail, sono disponibile per un supporto come grafico. Un saluto

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Di: remo http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28537 remo Mon, 24 Sep 2007 06:41:25 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28537 Ubaldo, non devi scusarti. Invierò di nuovo il tutto all'indirizzo suggerito. Ciao e complimenti a tutti, come sempre. Ubaldo, non devi scusarti. Invierò di nuovo il tutto all’indirizzo suggerito. Ciao e complimenti a tutti, come sempre.

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Di: Riccardo B. http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28526 Riccardo B. Sun, 23 Sep 2007 23:41:01 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28526 Ubaldo, nessuna allusione. Leggere le ultime righe in cui ipotizzavi uno scenario di 50.000 persone mi ha fatto immaginare una scena tipo V-Day, ma con te al microfono ecc...e mi ha fatto ridere :) Erano le 5 del mattino, forse ero anche un pò rinco... :) Stasera ti ho visto su Rete37. La Viola avrà anche sofferto a Catania, ma avercela una squadra così...Vabbè, chiudo: non sto andando off-topic, ma off-blog. Thomas, il tuo intervento è interessantissimo e condivisibile, complimenti sinceri. Ubaldo, nessuna allusione. Leggere le ultime righe in cui ipotizzavi uno scenario di 50.000 persone mi ha fatto immaginare una scena tipo V-Day, ma con te al microfono ecc…e mi ha fatto ridere :) Erano le 5 del mattino, forse ero anche un pò rinco… :)

Stasera ti ho visto su Rete37. La Viola avrà anche sofferto a Catania, ma avercela una squadra così…Vabbè, chiudo: non sto andando off-topic, ma off-blog.

Thomas, il tuo intervento è interessantissimo e condivisibile, complimenti sinceri.

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Di: minchiel http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28515 minchiel Sun, 23 Sep 2007 21:49:36 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28515 ottima idea quella del raduno, Enzo! sottoscrivo e prenoto una margherita con bufala e pomodorini ed una bionda..... ...la sharapova! :) ottima idea quella del raduno, Enzo!
sottoscrivo e prenoto una margherita con bufala e pomodorini ed una bionda…..
…la sharapova! :)

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Di: Marcello http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28509 Marcello Sun, 23 Sep 2007 21:06:20 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28509 Grande Ubaldo per questo bellissimo blog...lo seguo anch'io da quasi un anno, vorrei inoltre segnalare agli internauti amanti del tennis un altro posto che io considero complementare al blog....il Forum web del sito della rivista Tennis Italiano. Molto completo e ben organizzato dove alcune volte intervengono i redattori della rivista e anche Federico Ferrero Grande Ubaldo per questo bellissimo blog…lo seguo anch’io da quasi un anno, vorrei inoltre segnalare agli internauti amanti del tennis un altro posto che io considero complementare al blog….il Forum web del sito della rivista Tennis Italiano. Molto completo e ben organizzato dove alcune volte intervengono i redattori della rivista e anche Federico Ferrero

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Di: anto http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28500 anto Sun, 23 Sep 2007 18:40:37 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28500 Ps a proposito della fianale persa da Max Dell'Acqua, c'è da dire che il comasco era debilitato da un fortissimo raffreddore ed infatti lunedì avrebbe dovuto disputare un altro future in Sardegna ma si è ritirato dal main draw. Ps a proposito della fianale persa da Max Dell’Acqua, c’è da dire che il comasco era debilitato da un fortissimo raffreddore ed infatti lunedì avrebbe dovuto disputare un altro future in Sardegna ma si è ritirato dal main draw.

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Di: anto http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28499 anto Sun, 23 Sep 2007 18:37:30 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28499 La Di Sarra. E' stata intervistata da Luca B. e da me al itf 10000$ di Gardone Val Trompia. E' una ragazzina niente male. Vi dico solamente che ci crede ciecamente in quello che fà di aver deciso di abbandonare la scuola per cercare di concentrarsi solo sul tennis. A chi interessa leggere una sua intervista si colleghi a www.tennisteen.it e buona lettura. La Di Sarra. E’ stata intervistata da Luca B. e da me al itf 10000$ di Gardone Val Trompia. E’ una ragazzina niente male. Vi dico solamente che ci crede ciecamente in quello che fà di aver deciso di abbandonare la scuola per cercare di concentrarsi solo sul tennis. A chi interessa leggere una sua intervista si colleghi a http://www.tennisteen.it e buona lettura.

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Di: thomas yancey http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28496 thomas yancey Sun, 23 Sep 2007 17:36:49 +0000 http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=974#comment-28496 Il dibattito sui blog è sempre più serrato. Taluni affermano che l’inondazione di parole che ci sommerge alla fine annegherà la comunicazione, perché la capacità di ascolto diminuirà sempre più, fino ad azzerarsi; che la fonte di ogni sapere è verticale, gerarchica, mentre l’assenza di distinzione qualitativa tipica dei blog è orizzontale, confusionaria e dunque astratta e ideologica; che i messaggi dei blog sono in definitiva senza contenuto e che rappresentano eminentemente la necessità, spesso solo vanitosa, di mettersi in comunicazione ad ogni costo, anche senza avere veramente qualcosa da dire; oppure che i blog sono pretesti per altri obiettivi non dichiarati, ma sottesi, come nel caso di Grillo. Tutto questo comporterà il deprezzamento e la banalizzazione dei messaggi, e la rinascita delle ideologie. A mio parere, è indubbio che l’universo dei blog contenga pure molto ciarpame, così come ospita inevitabilmente uomini con interessi particolari, e anche individui più o meno matti e furiosi o disonesti di ogni genere. Ma attribuire tali evenienze all’esistenza dei blog equivale a definire la telefonia soltanto pericolosa perché ci sono individui che se ne servono per molestare o minacciare gli altri. La nascita dei blog, a mio avviso, ha migliorato grandemente la comunicazione e il sistema d’informazione in generale. Attraverso i blog vengono messe in circolazione notizie e opportunità di apprendimento in precedenza impossibili da ottenere. I blog d’informazione segnalano, per esempio, un articolo del New York Times anche a chi non sa che esiste quel giornale. Così come il fatto stesso che la maggior parte dei blog siano tematici annulla i pericoli dell’appiattimento astratto e ideologico dei messaggi, perché comporta il confronto e l’approfondimento dei temi. Cosa questa impossibile nel sistema informativo tradizionale (giornali, televisioni e altro) perché la comunicazione dei mass-media tipici è una parola senza risposta, con un solo senso di direzione. Con tutti i guasti e i pericoli che ciò comporta veramente. Il punto nodale della questione è che tutti noi, indistintamente e di qualunque età, proveniamo dal mondo che è si è formato durante e dopo la seconda guerra mondiale: l’epoca che ha visto nascere la cultura “underground”, un tempo con problematiche, aspettative, contraddizioni, utopie completamente nuove rispetto al passato. Tutti noi abbiamo sperimentato fino al midollo la via dell’eccesso, la strada che secondo William Blake conduce al Palazzo della Saggezza. Noi la conosciamo fin troppo bene, quella via. Siamo stati eccessivi in ogni cosa: nell’odio come nell’amore, nell’entusiasmo come nell’avvilimento, nell’utopia romantica come nel cinismo, nella banalizzazione come nella drammatizzazione. Fra noi ci sono stati quelli che, in nome dell’Utopia, hanno contrattato bene il loro ruolo di vessilliferi. Oggi li vediamo sui banchi della Camera e del Senato, oppure ai tavoli dei consigli di amministrazione. Sono quelli che sapevano che alla fine si sarebbe tornati a casa. Si sono “sistemati”. Buon per loro. D’altronde, in ogni epoca, in ogni ambito, ci sono coloro che si affannano a cercare cose nuove e ci sono quelli che si preoccupano principalmente di vendere ciò che già esiste. La via dell’eccesso. Ebbene, essa ci ha mostrato a carissimo prezzo tutto quello che non era possibile; talvolta con la conseguenza di sortire la rassegnazione, l’annichilimento, o anche l’aridità più completa. Ma, forse senza che ce ne accorgessimo, ci ha indicato, insieme con i nostri limiti, anche tutti i livelli, tutte le possibilità che realmente esistono per fare le cose. Credo che il nostro errore più madornale sia stato, e purtroppo rimanga tuttora, quello di aver confuso l’individualità con l’individualismo, nel senso che molto spesso abbiano cercato di cambiare “soltanto” il mondo; che la nostra ricerca d’identità è passata attraverso “parole d’ordine” che presupponevano una visione della comunità, del collettivo, del complesso ambientale, sociale e politico troppo lontana e dissociata da noi stessi. Noi volevano cambiare tutto. Qualcuno mi ha insegnato che “tutto” è sinonimo di “niente”. E’ vero, ci sono mancati i punti di riferimento, gli unici forse che avrebbero potuto aiutarci, abituarci a distinguere, a differenziare. Proveniamo storicamente da culture imperniate sui “massimi sistemi”. E noi giù, a capofitto, a “filosofare”, a disquisire, ad agitarci sempre più nei massimalismi assoluti. Giorno dopo giorno, la realtà è diventata un porto sempre più lontano. E più la nostra danza nell’infinito assoluto diventava frenetica, tanto più scoprivamo la nostra sterilità, la nostra impotenza a comprendere non solo quel che è altro da noi, ma perfino a capire noi stessi. Se tutta la storia di commedie e molto spesso anche di tragedie di cui siamo stati al contempo spettatori e protagonisti ha un senso, è questo: noi siamo stati e siamo dilettanti dell’esistenza perché le nostre azioni, le nostre azioni si sono fondate su una presunta globalità, ma in realtà sono sempre state parcellari. Mentre è necessario imparare a distinguere, ma senza separare; a inquadrare le cose e i fenomeni nei loro contesti; a verificarli, a valutarli complessivamente. Nessun artista, nessun poeta, nessun filosofo, nessuno scienziato è o produce separatamente dalla sua vita vera di tutti i giorni. Una vita che è un cerchio aperto. Il passato, è notorio, non si può cambiare. Certo. Eppure il passato non è che il presente dietro le nostre spalle. Il presente è il passato, qui, davanti a noi. Nessuno inventa nulla. Gli accadimenti umani, microscopici o colossali che siano, obbediscono molto spesso a leggi inesorabili, che trovano la loro lenta genesi nella storia. Ciascuno è figlio non di un padre o di una generazione, bensì di mille uomini e dei secoli che l’hanno preceduto. Noi dunque siamo anche il risultato di tutto quello che ci ha preceduto; al contempo, però, noi siamo noi e gli altri sono gli altri. La nostra storia è solo la nostra storia. Se smettiamo di voler fondere e separare contemporaneamente; se non confondiamo i fenomeni e i livelli; se impariamo a “mettere i puntini sulle i”, allora potremo porre le nostre domande e le nostre richieste alla vita e aspettarci delle risposte. E comunque vada, non sarà più una tragedia. Sarà solo e soprattutto la nostra vita, l’unica e la più alta possibile. C’è un tempo per capire e un altro per agire, ma chi comprende e non agisce nutre la pestilenza. Tutta la nostra società deve impiegare buona parte delle sue energie a formare, a informare i suoi membri più giovani, le generazioni che la comporranno. Questo è più che mai indispensabile in questi nostri tempi. Il mito di Faust è appunto un mito. E non paga. L’eterna gioventù è l’unica vera catastrofe a cui può andare incontro l’essere umano. E’ fondamentale, quindi, innanzitutto il lavoro che sapranno svolgere nel senso della (in)formazione coloro che sono precipuamente addetti a questo compito. Ma sono altrettanto importanti l’intervento e il livello di qualità che ognuno, nel proprio ambito, otterrà prima di tutto per se stesso e quindi per gli altri. Ben vengano anche i blog, dunque. Il dibattito sui blog è sempre più serrato. Taluni affermano che l’inondazione di parole che ci sommerge alla fine annegherà la comunicazione, perché la capacità di ascolto diminuirà sempre più, fino ad azzerarsi; che la fonte di ogni sapere è verticale, gerarchica, mentre l’assenza di distinzione qualitativa tipica dei blog è orizzontale, confusionaria e dunque astratta e ideologica; che i messaggi dei blog sono in definitiva senza contenuto e che rappresentano eminentemente la necessità, spesso solo vanitosa, di mettersi in comunicazione ad ogni costo, anche senza avere veramente qualcosa da dire; oppure che i blog sono pretesti per altri obiettivi non dichiarati, ma sottesi, come nel caso di Grillo. Tutto questo comporterà il deprezzamento e la banalizzazione dei messaggi, e la rinascita delle ideologie.
A mio parere, è indubbio che l’universo dei blog contenga pure molto ciarpame, così come ospita inevitabilmente uomini con interessi particolari, e anche individui più o meno matti e furiosi o disonesti di ogni genere. Ma attribuire tali evenienze all’esistenza dei blog equivale a definire la telefonia soltanto pericolosa perché ci sono individui che se ne servono per molestare o minacciare gli altri. La nascita dei blog, a mio avviso, ha migliorato grandemente la comunicazione e il sistema d’informazione in generale. Attraverso i blog vengono messe in circolazione notizie e opportunità di apprendimento in precedenza impossibili da ottenere. I blog d’informazione segnalano, per esempio, un articolo del New York Times anche a chi non sa che esiste quel giornale. Così come il fatto stesso che la maggior parte dei blog siano tematici annulla i pericoli dell’appiattimento astratto e ideologico dei messaggi, perché comporta il confronto e l’approfondimento dei temi. Cosa questa impossibile nel sistema informativo tradizionale (giornali, televisioni e altro) perché la comunicazione dei mass-media tipici è una parola senza risposta, con un solo senso di direzione. Con tutti i guasti e i pericoli che ciò comporta veramente.
Il punto nodale della questione è che tutti noi, indistintamente e di qualunque età, proveniamo dal mondo che è si è formato durante e dopo la seconda guerra mondiale: l’epoca che ha visto nascere la cultura “underground”, un tempo con problematiche, aspettative, contraddizioni, utopie completamente nuove rispetto al passato. Tutti noi abbiamo sperimentato fino al midollo la via dell’eccesso, la strada che secondo William Blake conduce al Palazzo della Saggezza.
Noi la conosciamo fin troppo bene, quella via. Siamo stati eccessivi in ogni cosa: nell’odio come nell’amore, nell’entusiasmo come nell’avvilimento, nell’utopia romantica come nel cinismo, nella banalizzazione come nella drammatizzazione. Fra noi ci sono stati quelli che, in nome dell’Utopia, hanno contrattato bene il loro ruolo di vessilliferi. Oggi li vediamo sui banchi della Camera e del Senato, oppure ai tavoli dei consigli di amministrazione. Sono quelli che sapevano che alla fine si sarebbe tornati a casa. Si sono “sistemati”. Buon per loro. D’altronde, in ogni epoca, in ogni ambito, ci sono coloro che si affannano a cercare cose nuove e ci sono quelli che si preoccupano principalmente di vendere ciò che già esiste.
La via dell’eccesso. Ebbene, essa ci ha mostrato a carissimo prezzo tutto quello che non era possibile; talvolta con la conseguenza di sortire la rassegnazione, l’annichilimento, o anche l’aridità più completa. Ma, forse senza che ce ne accorgessimo, ci ha indicato, insieme con i nostri limiti, anche tutti i livelli, tutte le possibilità che realmente esistono per fare le cose.
Credo che il nostro errore più madornale sia stato, e purtroppo rimanga tuttora, quello di aver confuso l’individualità con l’individualismo, nel senso che molto spesso abbiano cercato di cambiare “soltanto” il mondo; che la nostra ricerca d’identità è passata attraverso “parole d’ordine” che presupponevano una visione della comunità, del collettivo, del complesso ambientale, sociale e politico troppo lontana e dissociata da noi stessi. Noi volevano cambiare tutto. Qualcuno mi ha insegnato che “tutto” è sinonimo di “niente”.
E’ vero, ci sono mancati i punti di riferimento, gli unici forse che avrebbero potuto aiutarci, abituarci a distinguere, a differenziare. Proveniamo storicamente da culture imperniate sui “massimi sistemi”. E noi giù, a capofitto, a “filosofare”, a disquisire, ad agitarci sempre più nei massimalismi assoluti. Giorno dopo giorno, la realtà è diventata un porto sempre più lontano. E più la nostra danza nell’infinito assoluto diventava frenetica, tanto più scoprivamo la nostra sterilità, la nostra impotenza a comprendere non solo quel che è altro da noi, ma perfino a capire noi stessi.
Se tutta la storia di commedie e molto spesso anche di tragedie di cui siamo stati al contempo spettatori e protagonisti ha un senso, è questo: noi siamo stati e siamo dilettanti dell’esistenza perché le nostre azioni, le nostre azioni si sono fondate su una presunta globalità, ma in realtà sono sempre state parcellari. Mentre è necessario imparare a distinguere, ma senza separare; a inquadrare le cose e i fenomeni nei loro contesti; a verificarli, a valutarli complessivamente.
Nessun artista, nessun poeta, nessun filosofo, nessuno scienziato è o produce separatamente dalla sua vita vera di tutti i giorni. Una vita che è un cerchio aperto. Il passato, è notorio, non si può cambiare. Certo. Eppure il passato non è che il presente dietro le nostre spalle. Il presente è il passato, qui, davanti a noi. Nessuno inventa nulla. Gli accadimenti umani, microscopici o colossali che siano, obbediscono molto spesso a leggi inesorabili, che trovano la loro lenta genesi nella storia. Ciascuno è figlio non di un padre o di una generazione, bensì di mille uomini e dei secoli che l’hanno preceduto. Noi dunque siamo anche il risultato di tutto quello che ci ha preceduto; al contempo, però, noi siamo noi e gli altri sono gli altri. La nostra storia è solo la nostra storia.
Se smettiamo di voler fondere e separare contemporaneamente; se non confondiamo i fenomeni e i livelli; se impariamo a “mettere i puntini sulle i”, allora potremo porre le nostre domande e le nostre richieste alla vita e aspettarci delle risposte. E comunque vada, non sarà più una tragedia. Sarà solo e soprattutto la nostra vita, l’unica e la più alta possibile.
C’è un tempo per capire e un altro per agire, ma chi comprende e non agisce nutre la pestilenza. Tutta la nostra società deve impiegare buona parte delle sue energie a formare, a informare i suoi membri più giovani, le generazioni che la comporranno. Questo è più che mai indispensabile in questi nostri tempi. Il mito di Faust è appunto un mito. E non paga. L’eterna gioventù è l’unica vera catastrofe a cui può andare incontro l’essere umano.
E’ fondamentale, quindi, innanzitutto il lavoro che sapranno svolgere nel senso della (in)formazione coloro che sono precipuamente addetti a questo compito. Ma sono altrettanto importanti l’intervento e il livello di qualità che ognuno, nel proprio ambito, otterrà prima di tutto per se stesso e quindi per gli altri.
Ben vengano anche i blog, dunque.

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