Lea Pericoli, una vita tutta pizzi e colpi di genio.
“Volevo essere diversa e ne vado fiera”.

I suoi vestiti di “scena” sono esposti al Victoria and Albert Museum di Londra. E’ stata la tennista italiana che più ha stupito, merito anche della sua biancheria intima in bella mostra. “Il primo a pubblicarla su un giornale fu Gianni Brera”. Adesso fa la giornalista e scrive libri sul tennis.
di CLAUDIO NEGRI e MATTIA TODISCO
Un pallonetto irridente, nella decisa grazia di una parabola celeste. La pallina, ancora pallida, sale al cielo come una gaia allodola, traguardando il disco del sole, eclissandolo allo sguardo dell’avversaria. Lei, bionda nel vento perenne dei suoi ricci, attende l’interurbana di una risposta. Lampo ridente e ironico nello sguardo. E che dire del vezzo di quel pizzo sotto il gonnellino? Di una grande tennista si può cantare l’estro dell’intimo, temeraria e ardita ostentazione dei primi Sessanta? La sua garbata sfacciataggine, ai tempi, sollevò critiche e motteggi.
Per carità: i critici e i motteggiatori, i perbenisti e le beghine del set, ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Di Suzanne Lenglen, la divina, raccontavano cose turpi. Salomé dei sette veli e delle sette volée. Figurarsi che dicevano della Lea Pericoli con le mutandine vezzose, grazia umbratile di una chiara volontà di emancipazione femminile. Sciò, corvacci: ha vinto lei, la Lea, che oggi è collega nostra ma ha fatto e fa mille cose con eclettismo tosto e instancabile. Le basterebbe un’allodola estatica nel lob per battere noi guitti della racchetta, anche adesso. Se solo derogasse dal pragmatico proposito di non giocare più. Dalla racchetta alla penna, una transizione fluida: «Be’ sì. Ero a fine carriera. Avevo già cominciato a scrivere per il Giornale di Montanelli. Ho vinto gli ultimi tre titoli italiani e il doppio misto con Panatta, ma il distacco è avvenuto senza traumi. Mi sono ripromessa di non giocare mai più, e ho mantenuto la promessa. Questo perché capita che la gente veda un campione, che poi magari si ripropone e non è più capace. Il senso di decadenza mi ha dato malinconia. Ho giocato per un po’, proprio con amici, e non ho più fatto una partita vera. Sto scrivendo un altro libro, il mio terzo. Ho pubblicato per RCS “C’era una volta il tennis” e ho vinto il premio Brera come miglior libro sportivo, me lo danno il 28 gennaio. Si tratta di una biografia di Nicola Pietrangeli». BRERA, arbiter elegantiarum: hai visto mai? «Fu uno dei primi a pubblicare una foto con le mie famose mutandine… comunque sono molto fortunata perché sono rimasta nell’ambiente, mi piace. Ma ho seguito anche la moda, per tanti anni. Ho fatto altre cose, non solo sportive, la «Caccia al tesoro» con Jocelyn, ad esempio». Altro che pallonetto, l’allodola è proprio lei, Lea, felice nel sole: «Ho una giornata piena di interessi, sono al terzo libro, scrivo, giro il mondo. Niente nella mia vita è nato per riempire spazi vuoti, io sono sempre stata molto attiva. E poi io non facevo la professionista, ai miei tempi non c’era… l’albo. Avevo sempre altre attività per mantenermi, ero nel mondo della pubblicità e poi sono rimasta nella comunicazione, come vedete. Il tennis è completamente cambiato, ora è una vera professione: i campioni sono ricchi, beati loro. Lo dico senza invidia. Poi gli attrezzi ormai fanno una differenza colossale. Noi non potevamo permetterci nemmeno il massaggiatore». SALTO di tempo e di pensieri: «Ah, il mondo è cambiato completamente, oggi io sono qui davanti a un pc, con voi che mi intervistate, sarebbe stato impensabile un tempo. Quello che a me fa impressione dei giovani è che vogliono essere tutti uguali. Perché? Io volevo essere diversa. È per quello che avevo quelle famose mutande, mi differenziavano. Oggi c’è più senso di gruppo». RIMPIANTI a fil di rete? «Macché, no, non ho rimpianti, io vado avanti, mi adeguo e continuo. Credo sia un modo per far rimanere giovane la mente. Noi singolaristi facciamo parte della schiera degli sport individuali, che richiedono grandi sacrifici, solo vinci e solo perdi. Vincere è facile, perdere è duro. Oggi i ragazzi difficilmente si mettono alla prova, preferiscono andare in palestra: è la non-competizione. Io volevo essere sola, faticare, vincere». Mutandine comprese: «Certo, perché no? L’aspetto tecnico è importantissimo, ma se qualcuno ha da comunicare qualcosa, ben venga. Io ho i miei vestiti nel Victorial and Albert Museum di Londra e ne vado fiera…».
9 Gennaio 2008 alle 10:25
Posso dire che la Pericoli personalmente mi ha sempre ha affascinato. Ho iniziato a seguire il tennis ai tempi dei suoi commenti a Telemontecarlo. Sono molto affezionato alla sua figura. Mi ha fatto vivere di recente dei momenti di puro divertimento grazie al suo libro sulla vita di Pietrangeli. Grazie Lea!
9 Gennaio 2008 alle 12:23
Grande giocatrice, bella donna, buona giornalista: altri tempi…
9 Gennaio 2008 alle 12:38
Provo ammirazione totale per la signora Pericoli .
In bocca al lupo per il terzo libro.
Ammirazione e applausi .
9 Gennaio 2008 alle 13:09
Cosa significa :”i ragazzi d’oggi non vogliono mettersi alla prova” ?
Che ne sarebbe stata della Pericoli del 1960 nel 2007 ?
Sul campo da tennis avrebbe incontrato le Williams sisters e - da un punto di vista estetico - si sarebbe misurata con Hantuchova & c.
6/0 6/0 6/0 in entrambi i casi.
Come paragonare una FIAT 600 multipla ( quella delle suore ) alla Chevrolet Corvette ZR1, quella da 624 hp. Sia tennisticamente che esteticamente. Quando ci vuole, ci vuole.
E, ai suoi tempi, Margharet Smith vinceva Wimbledon senza mutandine di pizzo. Di slam ne fece 62, di cui 24 in singolo e due grandi slam. Senza mutandine di pizzo. Magari indossava…i SUNDEK !!!!
Avrà pure i vestiti al Victorial and Albert Museum a Londra; avrà mica la sua effige al…Museo delle Cere di Londra ?
Continui pure a scrivere libri su Pietrangeli, rivale…..di Bjorn Borg sulla terra battuta : e come no !?!
9 Gennaio 2008 alle 13:15
Libro bellissimo e alquanto divertente che consiglierei a chi vuol rivivere quel tennis……
9 Gennaio 2008 alle 14:12
Mi è capitato di vedere la Sig.ra Pericoli un paio di volte dal vivo e svariate in televisione…anche se ho solo 23 anni, ne ho sempre apprezzato l’elegenza, nei modi di fare, di parlare…una gran Donna!!!
9 Gennaio 2008 alle 14:13
sorry ELEGANZA, obviously.
9 Gennaio 2008 alle 16:13
caro luca…rimango senza fiato dopo il tuo “commento”…
9 Gennaio 2008 alle 17:40
massi’, nemmeno io ho capito l’astio bilioso di luca…che poi anche borg oggi prenderebbe 60 60 60 da Federer e’ un altro discorso, nessuno mette in dubbio che la Pericoli sia stata figlia del suo tempo (nel senso che ha potuto essere Lea Pericoli proprio perche’ nata in quei tempi…nata oggi chissa’, avrebbe giocato a golf….)E nessuno paragona la Pericoli alla Court,alla King o alla Bueno…Erano altri tempi, altro tennis,altri media…Tutti noi consideriamo la Pericoli un modello di grazia e di eleganza ma dimentichiamo che allora per le donne fare sport era un’anomalia e quindi,riuscire a farlo,a scegliere di farlo e solo per il gusto di farlo (non certo per soldi che non ce n’erano) e’ un merito a prescindere.
Sempre meglio che fare la velina e sempre meglio che lavorare (SCHERZO!!!!)
9 Gennaio 2008 alle 17:43
che uomini di classe, i borghiani.
9 Gennaio 2008 alle 19:42
@egizio e stefano grazia
Nessun astio; semmai non capisco l’affermazione della Pericoli riportata nel post e da me citata.
Che la Pericoli sia una persona garbata ed una valente giornalista nessuno può negarlo nemmeno lontanamente.
Ma appunto per questo non ha alcun bisogno di fare affermazioni poco felici. Tutto qui.
Però i SUNDEK si usavano anche allora, ed erano molto più trendy delle mutandine di pizzo !!!!!
@Stefano Grazia
Provocazione non raccolta !!!!!
Tutti i più grandi campioni del passato più o meno recente - “Ghiacciolo” compreso - indicano Federer il più forte giocatore della storia. Che poi siano frasi di circostanza poco importa; va bene così.
O meglio, non va per niente bene perchè spegne sul nascere qualunque tenzone sull’argomento, frustrando gli appassionati frequentatori dei blogs
9 Gennaio 2008 alle 20:29
@ Luca
Potevi scegliere benissimo un altra auto Made in U.S.A al posto della nuova Corvette ZR1.Magari la SSC Ultimate Aero TT,”belva” da 1183 hp! e 410 kmh!
Ma la migliore in assoluto rimane la nuova Lamborghini Reventòn da 1 Milione di Euro!
Scusate la passione anche per le Supersportive.
9 Gennaio 2008 alle 21:44
non solo il tennis anni 80 era 10 volte più bello di quello di adesso, non solo era 10 volte più difficile vincere (caro Federer…), ma anche i telecronisti erano 10 volte meglio…Indimenticabili pomeriggi con la voce di Lea, che spesso da studio faceva 10 volte meglio che gli improvvisati di oggi a bordo campo…
9 Gennaio 2008 alle 22:19
Scusa Luca Ge se intervengo riguardo alle tue dichiarazioni, ma le trovo inutilmente offensive.
Innanzitutto parli di fantomatici “telecronisti improvvisati” di oggi quando possiamo contare (sia SKY che Eurosport) su professionisti in molti casi di altissimo livello (senza ovviamente nulla togliere all’eterna Lea!).
Inoltre questa tua accusa non è motivata in nessuna maniera…
E per quanto riguarda la solita questione su Federer che vince perchè non ha avversari…abbiamo capito che il campione svizzero non rientra nelle tue simpatie, ma ormai è assodato che questa discussione è del tutto sterile, soprattutto se posta in questi toni.
Perdonami ancora se mi permetto (sicuramente senza alcun diritto) di dirti queste cose, ma così come in questo blog Ubaldo ha scelto (giustamente) la via della completa “non censura”, penso che sia giusto anche che noi lettori esprimiamo il nostro parere quando crediamo che alcuni commenti siano improduttivi per ogni tipo di discussione e in qualche modo offensivi.
Ti chiedo ancora scusa e spero che anche tutti gli altri lettori riservino a me lo stesso trattamento ogni qualvolta lo ritengano opportuno leggendo i miei commenti.
9 Gennaio 2008 alle 22:21
@ Karlovic
siamo in off topic !!!!
Comunque, dopo anni di sudore sui libri di Ingegneria Meccanica e nelle aule del Politecnico di Torino, posso dirti che la Vette C6 - nelle sue versioni base, Z06, ZR1 - ha umiliato tutte le concorrenti. Il suo value for money è ineguagliabile. E la Z06 ha vinto le ultime sei edizioni della 24 ore di Le Mans su sette partecipazioni.
Pare che la Ferrari 599 ha un costo di produzione di circa 42.000 €; come dire che 190.000 € sono regalati a Montezemolo ! Vorrei vederla in pista alle prese con le Vette : le buscherebbe di santa ragione !!!!!!
IL CEO di GM, Rick Wagoneer, ebbe a dire sull’ipotetico acquisto di FIAT AUTO da parte di GM, che mise la partecipazione in FIAT come posta a bilancio pari a ZERO DOLLARI :”Se ci costringete a comprarvi, di voi non rimarrà nemmeno una pietra”.
Agnelli l’avrebbe finita produrre Galup e Punt e Mes nello stabilimento di Mirafiori, sotto la supervisione di Marchionne !!!!!
Con GM, la Toyota farà la fine che fecero i giapponesi dopo la battaglia delle Midway. E’ solo questione di tempo.
W Detroit, le Big Three, Motown, Diana Ross and Supremes !!!!!
9 Gennaio 2008 alle 23:09
@ Luca.
Ho capito bene,sei un ingegnere?Vabbè….io parlavo di auto stradali e non di competizioni.E quando ci arriva la Corvette a 400 kmh?La SSC che è un piccolissimo costruttore ci è arrivata((tra l’altro il V8 è GM)e anche il colosso Bugatti-Volkswagen le ha buscate.Poi vuoi mettere la Lambo Reventòn o la Ferrari Enzo(vere F1 stradali)con la ZR1.
9 Gennaio 2008 alle 23:26
….Dimeticavo Luca,fai fare una “tirata” alle tue amate Corvette di Le Mans con il “mostro” per eccellenza ovvero la Delta S4!
Peccato che IL Gruppo B ebbe poca vita o le varie evoluzioni della S4 volavano.
10 Gennaio 2008 alle 00:13
Lo scorso anno, la prima foto di Wimbledon che finì su tutti i giornali furono le mutandine rosse della Golovin (quasi un sacrilegio nel tempio del bianco)
Bè come vedi Luca, non cambia poi molto nel mondo del tennis e dei “guardoni” del tennis. Solo che Lea Pericoli è stata la prima, chi viene dopo “copia”
Oggi nel tennis femminile, viene molto (troppo per me) evidenziato l’aspetto fisico delle giocatrici invece del aspetto tecnico.
Negli anni della Pericoli, questo era meno importante, ma Lea Pericoli, non aveva nulla da invidiare alle Pin-Up dei nostri giorni.
Lo scorso anno agli US Open prima del match della Sharapova, uno dei motivi di curiosità del match era : ‘come sara’ il completino di Maria?’ (ottima gestione della Nike)
Ai tempi della Pericoli si chiedevano la stessa cosa, ma non c’era una azienda cosi’ grande a far crescere in maniera scientifica l’attesa.
La Pericoli e’ stata personaggio, ma personaggio vero no costruito, proprio per il suo modo di essere.
Tu critichi la sua affermazione “Oggi i ragazzi difficilmente si mettono alla prova”…pero” forse non hai notato che continuava con
“preferiscono andare in palestra: è la non-competizione”.
E veramente pensi cio’ che ha detto sia cosi fuori dalla realtà?
A me sembra che ci abbia preso oppure diciamo che io sono d’accordo con lei quando dice:
non rischiano di mettersi in competizione e non amano essere soli (visto come unici) ma preferiscono far parte ed essere riconosciuti come gruppo.
E accettare di giocare a tennis significa che se perdi si puo’ anche dire che e’ colpa del vento, delle palline sgonfie, della superficie troppo lenta oppure troppo veloce, del giudice id linea che ha chiamato una palla fuori che era dentro due metri e da li tutta la partita sarebbe cambiata, dell’arbitro che non ha fatto le 200 overrule evidenti che e’ colpa su se ha perso etc. etc.
Di scuse se ne possono trovare tante ma poi alla fine, se hai perso quella partita il motivi e’ semplice: quel giorno non sei stato capace di essere piu’ bravo del tuo avversario. Molto piu’ facile andare in palestra, non si rischia di mettesi in discussione.
Mi ricordo di una intervista ad una amica della Pericoli (una ex tennista italiana di cui mi spiace ma non ricordo il nome) in cui dovendo dire un pregio di Lea diceva “quando parli con lei ti ascolta in un modo tale che ti fa sentire come la persona piu’ importante al mondo.
Non la conosco di persona, ma ogni volta che assisto alla cerimonia di premiazione al Foro Italico, mi vengono sempre in mente quelle parole, perchè presenta e fa sentire i giocatori e le giocatrici come se non fossero mai stati cosi’ speciali e cosi ‘Campioni’ come in quel momento.
E scusate se e’ poco.
10 Gennaio 2008 alle 00:19
Mah che strani discorsi che si leggono…
La bile e l’invidia di alcuni blogger è più fitta del grasso dell’eland.
10 Gennaio 2008 alle 01:48
@ Angelica
Veramente, la prima tennista famosa per il suo look e la sua avvenenza fu Gussie Moran. Giocava alla fine degli anni ‘40, o giù di lì.
Evito confronti antipatici.
La Pericoli ha parlato di competizione; all’epoca in cui lei era agonista giocava Margaret Smith, di cui ho visto un’intervista.
La Smith non parlava di pizzi e merletti, nè di abiti museali; semplicemente, ha mostrato i trofei vinti durante la sua carriera di giocatrice in tono estremamente pacato.
Evito confronti antipatici.
@ Karlovic
Sto organizzando una conferenza sulla Deltona presso una Facoltà di Ingegneria. Parlerà un ingegnere molto famoso. Si terrà in marzo.
Mi fermo qui, siamo troppo off topic e poco interessanti
10 Gennaio 2008 alle 09:48
luca
la Gussie Moran non e’ rimasta poi cosi’ famoso per il look. Lea Pericoli Si.
E non si parla di competizioni fra tenniste, ma dei ragazzi che non si avvicinano allo sport competitivo e indivisuale.
Ai nostri giorni delle sorelle Williams, Sharapova, Jankovic, Ivanovic, Hantucova etc. si parla prima del loro look e poi dei loro risultati.
Non a caso la Henin spesso sui media passa inosservata finchè si arriva alla finale.
Ah piccola annotazione, in campo femminile non si può perdere 60 60 60
al massimo in due set
10 Gennaio 2008 alle 10:06
Va ben la donna, va bene lo stile, va bene la giornalista e la scrittrice (molto meno la telecronista …)
Ma dire addirittura che è stata un grande giocatrice !
Allora la Farina è stata la numero uno del mondo …
10 Gennaio 2008 alle 11:34
Fabio, non mi sembra che qualcuno abbia detta La Pericoli sia stata una grande giocatrice.
Ma quasi tutti abbiamo sottolineato che sia una donna di la classe.
E per continuare con Silvia Farina, anche lei ha saputo comportarsi con molta classe in molte situazione.
10 Gennaio 2008 alle 12:04
caro voortrekker boer, è l’immenso federer che sta distruggendo definitivamente il fegato dei biliosi invidiosi. la sua incomparabile classe li sta rendendo ancora più folli. non a caso questi individui lo attaccano perfino in un articolo dedicato a lea pericoli.
10 Gennaio 2008 alle 12:28
Angelica, leggi bene.
E’ riportato anche nell’articolo principale ..”E che dire del vezzo di quel pizzo sotto il gonnellino? Di una grande tennista si può cantare l’estro dell’intimo, temeraria e ardita ostentazione dei primi Sessanta?”
Anche Andrew l’ha detto (uno dei primi post)
In ogni caso quando si parla della Pericoli si va sempre a parlare delle sue mutande (opera di Ted Tinling, nessuno, mi pare, lo ha ancora riportato) … trovo la cosa abbastanza deprimente.
10 Gennaio 2008 alle 12:57
Discutibile l’affermazione della Pericoli ” … preferiscono andare etc etc”
Probabilmente non conosce le realtà degli altri sport … calcio, volley, basket, addirittura rugby e scherma, tutti ambienti in cui la competizione è fortissima …. vanno alla grande .. il problema è il tennis.
10 Gennaio 2008 alle 13:40
@ luca
CLAMOROSO OFF TOPIC!!!!!
Ho beccato un video: http://www.youtube.com/watch?v=oe_bzLOEHcU
Ebbene, ci sono Haas e Safin che ad Amburgo giocano con racchette di legno del 1906!
Per i più recenti lettori del blog, va precisato che qualche mese fa in queste pagine infuriava la querelle su chi sarebbe il più grande di tutti i tempi. E ci si chiedeva se tale grandezza venisse o meno anche dai tipi di racchetta che venivano utilizzati nelle varie epoche.
Se Federer vuole ambire a tale scettro, perché non esibirsi con una racchetta di legno degli anni settanta? Teme brutte figure? Questo è quanto sosteneva (sostiene) l’amico luca.
Come si vede dal video, qualcuno ci ha provato!
E il risultato è sotto gli occhi di tutti: Safin e Haas che fanno una esibizione-goliardata.
Però sai che ti dico luca? Mi hai convinto: vorrei vedere Federer e Borg affrontarsi nel centrale di Wimbledon con le racchette del 1906.
Se il risultato è quello del duo Tommy - Marat, almeno ci sarà da divertirsi
10 Gennaio 2008 alle 13:58
Tornando IN TOPIC
Su Lea Pericoli ho trovato le seguenti informazioni su Wikipedia:
“Famosa per la sua caparbietà e apprezzata dal pubblico per la tenacia, la combattività, la determinazione e lo stile particolare (usava molto i lobs, i pallonetti) con cui disputava ogni incontro Lea Pericoli contribuì molto alla diffusione del tennis femminile in Italia. Vinse ben 26 titoli nazionali italiani ossia 10 di singolare, 10 di doppio e 6 di doppio misto.
In ambito internazionale vinse la Coppa Duncan a Montecarlo nel 1957. Inoltre si comportò molto bene al torneo inglese di Wimbledon, tanto da essere l’unica italiana presente nel museo dei campioni che si trova proprio nella capitale britannica: difatti in tale torneo raggiunse il 4° turno nel 1965, 1967 e 1970. La campionessa fece ancora meglio all’open di Francia raggiungendo il 4° turno nel 1955, 1960, 1964, 1971. La celebre tennista riuscì a vincere vari tornei e a battere campionesse del calibro di Billie Jean King e Ann Haydon Jones. Si è ritirata dal mondo del tennis professionistico nel 1975″.
Cioé, stile, intelligenza e mutandine a parte, sportivamente parlando ha raggiunto come massimo traguardo il quarto turno degli Slam. Insomma, diciamo il palmares di Francesca Schiavone (guarda caso, due milanesi).
Nessuno me ne voglia, ma mi sembra che la sua elegenza e il suo carisma le abbiano conferito lo status di campionessa. Umilmente voglio sottolineare che è vero che della Sharapova si parla prima del completino che indossa, e poi delle sue imprese sportive, ma per la mitica Lea temo ci fermeremmo solo al fascino che emana. La Sharapova, ma anche le Williams, qualche Slam lo hanno vinto.
Ho l’impressione che la carriera della Pericoli si possa utilizzare la battutaccia che Mick Jagger ebbe per Madonna qualche anno fa: “una goccia di talento in un mare di ambizione”. Io ci aggiungo, ambizione e straordinaria intelligenza e sensibilità (vedi le sue opere a sostegno della battaglia contro i tumori) nella sua vita post agonistica.
10 Gennaio 2008 alle 14:26
@francesco da lugano
Ho visto quel video tempo fa, ed ha confermato la mia convinzione.
Federer non giocherà mai un’esibizione con quegli attrezzi. Semplicemente perchè son ben vive le gesta di IceBorg (& c). !
Peraltro rimane il più forte giocatore della storia, come hanno dichiarato tutti i più forti giocatori del passato. E’ fatto assodato
@Angelica
I vestiti di Gussie Moran - se non sbaglio - erano realizzati da Tinling.
Prima che la Pericoli indossasse le sue leggendarie mutandine di pizzo
10 Gennaio 2008 alle 15:00
…se scrivo grande giocatrice a livello italiano ti senti più rassicurato Fabio?
porcalapeppa, cosa bisogna fare per essere abbastanza grandi?…a volte nel tennis si perde il senso delle proporzioni…
Ripeto, altri tempi e altro tennis ma grande giocatrice internazionale e campionessa italiana (se i campionati servono ad attribuire il titolo di campione)….
che poi, insieme a Pietrangeli, rappresenti secondo me il contrario del tennis moderno, è un altro discorso….
10 Gennaio 2008 alle 15:16
Mi sorge un dubbio : ********************?
10 Gennaio 2008 alle 15:54
luca a parte che il tuo ultimo post e’ polemico solo per il gusto di esser polemico e anche di cattivo gusto. Almeno per me.
I vestiti di Lea Pericoli incluso quello con le famose mutandine di pizzo era disegnato sempre da Ted Tinling (che fra l’altro ha disegnato completini da tennis anche per Martina Navratilova, Chris Evert, Evonne Goolagong ,Virginia Wade solo per nominarne alcune)
E per quanto mi riguarda per questo articolo, chiudo qui
10 Gennaio 2008 alle 15:54
Luca questa tua ultima te la potevi davvero risparmiare.
Non sei per niente spiritoso. E in generale, da molti tuoi post traspare l’intento di provocare più o meno sottilmente (quando non in maniera grossolana come in questa occasione), piuttosto che di discutere civilmente di tennis. E alla lunga leggerti diviene insopportabile.
Ecco vedi, ti ho accontentato: volevi provocare una reazione, e l’hai avuta. Sei contento?
10 Gennaio 2008 alle 16:14
@ luca
Ok, l’hai voluta…. mando una mail all’addetto stampa di Federer (che altri non sarebbe che Mirka), chiamo un altro del suo entpourage, Simon Kessler.
Una “battaglia degli attrezzi”. Ti piace? Si gioca a Wimbledon, racchetta anni Settanta, al meglio dei 5 set.
Se si tratta di devolvere l’incasso in beneficenza, Roger non ne fa una sola di esibizione, ma affronterebbe Borg, Mac, Connors, il suo assistito Roddick, e il principe Carlo, magari uno dietro l’altro.
Solo un favore luca. Chiama il buon Bjorn e digli di rimettersi la tuta. Non vorresti mica vederlo polverizzato dopo venti minuti di gioco da Roger….
Scherzo, ci mancherebbe, però non ho capito una cosa…. tu la vorresti l’esibizione Borg-Federer? E se vince Roger (come io credo, ma questa è una mia idea), come la mettiamo?
Mi spiace, luca, dover ricorrere ancora a questa sterile querelle. Il mio off-topic era solo una piccola nota simpatica, innocua, per ridere su un tema che ci aveva scaldato parecchio qualche tempo fa (oltretutto erano coinvolti Safin e Haas, gente che non si prende troppo sul serio).
Ti ricordi? Avevamo raggiunto uno status quo. Non esiste “the greatest”, ma solo giocatori che colpiscono il nostro cuore e che rimangono immortali nella storia del tennis. Io sono per Roger, tu per Bjorn. Pace raggiunta.
Il tuo ultimo post mi sembra un passo indietro. La ripresa delle ostilità.
Mi ha un po’ deluso, ecco.
Con immutata stima e affetto
10 Gennaio 2008 alle 16:19
“Oltretutto erano coinvolti Safin e Haas, gente che non si prende troppo sul serio”.
Ovviamante mi riferivo all’esibizione di Amburgo. Non mi permetterei mai di giudicare uomini come Tommy e Marat come gente non seria, ci mancherebbe. Era riferita alllo spirito goliardico dell’iniziativa, calzante per due personaggi simpaticissimi (oltre ad essere due eccezionali tennisti, almeno nelle potenzialità) come loro.
10 Gennaio 2008 alle 18:53
@ Roberto
porgo le mie scuse.
@ Francesco da Lugano
Se hai tutto questo tempo a disposizione, ti auguro il più completo successo per la tua validissima iniziativa.
10 Gennaio 2008 alle 20:08
Mamma mia che scivoloni! Io spero che Lea Pericoli non legga certe cose…mi sentirei imbarazzato io per lei.
In die kak mijhneer Luca
11 Gennaio 2008 alle 09:21
La Pericoli è stata semplicemente la migliore tennista italiana in un contesto italiano assolutamente mediocre.
E questo non significa essere grandi giocatori.
Il meglio di se stessa lo ha dato dopo l’abbandono del tennis giocato e lo sta dando tutt’ora.
Tranne quando fa la telecronista … assolutamente soporifera ora come quando lavorava per TMC.